Estratto del documento

LE NOVITA’

L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza è diventato vicepresidente della Commissione europea e responsabile

per le relazioni esterne (senza ottenere il titolo di Ministro europeo) e ha a disposizione un servizio diplomatico europeo (dopo

l’inglese Lady Catherine Ashton l’incarico è ricoperto dall’italiana Federica Mogherini)

•E’ stato eliminato il riferimento alla concorrenza (eliminazione voluta dalla Francia)

•Un milione di cittadini possono chiedere alla Commissione europea di presentare un progetto di legge (diritto di iniziativa

popolare): l’Iniziativa civica europea (ICE) è attiva dal 1°aprile 2012.

Vengono resi espliciti i criteri di Copenaghen (requisiti fondamentali da rispettare per i nuovi Stati membri e candidati)

•E’ prevista una politica energetica comune in funzione della sicurezza degli approvvigionamenti, della liberalizzazione degli

scambi e della lotta al cambiamento climatico ricorrendo a risparmio energetico, uso razionale risorse, sviluppo di fonti

rinnovabili, riduzione dei consumi

•Aumentano ancora e materie in cui la competenza tra UE e Stati membri è condivisa

•Ampliamento del metodo di codecisione (Parlamento europeo - PE e Consiglio dei Ministri devono entrambi mettersi

d’accordo) a circa il 90% delle materie (ma non il fisco e la politica estera e di difesa e le decisioni su aree strategiche

nazionali)

•Il PE (751 eurodeputati) potrà chiedere modifiche dei Trattati attraverso la Convenzione, decisa a maggioranza dai governi,

anche se la modifica dei Trattati dovrà essere approvata all’unanimità

Nei settori dove si decide all’unanimità gli Stati, all’unanimità, possono decidere di adottare il voto a maggioranza, ad

eccezione del settore della politica di difesa (clausola “passerella”)

•Regola decisionale del Consiglio dei ministri diventa quella della maggioranza qualificata (55% degli Stati che rappresentino

almeno il 65% della popolazione), rinviata al 2014 con periodo transitorio fino al 2017), ma il voto rimane all’unanimità per

fisco, politica estera e difesa

•La Carta dei diritti fondamentali dell’UE del 2000 assume valore giuridico vincolante ed è direttamente applicabile dal giudice

anche se non è inclusa nel Trattato (ad eccezione del Regno Unito)

•Il controllo dei parlamenti nazionali sulla Commissione viene rafforzato (più della metà di essi può bloccare le proposte della

Commissione europea)

•L’articolo 50 del TUE europea prevede una clausola di recesso, un meccanismo che permette l’uscita volontaria e unilaterale

di un paese dall'UE, previa notifica di tale intenzione al Consiglio europeo con il quale viene stabilito un accordo che viene

concluso per l’UE dal Consiglio a maggioranza qualificata previa approvazione del PE. Da quando questo entra in vigore o entro

due anni dalla notifica di recesso al paese non sono più applicabili i trattati. Il Consiglio può prolungare il termine previsto e lo

Stato uscito dall’UE può rientrarvi sottoponendosi alla procedura d’adesione. Il referendum che ha stabilito la volontà di uscita

del Regno Unito (Brexit) nel giugno 2016 ha portato alla notifica del recesso il governo di questo paese e l’avvio del negoziato

per l’accordo sulla Brexit nel marzo 2017

Descriva brevemente il Meccanismo Europeo di Stabilità?

Al fine di consentire un aiuto finanziario agli Stati a mantenere la stabilità dell’Eurozona dal 2010 furono creati il Meccanismo di

stabilizzazione finanziaria europeo (EFSM) e il Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (European Financial Stability Facility

- EFSF) che sostennero Grecia, Irlanda e Portogallo, sostituiti nel 2012 da un Meccanismo europeo di stabilità (European

Stability Mechanism - ESM o «Fondo salva-stati») il cui funzionamento venne anticipato rispetto ai programmi (dopo esser stato

inserito come modifica dell’art. 136 del Trattato di Lisbona con il voto del Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo

nel 2011), a causa dell’aggravarsi della crisi dei debiti sovrani (gli interventi riguardarono Spagna e Cipro). Il Fondo europeo di

stabilità finanziaria e il Meccanismo europeo di stabilità finanziaria, frutto di Trattati fuori dai Trattati hanno

fornito soluzioni temporanee di fronte al crollo di alcuni paesi e al venir meno della solidarietà tra i paesi europei, ma sono

insufficienti anche perché prevedono

l’assunzione di decisioni all’unanimità e la possibilità di un diritto i veto che può comprometterne il funzionamento.

Che cos'è il "semestre europeo"?

Il Semestre europeo (attuato nel 2010-2011), procedura di 6 mesi di controllo ex ante dei bilanci nazionali da parte delle

istituzioni comunitarie.

Descriva brevemente il Fiscal Compact?

Il 2 marzo 2012 tutti i paesi dell’UE (ad eccezione di Regno Unito e Repubblica Ceca) hanno firmato il Trattato su stabilità,

coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria (Patto di bilancio o Fiscal Compact) che, ratificato da tutti e

25 i paesi firmatari (requisito minimo erano 12 dei 17 paesi dell'Eurozona), è entrato in vigore il 1° gennaio 2013 prevedendo

le seguenti regole:

-obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (con vincolo costituzionale);

-obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all'1% per i paesi con

debito pubblico inferiore al 60% del PIL);

-significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arc o di

un ventennio;

-impegno a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell'Unione (Consiglio dei Ministri) e con la Commissione

europea.

Perché secondo lei la governance dell'UE è complessa?

Normalmente gli Stati hanno una forma di governo: parlamentare, presidenziale, semi- presidenziale.

•Tra le peculiarità dell’UE vi è la pluralità delle modalità di governo e delle procedure decisionali e la loro continua evoluzione.

•Questo rende impossibile identificare una forma di governo dell’UE.

•Inoltre, una seconda peculiarità dell’UE è la continua evoluzione di tali modalità di governo.

L’Unione Europea ha previsto sostanzialmente tre differenti forme di governo. Una sostanzialmente sovranazionale e quasifederale

relativa al mercato unico. Una completamente federale, relativa alla moneta unica. Una interamente intergovernativa,

e poi quasi interamente intergovernativa, rispetto a giustizia e affari interni, politica estera e di sicurezza, risorse e riforma dei

Trattati. Questa notevole complicazione del sistema istituzionale è la ragione della presunta opacità dei processi decisionali

europei.

Descriva la procedura legislativa ordinaria

La procedura legislativa ordinaria inizia necessariamente da una proposta della Commissione, che detiene il monopolio

dell’iniziativa legislativa.

•Nella procedura legislativa ordinaria la proposta deve essere approvata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio, che

vota a Maggioranza Qualificata.

•Ma è necessario l’accordo della Commissione perché nel Consiglio si possa applicare il Voto a Maggioranza Qualificata (in

inglese Qualifed Majority Vote - QMV).

•Prima di presentare una Proposta legislativa la Commissione deve aprire una consultazione di esperti nazionali e delle parti e

dei gruppi interessati. Deve inoltre prevedere e presentare la previa analisi di impatto economico, sociale e ambientale. Di

norma la Commissione predispone un piano di lavoro annuale relativamente all’attività legislativa, ovvero alla presentazione di

Iniziative legislative.

•L’impulso politico volto a spingere la Commissione a presentare una proposta legislativa può venire anche da altri soggetti. Il

Consiglio europeo, che ha una funzione di indirizzo politico, è tipicamente in grado di dare impulso all’iniziativa legislativa della

Commissione e così anche il Parlamento europeo, attraverso le sue risoluzioni, può richiedere alla Commissione di presentare

una proposta legislativa su un dato tema come pure il Consiglio dei Ministri o Consiglio dell’UE può richiedere alla Commissione

una proposta legislativa su un dato tema. Infine possono farlo i cittadini attraverso l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), che

devono raccogliere almeno 1 milione di firme in 7 Stati, raccogliendo una determinata soglia minima – determinata in base alla

popolazione di quello Stato – in ciascuno Stato coinvolto

La proposta legislativa della Commissione deve essere approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio che delibera a

maggioranza qualificata.

•Sono previsti due passaggi tra le due istituzioni e se non si riesce a votare il medesimo testo si apre una procedura di

Conciliazione con un comitato composto da rappresentanti del Consiglio e del Parlamento che cerca un testo di compromesso

da sottoporre poi all’approvazione delle due istituzioni.

•Se anche la procedura di conciliazione fallisce la proposta si considera non approvata.

•Tutto l’iter è in realtà accompagnato da continui dialoghi tra Commissione, Parlamento e Consiglio (cosiddetti «trilogues»)

volti a favorire un accordo e l’adozione degli atti legislativi. La Commissione può modificare la proposta per facilitare la

votazione a maggioranza qualificata che richiede comunque l’accordo preventivo della Commissione – in più di 10 occasioni la

Commissione negato la votazione a maggioranza qualificata.

•La Commissione può ritirare la propria proposta, ma non durante la procedura di conciliazione. Ciò è avvenuto raramente, e

solo nel caso in cui le modifiche alla proposta fossero tali da snaturarla, oppure quando le proposte fossero divenute obsolete –

in alcuni campi può succedere rapidamente – a causa della lunghezza dell’iter decisionale, o quando fossero contrarie ai nuovi

criteri per una migliore regolamentazione.

Ogni proposta è esaminata da un lavoro di gruppo che generalmente risolve circa il 70% delle questioni in disaccordo.

•Senza accordo si va al Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti), che generalmente risolve il 20% delle questioni in

sospeso e prepara il Consiglio sulle questioni politiche.

•Il Consiglio adotta "A" i temi sui quali c'è accordo, con QMV o all'unanimità, a seconda del soggetto.

•Il Consiglio discute "B" i problemi residui (circa il 10%) e alla fine viene adottato il testo ridiscusso o si rimanda la questione al

Coreper.

•Negli ultimi anni si è instaurata una nuova prassi, formalmente contraria ai Trattati, che ha portato a rima

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Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dominikks di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Governance dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Castaldi Roberto.
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