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E NECESSITA' DI RICONOSCIMENTO

Fin dalla comparsa del concetto di multiculturalismo (verso gli inizi degli anni Ottanta), gli Stati, le società e le persone non hanno mai smesso di confrontarsi con l'elemento che lo qualifica, cioè con l'idea di differenza.

"La differenza, nella sua dimensione relazionale, pubblica, collettiva non è qualcosa che riguarda un singolo soggetto o un singolo gruppo, non è semplicemente una questione di 'stranieri', ma una questione costitutivamente interculturale che riguarda la comunicazione e l'interazione".

Il rapporto con l'altro è sempre un dialogo complesso e per comprenderlo è necessario porre attenzione a come le differenze vengono utilizzate nei rapporti tra l'altro e il sé, il noi e il loro. La differenza, infatti, può operare allo stesso

tempo come vincolo e comemezzo per la creazione di confini, può favorire contemporaneamenteprocessi di inclusione ed esclusione, consentire o negare il193riconoscimento.In conclusione, la differenza deve subire un processo di traduzione e194adeguamento, deve essere .Nella pratica quasi mai si agisce come individui, ma come parte di ungruppo che condivide prospettive; ecco perché il bisogno diriconoscersi in un gruppo emerge in diversi modi, in quella che oggichiamiamo . Il riconoscimento èstrettamente legato all’identità, cioè alla visione che una persona ha disé stesso, delle proprie caratteristiche e di ciò che lo definisce comeessere umano. In parte la nostra identità risente del riconoscimento omeno da parte delle altre persone; di conseguenza un soggetto (o ungruppo di soggetti) può subire un danno reale, una forma di193 Id., p. 34194 Id., p. 30 78oppressione.se le altre persone o la società gli rimandano un'immagine di sé che lo sminuisce o lo umilia. "Un riconoscimento adeguato non è solo una cortesia che dobbiamo ai nostri simili: è un bisogno umano vitale." La preoccupazione per l'identità e per il riconoscimento è stata innescata da due cambiamenti: nell'ancien régime il crollo delle gerarchie sociali di un tempo, che erano alla base della disuguaglianza. L'idea diffusa era che, affinché qualcuno potesse avere 'l'onore', era essenziale che non fosse attribuito a tutti. Montesquieu sosteneva infatti che "La nature de l'honneur est de demander des préférences et des distinctions". A quest'idea di onore si contrappone quella attuale di dignità - quando parliamo di dignità dell'uomo o del cittadino -come198caratteristica intrinseca appartenente ad ogni individuo. Questo concetto di dignità ha rimpiazzato il vecchio concetto d'onore nella società democratica, in quanto quest'ultima ha195 J. HABERMAS, C. TAYLOR, Multiculturalismo. lotte per il riconoscimento, Feltrinelli, 2008, p. 9196 Id., p. 10197 C. L. DE MONTESQUIEU, De l'esprit des lois, libro 3, cap. 7198 J. HABERMAS, C. TAYLOR, op. cit., p. 11 79introdotto una politica 'dell'uguale riconoscimento', che haassunto la forma di richiesta di parità delle culture. Johannè stato uno dei primi a proporre l'idea secondo199Gottfried Herdercui ognuno di noi abbia un suo modo originale di essere uomo:ogni uomo ha una sua misura, una reciproca disposizione d'animo verso i suoi istinti, "Jederdei Mensch hat kein eigeness Maass, gleichsameine eigene Stimmung aller seiner sinnlichen Gefühle zu200einander".- Il secondo cambiamento consiste nella nascita dellaLa nozione moderna di identità. L'autenticità e l'originalità sono legate non solo alla persona ma anche al popolo (volk): ogni individuo cioè dovrebbe essere fedele alla propria cultura. Questo risulta essere il frutto del declino della società gerarchica; in passato infatti l'identità era stabilita dalla posizione sociale, dalle funzioni e dalle attività che accompagnavano tale posizione. La politica della differenza chiede che sia riconosciuta l'identità irripetibile e particolare di un individuo o di un gruppo; tale differenza è stata spesso ignorata e trascurata, con la conseguenza di assimilarla all'identità dominante o maggioritaria. Oggi l'importanza del riconoscimento è universalmente ammessa: tutti siamo consapevoli di come l'identità.si forma e si deforma tramite icontatti con l'altro: le relazioni sono i luoghi decisivi della scoperta e dell'affermazione di sé. 2034.5 MULTICULTURALISMO E GLOBALIZZAZIONE 204 Secondo Zygmunt Bauman la modernità è destinata ad essere continuamente in crisi, cioè in una situazione di perenne passaggio, e questo si manifesta in maniera evidente oggi nella nostra società: la struttura politica e giuridica fondata sulla laicità è entrata in crisi, così come il modello di Stato nazionale. Questa crisi è partita proprio dalla struttura economica della società moderna: la necessità di una crescita costante dell'economia ha portato alla globalizzazione dei mercati e all'apertura delle frontiere degli Stati. Così come circolano merci e denaro, circolano le persone, in particolare dal Sud del mondo: le 202 J. HABERMAS, C. TAYLOR, op. cit., p. 24 203 Id., p. 21 204 Z. Bauman è stato un sociologo.

filosofo e accademico polacco. Il fenomeno sono l'immigrazione e le conseguenze dirette di questo cambiamento della struttura della società, che diviene multietnica, multireligiosa e multiculturale. L'intensificarsi dei processi di globalizzazione rende l'incontro con la differenza, cioè con chi si presume abbia dei caratteri culturali diversi, un'esperienza quotidiana diffusa, proponendo nuove tensioni e nuovi problemi e richiedendo una elaborazione di ciò che si riteneva un tempo scontato e ovvio. Culture e linguaggi, che per molti secoli erano stati separati, oggi si sono mescolati; si pone pertanto il problema di ricercare una qualche unità di codice, di intesa e di convivenza. Il problema è che alle ondate migratorie, nella maggior parte dei casi, non segue un'integrazione-assimilazione delle comunità di immigrati nei Paesi di destinazione.

laicità e società multiculturale, Autori Vari, Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto, Anno V. vol. V, p. 656
E. COLOMBANO, G. SEMI, op. cit., p. 162
C. VIGNA, S. ZAMAGNI, op. cit., p. 4 s.
http://www.treccani.it/enciclopedia/multiculturalismo/

CONCETTO DI LAICITÀ

La laicità è un principio politico e giuridico, necessario in una società multireligiosa e multiculturale. Nel contesto dei diversi ordinamenti giuridici si declina in modi differenti, tanto che si parla di relatività della laicità sul piano giuridico, anche a seconda della storia caratterizzante i Paesi europei e, più in generale, occidentali. Tale concetto possiede tuttavia alcuni caratteri generali che dipendono dalla filosofia dell'Occidente cristiano. Si tratta di un processo storico, politico di caratteri fondanti che segnano il passaggio da una società pluralista ad una multiculturale.

È difficile tracciare il

Contenuto del principio di laicità, ma possiamo individuare alcuni caratteri fondamentali:

  • Distinzione tra ambito dell'autorità e ambito della libertà;
  • Neutralità della politica e del diritto rispetto alla religione (per evitare che nel cittadino nascano conflitti di coscienza tra il rispettare la legge e osservare le norme religiose);
  • Rispetto dei principi giuridici di libertà e uguaglianza religiosa.

Questi elementi hanno subito un forte cambiamento a causa dell'arrivo della multiculturalità e multireligiosità.

La laicità è il risultato di un percorso filosofico, giuridico e politico, compiuto inizialmente dal giusnaturalismo moderno, che vede come protagonisti Ugo Grozio e Thomas Hobbes. Grozio inserisce le verità teologiche del cristianesimo nella struttura giuridica e culturale dell'Occidente europeo, elevando la ragione sulla fede (etsi Deus non daretur).

Questo consentirà successivamente a Hobbes di costruire lo Stato sull'idea di contratto sociale tra gli individui, che cedevano il loro potere al sovrano, il quale emanava norme giuridiche vincolanti, giungendo ad una razionalizzazione complessiva del sistema giuridico e politico. In tal modo tutti si sentivano cittadini a prescindere dalle differenze religiose sorte con la rottura dell'unità cristiana, perché uguali davanti alla legge. Così si riconosceva il principio di uguaglianza e libertà religiosa, che risolveva quella conflittualità insita nella differenza di culto. Oggi tutto questo è entrato in crisi, perché il soggetto non si riconosce più nelle norme giuridiche, essendo la sua cultura segnata dall'appartenenza religiosa; così respinge il sistema giuridico, che gli appare estraneo e nemico. Ecco che la religione torna ad

Essere fonte di conflitto: "posto di fronte a una laicità percepita come cristiana e cristianizzante, l'altro tende a reagire a quello che avverte come un tentativo di assimilazione culturale a sfondo religioso".

2134.7 MULTICULTURALISMO E KAFALA

Analizzando gli orientamenti della giurisprudenza della Corte di Cassazione, possiamo individuare una tendenza favorevole ad attribuire rilevanza giuridica alle differenze culturali e religiose che si stanno diffondendo nella nostra società, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali. Parallelamente si evidenzia una rigorosa applicazione degli strumenti di repressione delle discriminazioni e dell'odio etnico.

Dettagli
A.A. 2021-2022
107 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/02 Diritto privato comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinaacqua di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Pardolesi Paolo.