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SPIRANTIZZAZIONE DELLA LABIALE SONORA INTERVOCALICA

• B →

in posizione iniziale o dopo consonante si conserva

◦ es. BASIŬ(M) > bacio, CARBŌNE(M) > carbone

seguita da R diventa intensa

◦ es. FABRŬ(M) > fabbro, FĔBRE(M) > febbre

in posizione intervocalica labiodentale sonora [v] passando da occlusiva a costrittiva

◦ o spirante

es. DĒBĒRE > dovere, FABA(M) > fava, FABŬLA(M) > favola

SONORIZZAZIONE DELLE CONSONANTI

• La sonorizzazione è il processo di indebolimento articolatorio per cui le consonanti sorde

si trasformano nelle corrispondenti sonore:

[p] > [b], [k] > [g], [t] > [d].

Le occlusive sorde latine p, c (seguite da A, O, U) e t in posizione intervocalica e

interconsonantica (tra vocale e R) sonore (per la b ci può essere anche la

spirantizzazione in [v]). *es. pag 83*

In alcuni casi si è sonorizzata anche la sibilante sorda del latino [s] *vedi pag 84*

Il processo di sonorizzazione delle consonanti intervocaliche ha interessato anche la

labiodentale sorda F [v]. F in posizione intervocalica non esisteva in latino ma si

incontrava solo nei prestiti dal greco e dai dialetti osco-umbri. Si è conservata nel fiorentino,

ma si è sonorizzata nei dialetti settentrionali *es. pag 85*.

NESSI DI CONSONANTE + IOD

• Lo iod [j] è una i seguita da un’altra vocale. Ĕ

Deriva dalla I latina, e anche dalla chiusura in iato di una .

Nel passaggio dal latino all’italiano lo [j] ha costantemente trasformato la consonante che lo

precedeva (che nella maggior parte dei casi veniva raddoppiata).

Labiale e Labiodentale + iod

• →

Nei nessi -pj, -bj e -vj j ha prodotto il raddoppiamento della labiale che la precedevano

es. SAPIA(T) > sappia

(H)ABEA(T) > abja > abbia

RABIA(M) > rabbia →

CAVEA(M) > cavja (chiusura della e in iato in i) > gabbia (-vj -bbj come -bj)

Velare + iod

• La trasformazione dei nessi -kj e -gj avviene in 3 fasi:

1. [j] intacca le velari sorda e sonora affricata palatale sorda e sonora

2. iod ha prodotto un raddoppiamento dell’affricata precedente

3. [j] si dilegua

es. FACIO (fakjo) > fat

ʃ

j o > fatt ʃj o > fattʃo (faccio)

RĒGIA(M) (regja) > red ʒj a > reddʒja > reddʒa (reggia)

Dentale + iod

• Il nesso -Tj in Toscana ha avuto due esiti:

a) in alcune parole si è trasformato nell’affricata dentale sorda [ts], doppia se il nesso -Tj

era tra due vocali *es. pag 88*, scempia se il nesso -Tj era fra consonante e vocale

*es. pag 88*

b) in altre parole si è trasformato in una sibilante palatale sonora [Ʒ], che non si può

rappresentare in italiano (se non nella g toscana), e in italiano è resa come [dƷ]. In

alcune parole la stessa base latina ha avuto due continuatori: uno in [dƷ] e uno in [tts].

*es pag 88*.

Trattamento del nesso -Dj anche lui due esiti in Toscana:

a) in alcune parole si è trasformato nell’affricata alveolare sonora [dz], doppia se il nesso

Dj era tra due vocali, scempia se tra una consonante e una vocale

b) in altre parole (la maggioranza) affricata palatale sonore [dƷ] intensa.

*Vedi es. pag 89*

Nasale + iod

• →

Nesso -Mj lo [j] ha portato al raddoppiamento della nasale labiale che la precedeva:

Ĭ

es. SĪMIA(M) >scimmia, V NDĒ MIA(M) > vendemmia.

Nesso -Nj trasformazione in due fasi: →

1. [j] ha prodotto il raddoppiamento della nasale precedente NNJ

2. [j] ha intaccato la nasale velare intensa nasale palatale intensa ŋŋ (gn)

es. IŪNIŬ(M) > giunjo > giunnjo > giugno

VĪNEA(M) > vinja > vinnja > vigna

Laterale + iod

• Evoluzione del nesso -Lj in due faasi:

1. raddoppiamento -LJ > LLJ

2. [j] intacca la laterale intensa laterale palatale intensa [λλ] (gl)

es. FILĪAM > fillja > figlia

Ŏ

F LIA(M) > follja > foglia

MŬLIE(R) > mollje > moglie

Vibrante + iod

• Il trattamento del nesso -RJ ha subito trasformazioni con differenza tra la Toscana e il resto

d’Italia:

In Toscana la R è caduta e si è ridotta solo a J.

In molti dialetti d’Italia invece la R è rimasta ed è caduta la J.

*es. e approfondimenti pag 91 e 92*

Sibilante + iod

• Il trattamento del nesso -SJ in Toscana ha avuto due esiti paralleli

→ sibilante palatale sorda tenue [ ʃ]

→ sibilante palatale sonora tenue [ Ʒ]

due foni non presenti nella pronuncia italiana che diventano [tʃ] e [tƷ]

es. BASIŬ(M) > baʃo / bacio

PHASIANŬ(M) > faƷano /fagiano

Primo processo: SJ (sonorizzazione) > [zj] (palatalizzazione) > [Ʒ]

Secondo processo: SJ (palatalizzazione) > ʃ (sonorizzazione) > [Ʒ] *vedi pag 93*

NESSI DI CONSONANTE + L (quad pag 9-10)

• →

I nessi consonante + [l] nessi di consonante + j

Nesso a inizio parola o dopo consonante non ci sono altre trasformazioni

◦ es. PLANŬ(M) > piano

AMPLŬ(M) > ampio →

Nesso in posizione intervocalica lo j che si è prodotto determina il raddoppio di

◦ consonante

es. CAP(Ŭ)LŬ(M) > cappio

TĒG(Ŭ)LA(M) > tegghia (italiano antico) / teglia (italiano moderno)

L’evoluzione del nesso -GL- in posizione intervocalica è un caso particolare.

Nel fiorentino antico si è regolarmente trasformato in GJ e poi in ggj.

A Firenze a partire dal ‘500 > gli.

[λλ] > gli →

ggj > gli (anche quando era normale usare ggj) IPERCORRETTISMO *vedi pag 95*

CASI PARTICOLARI DI NESSI DI CONSONANTE + L

• →

◦ SL nesso sconosciuto al latino classico, quindi per i parlanti era difficile da

pronunciare inserirono una velare sorda [k] (il nesso CL > kj):

SL > SKL > skj

es. SLAVŬ(M) > sklavo > schiavo

◦ TL sconosciuto al latino classico, nel latino volgare si è formato per sincope di una Ŭ

nel nesso -TŬL-. Il nesso TL si è poi confuso con CL kkj

es. CAT(Ŭ)LŬM > catlum > catlo > caclo > cakkjo > cacchio

Ĕ

V T(Ŭ)LŬM > vetlum > vetlo > veclo > vekkjo > vecchio

FENOMENI GENERALI

PROSTESI (quad. 11)

• Consiste nell’aggiunta di un corpo fonico all’inizio di parola.

Quando una parola terminante per consonante (come le prepos. IN o PER) era seguita da

una parola che iniziava con S + consonante (S impura), si aggiungeva alla seconda una I

per facilitarne la pronuncia

es. in iscena, in istrada, per iscritto.

È un fenomeno che sta decadendo.

EPITESI

• Consiste nell’aggiunta di un corpo fonico alla fine di una parola:

con finale consonantico (tipiche dei prestiti linguistici)

◦ David > Davide

Minos > Minosse

Hector > Ettore

con le parole tronche (o ossitone) (accentate sull’ultima sillaba), si tende ad aggiungere

◦ alla vocale accentata finale, un’altra vocale (tipicamente e oppure o) o una sillaba

(tipicamente -ne)

piùe =più

EPENTESI

• Consiste nell’aggiunta di un corpo fonico all’interno di una parola

Epentesi consonantica interruzione di una sequenza di due vocali

◦ →

Epentesi vocalica interruzione di una sequenza di due consonanti, in particolare si

◦ utilizza la i all’interno del nesso SM, considerato difficile da pronunciare.

*vedi es. pag 100-101*

AFERESI

• Consiste nella caduta di un corpo fonico all’inizio di una parola.

Questo > sto

Questa > sta

Questi > sti UNIVERBAZIONE: fenomeno per

es. (que)sta mattina > sta mattina > stamattina cui due parole in sequenza si

(que)sta sera > sta sera > stasera uniscono, tipico del parlato che si

è riversato sullo scritto

Questo fenomeno ha contribuito alla formazione

di diverse parole dell’italiano. *es. pag 102*

DISCREZIONE DELL’ARTICOLO

• Separazione dell’articolo dalla parola

*vedi es. pag 102-103*

CONCREZIONE DELL’ARTICOLO

• Dato che l’articolo e il nome formano un tutt’uno nel parlato, talvolta l’articolo è diventato

parte del nome:

lastrico < l’astrico < ASTRĂCU(M) (base latina)

SINCOPE

• Caduta del corpo fonico all’interno della parola.

Cadono solo le vocali o sillabe più deboli.

Non cade mai una sillaba accentata.

Sincope della vocale postonica

◦ Ĭ

CAL( )DŬ(M) > caldu > caldo

Ĭ

DŎM( )NA(M) > domna > donna

Ĭ

FRĬG( )DŬ(M) > frigdu > fregdo > freddo

Sincope della vocale intertonica

◦ Ĕ ĔLLŬ(M)

CĔR( )B > cerebello > cerbello > cervello

*es. pag 105*

APOCOPE

• Caduta del corpo fonico finale.

Apocope sillabica apocope per apologia (parole terminanti in -tà e -tù)

Apocope vocalica è obbligatoria in tre casi:

infiniti seguiti da un pronome atono (vedere + lo)

in sostantivi usati come titoli di rispetto o professione,seguiti da nome

con l’aggettivo buono.

Vedi pag 107

RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO (pag 32 quad)

• Fenomeno tipico della fonetica sintattica: non interessa la singola parola ma l’ambito della

frase.

È un’assimilazione regressiva all’interno della frase.

Nella realizzazione della catena parlata, parole grammaticalmente separate possono essere

pronunciate unite una parola terminante per consonante e una successiva iniziante per

consonante pronuncia intensa.

Quando?

Dopo i monosillabi forti (dotati di accento)

◦ Dopo le parole tronche

◦ dopo quattro polisillabi piani

LE LINGUE D’ITALIA NEL MEDIOEVO: UNA VISIONE D’INSIEME

MILANESE ANTICO dialetti Gallo-Italici

SCEMPIAMENTO DELLE CONSONANTI DOPPIE IN POSIZIONE INTERVOCALICA

• Passaggio da una consonante intensa ad una scempia

CATTA(M) > gata

MAMMA(M) > mama

SONORIZZAZIONE GENERALIZZATA DELLE CONSONANTI SORDE INTERVOCALICHE

• che successivamente possono spirantizzarsi (trasformarsi da occlusive in costrittive (o

spiranti)) e poi anche cadere.

AMITA (zia) > àmeda (milanese con sonorizzazione t >d intervocalica) > àmia (veneto dove

la sonora prima si è indebolita spirantizzandosi, poi è caduta).

PASSAGGIO DALLE AFFRICATE PALATALI ALLE AFFRICATE ALVEOLARI

• [tʃ] e [dʒ] > [ts] e [dz] (tranne nel Lombardo)

Successivamente l’affricata dentale può perdere la sua occlusiva > s e z semplici sibilanti

sonora e sorda.

CIMICE(M) (cimice in italiano) > zemza in bolognese ([tʃ] > [ts]) e sìmeze in veneto ([ts] &g

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SerePo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cacia Daniela.