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1. Vincoli olonomi e anolonomi (1)
Per vincoli si intende imporre delle condizioni a un sistema affinché questo non sia libero di muoversi nello spazio, ma è condizionato da essi.
Esistono due tipologie di vincoli:
- olonomi (di posizione)
- anolonomi (di mobilità)
Per definire i vincoli olonomi è importante introdurre il concetto di gradi di libertà che è valido per i seguenti schemi:
- Punto materiale (pt)
- Corpo rigido (corpo che mantiene invariate le distanze tra i loro punti) nel tempo
Gradi di libertà sono: 1, 2 o 3 punti (che servono per definirli) 3 gdl per pt materiale, ad esempio (x, y, z) e 6 gdl per il corpo rigido nel quale vengono introdotte anche rotazioni caratterizzate da terna fissa (c1, c2, c3). Una solida al corpo i = 1, j = 3 dove l'intersezione dei piani ci, cj definisce la retta nei nodi. Oltre 3 coordinate pt si hanno 3 parametri di rotazione:
- angolo di Eulero φ = 0 ÷ π
- rotaz. propria = 0 ÷ 2π
- precessioni = 0 ÷ 2π
Quindi vincoli olonomi sono vincoli che limitano le posizioni di un sistema, in cui gli spostamenti non hanno la completa libertà di movimento nello spazio, ambiente in cui si muove il sistema.
Fanno parte dei vincoli olonomi i vincoli bilaterali, ovvero vincoli esprimibili con delle equazioni (➕).
Per vincoli anolonomi o vincoli di mobilità si intendono vincoli che con opportune formule meccaniche coinvolgono sia le posizioni che le velocità dei pt del sistema.
È importante sottolineare che un vincolo di posizione comporta di conseguenza un vincolo di velocità esprimibile dalla sua derivata, ma non è scontato che un vincolo di velocità comporta un vincolo di posizione.
Per definire il modello matematico di sistemi con vincoli anolonomi vediamo un esempio dove le equazioni si agghi.
Abbiamo un sistema con vincoli s 1 usati con g 1 gdl in coord. agr. q1(t) ... qm(t) con h vincoli holonomi (h < k) indipendenti nel tempo esprimiamo i vincoli nel seguente modo:
∑j=1 fj q j q j = φi con i = 1, h (h n° di vincoli)
in formula parametri discivolando colle:
φi = ∑ρ=1 fj q j xp con j = 1, n (n° doci di lagrange)
Definito S:i':h-nh
L'eq. subloga della dinamica si può riscrivere introducendo le
- velocità lagrangiane
Σ (zj-qj) φ - Σ q φ
in questo modo andiamo ad introdurre vincoli anolonomi calcolate dalle ec. di lag. solo componenti lagrangiane
Sostituendo le velocità lagrangiane come prima definite possiamo scrivere:
Σ (zj-qj φs (q)) → Σ (zj-qj) φ φ(q) → Σ
Siamo dunque partiti da elementi arbitrari ad αp elem. arbit. individuando quindi le equazioni:
- Σ (z-q) φsp )= 0 p=1, ..., s che è possibile risolvere: αp = Ap (x, q)
La definizione di α, β definiscono un sistema diff. del I ordine che con opportune condizioni iniziali è possibile risolvere
ci q.i (t0) = α.p (t0) = α.
Eq. di moto per sistemi olonomi e anolonomi
Per sistemi olonomi con il coord. lagrangiane q(t) sogg. a vincoli lisug e fissa a sollecit. possiamo riscrivere le eq lagrangiane:
L(q,q.) = T(q,q.) - U(q) con Ec → T(q,q.) = 1/2 ahk (q) q h q●k = U(q) e il pot della sollecitazione
Queste re riscrivono il sistema con m eq differenziali di II ordine che come incognite hanno le coord. lagrangiane e possono riscrivere:
E (φ - o )
→ Σkh=1 ahk (qj) q.f bk (q,q.
solo le coord Goldi lagrangiane
solo non lineari ma con opportune HP è possibile linearizzarlo
- si allunette il posizione di equilibrio per valori nulli delle coord. lagran il sistema conservativo q8k q.0 = (0,0,1,0) t
- il moto si svolge nel intorno della quiete q(t) = q(t) piccole
- aggi concupsu la stabilit a Tmam di Brichtht
Assunte queste ipotesi è possibile linearizzare le equazioni di lagrange prendendo una approssimata
L(q,qj)= T(q