Estratto del documento

➢REAGISCE

REAZIONI INAPPROPRIATE: IPERSENSIBILITA’, ALLERGIE,

➢MEDIA

MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE.

Quando parliamo di immunità adattativa parliamo sempre di ANTIGENE: molecola

derivata da un patogeno che stimola il sistema immunitario perché viene riconosciuta

dal TCR/ BCR. Ma non è sempre così perché nelle malattie autoimmuni, nei tumori

l’antigene che attiva il sistema immunitario non è di origine microbica. Quindi

possiamo dire che l’antigene è una molecola che attiva il sistema immunitario

(l’adattativo in particolare) e può essere di origine microbica, ambientale o

cellulare perché gli antigeni associati al tumore ricordo essere antigeni self. Quindi

possiamo dire che il sistema immunitario è anche causa di malattia e su questo poi ci

ritorneremo.

Vediamo qui la classica curva di una risposta immunitaria: si parte dalla presenza di

un antigene che stimola l’immunità innata che a sua volta allerta e stimola l’immunità

adattativa. Vediamo le fasi: abbiamo una prima fase di riconoscimento seguita da

un’espansione clonale cioè solo quelle cellule T/B in grado di riconoscere l ‘antigene

che gli viene presentato da una cellula accessoria, poi queste differenziano e

diventano poi cellule effettrici (linfocita B produce anticorpi e adatta la classe di

anticorpi al patogeno; linfociti T che si differenziano in helper o citotossici che

acquisiscono i granuli a differenza delle NK che presentano già questi granuli

preformati). Man mano che l’antigene viene eliminato, viene a mancare lo stimolo

che ha attivato tutto il sistema immunitario quindi le cellule muoiono per apoptosi e

vengono prodotte citochine come IL-10 che spengono il sistema immunitario e

sopravvivono solamente le cellule della memoria.

Tutte queste cellule sono generate nel midollo osseo e hanno un’emivita più o meno

lunga (argomento che verrà poi approfondito).

PERCENTUALE DI LEUCOCITI NEL SANGUE

Leucociti 100% 4.5-11x106/ml

Neutrofili 40-74% 1.9-8x106/ml

Linfociti19-48% 0.9 5.2x106/ml

Monociti 3.4-9.0% 0.16-1x106/ml

Eosinofili 0.0-7.0% 0.0 -0.8x106/ml

Basofili 0.0-1.5% 0.0-0.2x106/ml

LINFOCITI T

CD3+ 58-88%

CD4+ 30-62%

CD8+ 17-42%

LINFOCITI B 2-19 %

CELLULE NK 2-28%

Cluster di Differenziamento (CD): i marcatori fenotipici

•Le diverse popolazioni linfocitarie si identificano grazie a dei marcatori di superficie

(CD1, CD2, CD3,…CD363).

•Sono proteine funzionalmente attive, specifiche della cellula che le esprime.

•Le molecole CD vengono individuate e misurate con specifici anticorpi monoclonali.

•Uno degli strumenti utilizzati per contarle, identificarle, caratterizzarle, ecc., è il

FACS (o citofluorimetro).

1)Risposta immunitaria innata o naturale, precoce (0-5 gg), sempre presente, che

interviene subito (pochi sec.) e riconosce molecole comuni e diffuse tra

microrganismi diversi. Protezione iniziale, prima linea di difesa per il

controllo/limitazione dell’infezione.

2)Risposta immunitaria acquisita o adattativa, che si attiva più lentamente e

tardivamente (giorni, settimane), e si adatta al patogeno e lo elimina. E’però capace

di distinguere in maniera estremamente specifica le diverse molecole estranee, è di

lunga durata ed è in grado di rispondere ad esse in modo sempre più potente dopo

contatti ripetuti (memoria immunologica).

Immunità innata

: è sempre presente, ci nasciamo con questa immunità. I recettori

dell’immunità innata sono espressi così come sono dalla linea germinale. È molto

veloce, interviene subito quindi garantisce una prima linea di difesa, limitando

l’infezione. Si può assumere che quest’immunità sia aspecifica anche se non è poi

così corretto (sicuramente non è specifica come l’immunità adattativa). Rivediamo

qui tutte le componenti dell’immunità innata:

fisiche e chimiche

➢Barriere fagociti, granulociti, DC, NK, ILC

➢Cellule: solubili: citochine, chemochine, complemento, mediatori

➢Molecole

dell’infiammazione

Barriere epiteliali sono il primo fronte di difesa poiché l’epitelio presenta cellule

attaccate tramite giunzioni strette ma le cellule sono molto attive e producono una

serie di peptidi antimicrobici e fattori solubili che servono a contenere l’infezione. Vi

sono anche dei linfociti intraepiteliali che servono a limitare il patogeno.

LE BARRIERE EPITELIALI sono Il primo fronte delle difese immunitarie!

di rivestimento: barriera fisica che ostacola l’entrata dei patogeni.

➢Epiteli interni (mucose): secernono il muco, un fluido viscoso che ostacola la

➢Epiteli

colonizzazione dei patogeni extracellulari e facilita la loro espulsione, grazie al

movimento delle ciglia epiteliali.

chimiche antimicrobiche: prodotte dalle cellule epiteliali e inibiscono la

➢Sostanze

crescita dei batteri (lisozima e fosfolipasi A nella saliva e lacrime; enzimi acidi ed

idrolitici nello stomaco; peptidi antibatterici e fungini nel tratto intestinale;

beta-defensine nei tratti respiratorio e urogenitale).

peptidi antimicrobici come le defensine funzionano da veri e propri antibiotici

➢I

naturali, distruggendo le membrane dei batteri, funghi e virus attraverso la

formazione di canali ionici.

la maggior parte delle superfici epiteliali è associata ad una normale flora

➢Inoltre

batterica che compete con i patogeni per il nutrimento e per i siti di attacco sulle

cellule epiteliali.

Vediamo ora i FAGOCITI: neutrofili, monociti e macrofagi (I neutrofili sono i

leucociti più abbondanti, i monociti hanno una dimensione piccola e sono i precursori

dei macrofagi e questi ultimi essendo più grandi sono considerati i veri fagociti

poiché la loro capacità di fagocitare è potenziata). Hanno la funzione di inglobare il

patogeno e di neutralizzarlo tramite pseudopodi. Di macrofagi ne abbiamo diversi

tipi: quelli che si formano durante lo sviluppo embrionale e prendono diversi nomi a

seconda del tessuto che colonizzano come ad esempio i macrofagi sinusoidali nella

milza.

Poi vi sono i macrofagi nell’adulto che si generano continuamente e vengono

richiamati dal tessuto che subisce un danno. I più famosi sono gli M1e gli M2: M1

sono macrofagi pro-infiammatori e sono anti-tumorali, nel caso del tumore vi sono

invece gli M2 poiché sono immunosoppressori e stimolano angiogenesi.

I macrofagi non hanno solo questa funzione di fagocitare patogeni ma in realtà questo

primo evento ne attiva un altro che è la trascrizione infatti i macrofagi sono grandi

produttori di citochine infiammatorie. Quindi diciamo che la trascrizione serve a

istruire l’immunità adattativa (anche sulla fagocitosi ci ritorniamo: parleremo di ciò

che avviene all’interno del fagolisosoma come lo scoppio ossidativo).

La fagocitosi può essere ossigeno dipendente /indipendente: può dipendere dalla

presenza di radicali liberi o non dipendere da essi ma da enzimi e citochine.

Mediatori dell’attività antimicrobica e citotossica di macrofagi e neutrofili:

Uccisione ossigeno-dipendente:

Intermedi reattivi dell’ossigeno

Anione superossido

Radicale ossidrilico

Perossido di idrogeno

Anione ipoclorito

Intermedi reattivi dell’azoto

Ossido nitrico

Biossido di azoto

Acido nitroso

Monocloramina

Uccisione ossigeno-indipendente:

Defensine

Fattore di necrosi tumorale 

(TNF- solo macrofagi)

,

Lisozima

Enzimi idrolitici

Proteine cationiche

Lattoferrina

pH acido

I macrofagi hanno diversi tipi di recettori membrana e la loro attivazione scatena

un’intensa cascata di segnali che culmina nella produzione di citochine pro

infiammatorie, di chemochine, attivando un vero e proprio sistema di difesa.

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Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher al3ser di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cerretti Pierfilippo.
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