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di francesca_fortini
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 Il prof d’italiano il mio primo fan, parola di Raige

Lo scorso sabato EF Education First, leader mondiale nell’educazione internazionale, ha organizzato un megaparty under 18, dedicato a tutti i ragazzi che hanno preso parte ad una vacanza studio EF e a tutti quelli che, invece, avevano voglia di saperne qualcosa in più.

Così, contemporaneamente a Roma, Torino, Padova, Bologna, Firenze, Napoli e Milano, in sette famosissimi locali, si sono aperte le danze di un mega evento assolutamente imperdibile. A Milano il super ospite della serata è stato lui, il rapper Raige, arrivato al successo grazie al singolo “Ulisse”, fischiettato e canticchiato dai suoi numerosi fan in tutta Italia. Skuola.net non ha perso occasione per intervistarlo, scucendogli qualche gustoso retroscena della sua vita da studente, prima di realizzare il sogno di diventare un rapper.

Oggi sei un famoso rapper. Era questo il tuo sogno quando eri piccolo?
In realtà avevo anche un altro sogno, volevo fare il pilota di aerei. Ovviamente, quando ho scoperto la musica, questa è stata totalizzante per me, nella fattispecie il rap. Perché? Beh, mi parlava meglio di quanto non facessero i miei genitori, i miei amici, i miei professori.

Che tipo di studente eri?
Non sono stato uno studente propriamente modello, ho sempre avuto una grande fortuna: la capacità di apprendimento. E poi sono un divoratore di libri. I primi due anni di scuola, che ho fatto in aereonautica proprio per realizzare il sogno di diventare un pilota, sono stato bocciato con 7 in condotta per assenteismo. Avevo oltre 617 ore di assenza!

Hai un buon ricordo dei tuoi professori?
Di un professore in particolare, il mio prof di italiano. Mi spronò molto in questa mia voglia di scrivere e adesso non posso che ringraziarlo per aver creduto in me.

Un episodio divertente della tua vita da studente?
Dopo i primi due anni di bocciature cambiai scuola e finii casualmente in classe con mio fratello. I primi giorni mi divertivo a sconvolgere i professori convincendoli che lui fosse mio figlio.

Cosa consiglieresti ai tuoi giovani fan che vorrebbero intraprendere la tua stessa strada?
Studiate, studiate, studiate e leggete molto. Solo così potrete avere un vocabolario pressoché infinito di parole per poter scrivere i vostri pezzi.