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Estratto del documento

L’acquisizione della capacità invasiva delle cellule di GBM è talmente rilevante

che si è scoperto un vero e proprio processo di transizione da un fenotipo

epiteliale, con perdita della polarità cellulare e cambiamenti nell’espressione

genica, a un fenotipo mesenchimale, dall’aumentata motilità e resistenza

all’apoptosi (Kalluri 2009, S. G.-U. Manzano 2021). Ciò spiega la difficoltà nel

trovare trattamenti efficaci per questo tipo di tumore, che raramente genera

metastasi extra-neuronali, ma ha una grande capacità di infettare le aree

circostanti, generando focolai secondari distanti dalla zona di origine (Manzano,

et al. 2021). 32

Figura 3.4: Meccanismi coinvolti nella migrazione e nell’invasione del GBM.

3.2.2 Ruoli di C3G nel glioblastoma

È noto che la proteina C3G sia associata a varie forme tumorali, in cui assume

un comportamento dipendente dal contesto cellulare, dal tipo e dallo stadio del

tumore. Essa può, ad esempio, agire sia come oncosoppressore che come

oncogene, in base a se si trovi sovra o sottoregolata, ma può anche avere un ruolo

duplice, come accade nel carcinoma colon rettale (Manzano, et al. 2021).

Nel glioblastoma, C3G risulta significativamente sottoespresso ( , (S. G.-

Figura 3.5

U. Manzano 2021)), e si sono evidenziate delle connessioni fra la sua attività,

non solo nell’ambito della trasduzione del segnale, e l’avanzamento del tumore.

In primis, le proteine Crk, con cui C3G forma un complesso, si sono rivelate

overespresse nel GBM (Park T. 2001); si è visto, poi, che, in cellule U87 di

33

cas

glioblastoma umano, CrkI favorisce l’aumento della fosforilazione di p130 e

C3G, e sembra, quindi, promuovere la migrazione cellulare attraverso

cas

l’attivazione della via FAK/p130 /CrkI/DOCK180 (Takahisa Takino 2003).

Si sono, inoltre, presi in considerazione esperimenti che usavano due modelli di

linee cellulari di glioblastoma umano, le U87shC3G, disponibili a livello

commerciale, e le 12Ф12D, che presentavano un fenotipo stem-like (S. G.-U.

Manzano 2021). In entrambi i tipi, C3G era stato silenziato, e si sono riscontrate

un’aumentata invasività e una maggiore migrazione in risposta alla

downregolazione di C3G, con la conseguente diminuzione dell’adesione

cellulare ( , (S. G.-U. Manzano 2021)). Si è, anche, confermata la

Figura 3.6

transizione dal fenotipo epiteliale a quello mesenchimale, per l’aumento

dell’espressione della Vimentina (un marker mesenchimale) e la riduzione della

sintesi di E-caderina (un marker epiteliale, con cui C3G interagisce), oltre alla

sovrespressione degli mRNA di fattori di trascrizione associati alla transizione,

come TWIST1 e ZEB2 (S. G.-U. Manzano 2021).

Ancora, l’effettore principale di C3G, Rap1, mostra livelli di attività maggiori

nel GBM rispetto a tessuti cerebrali sani, e ha dimostrato di avere un ruolo nel

promuovere la proliferazione del tumore in risposta all’attivazione da parte di

RhoA, che permette di innescare la segnalazione dell’integrina (Manzano, et al.

2021). 34

Infine, poiché C3G risponde alla segnalazione di recettori RTK come quelli dei

fattori di crescita, si è scoperto che il silenziamento del C3G riduceva la

fosforilazione di recettori come l’EGFR, e con essa l’invasività indotta dal

recettore, e che diminuivano anche i livelli di fosforilazione di p38MAPK, ERKs

e Akt, coinvolti nella cascata delle MAPK. Al contrario, risultavano over-

fosforilati molti altri recettori, tra cui FGFR1 e erbB2, associati alla migrazione

cellulare e all’invasione ( , (S. G.-U. Manzano 2021)). Studi futuri

Figura 3.7

consentirebbero, quindi, di caratterizzare ulteriormente la funzione di C3G nella

regolazione degli RTK.

Figura 3.5: C3G risulta significativamente

sottoespresso nel GBM rispetto al tessuto cerebrale

sano.

Figura 3.6: Il silenziamento di C3G risulta in una maggiore capacità invasiva. (A) Saggio di invasione

di cellule U87; (B) Saggio di invasione di cellule 12Ф12D. 35

Figura 3.7: Alcune funzioni di C3G nel glioblastoma (GBM). I livelli di C3G sono

elevati nel cervello sano e diminuiscono col progredire del glioblastoma. La

sottoespressione di C3G aumenta la migrazione e l’invasione delle cellule di GBM

attraverso meccanismi dipendenti dall’iperattivazione di RTK come FGFR1 e la

sottoregolazione di altri recettori come EGFR. 36

CONCLUSIONI - Implicazioni Cliniche e Prospettive Terapeutiche

Come descritto in questa tesi, dunque, la proteina C3G è implicata in una

complessa rete di ruoli funzionali e agisce con meccanismi dipendenti e non dalla

sua attività di GEF.

Proprio per il suo coinvolgimento in molti processi cellulari, dal

differenziamento tissutale e la proliferazione, all’apoptosi e al rimodellamento

del citoscheletro, la sua disregolazione può portare alla promozione di tumori

come il glioblastoma. In questo ambito, C3G ha un’attività dipendente dal

contesto cellulare e dal tipo di tumore, il che rende complicato sviluppare

strategie terapeutiche mirate, considerando anche che la proteina è espressa

ubiquitariamente.

Per questi motivi, quindi, C3G non è stata ancora oggetto di trial clinici che la

potessero identificare come target terapeutico, nonostante essa possa

rappresentare un nuovo biomarcatore per la diagnosi e la prognosi del GBM, ad

esempio tramite la quantificazione, con la tecnica della biopsia liquida, dei livelli

proteici nel microambiente tumorale (Manzano, et al. 2021). Questo

permetterebbe di identificare lo stadio del tumore, poiché l’espressione di C3G

sembra diminuire all’aumentare della malignità del GBM (S. G.-U. Manzano

2021). 37

Si potrebbero, teoricamente, anche sviluppare trattamenti personalizzati per

pazienti che non rispondono alle terapie contro i bersagli di C3G, che, come

illustrato, sono ampiamenti coinvolti nel GBM.

Studi ulteriori, infine, potranno determinare come i livelli di C3G influenzino la

risposta agli agenti chemioterapici attualmente in uso, e una migliore

caratterizzazione della proteina, e delle interazioni che essa instaura con i suoi

effettori, potrebbe permettere, anche, di identificare, fra i suoi interattori, nuovi

bersagli terapeutici (Manzano, et al. 2021). 38

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A.A. 2023-2024
42 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/11 Biologia molecolare

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marina.ala.94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia molecolare con laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Sannio o del prof Pancione Massimo.