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Simulazione esame filosofia del linguaggio I
1. Cos’è per Grice l’implicatura?
La teoria del significato di Grice parte dalla distinzione tra ciò che è detto ciò che non è
detto all’intero di una conversazione. All’interno di uno scambio conversazionale c’è quindi
una parte esplicita ed una parte implicita. L’implicatura riguarda la parte implicita: è ciò che
si può inferire da un enunciato pronunciato durante una conversazione all’interno di un
contesto tramite una serie di “indizi” disseminati dal parlante.
Il genere di implicatura più riconoscibile è l’implicatura convenzionale: qui il parlante sfrutta
il significato e/o le proprietà di determinate espressioni linguistiche (congiunzioni,
operatori...) per far comprendere al destinatario qualcosa in più, una parte in più da
comprendere oltre al semplice significato dell’espressione. Ad esempio, se un parlante
usa l’espressione
“E’ povero, ma onesto”
il destinatario comprende innanzitutto il significato esplicito dell’espressione (il signore di
cui si sta parlando è povero ed onesto), ma anche il significato implicito (il parlante ritiene
che in genere i poveri non siano onesti). L’implicatura convenzionale è cancellabile: il
parlante può ritirarla, magari appellandosi ad un misunderstanding.
L’implicatura conversazionale dipende, invece, dal contesto di proferimento dell’enunciato.
Se un parlante utilizza l’espressione
“E’ proprio un genio!”
potrebbe semplicemente dire che la persona a cui si riferisce ha spiccate doti intellettive,
oppure, se costui ha appena affermato “2+2=5”, allora il parlante ha usato l’espressione in
modo ironico e voleva implicarne il contrario: “E’ proprio stupido!”.
Le implica ture conversazionali non sono cancellabili, ma sono distaccabili; se il parlante
avesse usato, con lo stesso fine, una espressione differente ma con lo stesso significato
(e.g.: “E’ una cima!”, l’implicatura sarebbe stata mantenuta.
Questa teoria di Grice prende spunto dalla distinzione di Frege tra senso e tono e senso e
forza.
2. Quali sono i fondamenti del descrittivismo?
Il descrittivismo è una corrente di pensiero riguardante senso e riferimento dei nomi propri
(o termini singolari). Ne è caposcuola J. Searle, il quale riprende da una parte le teorie di
senso e riferimento dei nomi propri di Frege, dall’altra quella delle descrizioni definite di
Russel.
Per il descrittivismo, i nomi propri non sono abbreviazioni di descrizioni definite, ma ganci
a cui appendere descrizioni. Se, ad esempio, si prende il nome proprio “Aristotele”, esso si
porta dietro una serie di descrizioni: “figlio di Nicomaco”, “padre di Nicomaco”, “autore
della Metafisica”, “maestro di Alessandro Magno”, ecc... Il descrittivismo è anche