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A A

’ ’ ’ *

à à

R (q) = C (q) 401 - 28q = 2q + 1 q = 13,3 < q

A A

E’ stata ricavata quindi la produzione ottimale per la divisione A. A questo punto è possibile

calcolare il prezzo di traferimento:

– –

p = p = 401 14q = 401 14(q ) = 214,8

A T

In questo caso la divisione a monte A ha fissato un prezzo di trasferimento superiore al suo costo

marginale per incrementare il proprio profitto senza lasciare profitti all’altra divisione: ha, quindi,

prodotto e venduto alla divisione a valle una quantità inferiore a quella che sarebbe stata ottimale

per l’impresa. Si è comportata come un monopolista, aumentando deliberatamente i prezzi e

riducendo la produzione al di sotto del livello ottimo sociale. La divisione a valle ha, di

conseguenza, acquistato una quantità minore di quella che avrebbe richiesto se il prezzo di

trasferimento fosse stato quello corretto: in questo modo non è stato massimizzato il profitto

complessivo dell’impresa, come possiamo verificare dai calcoli:

’ ’ ’

Π –

(q ) = R (q ) C (q ) = 2662,65

A A A

’ ’ ’

Π –

(q ) = R (q ) C (q ) = 1236,23

B A A

’ ’ ’

Π Π Π

(q ) = (q ) + (q ) = 3898,88 < 4994

TOT A B

3)

Ipotizziamo ora che sia la divisione B ad avere maggior potere contrattuale e a conoscere i costi di

A: B, quindi, fisserà il prezzo di trasferimento il più basso possibile per massimizzare i propri

profitti, riconoscendo ad A il suo costo marginale C per evitare che si rifiuti di produrre il bene.

A 3

Esercitazione 14 aprile 2015 à

B fissa il prezzo di trasferimento A massimizza il suo profitto

2

C (q) = q + q + 4

A ×q

R (q) = p

A B

’ ’ à

R (q) = C (q) p = p = 2q + 1

A A B T

B massimizza il suo profitto

2 2 2

×q

C (q) = q + 4q + 2 + p = q + 4q + 2 + (2q + 1)q = 3q + 5q + 2

B B 2

R (q) = P (q)×q = (405 - 6q)q = 405q - 6q

B m

’ ’ ’’ ’ *

à à ≠

R (q) = C (q) 405 - 12q = 6q + 5 q = 22,2 q , < q

B B

p = p = 2q + 1 = 2(22,2) + 1 = 45,4

B T *

Anche in questo caso la quantità trasferita è inferiore al livello q che massimizza il profitto

dell’impresa e quindi i profitti totali derivanti saranno inferiori.

’’ ’’ ’’

Π –

(q ) = R (q ) C (q ) = 488

A A A

’’ ’’ ’’

Π –

(q ) = R (q ) C (q ) = 4442,44

B B B

’’ ’’ ’’

Π Π Π

(q ) = (q ) + (q ) = 4930,44 < 4994

TOT A B

Il valore ottimo si ha, quindi, con l’impresa integrata che decide a livello centrale: in caso contrario,

ciascuna divisione potrebbe avere interesse a produrre quantità diverse dal valore ottimo per

l’impresa.

Le conseguenze prodotte dall’esternalità verticale che si manifesta nel caso di struttura non

integrata (imprese indipendenti) sono negative infatti la somma dei profitti conseguiti dalle divisioni

nel caso di struttura non integrata è minore del profitto conseguito dalla struttura integrata.

4)

Si supponga ora che il bene intermedio sia reperibile sul mercato, perfettamente concorrenziale, al

prezzo di 63.

Per determinare il valore del prezzo di trasferimento ci dobbiamo ricordare cosa dice la teoria:

quando esiste un mercato perfettamente concorrenziale per i beni e i prodotti intermedi e il prezzo

di mercato di tali beni è p, l’impresa massimizza i profitti totali fissando un prezzo di trasferimento

pari a p.

In questo caso, quindi, il prezzo di trasferimento sarà pari al prezzo di mercato, ovvero 63. 4

Dettagli
A.A. 2014-2015
6 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgioscuticchio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof La Bella Agostino.