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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Donati Gemma

L’ampio filone della letteratura religiosa bassomedievale, la cui produzione fu incalzata dalla diffusione di correnti eterodosse ostili alle strutture ecclesiastiche, esprime l’esigenza di un rinnovamento risolutivo nella Chiesa, ed in particolare nella comunicazione con i fedeli. Il contributo dei frati predicatori fu essenziale nella realizzazione di una propaganda religiosa rivolta agli umili, che fosse in lingua volgare e non latina. Fra questi, Domenico Cavalca, esponente dell’ordine Domenicano, il quale si dedicò inizialmente alla traduzione di opere celeberrime della cristianità ed in seguito alla stesura di trattati, per lo più modellati sulla Summa virtutum ac vitiorum di Guillame Peyraut. Le opere prodotte dal Cavalca nello studium di santa Caterina di Pisa divennero un utile strumento catechistico: narrazioni chiare e vivaci, che non indugiano in passaggi eccessivamente cattedratici, ma alternano intrattenimento e pedagogia, storielle popolari e agiografia, assicurandosi l’attenzione di un pubblico vasto, composto di lettori medio-borghesi ma anche di illetterati. Il trattato cavalchiano più ricco di materiali folklorici è il Pungilingua, un testo incentrato sui peccati scaturiti dal linguaggio. In questa tesi di laurea, l’intenzione è di indagare la natura di uno degli aneddoti del Pungilingua, il quale, riportato solamente da un numero esiguo di testimoni, presenta alcune difformità rispetto alle consuete modalità di compilazione cavalchiane.
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