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Teoria freudiana, Psicologia dello sviluppo Pag. 1
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Pulsione e Istinto

Con il concetto di pulsione in psicanalisi si fa riferimento a energie di vita che spingono l’uomo all’azione e la

prima pulsione, secondo Freud, è quella sessuale, ciò che spinge l’uomo è garantire la prosecuzione della specie (

energia di vita costruttiva, d’amore che spinge verso l’altro). L'istinto o comportamento innato è una forza

motivazionale propulsiva che si manifesta nell’attuazione di scemi comportamentali (comportamento istintuale)

specie-specifici che si attivano di fronte a specifici stimoli. L’espressione dell’istinto è strettamente legata a fattori

ereditari (genetici) e non presente rilevanti variazioni interindividuali nella sua espressione e nella sua attivazione.

A differenza dello stimolo la pulsione proviene dall’interno dell’organismo e agisce come una forza costante e

non discontinua. Inoltre a differenza dello stimolo, dalla pulsione non ci si può sottrarre proprio per la sua fonte

endogena.

Pulsione libidica e pulsione aggressiva

Secondo la teoria freudiana, nel mondo interno di tutti noi l’energia che muove la nostra psiche ha due origini:

pulsione di vita, la libido; pulsione di morte, la destrudo. La libido è già presente nel bambino fin dalla nascita e

garantisce la prosecuzione della specie. Secondo Freud l’uomo disponendo di un Io, la parte consapevole del Se,

è capace di rimandare la soddisfazione dei bisogni oppure di trovare soggetti sostitutivi del suo bisogno. Accanto

alla libido c’è la destrudo che racchiude in sé tutti i sentimenti di aggressività di cui l’uomo è portatore, che

possono essere autodiretti o eterodiretti (verso se stesi o verso gli altri). Nelle persone auto equilibrate la pulsione

di vita e quella di morte si integrano, quando non si integrano, le persone tengono scissi amore e odio; l’amore

non aiuta ad attenuare l’aggressività (casi di omicidi). La pulsione aggressiva non ha solo un’accezione negativa

ma ha una componente importante che è quella di autotutela del Se.

Fasi dello sviluppo psico-sessuale del bambino

Lo sviluppo affettivo ed emotivo del bambino è strettamente collegato con lo sviluppo delle due pulsioni. Freud

considerò gli stadi dell’infanzia in rapporto alla diversa localizzazione corporea delle fonti del piacere nelle varie

età. Sono 5 fasi:

-orale (0-18/24 mesi): la gratificazione avviene mediante la stimolazione della labbra e della regione della bocca, il

bambino sperimenta e costruisce le prime relazioni con il mondo, assume una grande rilevanza la relazione

mamma-bambino (allattamento). In questo periodo, tra i 6/8 mesi, il bambino sviluppa l’angoscia dell’estraneo

cioè riconosce le figure di riferimento centrale , sviluppa questa paura e si manifestano le angosce da separazione.

Il superamento delle angosce di separazione si ha se il bambino interiorizza una figura materna stabile altrimenti

il bambino svilupperà delle ansie. Il superamento delle angosce di separazione è fondamentale per le future

elaborazioni di lutto.

-anale (18 mesi-3 anni): la gratificazione si realizza attraverso il controllo degli sfinteri (imparano a non usare più

il pannolino). I bambini che sono stati cresciuti con modalità molto rigide, sviluppano tratti ossessivi o anche una

tendenza ad essere avari: tendenza dei bambini a trattenere le feci per opposizione al genitore. Viene detta anche

fase dell’opposizione in quanto il bambino inizia a prendere consapevolezza di se e padronanza del suo corpo

differenziando ciò che vuole lui da ciò che vuole l’altro (fase ripresa nell’adolescenza). In questa fase Freud parlò

di narcisismo primario (primi anni di vita), che consente di concentrare tutte le energie sul Se in modo che il

bambino impari a volersi un bene sano. Chi non ha imparato a volersi abbastanza bene non riuscirà a scegliere di

proteggersi. Il bambino, verso i 3 anni, cerca, nei genitori, una risposta affettiva e non sessualizzata che lo aiuti ad

aumentare l’accettazione del suo corpo, sentirsi dire in modo affettivo “tu vai bene come sei”.

-fallica (3-5 anni):si interessa dei rapporti tra i membri della famiglia; è questo il periodo in cui si sviluppa il

complesso di Edipo/Elettra: il bambino si “innamora” del genitore del sesso opposto e prova avversione contro

il genitore del suo sesso; nell’impossibilità di prevalere, il bambino imita il genitore di cui è “geloso”

interiorizzandolo. Identificandosi con il genitore del proprio sesso, il bambino introietta il super-io (la regola) che

potrà essere molto rigido (troppi sensi di colpa), o molto elastico (nessun senso di colpa). Il superamento del

complesso edipico serve per sviluppare una sessualità sana nel bambino . E’ fondamentale una risposta affettiva e

non sessualizzata dei genitori affinché il bambino capisca che crescendo avrà anche lui modo di sviluppare una

interazione sessualizzata con un’altra persona. La relazione tra affettività e sessualità si riunisce nell’adolescenza.

-di latenza (5-12anni):il bambino dimentica la fase fallica e concentra le sue energie nella curiosità di scoprire il

mondo. In questo periodo aumenta esponenzialmente la curiosità dei bambini (fase dei perché). L’energia libidica

va a favore dell’apprendimento.

-genitale (dai 12 anni in poi): si ha il sorgere degli interessi sessuali (fase prepuberale e fase puberale) e avviene lo

sviluppo affettivo ed emotivo; il bambino investe di energia libidica un’altra persona e percepisce e conosce

l’altro come diverso da se. Molte persone non riescono a sviluppare questa capacità, ad esempio si usa l’altra

persona e non la si riconosce.

Fissazione e regressione

Per fissazione si intende quel processo attraverso il quale, nel corso dello sviluppo psichico, una contingente

quota di energia pulsionale, sia libidica che aggressiva aderisce a particolari zone, oggetti, condizioni o forme di

soddisfacimento per cui la parte fissata della pulsione non è più libera. Per Freud la fissazione è una particolare

«inerzia psichica» che si oppone al cambiamento e sta alla base della nevrosi. La regressione è un processo di

ritorno a un livello di sviluppo e di funzionamento mentale più antico e primitivo. Il concetto di regressione è

strettamente legato all’ipotesi che nel corso dello sviluppo psicologico un individuo passa attraverso una serie di

fasi e a qualcuna di esse l’energia libidica possa rimanere fissata. La regressione libidica, che consiste nel ritiro a

una fase precedente di organizzazione istintuale, si verifica quando l’individuo non è in grado di affrontare un

normale e biologico salto maturazionale. Infatti, conflitti non risolti in fasi precedenti di sviluppo possono

causare nell’apparato mentale un’area di debolezza (fissazioni). Questi conflitti spesso determinano il livello a cui

il funzionamento mentale regredisce. La regressione può essere determinata da disillusioni, momenti di difficoltà,

sentimenti spiacevoli (ansia, colpa, depressione, frustrazione), eventi di natura fisica (malattia, affaticamento). Il

ritorno simbolico a periodi in cui ci sono state esperienze piacevoli e soddisfacenti permette al soggetto di evitare

la situazione critica. Manifestazioni patologiche possono invece ritrovarsi nelle nevrosi, psicosi e nelle

perversioni. La regressione è anche un elemento essenziale del processo psicoanalitico in quanto permette

all’analizzando di ritornare a fasi più primitive di sviluppo per rivivere ed elaborare conflitti non risolti.

ES IO SUPER-IO

-ES: È la sede di desideri innati e la fonte principale dell’energia psichica. Vuole soddisfazione immediata,

seguendo il principio del piacere. Luogo dei contenuti inconsci, della fantasia e delle cose immaginarie.

-IO: Media tra l’Es ed il mondo esterno. Parte conscia, consapevole e razionale

-SUPER-IO: Si sviluppa quando il bambino risolve il suo complesso edipico e sviluppa l’identificazione con i

propri genitori. Interpreta e richiama le norma e le regole sociali.

Principio del piacere

Principio secondo il quale l'uomo tende a soddisfare i propri bisogni al fine di ridurre la tensione che il loro

insorgere provoca, dapprima tramite la soddisfazione diretta del bisogno, poi anche attraverso l'immaginazione e

la sublimazione, e tramite l'adattamento al mondo esterno.

Esame di realtà

In psicoanalisi la funzione e capacità dell'Io di distinguere tra il mondo esterno e i suoi stimoli, tra la realtà

esterna oggettiva e il proprio mondo interno con la sua attività psichica, le rappresentazioni e le immagini.

L'esame di realtà è tipico di una psiche adulta cosciente, mentre è deficitario durante l'infanzia ed è assente nel

sogno. L'esame di realtà è una funzione gravemente alterata nelle psicosi, per cui non vi è più distinzione tra

realtà esterna e interna, oggettiva e soggettiva, come si riscontra nelle allucinazioni e nei deliri.

L’angoscia

L’angoscia è uno stato di allerta o di allarme che provoca una produzione anomala di adrenalina che provoca, a

sua volta, tachicardia, sudore o tremore. Freud, inizialmente concepisce l’angoscia come la risultante soggettiva di

una tensione libidica accumulata ma non scaricata. In una seconda fase, Freud individua il prototipo dell’angoscia

dell’adulto nella reazione del neonato all’esperienza traumatica della nascita, ovvero della separazione dalla madre

come oggetto amato. Nel 1926 Freud sottopone le sue precedenti teorie dell’angoscia a una revisione generale,

aggiungendo al ruolo della libido il ruolo della difesa dell’Io e del SuperIo, e definisce tre nozioni: angoscia

difronte a una situazione reale, angoscia automatica e segnale l’angoscia. La prima deriva da un effettivo pericolo

esterno, e si contrappone all’angoscia derivante dalle pulsioni interne all’individuo. L’angoscia automatica e il

segnale d’angoscia si contrappongono uno all’altro, sebbene ambedue siano risposte dell’io all’aumento della

tensione pulsionale e ambedue vadano riportate alla condizione di impotenza psichica e biologica del neonato.

L’angoscia automatica insorge quando l’individuo è sopraffatto da un afflusso di stimolazioni endogene o

esogene che non riesce a controllare e scaricare; rappresenta un insuccesso della difesa, e compare, per esempio,

negli incubi notturni. Il segnale d’angoscia è caratteristico della psiconevrosi e ha una funzione preventiva e

protettiva contro l’insorgere della nevrosi automatica , avverte l’Io della minaccia rappresentata da una forma di

angoscia automatica precedentemente vissuta dall’Io stesso in modo passivo e molto do

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simona94:) di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Nardi Emanuele.