Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IL RIZODERMA
Ricopre le parti giovani della radice. Nella zona apicale della radice sono collocati i tessuti meriste-
matici che producono cellule per divisione, le quali vanno incontro a distensione e di erenziamento
e vengono raggruppate nella zona pilifera assorbente.
In questa zona ci sono delle cellule che presentano delle estroflessioni, i peli radicali, con lo scopo
di massimizzare la superficie di assorbimento.
Funzioni:
Facilita l’assorbimento di acqua a e sali minerali (le cellule non hanno parete cutinizzata).
Ricopre funzioni difensive.
Le cellule che compongono il rizoderma sono appiattite e a mutuo contatto, presentano pareti sot-
tili, permeabili (a ini, formate da lamella mediana e uno strato sottile di membrana) all’acqua e ai
sali minerali (la parete presenta mucillagini che lasciano permeare meglio l’acqua); sono assenti gli
stomi e distinguiamo due tipologie di cellule:
1. Atricoblasti: cellule senza peli.
2. Tricoblasti: cellule con peli. Si sviluppano a partire da una cellula che si divide in modo asimmetrico;
la cellula più piccola inizia ad emettere un’evaginazione, dal Golgi e dal RE si generano vescicole che
si fondono alla membrana generando il pelo.
L’ESODERMA
Tessuto primario esterno che deriva dalla modificazione secondaria della
parete delle cellule del rizoderma.
Quando la radice si accresce, il rizoderma cade e il tessuto parenchimatico
modifica la parete delle due cellule apportando suberina, creando un tes-
suto protettivo che limita gli scambi con l’esterno.
È composto da cellule vive, può essere mono o pluristratificato.
Manca nelle pteridofite ma è presente nelle gimnosperme ed angiosperme
(non è presente nelle piante che presentano la crescita in spessore).
TESSUTI PRIMARI INTERNI
L’ENDODERMA
Ricopre la parte interna della radice (stele o cilindro centrale) si-
tuato sotto la corteccia.
Dall’esterno verso l’interno della radice troviamo il rizoderma, la
corteccia e il cilindro centrale rivestito da endoderma.
È associato ad organi con funzione assorbente. Lo troviamo nelle
radici o in alcuni fusti sotterranei di piante acquatiche.
Ha una funzione protettiva, controlla che le sostanze tossiche non
giungano ai tessuti di conduzione interni allo stele.
Le sostanze possono permeare all’interno della pianta per via apoplastica o simplastica.
Le sostanze che giungono in prossimità del cilindro centrale passano dalla via apoplastica a quella sim-
plastica.
Il tessuto è monostratificato, formato da cellule vive a mutuo contatto che presentano una modifica-
zione a livello della parete con deposizione di una banda di suberina chiamata banda del caspary (for-
mata da sostanze idrofobe, si trova nel rizoderma, dove sono presenti i peli).
TESSUTI TEGUMENTALI SECONDARI
IL SUGHERO (presente solo nelle piante con crescita secondaria)
Riveste la porzione più vecchia del fusto e della radice.
Si origina dal cambio subero fellodermico (sostituisce l’epidermide che si
lacera in seguito alla crescita in spessore).
Si originano cellule che andranno incontro a distensione e di erenziamento
per formare il sughero, formando all’interno un tessuto chiamato fello-
derma. È un tessuto pluristratificato in cui le cellule hanno una parete
suberificata che non permette gli scambi.
Sughero, fellogeno e felloderma vengono detti periderma.
Le lenticelle sono aperture che permettono gli scambi gassosi tra l’ambiente esterno e i tessuti interni
del fusto (viene aperta e chiusa secondo la stagione, in inverno è chiusa).
TESSUTI PARENCHIMITICI
Tessuti primari, derivano dal meristema fondamentale.
Costituiscono la massa del corpo della pianta, sono localizzati al di sotto
dei tessuti tegumentali di rivestimento e circondano tutti gli altri tessuti
(meccanici e conduttori).
Il tessuto è flessibile e facilmente di erenziabile (da cui si formano i meri-
stemi secondari.
Funzioni metaboliche e meccaniche (turgore cellulare).
Distinguiamo diversi tipi di tessuti in base alla funzione:
1. : funzione fotosintetica, le cellule presentano i clo-
PARENCHIMA CLOROFILLIANO O CLORENCHIMA
roplasti; è posizionato sotto l’epidermide ed è composto da cellule che hanno ampi spazi intercellulari
per facilitare scambi gassosi.
In alcune piante (poste in parallelo rispetto al terreno) ci sono i parenchima a palizzata ai quali arriva
la luce, o il parenchima lacunoso poiché presenta spazi dove ci sono sostanze gassose.
2. : localizzato nelle radici e nei fusti; ha una funzione di riserva (la riserva è
PARENCHIMA DI RISERVA
costituita da amido, accumulato negli amiloplasti; nei semi le cellule del tessuto parenchimatico presen-
tano dei vacuoli contenenti degli intrusi chiamati granuli di aleurone = vescicole che racchiudono ri-
serve proteiche nelle cellule vegetali).
3. : presente nelle piante grasse che vivono in ambienti aridi; le cellule presen-
PARENCHIMA ACQUIFERO
tano vacuoli grandi che trattengono acqua e mucillagini.
4. : presente nelle piante acquatiche o sommerse (ninfea), è composto da cel-
PARENCHIMA AERIFERO
lule con ampi spazi intercellulari in cui accumulare gas (O2).
Garantiscono il galleggiamento e ricoprono rare volte la funzione fotosintetica.
5. : tessuto con funzione di trasporto di molecole in senso orizzontale.
PARENCHIMA CONDUTTORE
TESSUTI MECCANICI
Tessuti adulti che conferiscono sostegno agli organi delle piante.
Sistema meccanico generale di sostegno: dato dall’insieme del tur-
gore cellulare e dalle pareti delle cellule. Rappresenta l’unico si-
stema di sostegno in organi giovani e in piccole piante.
Tessuti meccanici specializzati costituiti di cellule con pareti ispes-
site, distinguiamo: : costituito da cellule vive con parete ispessita in
COLENCHIMA
modo non uniforme con sostanze di natura celluloso-pectica e
solo a carico della parete primaria. Conferisce elasticità.
Localizzati negli organi giovani, distinguiamo tre tipologie di collen-
chima a seconda della posizione dove sono presenti gli ispessimenti della parete:
1. Angolare: ispessimenti negli angoli della cellula, nelle zone di confluenza delle cellule.
2. Laminare: ispessimenti sulle pareti tangenziali ma non radiali (laterali) => sostegno al fusto.
3. Lacunato: oltre agli ispessimenti, il tessuto presenta spazi intercellulari.
: costituito da cellule morte che presentano una parete ispessita e lignificazione,
SCLERENCHIMA
conferiscono rigidità meccanica e protezione; può essere costituito da due tipologie cellulari:
1. Sclereidi: cellule con parete secondaria lignificata. Servono per mantenere intatta la polpa
del frutto, o possono essere ramificate/stellate, le possiamo trovare nella foglia del tè.
2. Fibre: cellula allungata, presenta la parete secondaria lignificata; costituiscono il fusto e
sono associate ai tessuti conduttori. Sono raggruppati in gruppi di fibre. La percentuale di ligni-
ficazione e la lunghezza delle fibre varia.
TESSUTI CONDUTTORI
Presentano un origine primaria (dal procambio) e un origine secondaria (dal cambio cribro va-
scolare, solo nelle piante che hanno crescita secondaria).
Distinguiamo due tipi di tessuti conduttori:
1. Tessuto vascolare: trasporta la linfa grezza dalle radici alle parti aeree della pianta.
2. Tessuto cribroso: trasporta la linfa elaborata (contenente saccarosio) dai siti di produzione
(foglie o fusti verdi) ai siti di consumo.
TESSUTO VASCOLARE
Permette il trasporto delle sostanze zuccherine dalle foglie alle altre parti della pianta (floema) e
dell'acqua e soluti dalle radici alle foglie (xilema).
Costituito da vasi, elementi di conduzione. Ogni vaso è costituito da articoli del vaso, cellule morte
impilate l’una sopra l’altra per formare un tubo di conduzione.
Presentano una parete trasversale obliqua per aumentare la superficie di contatto tra le cellule, e una
parete longitudinale ispessita e lignificata.
Il flusso di linfa grezza dalle radici alle parti aeree della pianta avviene grazie alla perdita d’acqua sulle
foglie. Quando gli stomi sono aperti si verifica una perdita d’acqua sotto forma di vapore; all’interno
del vaso si crea una tensione negativa (depressione che porta l’acqua dalle radici alle foglie) sopperita
grazie alla resistenza della parete longitudinale (rigide, poiché deve scorrere l’acqua).
In base alla dimensione distinguiamo due tipologie di vasi:
Tracheidi: diametro piccolo in cui gli articoli mantengono la parete trasversale; alle volte è
obliqua per massimizzare la superficie di contatto. Funzione meccanica e di trasporto.
Trachee: diametro spesso; presentano poche o nessuna parete trasversale tra gli articoli
del vaso che garantiscono un trasporto rapido ed e iciente.
Durante l’ontogenesi o la formazione delle piante, vengono prima sviluppate le tracheidi e in
seguito, le trachee, elementi funzionali nelle piante che vivono in ambienti pieni di acqua (piante
più evolute).
TESSUTO CRIBOROSO
È formato da due tipi cellulari:
- cellule vive con parete primaria sottile formata da cellulosa e pectina.
Elementi cribrosi:
Presentano sulle pareti trasversali dei pori, i cribri. Sono cellule che non presentano nucleo, il citopla-
sma è ridotto e addossato alle pareti. Distinguiamo due elementi:
Cellule cribrose: presentano piccoli cribri su tutta la superficie cellulare (pareti trasversali e longitu-
dinali) e le pareti trasversali sono poste in obliquo per aumentare la superficie di contatto.
Aree cribrose: zone dove sono riuniti i diversi cribri.
Tubi cribrosi: hanno una parete longitudinale dove sono presenti aree cribrose e una parete tra-
sversale costituita da aree cribrose formate da pori più grandi contornati da callosio (sostanza che
chiude i pori e interrompe il trasporto - utile perchè la pianta controlla quali fiori e rami far crescere).
Il trasporto è più e iciente in quanto i cribri sono più grandi.
- metabolicamente attive, hanno la funzione di fornire energia agli elementi cribrosi.
Cellule compagne:
La presenza di queste cellule va messa in relazione anche al tipo di trasporto: il trasporto di linfa elabo-
rata contenente zuccheri è un trasporto attivo (richiede energia).
Trasporto
A livello dei siti fotosintetici, dove viene prodotto lo zucchero, sono presenti delle pompe sulla membrana pla-
smatica che sono in grado di legare e trasportare all’interno del tubo cribroso, utilizzando ATP, il saccarosio.
Nei siti di deposizione, ci sono altre pompe che hanno il compito di trasportare gli zuccheri all’interno del
tubo cribroso. Il flusso degli zuccheri si muoverà dall’alto verso il basso secondo gradiente di concentrazione.
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.