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RISPOSTA:
La valuta nazionale nelle società contemporanee è emessa dalla banca centrale, a cui lo Stato delega
la funzione di autorità di emissione. Essa è contemporaneamente un bene privato (il cui valore
appartiene al suo possessore) e un oggetto sociale (il cui valore trae origine da un determinato
contesto istituzionale). Comprendere i motivi della sua affermazione nelle società umane significa
innanzitutto comprendere quali esigenze soddisfa l’uso della moneta. Così come l’uso del
linguaggio soddisfa l’esigenza di comunicare, è evidente che l’uso del denaro rende possibile un
complesso sistema di relazioni contrattuali che sarebbe difficilmente concepibile senza di esso. Ciò
che nel pensiero economico contemporaneo rimane controverso, tuttavia, è il rapporto tra moneta e
Stato.
Secondo la tesi metallista, l’invenzione della moneta si deve all’azione di individui che, praticando
un’attività di scambio in cui chi cede un oggetto di valore lo fa a condizione di riceverne in cambio
un altro, scoprono che l’uso di una merce che funge da intermediario degli scambi riduce i costi di
transazione. Senza l’ausilio della moneta, la possibilità di scambiare una merce con un’altra si
limita alle occasioni di incontro tra controparti la cui volontà di acquisto e cessione di merci sia
perfettamente speculare: L’individuo A deve essere disposto a cedere una quantità del bene X
identica a quella che l’individuo B intende acquistare a fronte della cessione di una certa quantità
del bene Y, che a sua volta deve essere identica a quella che A intende acquistare. La soluzione per
ridurre gli elevati costi di transazione è quella di scegliere una merce con determinate caratteristiche
di non deteriorabilità (come i metalli preziosi) come merce-moneta.
L’uso di una merce-moneta trasforma un’economia di baratto in un’economia monetaria,
moltiplicando le occasioni di scambio e fornendo un’unità di misura del valore di tutte le altre
merci, il cui prezzo sarà espresso in termini della merce-moneta. L’invenzione della moneta è
dunque un fenomeno privato, che incontra lo Stato soltanto in un secondo momento, quando lo
Stato ne diventa il gestore e il beneficiario (e non sempre anche a vantaggio dei cittadini).
La tesi cartalista è sostanzialmente opposta. Non è il mercato che attraverso una convergenza
spontanea di interessi individuali crea la moneta: è la moneta che pone le condizioni per lo sviluppo
del mercato. E non è lo Stato a sottrarre la moneta all’iniziativa privata. È invece lo Stato stesso che
pone le fondamenta del concetto di moneta.
Ciò avviene grazie ad un processo evolutivo attraverso il quale il gruppo, la comunità, cessa di
acquisire risorse con il trasferimento forzato di beni e servizi in natura (e cioè, imposte in forma
reale) e inizia ad acquisire risorse per il bene pubblico in cambio di un segno di riconoscimento,
destinato a tutti coloro che hanno conferito risorse alla comunità. Nel distribuire l’onere fiscale, i
responsabili della comunità obbligano i suoi membri ad esibire e restituire periodicamente un
attestato di credito (imposte in forma monetaria). Il titolo di credito nei confronti dello Stato ha
dunque un valore in quanto consente di saldare i propri obblighi fiscali. Esso si presta dunque anche
ad essere accettato come mezzo di pagamento rendendo possibile lo sviluppo del mercato. Il valore
che i privati riconoscono al titolo di credito, dunque, non è né intrinseco, né puramente astratto:
esso deriva dalla natura di credito nei confronti della comunità verso la quale tutti i membri del
gruppo sono fiscalmente debitori.
A differenza di quella cartalista, la tesi metallista ipotizza che la propensione allo scambio prevalga
spontaneamente su altri modi di cessione del valore e non richieda l’esistenza dello Stato, fornendo
in tal modo una giustificazione all’approccio metodologico dell’analisi reale. Lo scambio
monetario, in questo caso, non è che un riflesso di uno scambio originario di beni reali contro beni
reali.
La tesi metallista non fornisce, tuttavia, una spiegazione esauriente di come si afferma una scelta
condivisa di una singola merce come intermediario degli scambi; né spiega come l’uso di metalli
preziosi come merce-moneta si sia potuto fondare su un valore intrinseco estremamente difficile da
accertare. Non spiega come un sistema di scambi di baratto si possa affermare senza
un’infrastruttura istituzionale (e quindi di uno Stato) che ne garantisca il regolare funzionamento; né
è in grado di spiegare il fondamento del valore della moneta non convertibile, tipica dell’era
contempor anea.
2. Il significato della MP nel modello IS-MP.
RISPOSTA:
ROMER 2013 spiega il modello IS-MP che diversamente dal modello IS-LM viene spiegato così:
ipotesi sulla PM: la PM si effettua variando lo stock di Moneta attraverso il moltiplicatore che
incide sui tassi di interesse e sul tasso nominale. Ma il tasso reale non è detto che si modifichi allo
stesso modo del tasso nominale. Il tasso reale risponde a variazioni del tasso nominale se comporta
una variazione di prezzi. Il tasso reale è quello al quale gli agenti economici guardano per le
decisioni di spesa, e soprattutto ai tassi reali a media-lunga scadenza.
L’effetto del tasso reale è descritto dalla curva IS, che descrive l’effetto del tasso reale sulla
domanda aggregata. Con Y prodotto reale, la curva IS è funzione in termini reali dove r è il tasso
di interesse reale ottenuto come scarto tra il tasso di interesse nominale e le aspettative di inflazione:
r = i- πe
L’ipotesi è che la politica monetaria può influire sui livelli di prodotto reale se è in grado di
modificare il tasso reale, la politica monetaria ha impatto prevedibile sul PIL di breve periodo se è
in grado di modificare il tasso di interesse reale.
La curva MP rappresenta la funzione di reazione della poltica monetaria, è diversa dalla LM che
invece è costruita sull’equilibrio nel mercato della moneta. La differenza sta nella diversa
costruzione della MP, che è rappresentata dalla funzione di reazione della banca centrale. La BC
reagisce con l’obiettivo di tasso di interesse e reagendo alle reazioni congiunturali di ciclo
economico( inflazione e recessione). La BC cerca di regolare il tasso di interesse r sempre rispetto
al prodotto reale, ovvero in relazione alla situazione congiunturale.
Ipotizzando quindi che l’inflazione sia stabile e l’occupazione quella massima sostenibile se il tasso
di crescita coincide con quello naturale, allora esisterà un tasso di crescita al di sopra del quale si
scatenano pressioni inflazionistiche. ( la stima del tasso di crescita è frutto di stime diverse)
Quindi la BC reagisce al crescere del prodotto reale alzando il tasso reale per rallentare la crescita e
viceversa quando si verifica un decremento del PIL la BC cerca di abbassare i tassi reali per
incentivare la crescita. Un esempio di funzione di reazione della politica monetaria è descritta dalla
REGOLA DI TAYLOR:
ip = r+π+β (π-π’) +γ (y-yL)
PARTE D risposta alla domanda obbligatoria distinguendone i vari punti.
Le misure di politica monetaria non convenzionale a partire dal 2014:
a) finalità delle operazioni : DAL 2014 in poi: si registra un grande allentamento la
politica monetaria , cui teniamo conto di :
fine della sterilizzazione del SMP, segnale che l’eccesso di LB non è più un problema.
terzo programma di acquisti delle obbligazioni garantite
programmi di acquisto di asset baked securities
programma di acquisto di debito pubblico secondo la capital key, nonché quota di
partecipazione all’eurosistema di ogni paese, gli acquisti di debito pubblico sono
proporzionati alla capital key.
seconda serie di operazioni a tasso negativo
programma di acquisto di obbligazioni private
La cui finalità prevalente è rafforzare l’orientamento espansivo della PM quando i tassi hanno
raggiunto il limite inferiore. I programmi di acquisto di titoli viene compreso nell’acronimo APP:
PROGRAMMA DI RIACQUISTO DI AMPLIA SCALA DI TITOLI PRIVATI E PUBBLICI. La
caratteristica del programma APP era quello di proporre un ALLENTAMENTO QUANTITATIVO, si
propone un programma di acquisto di titoli per un determinato ammontare stabilito e annunciato
nelle conferenze. L’effetto quantitativo è immettere maggiore LB per far salire i prezzi delle AF e
ridurre i rendimenti. Un secondo effetto si collega all’argomento della curva dei rendimenti: la
posizione della curva dei rendimenti dipende dalle aspettative, ma anche da fattori di habitat
preferito, ovvero che alcune istituzioni finanziarie che hanno un passivo a media lunga scadenza
hanno preferenza di mantenere l’equilibrio tra attività e passività quindi preferiscono investire in
attività a media lunga scadenza. Se l’Euro sistema acquista titoli a media lunga scadenza e ne
riduce la disponibilità ( che scarseggiano nel mercato) nella misura in cui alcuni soggetti hanno
preferenza per quei titoli il prezzo dei titoli sale e il rendimento scende. Se ci fosse perfetta
sostituibilità tra i titoli questo non si verificherebbe, non provocherebbe l’eccesso di domanda di
questo comparto di titoli. Nell’art si da evidenza alla tendenza a ridurre la dispersione dei paesi.
La finalità dell’APP è quello di influenzare i prezzi delle AF e ridurne i rendimenti attraverso effetti
selettivi per alcuni titoli. Affinché il patrimonio netto dei possessori di AF sale, ma diminuisce gli utili
bancari dovuti ai minori rendimenti che però doveva essere compensato da una forte attività
creditizia. A inizio 2015 si riduce la volatilità del tasso interbancario e si stabilizza sul pavimento dei
tassi. È un caso dove la LB abbondante. La Banca A che presta a B paga un tasso di interesse a
B, appare bizzarro, ma i tassi negativi funzionano così. Questo perché il tasso negativo era sul
deposit facility( maggiore -0.4% ) che se presto LB a un’altra banca ( pago meno interesse -0,2% ).
b) dove sta il carattere non convenzionale di queste operazioni: in questa fase
le politiche non convenzionali si caratterizzano come POLITICHE DI BILANCIO ATTIVE, sono
quelle in cui la BC si attiva e prende una posizione di intenzione di immettere liquidità su propria
iniziativa.
allentamento creditizio: sono operazioni MIRATE, ovvero su alcuni determinati titoli e vuole
incidere sugli spread di rischio e di scadenza del mercato, con l’ottenimento di un
ribilanciamento di portafoglio.
allentamento quantitativo : Il Quant