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ECATEO
Ecateo è l'autore più antico della storiografia greca. È pervenuto fino a noi l'incipit della sua opera (FGR 1= primo autore; F 1=primo frammento) composto da due linee molto interessanti perché con l'espressione "Ecateo di Mileto racconta" si capisce che la storia nasce per il bisogno di raccontare il passato, che il nome è una firma a tutti gli effetti e che essa significa che la narrazione del passato è responsabilità dell'autore stesso.
Ecateo, firmandosi come Ecateo di Mileto sta sottintendendo che scrive per gli abitanti delle altre città che parlano greco; se stesse scrivendo per i suoi concittadini userebbe il patronimico.
Riassumendo è un cittadino qualunque che si rivolge ad un pubblico che non sa bene quale sia; ha la pretesa di parlare a tutti con l'unico ostacolo rappresentato dalla lingua veicolare.
In realtà, comunque, non è un cittadino qualunque.
perché è abbastanza ricca da potersi dedicare a questa attività perdendo tempo e rispondendo alle domande che le pone il suo intelletto. È una persona che viaggia per commerci per il Mediterraneo orientale. L'inizio è molto interessante perché questo modo di raccontare lo troviamo anche negli storici successivi, ma quest'incipit è tipico di quello che usano i redattori delle civiltà asiatiche e del Mediterraneo orientale per raccontare le grandi imprese del proprio regno. Abbiamo grandi iscrizioni rupestri, come per esempio una persiana che inizia con "Il re Dario racconta", che incominciano nello stesso modo di questo frammento di Ecateo. Qua, però, c'è una differenza: nelle poleis non c'era un sovrano e, infatti, non è un re a raccontare ma una persona comune che ritiene di poter esporre le sue ricerche e quindi la sua lettura del passato. Insomma i Greci non sono i primi a narrare le storie passate.
ma sono Greci le prime persone apparentemente comuni a farlo. Così il racconto di un fatto può nascere in una molteplicità di voci che si diffonde nelle città greche perché sono poleis e quindi non soggette ad un unico sovrano. Da questo fatto ci si interroga sulla qualità del metodo di narrazione (ovvero quello storico), visto che è una scrittura privata e non monumentale aperta alle letture in base al suo successo, e sulla verità della storia raccontata. Ecateo non rinuncia al concetto di verità ma lo relativizza (non vuol dire che esistono più verità, ma che ognuno si assume la responsabilità di quello che racconta). Infatti afferma che i miti sono molteplici (con tante versioni diverse che cambiano da città a città) e per questo ridicoli quindi non interessanti per dedurre la verità. L'unico strumento di Ecateo, però, sono proprio i miti e così cerca di capire quali sono.
quello di Erodoto, che nel V secolo a.C. scrive le sue Storie. Erodoto è considerato il padre della storiografia occidentale e il suo lavoro è una pietra miliare nella raccolta e narrazione dei fatti storici. Utilizza fonti orali e scritte, viaggia per raccogliere informazioni e cerca di dare una spiegazione razionale agli eventi. La sua opera è divisa in nove libri e copre un periodo di tempo che va dalla guerra tra Greci e Persiani fino alla guerra del Peloponneso. Erodoto cerca di dare una spiegazione razionale agli eventi storici, ma non rinuncia a inserire anche elementi mitologici e leggendari. La sua opera è un mix di storia, geografia, etnografia e mitologia, e rappresenta un importante contributo alla conoscenza del mondo antico.Ellanico di Mitilene usando la lista delle cape sacerdotesse del santuario di Era ad Argo. Le sacerdotesse avevano una carica annuale così da associare il nome di ognuna di loro ad un anno di un determinato evento.ERODOTO:
Inizia la sua opera dicendo che ha un gran bisogno di raccontare perché quel fatto che ha vissuto è il più straordinario nella storia dell'umanità e devono saperlo anche le generazioni future.
Il primo obiettivo di Erodoto per raccontare la storia è quello di non dimenticare affinché non svaniscano le imprese grandi e meravigliose (ciò che genera stupore) fatte dai Greci e dai barbari e, in particolare, perché essi si fecero la guerra. Erodoto non vuole raccontare le guerre persiane, ma le imprese degli uomini durante questi conflitti e le motivazioni di queste guerre senza schierarsi anche se faceva parte della cerchia di Pericle.
Nella sua opera i primi 4 libri non parlano delle guerre ma d'altro, il...
quinto dellarivolta ionica, il sesto la prima guerra persiana, il settimo, ottavo e nono laseconda guerra persiana.
I barbari sono coloro che non parlano greco (in origine questa parola non hal’accezione negativa che gli diamo noi) e l’idea che fosse un vocaboloonomatopeico non è dimostrato.
Erodoto è il primo di questi autori che diventerà famosissimo infatti le sueopere verranno lette durante i grandi avvenimenti (come le Olimpiadi).
Egli dedica tutti i primi 4 libri a spiegare come funziona l’impero persianoperché vuole far capire com’è nato e come si è sviluppato fino ad arrivare allariscossione dei tributi dalle città greche che ha dato inizio alla guerra.
La famiglia Chemenide, ovvero quella imperiale persiana, proveniva dallaPersia e si stanziò in una parte della Mesopotamia per dare inizio ad unacampagna di conquiste occupando: la Lidia (una regione della penisolaanatolica), altri regni minori e l’Egitto.
Così si crea il grande impero che arriva fino ai confini dell'India, composto dalle varie satrapie, la nomina dei satrapi e l'obbligo di questi ultimi di riscuotere le tasse. Raccontando tutto questo, lui espone tutte quelle cose grandi e meravigliose di cui aveva parlato, ma emerge in Erodoto (grande viaggiatore) un interesse consistente per quei popoli: tratto per noi molto interessante perché ancora oggi è indicato come l'inizio dell'antropologia culturale (idea della concezione relativista dello stile di vita dei diversi popoli). C'è un tratto comune degli uomini in quanto esseri umani, ma è presente anche un tratto caratterizzante, ovvero quello culturale. Erodoto ha anche bisogno di piacere al pubblico e quindi si fa un po' prendere la mano quasi da rappresentare pezzi di teatro. Ci sono due esempi di descrizioni culturali molto importanti, di cui uno è quello dell'Egitto perché ritenuto molto ricco di.
cose meravigliose più di ogni altro paese. Oltre al Nilo hanno costumi molto particolari e diversi da molti altri uomini: presso di loro le donne commerciano e gli uomini, invece, se ne stanno a casa e sono, le donne non sono sacerdotesse e gli uomini sì, mantenere i genitori è obbligo delle donne ed ecc... Quando Erodoto vuol far vedere che è una civiltà al contrario viene evidenziato il fatto che i compiti svolti dagli uomini sono svolti dalle donne viceversa e che non esistono le leggi fondamentali (come quella del mantenimento dei genitori). Nel terzo libro, invece, afferma che Cambise dopo aver conquistato l'Egitto se ne innamora e vuole rimanerci a vivere e, così, decide di rimanere lì e ci morirà pure. Raccontando questo, però, afferma che Cambise era un pazzo perché mentre viveva lì si divertiva a prendere in giro gli Egizi per i loro costumi e le loro tradizioni. Successivamente avverrà anche un
Colpo di stato da parte dei magi nei confronti di Cambise. Erodoto narra un'altra storia sempre di carattere culturale ovvero quella di Dario che chiede se i Greci e gli indiani Callati fossero disposti a scambiarsi le usanze funerarie. Queste usanze erano molto differenti perché i Greci cremavano il cadavere del defunto, mentre i Callati facevano un banchetto funebre nel quale gli invitati si cibavano di una parte del corpo del defunto. Naturalmente entrambi si rifiutano categoricamente e inorridiscono e allora Erodoto afferma che ha ragione Pindaro: "La consuetudine è regina di tutte le cose" quindi non si può ridere delle consuetudini altrui.
ANTIFONTE: È un retore presocratico del V secolo a.C. ed è un nome importante della storia ateniese. C'è un Antifonte che è il teorico di un colpo di stato avvenuto nel 411 a.C. che potrebbe essere lui, ma non ne abbiamo la certezza storica. Nel caso fosse lui è morto nel 411 a.C.
In caso contrario può essere vissuto fino anche al IV secolo a.C. Anch'egli riflette su che cos'è la verità e soffre perché sente la legge come un'imposizione e non la sopporta; consiglia di rispettare la legge quando si può essere beccati e, invece, di seguire quella che lui chiama la legge di natura quando abbiamo speranza di non essere sorpresi. Ci dà già l'idea di come si comporta la natura umana all'interno della polis e della comunità che, con le sue regole, viene già percepita come una gabbia perché ha anch'essa le sue ingiustizie sociali: le persone altolocate le rispettiamo al contrario di quelle povere. Nella legge di natura tutti gli uomini sono uguali. Erodoto raccontando le guerre persiane in un preciso modo ha mosso gli intelletti dell'epoca e questo ne è un esempio. Egli ha creato un'onda lunga che ha messo in discussione l'ordinamento dell'Atene del V
secolo a.C. e le sueregole di convivenza che, essendo fatti culturali e non divini, possono esseresempre mutate: cambiando le usanze cambiano anche le leggi.
ARISTOFANE:
L'opera "Nuvole" di Aristofane rappresenta un'altra onda lunga creata daErodoto. Quest'opera è una grande satira contro Socrate colpevole di insegnare aigiovani questo relativismo, infatti parla di un padre che è stressato perchét ilfiglio sta avendo vari problemi con dei debiti. Il padre allora, per non pagare i debiti del figlio, viene a conoscenza di un certoSocrate e decide di imparare da lui per diventare un bravo oratore e convincerei giudici al processo a dargli ragione e a non fargli pagare i debiti. Il padre dopo un piccolo esame sottopostogli da Socrate decide di non aiutarlo,ma chiede se può insegnare a suo figlio che è giovane. Dopo che il figlio ha imparato da Socrate ritorna e a cena litiga subito.