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STORIA DEI PRINCIPI CONTABILI

INTERNAZIONALI

I principi contabili internazionali nascono nel 1973, prima di questa data si

poteva parlare solamente di ragioneria comparata: ogni giurisdizione aveva

una sua tradizione contabile.

Dal 1973 nascono norme contabili che pretendono di avere valore universale.

Si istituisce un comitato che elabora questi principi contabili internazionali: l’

IASB (prima era IASC).

Nel 1973 la Gran Bretagna entra nella comunità economica europea ed

emana i principi contabili IAS, il cui obiettivo era quello di armonizzare tra loro

i principi contabili dei diversi paesi, riducendo, ma non uguagliando, i bilanci

USA con quelli dell’Argentina.

Nei principi contabili più vicini a noi invece le opzioni sono ridotte (per

esempio si deve valutare al fair value).

L’Europa con la quarta direttiva CEE del 1978 IMPONE a tutti gli stati

determinati schemi di bilancio.

Dal 1978 al 1993 l’armonizzazione agisce per mezzo delle direttive, non del

regolamento, quindi gli stati sono ancora liberi di scegliere tra diverse opzioni,

es: lo Stato patrimoniale si può fare in forma scalare o a sezioni divise e

contrapposte (scelta seguita dall’Italia).

In Italia, con la legge 216 del 1974 viene riformato il diritto societario: nel

codice civile si pone la distinzione tra società quotate in borsa e società non

quotate in borsa.

Questa legge determina un contenuto minimo del conto economico dei

profitti; nel 1975 si istituisce la CONSOB e si cominciano ad emanare i

principi contabili redditualisti, e questo proprio perchè le società per essere

quotate dovevano rispettare i principi contabili.

La svolta che fa passare dalla fase dell’armonizzazione a quella della

standardizzazione è a partire dagli anni ’90, dove vi è il trionfo del capitalismo

( si ricordi che non c’è più l’Unione Sovietica, nel 1994 nasce internet e il

WTO, nel 1992 nasce l’Unione Europea, etc.).

E’ quindi il periodo dell’economia capitalistica globalizzata, e di conseguenza

erano i capitali a controllare gli Stati e non viceversa (si pensi alle

privatizzazioni).

Negli anni ’90 si ha l’esigenza di un bilancio uguale per tutti.

Nel 1996 l’unione di tutte le CONSOB afferma che può essere quotato all’

IOSCO solo chi adotta principi contabili internazionali.

Il regolamento che apre le porte ai principi contabili internazionali si ha nel

2002, ma già nel 1995 si decise che non vi era più spazio per i bilanci

nazionali, se non per le società non quotate in borsa.

Nel 2001 si ha una riforma importante: l’ IASC si trasforma in IASB: questa

riforma è important perchè i componenti della commissione non sono più solo

i rappresentanti dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ma anche i

rappresentanti delle società quotate. Inoltre adesso si parla di principi di

bilancio ( prima invece di principi contabili), prima si parlava di IAS e ora di

IFRS.

La differenza principale degli IFRS dagli IAS è che gli IFRS sono ispirati da

una stretta standardizzazione dei principi contabili internazionali.

IASB e IASC restano enti no profit, non hanno il diritto di emettere norme

valide in tutto il mondo.

Con il regolamento CEE 1606 del 2002 l’Unione Europea decide

l’orientamento da seguire: il bilancio consolidato di gruppo, perchè per gli

anglosassoni è questo il vero bilancio, non quello della capogruppo. Quindi

per il bilancio consolidato di gruppo, dal 2005, vengono necessariamente

applicati i principi contabili internazionali.

Con il regolamento CEE 1606 del 2002 l’Europa si arrende agli anglosassoni

ma affinchè questi principi contabili possano entrare in Europa, deve

necessariamente sussistere un atto formale in cui l’Europa conferma di voler

adottare il principio: si parla in questo caso di ENFORCEMENT.

I principi per cui non ci fu Enforcement furono soggetti dall’ IASB ad un

processo di revisione dopo il quale l’Unione Europea li avrebbe accettati.

In Italia nel 1991, con il decreto legislativo 127, si recepisce la quarta direttiva

del 1978 e la settiman direttiva del 1983 (che introduce il bilancio

consolidato).

Nel 2001 l’OIC ( Organismo Italiano di Contabilità) è l’ente preposto

all’emanazione dei principi contabili (quindi non più l’Ordine dei dottori

Commercialisti e dei Ragioneri).

Insieme all’Enforcemente nasce l’Endorcement, ovvero la possibilità di

prendere provvedimenti per i singoli Stati. In Italia l’Endorcement è il decreto

legislativo 28 del 2005 per recepire i principi.

I principi contabili sono preceduti dal FRAMEWORK, che è rivolto all’IASB,

non a cui legge il bilancio.

I criteri fondamentali di valutazione delle attività e delle passività sono due:

1.mantenimento del capitale finanziario (criterio ottimista)

2.costo storico recuperabile (criterio pessimista e conservatore).

Il primo criterio sucitato diviene la Zona Finanziaria del Patrimonio, mentre il

secondo criterio diviene la Zona Economica del Patrimonio: i principi contabili

ci dicono che possiamo scegliere uno dei due criteri.

Il bilancio, o Financial Reports, è composto da 5 documenti:

1.Situazione Patrimoniale Finanziaria : Fondi

2.Conto Economico: rappresenta le variazioni di patrimonio netto di carattere

gestionale

3.Rendiconto Finanziario: indica le variazioni del patrimonio lordo

4.Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto: indica le variazioni di

patrimonio netto di origine diretta

5.Note: nota integrativa.

I principi su cui deve fondarsi il bilancio sono due:

1.COMPETENZA, per cui per contabilizzare un ricavo o un costo, si deve

valutare al momento in cui esso si verifica. La competenza non è legata

all’entrata o all’uscita di carattere finanziario, ma ai processi economici.

2.CONTINUITA’ AZIENDALE, per cui le attività e le passività sono valutate

nella prospettiva della continuità aziendale.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luglioestate di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Contabilità e Bilanci Aziendali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Costa Massimo.