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E NECESSITA' DI RICONOSCIMENTO
Fin dalla comparsa del concetto di multiculturalismo (verso gli inizi degli anni Ottanta), gli Stati, le società e le persone non hanno mai smesso di confrontarsi con l'elemento che lo qualifica, cioè con l'idea di differenza.
"La differenza, nella sua dimensione relazionale, pubblica, collettiva non è qualcosa che riguarda un singolo soggetto o un singolo gruppo, non è semplicemente una questione di 'stranieri', ma una questione costitutivamente interculturale che riguarda la comunicazione e l'interazione".
Il rapporto con l'altro è sempre un dialogo complesso e per comprenderlo è necessario porre attenzione a come le differenze vengono utilizzate nei rapporti tra l'altro e il sé, il noi e il loro. La differenza, infatti, può operare allo stesso
tempo come vincolo e comemezzo per la creazione di confini, può favorire contemporaneamenteprocessi di inclusione ed esclusione, consentire o negare il193riconoscimento.In conclusione, la differenza deve subire un processo di traduzione e194adeguamento, deve esserefilosofo e accademico polacco. Il fenomeno sono l'immigrazione e le conseguenze dirette di questo cambiamento della struttura della società, che diviene multietnica, multireligiosa e multiculturale. L'intensificarsi dei processi di globalizzazione rende l'incontro con la differenza, cioè con chi si presume abbia dei caratteri culturali diversi, un'esperienza quotidiana diffusa, proponendo nuove tensioni e nuovi problemi e richiedendo una elaborazione di ciò che si riteneva un tempo scontato e ovvio. Culture e linguaggi, che per molti secoli erano stati separati, oggi si sono mescolati; si pone pertanto il problema di ricercare una qualche unità di codice, di intesa e di convivenza. Il problema è che alle ondate migratorie, nella maggior parte dei casi, non segue un'integrazione-assimilazione delle comunità di immigrati nei Paesi di destinazione.
laicità e società multiculturale, Autori Vari, Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto, Anno V. vol. V, p. 656E. COLOMBANO, G. SEMI, op. cit., p. 162
C. VIGNA, S. ZAMAGNI, op. cit., p. 4 s.
http://www.treccani.it/enciclopedia/multiculturalismo/
CONCETTO DI LAICITÀ
La laicità è un principio politico e giuridico, necessario in una società multireligiosa e multiculturale. Nel contesto dei diversi ordinamenti giuridici si declina in modi differenti, tanto che si parla di relatività della laicità sul piano giuridico, anche a seconda della storia caratterizzante i Paesi europei e, più in generale, occidentali. Tale concetto possiede tuttavia alcuni caratteri generali che dipendono dalla filosofia dell'Occidente cristiano. Si tratta di un processo storico, politico di caratteri fondanti che segnano il passaggio da una società pluralista ad una multiculturale.
È difficile tracciare il
Contenuto del principio di laicità, ma possiamo individuare alcuni caratteri fondamentali:
- Distinzione tra ambito dell'autorità e ambito della libertà;
- Neutralità della politica e del diritto rispetto alla religione (per evitare che nel cittadino nascano conflitti di coscienza tra il rispettare la legge e osservare le norme religiose);
- Rispetto dei principi giuridici di libertà e uguaglianza religiosa.
Questi elementi hanno subito un forte cambiamento a causa dell'arrivo della multiculturalità e multireligiosità.
La laicità è il risultato di un percorso filosofico, giuridico e politico, compiuto inizialmente dal giusnaturalismo moderno, che vede come protagonisti Ugo Grozio e Thomas Hobbes. Grozio inserisce le verità teologiche del cristianesimo nella struttura giuridica e culturale dell'Occidente europeo, elevando la ragione sulla fede (etsi Deus non daretur).
Questo consentirà successivamente a Hobbes di costruire lo Stato sull'idea di contratto sociale tra gli individui, che cedevano il loro potere al sovrano, il quale emanava norme giuridiche vincolanti, giungendo ad una razionalizzazione complessiva del sistema giuridico e politico. In tal modo tutti si sentivano cittadini a prescindere dalle differenze religiose sorte con la rottura dell'unità cristiana, perché uguali davanti alla legge. Così si riconosceva il principio di uguaglianza e libertà religiosa, che risolveva quella conflittualità insita nella differenza di culto. Oggi tutto questo è entrato in crisi, perché il soggetto non si riconosce più nelle norme giuridiche, essendo la sua cultura segnata dall'appartenenza religiosa; così respinge il sistema giuridico, che gli appare estraneo e nemico. Ecco che la religione torna adEssere fonte di conflitto: "posto di fronte a una laicità percepita come cristiana e cristianizzante, l'altro tende a reagire a quello che avverte come un tentativo di assimilazione culturale a sfondo religioso".
2134.7 MULTICULTURALISMO E KAFALA
Analizzando gli orientamenti della giurisprudenza della Corte di Cassazione, possiamo individuare una tendenza favorevole ad attribuire rilevanza giuridica alle differenze culturali e religiose che si stanno diffondendo nella nostra società, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali. Parallelamente si evidenzia una rigorosa applicazione degli strumenti di repressione delle discriminazioni e dell'odio etnico.