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In presenza di un comportamento colposo del professionista, la responsabilità professionale si
può affermare solo se:
Il cliente fornisce la prova che avrebbe ottenuto il risultato desiderato nel caso in
cui non vi fosse stato l’inadempimento del professionista
Nello svolgimento della propria attività il commercialista si espone:
Alla responsabilità verso il cliente per la prestazione eseguita e alla commissione
di violazioni tributarie e penali
I giudici di legittimità ritengono che per determinare la violazione da parte del professionista sia
necessaria:
La volontà o comunque la consapevolezza del professionista
In presenza di violazioni penali tributarie commesse dai clienti, il professionista potrà essere
chiamato a rispondere quando:
Con un proprio comportamento cosciente e volontario, abbia intenzionalmente
dato un contributo causale, materiale o morale, alla realizzazione del reato
commesso dal cliente
Il commercialista, nello svolgimento delle sue funzioni, può incorrere in una responsabilità:
Esclusiva o in concorso
Il commercialista, nello svolgimento delle sue funzioni, si espone a responsabilità verso:
Il cliente per la prestazione eseguita, la commissione di violazioni tributarie e
penali in genere in concorso con il cliente stesso
Il mancato rispetto della scadenza fiscale è certamente un presupposto sufficiente per instaurare
un procedimento civile a carico del professionista per inadempimento cme prevede il codice civile
all'articolo: 2236
Il consulente fiscale ai sensi dell’art. 9, D.Lgs. n. 472/1997, potrebbe essere punito solo:
In ipotesi di concorso nella violazione, qualora avesse agito con dolo o colpa
grave, di concerto con il soggetto passivo, al fine di violare le norme tributarie
I sindaci in una società rispondono solidalmente con gli amministratori della società per i fatti o le
omissioni degli amministratori stessi:
Qualora il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato conformemente
agli obblighi derivanti dalla loro carica
L’art. 2407 c.c prevede che: lOMoARcPSD|28048726
Ai sindaci è richiesto di adempiere ai loro doveri di controllo e vigilanza
sull’operato della società, facendo uso della professionalità e della diligenza
richieste dalla natura dell’incarico
Secondo la giurisprudenza quella del revisore legale nei confronti della società revisionata è una
responsabilità:
Per inadempimento contrattuale, e si applicano le norme che regolano la
responsabilità professionale in esecuzione di un contratto d’opera
I revisori legali e le società di revisione legale rispondono:
In solido tra loro e anche in solido con gli amministratori nei confronti della
società che ha conferito l’incarico, dei suoi soci e dei terzi, per i danni derivanti
dall’inadempimento dei loro doveri (art. 15, 1° comma del D.lgs. 27 gennaio 2010,
n. 39).
Il curatore deve adempiere ai doveri del proprio ufficio imposti dalla legge o conseguenti al piano
di liquidazione approvato; qualora non si attenga a tale disposizione, risponde:
In proprio dei danni causati dalla sua gestione
Il curatore ha l’obbligo di:
Presentare la dichiarazione dei redditi relativi al periodo di imposta anteriore alla
data del fallimento e la dichiarazione relativa al risultato finale della liquidazione
L’Amministratore giudiziario è nominato dal : :
Giudice delegato della procedura tra tra gli iscritti all’Albo nazionale degli
amministratori giudiziari e riveste la carica di Pubblico ufficiale
L'Amministratore giudiziario, nell'esercizio delle sue funzione provvede: :
Alla custodia, alla conservazione e all’amministrazione dei beni sequestrati nel
corso dell’intero procedimento, anche al fine di incrementare la redditività dei beni
medesimi
L'amministratore Giudiziario, entro trenta giorni dalla nomina, presenta una relazione
particolareggiata dei beni sequestrati in base :
All'ex art. 36 del d.lgs. 159/2011
Il comma 5 dell’art. 37 del d.lgs. 159/2011, prevede che: :
L’amministratore giudiziario tiene contabilità separata in relazione ai vari soggetti
o enti proposti
L'amministratore giudiziario, nel caso in cui cessi dal suo incarico, all’esito della procedura e
comunque dopo la confisca di primo grado, deve presentare al giudice delegato:
lOMoARcPSD|28048726
Il conto della gestione esponendo in modo completo e analitico le modalità e i
risultati della gestione e , tra l’altro, l’indicazione delle somme pagate e riscosse,
la descrizione analitica dei cespiti e il saldo finale
Durante l'amministrazione giudiziaria gli atti di straordinaria amministrazione e quelli comunque
idonei a diminuire sensibilmente il valore economico del bene confiscato possono essere
eseguiti : :
Dall'Amministratore giudiziario previa autorizzazione del giudice delegato
Per l'Amministratore Giudiziario, vi è violazione dell’obbligo di diligenza e responsabilità
personale, con le conseguenze civili e penali di legge quando:
Operi senza l’autorizzazione prescritta dal GD ovvero ottenga l’autorizzazione
prospettando una falsa rappresentazione della realtà
In base a quanto stabilito dall’art. 5, D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137 vi è l’obbligo: :
Di stipulare un’adeguata polizza di assicurazione per i danni derivanti
dall’esercizio dell’attività professionale per coloro che esercitano una professione
regolamentata
Il contratto di assicurazione professionale copre:
Le responsabilità in caso di inadempienza, negligenza, imprudenza o imperizia
ascrivibile al professionista
Nel contratto di assicurazione della responsabilità civile del professionista, la copertura
assicurativa, è garantita: :
In tutti i casi in cui la domanda di risarcimento dei danni sia proposta contro
l’assicurato nel periodo di validità/efficacia della polizza, pur se il comportamento
illecito da cui deriva la responsabilità si sia verificato prima della stipulazione del
contratto.
Il dibattito comunitario sulla liberalizzazione delle professioni nella Comunità Europea ha subito
una brusca accellerazione a partire dalla :
Strategia di Lisbona nella primavera del 2000
Il mercato interno delle professioni regolamentate per i cittadini dell’Unione europea si fonda sulle
due libertà fondamentali sancite dal Trattato CE agli articoli
43 e 55:il diritto di stabilimento e la prestazione di servizi
Le direttive comunitarie che disciplinano il riconoscimento dei titoli professionalizzanti tra gli stati
membri dell’U.E.si possono catalogare in: :
5 aree/gruppi
Una prima area è caratterizzata dalle direttive 93/16/CEE, 77/452/CEE, 77/453/CEE, 78/686/CEE,
78/687/CEE, 78/lo26/CEE, 78/lo27/CEE, 80/154/CEE, 80/155/CEE, 85/432/CEE, 85/433/CEE che
disciplinano: lOMoARcPSD|28048726
Il riconoscimento dei titoli che autorizzano l’esercizio dell’attività di medico,
infermiere, odontoiatra, veterinario, ostetrica e farmacista
Una terza area è rappresentata dalle trentacinque direttive “transitorie” degli anni , riprese e
assorbite nella recente direttiva 99/42/CE che disciplinano:
Le attività artigianali, commerciali e industriali che, nei vari Stati membri, non
richiedono necessariamente il possesso di una specifica formazione professionale
Un secondo ambito comprende la direttiva 85/384/CEE che si applica al settore:
Dell’architettura
Il quinto gruppo è rappresentato dalle direttive 77/249/CEE e 98/5/CE, relative alla libera
prestazione di servizi e al diritto di stabilimento degli:
Avvocati
La Comunità Economica Europea (CEE), istituita dal Trattato di Roma del 1957, nacque con lo
scopo di:
Favorire l’integrazione economica dell’Europa occidentale attraverso l’istituzione
di un mercato comune e di un’unione doganale e tramite lo sviluppo di politiche
comuni
La Parte Terza sulle Politiche della Comunità, il Titolo III è dedicato alla libera circolazione :
Delle persone, dei servizi e dei capitali all’interno della Comunità
Nonostante il tema dei servizi all’interno della CEE fosse oggetto di attenzione nel Trattato del
1957, dall’analisi degli articoli 81 e 82 del Titolo VI della Parte Terza, le professioni europee erano :
Ben lontane dall’essere considerate una merce, né era concepibile una loro
regolamentazione sullo stesso piano delle imprese
Con la “Direttiva Bolkestein “, si dichiarava di :
“....agevolare l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi negli
Stati membri nonché la libera circolazione dei servizi tra Stati membri, ….”
I punti particolarmente rivoluzionari e di impronta marcatamente liberista contenuti della prima
versione della “Direttiva Bolkestein” erano due, il primo:
Era l’articolo 4, che al paragrafo 1 chiariva a quali servizi si sarebbe dovuta
applicare la Direttiva
I punti particolarmente rivoluzionari e di impronta marcatamente liberista contenuti della prima
versione della “Direttiva Bolkestein” erano due, il secondo:
lOMoARcPSD|28048726
Era dato dall’articolo 16, che sanciva il “principio del paese di origine”, in base al
quale il prestatore di servizi in qualsiasi Stato membro si trovasse, sarebbe stato
“soggetto esclusivamente alle disposizioni nazionali dello Stato membro
d’origine”
La Direttiva Bolkestein definiva il servizio:
Qualsiasi attività economica non salariata di cui all’articolo 50 del Trattato che
consiste nel fornire una prestazione oggetto di corrispettivo economico
Successivamente, la Commissione Europea procedette a ben due riscritture della “Direttiva
Bolkestein” per eliminare i punti più controversi, finendo così per “annacquare il liberismo puro
che aveva contraddistinto i suoi precedenti programmi”, l'art. 4:
Veniva “indebolito” e ridimensionato dall’aggiunta, degli articoli 1 e 2, che
introducevano una serie di esenzioni all’applicazione dell’articolo, evidenziando
servizi esentati dalla liberalizzazione
Il “precedente” che sta all’origine dell’articolo 16 della “Direttiva Bolkestein” che permette di
capire il superamento della distinzione tra servizi professionali e beni commerciali viene ricordato
come la sentenza :
Vedeva cadere il tanto contestato principio del paese di destinazione, affermando
che “gli Stati membri rispettano il diritto dei prestatori di servizi di non fornire un
servizio in uno Stato membro diverso da quello in cui hanno sede”
L'articolo 35 della direttiva Bolkestein, anch’esso risc