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RESTO DELL’ESERCITAZIONE SUL QUADERNO 25/10/2021

IL MODELLO IS-LM ESTESO

Idea di estendere il modello alla considerazione di variabili che fanno riferimento ai mercati

finanziari.

Il tasso di interesse nominale ci dice quanti euro dovremo restituire in futuro in cambio di

un euro preso a prestito oggi. Tuttavia, quando prendiamo a prestito oggi vogliamo sapere

quanti beni dovremo pagare in futuro in cambio di un bene oggi => nozione di tasso di

interesse reale. Per le scelte degli agenti economici hanno rilievo le grandezze

macroeconomiche reali; un aumento del tasso di interesse nominale non produrrà per forza una

caduta della spesa per consumi, qualora il tasso di interesse reale non aumenti.

La presenza dell’inflazione rende la distinzione tra rendimento in euro e in beni molto rilevante;

questa rilevanza cresce, al crescere del tasso di inflazione.

Se un aumento del tasso di interesse nominale, non comporta un aumento del tasso di

interesse reale e viceversa, come mai viene scritta una funzione per cui i=ī?

La relazione tra tasso di interesse nominale e reale, nota anche come

equazione di Fisher, è la seguente:

definizione di tasso di inflazione standard.

 e indica aspettativa

 prezzi in t sono noti.

 Inflazione attesa (seconda equazione)

Nel contesto analitico nel quale abbiamo collocato il modello is-lm, quando il tasso di interesse

nominale si muove al ribasso al rialzo, è lo stesso tasso di interesse reale che si sta muovendo.

Questo sempre considerando che i prezzi siano fissi.

1. Quando l’inflazione attesa è nulla, tasso nominale e tasso reale si eguagliano

2. Dato che l’inflazione è quasi sempre positiva, il tasso reale è generalmente inferiore al

tasso nominale

3. Fissato il tasso nominale, maggiore è l’inflazione attesa e minore è il tasso reale

reale.

Il tasso di interesse rilevante per le famiglie e le imprese è quello Dunque, sebbene la

banca centrale scelga il tasso di interesse nominale, è il reale che influenza le decisioni di

spesa. 16

Notiamo che:

 Quando si raggiunge lo zero lower bound del tasso di interesse nominale, il tasso

reale è pari al negativo dell’inflazione attesa:

¿ e

r(t) t+1

π

Se gli individui si aspettano deflazione (inflazione negativa), il tasso reale diventa

 positivo, anche in presenza di un tasso nominale nullo.

Implicazioni per la politica monetaria: per raggiungere il tasso reale desiderato, la banca

 centrale deve tenere adeguatamente conto delle aspettative di inflazione.

Nel 1982 si ebbe in Italia il divorzio tra banca d’Italia e il

governo => la banca non è tenuta a farsi carico della

parte non sottoscritta dei titoli di stato. Secondo gli

economisti sovranisti ritengono che molti problemi

dell’economia italiana siano causati dal

divorzio/separazione.

Divorzio può essere tradotto come indipendenza della

banca centrale dal governo (conduzione di politica

monetaria in autonomia dal governo). Si arrivò a questa

scelta per il forte aumento dell’inflazione (20/25%) degli

anni 70’. Questa impostazione si temeva potesse far

aumentare l’inflazione.

La tendenza post 92-93 è la caduta dei tassi; vi è inoltre un allineamento dei due tassi ed

entrambi dal 2012 stanno subendo il fenomeno di stagnazione. Tra il 50 e il 70, il prodotto pro

capite è aumentato di cinque volte, perché l’economia italiana registra un boom; dagli anni 70

agli anni 90 abbiamo comunque una crescita nonostante il ritmo sia dimezzato. Negli anni

seguenti la crescita si blocca (2001/2002-2008/2009). Tendenza alla caduta dei tassi dovuta ad

anni complicati per l’economia italiana.

RISCHIO E PREMIO PER IL RISCHIO: esistono diverse tipologie di titoli, che differiscono per

scadenza e rischiosità. Infatti, il debitore potrebbe non rimborsare l’ammontare preso a

prestito. In generale, coloro che comprano titoli richiedono un premio per assumersi tale

rischio, un premio per il rischio.

La rischiosità di un titolo dipende dal debitore: il governo è generalmente meno rischioso di

Indichiamo con x il premio per il rischio, che deve essere tale da eguagliare

un’impresa privata.

il rendimento atteso dal titolo con il rendimento di un titolo privo di rischio:

(1+i) = (1-p)(1+i+x)+(p)(0)

i è il rendimento di un titolo privo di rischio, p è la probabilità di fallimento nel cui caso il titolo

non rimborsa nulla. (NO ALL’ESAME)

in generale, il premio per il rischio è determinato principalmente da:

1. La probabilità di fallimento del debitore

2. L’avversione al rischio del creditore (colui che acquista il titolo)

Inoltre, l’avversione al rischio del creditore fa sì che anche qualora il rendimento atteso del

titolo rischioso fosse uguale a quello del titolo privo di rischio, il rischio stesso renderebbe gli

obbligazionisti riluttanti a detenere il titolo rischioso. Per convincerli, il premio per il rischio x

dovrebbe aumentare ulteriormente.

-Epoca di moneta unica: Italia e Grecia sono livellate al

rendimento dei titoli tedeschi. Il boom tedesco garantirà

un rendimento più basso, questo perché è ritenuta un

debitore sicuro. 17

Gli investitori trovano convenienza ad acquistare titoli di stato italiani, poiché la rischiosità non

è percepita (Spagna, Grecia e Italia emettono titoli nella stessa valuta della Germania, vi è

quindi un eccesso di fiducia). Dal 2011 vi è una fuga dai paesi periferici.

Banca centrale dipendente= rischio per la stabilità dei prezzi e perdita di controllo

 dell’inflazione.

Banca centrale indipendente= problemi alla sostenibilità del debito pubblico, aumenta il

 rischio di insolvenza per il Governo.

Nonostante i trattati (Maastricht) che concedono autonomia alla banca centrale e attenzione

prioritaria ai prezzi = la banca centrale interviene ugualmente sul mercato dei titoli.-

LA SCELTA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI : le componenti dell’attivo possono consistere

di: Riserve: base monetaria creata dalla banca centrale

 Prestiti ai consumatori/alle imprese

 Mutui ipotecari

 Titoli di stato e altri strumenti finanziari

Le componenti del passivo possono essere:

Depositi in conto corrente

 Depositi vincolati

 Prestiti da parte di investitori e altre banche

La leva finanziaria (leverage ratio) ci dice qual è il rapporto tra le risorse prese a prestito da

terzi e le risorse proprie della banca ed è definita come:

leva finanziaria = attivo/capitale = 100/20 = 5

la quota capitale sugli impieghi (capital ratio) esprime lo stesso concetto della leva finanziaria

ed è definita come il reciproco di quest’ultima:

quota capitale sugli impieghi = capitale/attivo = 20/100 = 20%

Nella scelta della leva finanziaria ottimale la banca deve bilanciare due considerazioni:

Una maggior leva finanziaria implica un più elevato tasso di profitto per unità di capitale

 investito dagli azionisti: a parità di capitale, la banca può acquistare maggiori attività.

Dunque, la ricerca di profitti più elevati tende a spingere verso una maggiore leva

finanziaria;

Una maggior leva finanziaria implica una maggior probabilità di insolvenza dalla banca

 stessa: una perdita di valore da parte delle attività rende la banca incapace di

rimborsare quanto preso in prestito. In particolare, la ricerca di un profitto più elevato

può spingere alcune banche ad acquistare attività con rendimento più elevato ma

caratterizzate da maggior rischiosità.

Supponiamo che, gli investitori dubitino della solvibilità della banca. In questo caso una elevata

leva finanziaria può produrre effetti disastrosi perché:

Essi si riapproprieranno dei fondi investiti. La banca venderà le attività a prezzi di

 svendita per rimborsare gli investitori.

Qualora gli investitori possano prelevare senza preavviso si possono verificare corse agli

 sportelli, che causano insolvenza per la banca

Assenza di equilibrio tra riserve adeguate per far fronte ad imprevisti e ricerca di altri profitti.

Minore è la liquidità delle attività della banca, maggiore è il rischio di svendite, insolvenza e

bancarotta. Maggiore è la liquidità della passività, maggiore è il rischio di svendite, insolvenza e

bancarotta. 18

26/10/2021

Estendiamo ora il modello IS-LM tenendo conto della differenza tra tassi di interesse nominali e

reali, e del premio per il rischio. Entrambe le variabili influenzano direttamente l’investimento.

Assumeremo che l’inflazione attesa sia nulla così che la banca centrale sia in grado di

controllare direttamente il tasso di interesse reale.

La funzione dell’investimento viene così riscritta:

I=I(Y,r+X)

Ci sono due importanti differenze rispetto alla specificazione precedente, inserita nel modello

IS-LM di base.

Il tasso di interesse reale viene considerata come la variabile rilevante nell’influenzare

 la spesa per investimenti delle imprese

Il premio per il rischio, X, deve ora essere tenuto in considerazione dalle imprese

 Un aumento del tasso d’interesse reale o del premio per il rischio induce ad una

 contrazione della spesa per investimenti.

Nella relazione LM, r rappresenta il tasso di politica

monetaria, stabilito dalla banca centrale, mentre r+x è

il tasso sui prestiti effettivamente pagato dalle imprese.

Ovvero, rappresenta il tasso a cui le imprese possono

prendere a prestito. Come prima, nel caso del modello

IS-LM di base, la curva LM è data da una retta

orizzontale in corrispondenza del tasso di policy e la curva IS è data da una curva con

pendenza negativa. Un’altra importante novità associata a questo modello esteso è che la

banca centrale, diminuendo il tasso di interesse, potrebbe non essere in grado di stimolare la

domanda aggregata, diminuendo il tasso di interesse, laddove si verifichi, al contempo, un

incremento del premio per il rischio, x.  La curva è inclinata negativamente per un

aumento della produzione dovuto dall’aumento

della domanda aggregata che deriva da un

aumento del tasso di interesse reale e di

conseguenza della spesa per investimenti.

L’inclinazione della IS si modifica in base alla

 reattività dell’interesse.

Un aumento del premio per il rischio, X, causa uno

 spostamento verso il basso della curva IS

 Nel punto contrassegnato, la banca ha portato il

tasso di interezze a 0. Per riportare il sistema a

pieno impiego il governo potrebbe aumentare gli

politica fiscale

investimenti per opere pubbliche (

espansiva ). Questo far

Dettagli
A.A. 2023-2024
22 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher montanarielena di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di introduzione alla macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Ribba Antonio.