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FREQUENCIES
Intermittenze fra video arte e video making, esperienze sonore e video installative
ArtTV
ArtTV andava in onda con un video alla settimana ogni giorno per tre messe in onda
giornaliere, ma quello che si mostrava non era un videoclip qualsiasi bensi un prodotto di video
arte pensato in origine per una fruizione una mesa in scena totalmente diversi.
I video erano supportati da un testo a cura di Fabiola Naldi sul sito di Match Music.
Video:
– Mariangela Guatteri, Real Name
– Sabrina Muzi, Tatatatà
– Davide Bramante, La memoria come parte del desiderio
– Vittoria Chierici, Street Fight
– Interno tre, Decostructing coffe
– Fabrizio Rivola, Ne vale la pena?
– Annalisa Cattani, Inside (performance, enorme pallone gonfiato)
– Francesca Semeria, F5D
– Francesca Semeria, Blue Blow
– Brigata Es, Esmigrati
– Luciana Livi, Albania, mia terra
– Ottonella Mocelin e Nicola Pellegrini, Hurt so good
– Roberta Piccioni, Storie
– Andrea Contin, Freezer
– Roberto Bastianoni
– Marco Samorè, Aesthetics of boredom
– Interzone, Men in war atto terzo
– Andra Sperni, Non voglio ciò che ho avuto
– Pieralli)(Favi, Maciste contro tutti
– Three-ciclo, Figli delle stelle
– Three-ciclo, Giallo crash
– Sandrine Nicoletta, M'ama non m'ama
– Marcello Simeone
– Roberto Cascone, Download
– Roberto Cascone, Loop
– Patrizia Giambi, 100 miglia
– Gianluca Beccari, Argilla
– Giovanni Surace
– Paolo Ravalico Scerri, Rose-Ritratti
– Stefano Pasquini, So and low
– Dennis Bellone, Joseph Beuys is underrated
– Carla Gannis, Wild things
– Monica Carozzoni, Immersion
– Taro Kimura, FFB transfoe
– Ana Alvarez Casanova, The illusion
– Paolo Chiasera, I think so
– Massimo Giacon, Sexorcismo 2000
– Gianluca Constantini, Danza di stanza danza di facce
– Andrea Renzini, Egonootropico
– Vanessa Chimera, Thinking dreams
– Paolo Bertocchi, Bonjour
– Marco Fantini, 14° a est da casa mia
Tell A Vision
Si può parlare ancora di narrazione oggi? È un quesito inutile: osservando le ondate di ritorno di
una narrazione multiforme possiamo affermare che l'attualità veda il ritorno di micro storie
raccontate dal profondo. La cross attitude ha oggi il sopravvento. Si parla di cross visual art. il
cinema rassicurante e infarcito di make up tecnici fuorvianti ha preso il sopravvento sulla ricerca
di nuovi territori visivi. Esistono però esempi rari di sperimentazione filmica in cui la
condensazione formale ha un ruolo importante. Spot e videoclip musicali si sono allineati a
esigenze di espansione linguistiche e visive. Gli operatori hanno compreso l esigenza di staccarsi
dalle regole di “mostrare l oggetto del desiderio” per invogliare l utente a comprendere il
messaggio con una maggiore partecipazione. Quando la necessità narrativa viene usata per
cogliere determinati modelli culturali e per far leva sull azione persuasiva degli stessi,
assistiamo averi e propri gioielli visivi della nuova era pubblicitaria.
Video clip's frequency
Qual è l'autonomia del video clip?
Il video clip rimane uno spot commerciale gestito dalle multinazionali intente a sorvegliare
ogni singolo prodotto immesso sul cannibale mercato musicale.
Esistono però singoli casi in cui tutto ciò è stato volutamente rifiutato.
Video clip d'autore
Vengono abbandonate categorie di appartenenza nel tentativo di aprirsi a nuove forme di ricerca
tanto da ridefinire il video clip come nuova forma d’arte in bilico tra cortometraggio e video
arte. In realtà il video clip ha un limite che negli altri casi non si presenta, ovvero la durata
della canzone.
Sicuramente un limite ma anche uno sforzo di “condensazione” notevole, sia nel caso vi
sia narrazione, sia nel cado in cui le immagini siano svincolate dalle sonorità di riferimento. E’
anche la caratteristica pricipale che lo distingue dalla video arte
Esempi di video clip di autore:
-Helmut Newton con i Duran Duran
-Derek Jarman con gli Smiths
-Anton Corbjn con i Depeche Mode
-David LaChapelle con Moby
-Tersem con i Deep forest e i REM
-Floria Sigismondi con Tricky o Marilyn Manson
-Chris Cunningham con Aphex Twin
Il video clip come melting pot tecnologico
Il recuper di supporti filmici come il super otto, la pellicola o la manipolazione artigianale
vengono preponderati nella ricerca e sperimentazione di videomakers come Michel Gondry,
Floria Sigismondi e Dom&Nic
La nuova avanguardia italiana
1.Luca Lumaca, fotografo, grafico e videomaker ufficiale dei Julie’s Haircut. Video di Set the
world on fire con l uso dei lego: urlo no global, affermazione attraverso l uso ironico del logo
riproposto mediante ribaltamento di ruoli e intenti. Un atmosfera di protesta rende i personaggi
ludici del video tanto famigliari quanto pericolosi.
2. Cristiano Dal Pozzo. Video Liquido dei Modho: ricrea atmosfera asettica e galleggiante con
semplice luce al neon che ne evidenziano la claustrofobica chiusura.
Floria Sigismondi: talk show on screaming visions
A Floria Sigismondi va il merito di non avere tenuto troppo in considerazione gli obblighi
discografici imposti durante la realizzazione di un video, di essere stata in grado di operare sia
con bassi budget che con altissimi compensi, di avere scavalcato i soliti concept narrativi sempre
più prevedibili, obsoleti e inutili a favore di un prodotto in continua evoluzione in bilico fra
semplice spot musicale, video artistico e cortometraggio cinematografico. Floria Sigismondi ha
scelto il linguaggio visivo della neo citazione, della ripetizione differente e della trasversalità
dei contesti. Siamo nei primi anni Novanta e indubbiamente la forza propagandistica di un nuovo
modo di intendere il corpo porta la Sigismondi a studiare l arte contemporanea: il copro si
manifesta rinnovato nei suoi molteplici aspetti: l involucro umano divenat la libi perfetto del
transfert psico fisico indotto da un irrefrenabile desiderio di modificare il proprio aspetto in
funzione di una perfezione esterna. Il copro cambia in funzione delle imposizioni mediatiche,
reali portavoce delle masse.
I mondi fantastici ricercati da Floria Sigismondi provengono dalla storia dell arte, dal barocco
italiano alla pittura nordica, ma si nutrono anche del cinema gfuturista di Dali e Brunel, del
neogotico di david Lynch e dei fratelli Quay, daall’animato e crudele Nightmare before christmas
di Tim Burton, dalla magia di Jodorosky. Ciò nonostante l'universo immaginario dell'artista giunge
da molto lontano: dai suoi studi, dalle sue ossessioni, dai suoi incubi e anche dalla sua infanzia.
La mutazione è in fase processuale, sta avanzando poco alla volta senza fermarsi davanti a
nulla.
L'intenzione artistica di Floria Sigismondi sottolinea l'unione di linguaggi e stili differenti al fine
di “dimostrare” un'eccezione alla piattezza dell'attuale società mediatica.
L'immaginario privato e personale diviene corale e comune a molti che si ritrovano, ogni volta,
tuffati in un'altra realtà, in un IO visivo dato per stereotipi, sineddoche e visioni sovvertite al
loro interno.
È lo show delle nuove creature imposto e articolato da Floria Sigismondi, strani esseri
biomorfi e neo tecnologici che prendono possesso del musicista che non è più la star assoluta del
video bensì l'ospite accondiscendente della fantastica teatralizzazione di una realtà alternativa,
contorta e attorcigliata su se stessa.
– The Beautiful People, Marilyn Manson (1996)
– Little Wonder, David Bowie (1997)
– Makes Me Wanna Die, Tricky (1997)
– Get up, Amel Larrieux (2000)
– 4 Ton Mantis, Amon Tobin (2000)
– In My Secret Life, Leonard Cohen (2001)
– Aubergine, Eatons (2001)! campagna pubblicitaria per la tv. Mini movie in 3 episodi, stile anni
50. Netto contrasto con la produzione solita della Sigismondi: atmosfere luminose cangianti
seducenti e attraenti
– Fighter, Christina Aguilera (2003)
– Untitled #1, Sigur Ròs (2003)
– Anything, Martina Topley Bird (2003)
– Obstacle #1, Iterpol (2003)
– I Owe, Living Things (2004)
– Bombs Below, Living Things (2004)
– Megalomaniac, Incubus (2004)
– Talk Show on Mute, Incubus (2004)! vena polemica alla societa (di solitio non presente nei
video dell artista) accusa alla volgarità insita nell tv, capace di rendere gli uomini simili alle
bestie. Mondo rovesciato: gli umani sono i freaks da portare in parata davanti all immenso
pubblico televisivo impersonato da scimmie pinguini cavalli lupi e canguri.
– The End of the World, The Cure (2004)
Caratteristiche comuni:
atmosfere cupe, surreali, colmi di paura, ancorata a istinti primordiali di sopravvivenza, Insetti
(rettili)
The fair of freaks: l'universo visivo di Chris Cunningham e Floria Sigismondi
Sono gli anni Novanta della mutazione sociologica e antropologica che coinvolgono non solo l'arte
visiva, ma tutte le forme di ricerca che avanzano verso una rivelazione non più chiusa da
specificità contenutistiche.
Vince la sfera dell'immateriale, di una realtà liquida e virtuale omologa alla dimensione eterea
della rete.
Il video clip è la rappresentazione simbolica della nostra epoca e per quanto essa sia indistinta,
molteplice, sovrastrutturata, anche questo prodotto, dichiaratamente postmoderno, va
codificato come singola produzione difficilmente catalogabile.
Le opere di Chris Cunningham provocano paura e piacere, desiderio e rifiuto, attrazione e
repulsione nei quali lo spettatore galleggia stordito, come la vecchietta travolta dall'urlo dello
strano essere generato dal monitor di Come to Daddy.
Sia Cunningham che la Sigismondi rappresentano incubi, paure ed ossessioni che non hanno
interpretazioni singole bensì coinvolgimenti collettivi; tutti insieme sono plasmati ripetute volte
alla luce della complessa tecnica di montaggio che entrambi usano costantemente. Tali
stratagemmi si modificano ancora una volta diventando il pretesto perfetto per fare emergere la
parti nascoste di un inconscio che preme sempre più per salire in superficie. Una “fiera
dell'atrocità” del tutto rinnovata che mostra orgogliosa le proprie stranezze e diversità. In
entrambi i casi il corpo diviene il centro di un colloquio visivo dalle svariate sfumature:
Ibridazioni, metamorfosi, robotizzazioni, passive marionette tratte dagli insegnamenti del
teatro, letteratura e fantascienza di un cinema misterioso oscuro e celebrato dai forti contrasti
tecnici.
Vide