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Variazione batterica.
Con l’espressione variazione batterica si fa riferimento al fatto
che in una certa popolazione procariotica si verifica un
cambiamento, che può essere fenotipico, di morfologia delle
colonie, di virulenza, antigenico o metabolico. Si deve ai
ricercatori S. Luria e M. Delbruch la dimostrazione dell’origine
genotipica (indotta da mutazione) delle variazioni batteriche,
fluctuation test”
con il famoso esperimento “ (test di
fluttuazione) che chiarì il fenomeno della resistenza al fago e
fu poi applicato ad altri fenomeni, per esempio alla resistenza
agli antibiotici. Le variazioni batteriche più note sono
Variazioni morfologiche.
quelle riguardanti la variazione della morfologia delle
colonie, che possono assumere i seguenti aspetti: colonie lisce,
forma S (tipico aspetto lucente, lisce e rotondeggianti);
forma R (aspetto opaco, bordi irregolari e
colonie rugose,
superficie increspata); forma M(aspetto
colonie mucose,
trasparente, lisce e vischiose, tipiche di batteri capsulati).
Le variazioni più frequenti sono quelle con passaggi di forma S
R (come in salmonella), oppure M S R (come negli
→ → →
pneumococchi). Nel passaggio da S a R si verifica anche una
variazione della struttura antigenica. In alcune specie
Proteus
batteriche (per esempio ) possono poi verificarsi
variazioni del tipo H O nelle colture in piastra per perdita
→ Hauch”
,
dei flagelli; le colonie H (cosiddette dal tedesco “
alito, che su vetro producono un “alone”) assumono tale
denominazione perché circondate da un alone di sviluppo meno
ohne Hauch”
denso, mentre le colonie O (da “ , senza alone) sono
così indicate perché prive dell’alone. È la mobilità delle
cellule connessa con la presenza dei flagelli a determinare la
formazione o meno dell’alone. Anche nella variazione H O si ha
→
modificazione antigenica (perdita dell’antigene H specifico dei
flagelli).