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Uno dei fenomeni maggiormente sviluppato in Italia è quello delle opere incompiute. Si
tratta di un’epidemia che ha investito l’intera penisola dal momento in cui, come
afferma Bernardino Romano, professore dell’Università dell’Aquila: <<ha trionfato la
logica del fare (…) politici ed imprenditori hanno raccolto finanziamenti ovunque, a
livello europeo e nazionale, costruendo nel loro interesse e non in quello della
collettività. Risultato: la spaventosa debolezza dei progetti che franano al primo
intoppo: un cambio di giunta, la crisi di un’impresa appaltatrice, il banale prolungarsi
dei lavori…>>
Questo fenomeno viene affrontato dal 1997 in modo sistematico nell'annuale
"Rapporto Ecomafia". E proprio in uno di questi, quello del 2005, si afferma che
“l’abusivismo edilizio continua a crescere e che la ciclicità dell’effetto condono lo ha
gonfiato negli anni”. Le cifre del Cresme (Centro ricerche economico – sociali di
mercato per l’edilizia e il territorio) parlano chiaro: nel 2004 ci sono state 32 mila
nuove case abusive, 3 mila in più rispetto al 2003, e per il 2005 si prevedeva un
ulteriore aumento. Naturalmente c’ è abusivismo e abusivismo: quello vero e proprio
di edifici realizzati in totale assenza di concessione edilizia, spesso dalla criminalità
mafiosa, in genere su aree dove gli strumenti urbanistici non ne consentirebbero il
rilascio.
Indagine anche da parte di tecnici e professionisti del settore. “Architettura fantasma,
assente, mai nata”
Lista ecomostri provincia di Catanzaro:
- Falerna Scalo (trenino e palafitta)
- Stalettì (71 immobili)
- Nocera Terinese (capannone, abbattuto)
Lista ecomostri regione Calabria:
- 245 immobili, Isola Capo Rizzuto (KR)
- Villaggio balneare Orchidea, Grisolia (CS)
- Costa degli Dei, Capo Vaticano (VV)
- Edificio, Stignano (RC)
- Cave dimesse, Cessaniti (VV)
- Tronco di molo, Bova Marina (RC)
- Villette abusive, Stilo (RC)
- Scogliera artificiale, Pizzo (VV)
- Scoglio di Ulisse, Scilla (RC)
- Fosso Lumia (VV)
Cosa sono gli ecomostri?
Con “ecomostro” si intende una struttura artificiale, spesso imponente, in netto
contrasto con l’ambiente naturale circostante, che viene in questo modo
deturpato. Si potrebbe parlare di inquinamento visivo del paesaggio. Si tratta in
genere di grossi edifici vicino al mare, oppure in riserve naturali o sulle
montagne, che intaccano la bellezza naturale del luogo.
Chi ha inventato questa parola?
La parola “ecomostro” è stata inventata da Legambiente, sul finire del secolo
scorso. L’associazione ambientalista utilizzava quel termine per sottolineare
l’impatto visivo di grossi edifici, spesso troppo vicino al mare. Le enormi colate
di cemento erano considerate i mostri che minacciavano la bellezza ecologica di
un luogo: da qui il termine “eco-mostro”.
Il termine ecomostro è una parola ufficiale?
Dopo essere stato inventato da Legambiente, il termine è stato ampiamente
utilizzato, soprattutto in ambito giornalistico. Ma anche gli abitanti di una zona
in cui è presente un edificio che stona e deturpa il paesaggio utilizzano spesso
questa parola. Il Ministero dell’Ambiente nel 2001 utilizzò questo termine in un
disegno di legge, facendo anche la lista degli “ecomostri da abbattere”. Oggi il
termine, dopo essere diventato diffuso, è presente in diversi dizionari.
Du scheletri di cemento del complesso "Residence Bravetta"
ROMA – RESIDENCE BRAVETTA
Quando sono stati edificati?
I primi e più celebri ecomostri sono stati edificati nel secondo dopoguerra, in un
periodo di ripresa economica in cui i permessi edilizi venivano concessi con
molta leggerezza. La parola d’ordine, dopo la distruzione della guerra, era
“ricostruire”. Ma da allora non si è più smesso: anche oggi quando si costruisce
un imponente edificio vicino a bellezze naturali, viene definito un ecomostro.
Dove sono gli ecomostri?
In tutta Italia, da nord a sud, ci sono ecomostri. I principali si trovano vicino al
mare: grandi alberghi, residence o serie di ville che riempiono le coste di
cemento. Ma si possono trovare costruzioni impattanti, come fabbriche o
cementifici, anche in diversi spazi naturali, vicino a corsi d’acqua e addirittura
all’interno di riserve naturali protette. Ci sono poi numerosi edifici sulle
montagne, spesso molto grandi e squadrati, destinati a ospitare gli sciatori.
Quanti sono gli ecomostri?
Non esiste un elenco ufficiale ed è impossibile fare una stima. Gli ecomostri
sono sparsi in tutta Italia, molti dei quali sono considerati tali in ambito locale
ma non emergono su scala nazionale. Oltretutto l’impatto estetico è
un’attribuzione soggettiva, una questione anche di gusti e abitudini locali. A
Cesenatico, ad esempio, vicino al mare c’è un grattacielo alto più di cento metri,
che viene considerato un ecomostro dai turisti, ma non dagli abitanti locali.
Quali sono le cause?
Permessi facili – Negli anni ’50 e ’60 la spinta alla ricostruzione post bellica
favoriva la concessione di permessi a edificare, senza concentrarsi molto
sull’impatto estetico.
Abusivismo edilizio – L’abusivismo edilizio, favorito da successivi condoni, ha
comportato la costruzione di numerose ville a ridosso del mare.
Lavori interrotti – Un’altra causa molto diffusa consiste nel cominciare la
costruzione di un edificio, senza poi portarlo a termine, lasciando in piedi
scheletri di cemento armato.
Abbandono – Ci sono poi strutture non più utilizzate, che diventano dei ruderi: è
il caso, ad esempio, delle basi militari diventate inutili dopo la guerra fredda,
oppure interi comprensori sciistici abbandonati, soprattutto negli Appennini, a
causa del cambiamento climatico.
Residence di Marsia di Tagliacozzo abbandonato e degradato
MARSIA DI TAGLIACOZZO (AQ)
Quali sono le conseguenze?