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Quando una relazione finisce le persone innamorate hanno
dei sintomi d’astinenza che sono simili a quelli che si
riscontrano nella sindrome d’astinenza dei
tossicodipendenti (depressione, ansia, insonnia o
ipersonnia, irritabilità, perdita dell’appetito o abbuffate)
che, esattamente come avviene nella tossicodipendenza,
portano alla ricaduta; ad es. nella Dipendenza Affettiva
avere una ricaduta vuol dire cercare nuovamente il partner
nonostante sia stato infedele, violento ecc.
Descrivere brevemente il concetto di astinenza e tolleranza
Tolleranza", cioè la necessità di assumere dosi progressivamente
sempre più alte della stessa sostanza per avere gli effetti
precedentemente ricevuti, il bisogno di quantità sempre
maggiori di sostanza per raggiungere l'effetto provato
precedentemente con dosi minori ed intensamente ora
desiderato; oppure l'effetto fortemente diminuito in
corrispondenza all'uso continuato della medesima quantità di
sostanza. "Astinenza", ovvero una serie di manifestazioni psico-
fisiche dovute alla mancanza più o meno prolungata della
sostanza. Comporta forte dispendio di tempo, riduzione o
interruzione delle attività personali, intenso desiderio interno e
pensieri fissi rivolti all’utilizzo della sostanza etc.
01. Descrivere brevemente le caratteristiche delle dipendenze affettive
La dipendenza affettiva si instaura all’interno di una tensione tra il
“non poter vivere con” ed il non poter vivere senza” cosicchè il
funzionamento della persona dipende dalla propria relazione
affettiva. Ad esempio, nelle prime fasi soprattutto, l’amore può
essere paragonato ad una sostanza d’abuso e da entrambi si può
sviluppare una dipendenza. Portare a termine una relazione può
provocare ansia e depressione. La relazione diventa un’obiettivo
ed al tempo stesso la ricompensa che consentirà alla persona
dipendente di diminuire la sofferenza o di aumentare il proprio
benessere. In questi casi il cervello, che è addestrato a rilasciare
dopamina, su indicazione del sistema limbico, in corrispondenza
di alcuni comportamenti come ad esempio ottenere la vicinanza
della persona dalla quale si dipende.
Descrivere le posizioni teorizzate dalla Klein: Angoscia depressiva e posizione schizoparanoide
La PSOIZIONE SCHIZOPARANOIDE: Il bambino vive la madre come
“oggetto parziale” cioè quando la madre soddisfa i suoi bisogni
primari, quando è presente e lo allatta, ella è sentita come
oggetto buono; è invece oggetto cattivo quando è assente e lo
frustra nei suoi desideri. In questa fase non ci sono i sensi di colpa
per le pulsioni aggressive contro la madre quando lo frustra.
Infatti, per il bambino la madre non è ancora riconosciuta come
“oggetto
totale”, cioè come colei che assomma aspetti frustranti e aspetti
gratificanti. Il bambino, fin dall'inizio della vita, è dominato da due
istinti: •una pulsione aggressiva, distruttiva (istinto di morte)
una pulsione d'amore o libido. L’ANGOSCIA DEPRESSIVA: Il
•
bambino inizia a percepire la madre come oggetto totale che
unificano se si aspetti buoni che cattivi. Ora che la madre buona e
cattiva non sono più separate, il bambino percepisce i suoi impulsi
distruttivi come pericolosi, in quanto danneggiano la madre. Da
ciò derivano il senso di colpa e l’angoscia depressiva che si
risolvono con la riparazione la
sublimazione dell’aggressività.
Da ciò derivano il senso di colpa e l’ angoscia depressiva che si risolvono con la riparazione e la sublimazione
dell’aggressività. Nella riparazione, l’istinto di vita prevale su
quello di morte. La Klein ci insegna che è fondamentale per la
struttura della personalità il raggiungimento della posizione
depressiva che si ha nella misura in cui le pulsioni libidiche e
l’amore prevalgono sulle pulsioni distruttive e di annientamento.
01. Descrivere brevemente la differenza tra vero Se e falso Se nella teoria di Winnicott
Il vero Sé sarebbe il “gesto spontaneo”, l’idea personale, il
sentirsi reale e creativo. Il falso Sé, invece non farebbe “altro che
raccogliere insieme gli elementi dell’esperienza del vivere” La sua
funzione sarebbe, dunque, quella di costruire una protezione di
fronte ad un ambiente che si è rilevato molte volte inadeguato ad
anticipare il bisogno del bambino, costringendolo a subire una
realtà esterna frustante.
01. Cosa è l'attaccamento per Bowlby
Il comportamento di attaccamento si manifesta in una persona
che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un’altra
persona, figura di attaccamento, ritenuta in grado di affrontare il
mondo in modo adeguato. Secondo John Bowlby prendere in
braccio il proprio piccolo che piange è la risposta più adeguata,
da parte della madre, ad un segnale di disagio espresso dal
bambino. Egli dimostrò come lo sviluppo armonioso della
personalità di un individuo dipenda principalmente da un
adeguato attaccamento alla figura materna o un suo sostituto.
Con il termine attaccamento si fa riferimento al tipo di
attaccamento di una persona che può essere sicuro o insicuro.
John Bowlby intuì che l’ attaccamento riveste un ruolo centrale
nelle relazioni tra gli esseri umani, dalla nascita alla morte.
01. Descrivere le fasi dello sviluppo del bambino per Mahler
Fase autistica (0-2 mesi) La fase autistica caratterizza i primi due
1.
mesi di vita del bambino ed è così chiamata perché il bambino vive
una condizione in cui dominano gli stati fisiologici e mancano
invece risposte agli stimoli esterni che incontrano una sorta di
barriera. Lentamente il neonato verso la fine di questa fase
comincia a sviluppare le prime forme di contatto con la madre e
risponde alle sue cure. #2. Fase simbiotica (2-6 mesi) La fase
simbiotica va dai due ai sei mesi. La madre e il bambino
costituiscono un sistema unitario di tipo fusionale ed è all’interno
di questa unità che il bambino sviluppa il suo senso di
onnipotenza, cioè sperimenta l’illusione di un confine comune con
la madre, all’interno del quale non vive alcuna differenziazione tra
il suo Io e il mondo esterno. Madre e bambino costituiscono
dunque una diade simbiotica. Tuttavia è alla fine di questa fase
che cominciano ad apparire i primi segni di una comunicazione tra
madre e bambino, come il sorriso specifico di risposta descritto da
Spitz, cioè il sorriso rivolto specificamente al volto della madre
che viene riconosciuto dal bambino. #3. Fase di separazione-
individuazione (suddivisa in 4 sottofasi) Sottofase di
differenziazione (6-10 mesi) Il bambino comincia a percepire la
distinzione tra sé e la madre e le assenze della madre. Inizia ad
osservare attentamente gli oggetti, tornando poi a volgere lo
sguardo verso la madre. Ne esplora il volto in modo diverso da
quello degli estranei (in modo gioioso quello della madre, più serio
quello degli altri). Sottofase di sperimentazione (10-11 mesi)
Avendo acquisito capacità motorie, il bambino inizia ad esplorare
l’ambiente allontanandosi dalla madre, per poi far ritorno presso
di lei ed appagare il bisogno di «rifornimento affettivo». Con la
deambulazione eretta poi il campo visivo del bambino si ampia
tanto quanto la sua capacità di movimento e di esplorazione; il
bambino vive una sorta di euforia che cessa soltanto quando la
madre si allontana. Sottofase di riavvicinamento (16-24 mesi)
Mano a mano che il bambino, con l’aumento delle capacità di
locomozione, sperimenta la soddisfazione di allontanarsi sempre
di più dalla madre, diviene sempre più consapevole di essere
separato da lei, e, non sentendosi ancora in grado di affrontare il
mondo esterno da solo, sembra soffrire di un’angoscia di
separazione che lo spinge a riavvicinarsi spesso alla madre per
assicurarsi di non averla persa. Cerca quindi di
condividere con lei le sue esperienze di esplorazione, la segue
come un’ombra ma al tempo stesso ha paura di essere ripreso
nella simbiosi. A seguito di questa ambivalenza nel rapporto con
la madre, diventano importanti figure diverse da quella della
madre, prima tra tutte quella del padre. Infine, nel conflitto tra
allontanamento e riavvicinamento, il bambino ritrova, soprattutto
attraverso il linguaggio e il gioco simbolico, una distanza ottimale.
Sottofase del consolidamento del senso di individualità e inizio
della costanza dell’oggetto (3 anni) La costanza dell’oggetto e il
senso della propria individualità sono le conquiste di questa
sottofase. La madre è stata dunque interiorizzata come un
oggetto interno emotivamente rassicurante e quindi il senso di
sicurezza e di fiducia del bambino non dipende più dalla presenza
concreta della madre. L’esperienza non angosciosa della
separazione, facilita la strutturazione
dell’Io con le relative acquisizioni cognitive e il formarsi di un
Super-io attraverso l’interiorizzazione delle richieste dei genitori.
Gli effetti dell’andamento delle fasi si ripercuotono sull’intero
ciclo di vita dell’individuo. Ad esempio, le ambivalenze della
sottofase di riavvicinamento hanno una tipica recrudescenza
negli adolescenti come dimostra il conflitto che essi vivono, con
alterne vicende, tra dipendenza e distacco dalle figure dei
genitori.
Descrivere le funzioni per Bion:
Secondo Bion (1962) il pensare è una funzione della personalità. La funzione, nell’accezione bioniana, riguarda
tutto ciò che concerne la mente, dunque non solo cognizione, ma, in senso cartesiano, tutti gli strumenti
dell’elaborazione psicoanalitica, dunque anche sensazioni ed affetti (Bion, 1962).
la funzione alfa, è una funzione della personalità che agisce sulle impressioni sensoriali e sulle esperienze emotive
percepite trasformandole in elementi alfa, questi ultimi sono quindi queste impressioni sensoriali e le esperienze
emotive trasformate in immagini visive o in immagini corrispondenti a modelli uditivi, olfattivi, etc che nel dominio
della mente sono usati per la formazione di pensieri onirici del pensare inconscio della veglia, di sogni e ricordi. •
gli elementi β costituiscono ciò che non può essere metabolizzato e trasformato e che si sottraggono all'attività di
pensiero, permangono in nuclei psicotici che possono costantemente intrudere nell'attività di pensiero. Rêverie
materna – è la capacità della madre di operare trasformazioni su tutte le esperienze sensoriali ed