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Analisi del rapporto tra il numero di imprese e i costi irrecuperabili
Sostituendo alla formula di avrò:
FE = q → i P - C P ∙ N A P P ∙ Nα
Volgendo i calcoli ricaviamo N:
(1 - A)E + 1αN = F
Parto dalla spesa del mercato e dall'indice di Lerner, metto insieme il potere di mercato e la spesa dei consumatori, altrimenti non posso decidere se entrare o meno nel mercato. Analizziamo la qualità di quello che abbiamo scritto: che rapporto esiste tra il numero di imprese e i costi irrecuperabili? Se F dovesse aumentare, N diminuisce e cioè, abbiamo dato una parvenza concettuale all'intuizione che avevamo prima utilizzando il potere di mercato (indice di Lerner) e il concetto di spesa. Abbiamo dimostrato concettualmente che se i costi irrecuperabili aumentano, abbiamo un numero minore di imprese sul mercato, cioè abbiamo un mercato più concentrato. Tutto ciò impatta parecchio sulla struttura del mercato. È evidente che i costi irrecuperabili hanno un effetto diretto sulla.
struttura del mercato (se il mercato è molto concorrenziale, dovrei mettere dei prezzi bassi e impiegherei molto tempo per recuperare questi costi, se, invece, è meno concorrenziale, quindi, più concentrato, cimetterei di meno). Esiste, pertanto, un evidente nesso tra i costi irrecuperabili e la struttura del mercato più o meno concentrata.
Maggiori costi irrecuperabili minore numero d’imprese sul mercato maggiore concentrazione (minore concorrenza).
Che un’impresa produca un solo prodotto non è un’ipotesi realistica. Infatti, è molto multiprodotto più realistico pensare che l’impresa sia. Il fatto che le imprese nella realtà siano multiprodotto, crea delle difficoltà nel ragionamento, perché nella precedente lezione, abbiamo detto che l’impresa produce il prodotto e poi avrà delle economie o delle diseconomie di scala. Un’impresa multiprodotto ha qualcosa di simile alle economie di scala?
Come vengono valutati i costi? Ovviamente anche le imprese multiprodotto hanno delle cose simili alle economie di scala e soprattutto hanno anche loro i costi. Per quanto riguarda i costi, usciamo dal concetto di costo medio e costo marginale e parliamo di che rappresenta il costo medio, non per il singolo prodotto ma per un mix di prodotti. Attraverso tale concetto, possiamo esprimere il concetto di economie di scala per un'impresa multiprodotto. Cioè passiamo dal concetto di economie di scala al concetto di economie di scopo. Quando un'impresa ha un'economia di scopo? Supponiamo di avere due prodotti. L'impresa può decidere di produrre entrambi i prodotti o vengono prodotti da due imprese separate. Avrò economie di scopo quando è meno costoso produrre entrambi i prodotti (un gruppo di beni) rispetto a produrli separatamente. Quindi abbiamo: - produco la quantità qBene 1 - produco la quantità qBene 2 I costidell'impresa saranno: C(q, 0) se produce soltanto il bene 1; C(0, q) se produce soltanto il bene 2; C(q, q) se produce entrambi i beni. Mi conviene produrre entrambi i beni quando il costo per sostenerli entrambi separatamente è più alto del costo per sostenerli insieme. Quindi, quando il valore dell'equazione, e quindi della differenza scritta sotto, è maggiore di zero (cioè C(q, 0) + C(0, q) - C(q, q) > 0) è meno costoso produrre entrambi i beni, e quindi abbiamo economie di scopo. Quindi: C(q, 0) + C(0, q) - C(q, q) > 0 → economie di scopo. Se C(q, 0) + C(0, q) - C(q, q) = 0 non ho né economie né diseconomie di scopo (cioè i costi per produrli insieme sono esattamente uguali ai costi per produrli separatamente). Se C(q, 0) + C(0, q) - C(q, q) < 0 ho diseconomie di scopo (è meno costoso produrre i beni separatamente).alla formattazione del testo, ho anche corretto alcuni errori di ortografia e punteggiatura. Ecco il testo formattato:Beni separatamente rispetto al produrli insieme) È evidente che la situazione migliore per l'impresa è avere economie di scopo.
Quale potrebbe essere un'economia di scopo? Perché potrebbero sussistere economie di scopo?
Potrebbero sussistere economie di scopo per tre motivi principali:
- Quando ho un fattore produttivo che posso utilizzare per più produzioni (es. Apple fa diversi prodotti tecnologici perché usa lo stesso sistema operativo).
- Se esiste complementarità con le produzioni. Vuol dire che facendo la produzione di un qualsiasi bene, questo abbassa i costi per produrre qualche altro bene (è quando io, facendo un bene, creo un prodotto partendo da quel bene, il bene che sto costruendo fa parte del processo di base di un altro bene, quindi ho già abbassato i costi perché lo produco io).
- Quindi possiamo dire che si hanno economie di scopo quando le imprese hanno tecniche produttive molto simili.
Accanto
Alle economie di scopo, vi sono altri tre fattori che giocano un ruolo importante nella struttura del mercato: di questo ne occupa l'economista Sutton.
L'intuizione - Le dimensioni del mercato: da cui parte è la seguente: siamo sicuri che le grandi imprese nei mercati possono essere poche perché il mercato deve essere molto concentrato? O questo non c'entra nulla? Perché non può esserci un numero più elevato di grandi imprese sul mercato? È evidente che la dimensione del mercato non per forza indica più o meno concentrazione. Se il mercato è molto grande da poter accogliere molte imprese, allora ben venga (possiamo avere 50 grandi imprese perché il mercato è molto grande e solo 2 grandi imprese perché il mercato è molto piccolo e non perché è concentrato.) Quindi, egli, in realtà, dice che il numero delle imprese non impatta sulle dimensioni del mercato.
Questaintuizione è molto importante perché svincola il concetto di dimensione delmercato dal concetto di concentrazione. Perciò la relazione tra struttura edimensione varia a seconda del mercato specifico. Infatti, Sutton dimostra chenon sempre la concentrazione diminuisce all'aumentare delle dimensioni delmercato (cioè più grande è il mercato meno imprese ci sono maggioreconcentrazione non è detto che sia vera); cioè uno immagina che se il mercatodiventa molto grande possono entrare più imprese e quindi la concentrazionediminuisce, questo non è assolutamente vero.Sutton si concentra su due mercati molto particolari e dice che questi mercati,in realtà, sono particolari, cioè, se sul mercato si fa molto uso di pubblicità(quindi la pubblicità costa tanti soldi), questi mercati sono più concentratiperché c'è la pubblicità, non tutte le imprese possono.sostenere costi pubblicitari elevati. Sutton fa l'esempio del mercato farmaceutico in cui non si compra il bene che costa di meno ma quello più costoso perché più affidabile (si comprerebbe il farmaco di marca). Sappiamo che esiste un indice per individuare le economie di scala, quindi, ovviamente esiste anche un indice per individuare le economie di scopo. Tale indice è: ( ) ( )−C+C (qC q 1,0 0 , q 2 1 , q 2)=S c (qC 1 , q 2)>0S → è più costoso produrre separatamente che produrle insieme (economie di scopo); =0S → né economie né diseconomie di scopo; c <0S → è più costoso produrre insieme che produrle separatamente (diseconomie di scopo). Sutton per dimostrare la sua ipotesi, parte dal concetto di costi irrecuperabili e afferma che questi costi irrecuperabili, in realtà, non sono solo "irrecuperabili" perché già sostenuti ma sono non fissi ma endogeni.Cioè dipendono dal mercato (variano a seconda delle dimensioni del mercato). Quindi, lega i costi irrecuperabili alle dimensioni del mercato. Sutton parte dalla condizione di equilibrio precedente (Il numero di equilibrio delle imprese sul mercato dipende dai costi irrecuperabili):
( ) 1AE +1αN= F
Lui si concentra sul costo irrecuperabile, apportando una modifica, cioè affermando che il costo non sia più fisso ma dipendente dalle dimensioni del mercato. Avremo che: Il costo irrecuperabile F dipende da una β costante K più che è un'altra+ (F=K β AE) costante e dalla dimensione del mercato data dalla spesa che effettuano i consumatori sul mercato. A (Se ad esempio io devo entrare su un mercato che conta 50 consumatori, è un'altra costante, E è la spesa. sosterrò dei costi irrecuperabili, per esempio avrò bisogno di un deposito.
Sedevo entrare su un mercato con 50 milioni di consumatori, non posso accontentarmi di un deposito, me ne servirò uno più grande e quindi, avrò dei costi irrecuperabili maggiori).
Sutton mette questa formula nella condizione di equilibrio e ottiene che il numero di equilibrio di imprese sul mercato è uguale a:
[ ] 11e 1+ α = NK + βAE