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Esistono 5 classi di indirizzi A, B, C, D, E. Le prime 3 sono usate per indirizzare host in rete; la
D per gli indirizzi Multicast e l’ultima è riservata.
Per individuare l’appartenenza di un indirizzo ad una data classe, si osserva il primo byte
dell’indirizzo.
La classe individua in modo univoco i bit di rete e i bit di host, per cui in questo caso si può
omettere l’indicazione della maschera.
Classe A
0XXXXXXX
Corrisponde ad un indirizzo CIDR con maschera /8.
I primi 8 bit individuano la rete; gli altri 24 gli host.
Il primo byte può assumere valori da 0 a 127 (es. 10.0.0.0)
128 reti di classe A; 2 -‐2 host indirizzabili per rete
24
La rete 0.0.0.0 e la rete 127.0.0.0 sono riservate per usi ben precisi: la prima quando un host
no conosce la propria rete e il proprio indirizzo (es. richiesta DHCP); la seconda per gli
indirizzi di loopback
Dunque le reti possibili per indirizzare host vanno dalla 1.0.0.0 alla 126.0.0.0
Classe B
10XXXXXX
Corrisponde ad un indirizzo CIDR con maschera /16.
I primi 16 bit individuano la rete; gli altri 16 gli host.
Il primo byte può assumere valori da 128 a 191 (es. 172.16.0.0).
2 reti di classe B; 2 -‐2=65534 host indirizzabili per rete
14 16
Classe C
110XXXXX
Corrisponde ad un indirizzo CIDR con maschera /24.
I primi 24 bit individuano la rete; gli altri 8 gli host.
Il primo byte può assumere valori da 192 a 223 (es. 192.168.10.0).
2 reti di classe C; 2 -‐2=254 host indirizzabili per rete
21 8
Classe D
1110XXXX
Il primo byte può assumere valori da 224 a 239.
Indirizzi usati per il multicast.
Classe E
1111XXXX
Il primo byte può assumere valori da 240 a 255.
Indirizzi non utilizzati.
Gli indirizzamenti classless e classful sono equivalenti; possono essere interpretati come modi
alternativi di rappresentare le stesse cose.
-‐ Un indirizzo classful è un indirizzo classless con maschera ben definita: classe A -‐>
maschera /8, classe B -‐> maschera /16, classe C -‐> maschera /24
-‐ Un indirizzo classless può essere visto come l’unione di più indirizzi classful con in
comune gli stessi bit più significativi.
Si noti, dunque, che data questa equivalenza, di fatto anche gli indirizzi classless utilizzano per
indirizzare singoli host i soli indirizzi IP riconducibili in qualche modo a indirizzi delle prime tre
classi A, B e C.
Es. 8
Si consideri l’indirizzo classless 192.168.12.0/23
Non può essere interpretato come indirizzo classful perché ha maschera /23 e non /24; il
primo byte farebbe pensare in qualche modo ad una classe C (se la maschera fosse
effettivamente /24).
Se si considerano i bit della rete e, in particolare, quelli del 3 byte si ha:
12 -‐> 0000110|0; i primi 7 bit sono relativi alla rete, l’ultimo agli host.
È facile notare che gli indirizzi di classe C: 192.168.12.0 e 192.168.13.0 hanno in comune con
l’indirizzo classless considerato i primi 23 bit, infatti
12 -‐> 0000110|0;
13 -‐> 0000110|1
Pertanto, l’indirizzo classless 192.168.12.0/23 può essere interpretato come l’unione dei due
indirizzi classful 192.168.12.0/24 e 192.168.13.0/24.
Di fatto, 1 solo bit in più nella parte di host per l’indirizzo classless (rispetto a quello classful)
si traduce in 2 =2 reti classful equivalenti.
1
Es. 9
Indirizzo classless 172.16.0.0./14
Stavolta guardiamo il secondo byte
16 -‐> 000100|00
Per avere degli indirizzi classful equivalenti dovrei considerare quelli col primo byte identico
(172) e dunque di classe B.
Ma la classe B equivale a /16, per cui dovrei considerare tutte le reti di classe B che hanno in
comune con l’indirizzo dato i primi 14 bit
10101100.000100|XX
cioè
172.16.0.0
172.17.0.0
172.18.0.0
172.19.0.0
Stavolta l’indirizzo classles corrisponde a 4 indirizzi classful, infatti erano usati 2 bit in più
della parte di host nell’indirizzo classless, il che si traduce in 2 =4 reti classful equivalenti.
2
Divisioni in sottoreti
In molti casi può essere necessario dividere una rete data in più sottoreti che, di fatto,
corrispondono a tante reti IP, la cui struttura è nota solo all’organizzazione interna.
All’esterno la rete è visibile sempre come rete unica, individuata dall’indirizzo di partenza.
Per far questo, si modifica internamente la maschera di rete, prendendo dei bit dalla parte di
host dell’indirizzo di partenza e assegnandoli alla parte di rete (che di fatto sarà costituita
dalla parte di rete originaria più quella