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TRAPASSO DAL REGIME COLONIALE ALLO STATO INDIPENDENTE

Da parte britannica questo processo viene presentato un po' come un passaggio di poteri organizzato, ma in realtà così non era stato: era stato casuale, una reazione al vento di cambiamento che era sì generalizzato, ma che risentiva delle singole realtà coloniali come il caso del Kenya appunto testimonia.

Nell'Africa sub-sahariana francese c'è un solo caso di decolonizzazione dove la violenza gioca un ruolo, accumunato a quello del Kenya che fa spazio al partito del compromesso e dell'indipendenza coloniale: CASO DEL CAMERUN che mostra alla Francia i pericoli di una decolonizzazione non gestita, non negoziata e quindi influisce sulle scelte politiche la Francia fa in altri contesti.

Il Camerun è una realtà particolare perché era un vecchio mandato della Francia, in quanto ex-colonia tedesca e lo diventa dopo la 1WW. A partire dal 1946 faceva parte

Dell'unione Francese, territorio associato alla Francia previsto dalla Costituzione della Repubblica francese. Anche qui il problema è un problema di tipo socio-economico: dopo la 2ww il Camerun vive una fase difficile di scarsi approvvigionamenti delle città, incrementi delle richieste di lavoro a tutti i livelli a cui però non fa seguito una politica di tutele da parte del governo coloniale francese. In Camerun le istanze di sviluppo della nuova era, quindi anche gli investimenti che si traducono in maggiori investimenti in nuovi settori non sono accompagnate in forme di tutela dei sudditi della colonia, si registra nella fase della seconda colonizzazione fenomeni di sfruttamento della manodopera africana che danno vita a scioperi, repressi dal governo coloniale francese. Il leader di questi disordini è un sindacalista Nyobé che fin dal 1948 guida questo movimento di resistenza, alla guida di un partito l'UPC (unione delle popolazioni del Camerun):

Nome vocativo nel senso che il Camerun è realtà composita, ma Nyobé non mette l'enfasi sull'appartenenza etnica ma del comune sfruttamento che sulle svariate popolazioni del Camerun esercita il potere coloniale. Nyobé passa rapidamente dalla rivendicazioni economiche a quelle politiche: secondo lui il governo locale che non riesce a garantire livelli minimi di vita agli africani non ha il diritto ad esercitare l'azione del governo. Così dal 1950 inizia a sventolare la bandiera dell'indipendenza del Camerun. La base sociale dell'UPC è rappresentata dai ceti più bassi, gli strati emarginati: i lavoratori dipendenti dalle piantagioni francesi, sono le donne (caso raro). Anche l'organizzazione è particolare: strutturata sul territorio, nel 1955 esistevano circa 54 comitati di base che organizzavano le manifestazioni su base locale e nello stesso l'autorità coloniale dichiara l'UPC come

Illegale - entra quindi in clandestinità e inizia la fase vera e propria, alla guerriglia con le stesse modalità dei Mau Mau anche se con rivendicazioni diverse. Qui si tratta di rivendicazioni di diritti moderni, i bersagli sono i rappresentanti del potere coloniale, coloro che cooperano con il governo e coloro che fanno parte di altri partiti che vorrebbero il compromesso con il governo coloniale, ad esempio il partito etnico dei Fulani che ha un atteggiamento molto più morbido rispetto all'UPC: mira ad acquisire posizioni all'interno dell'ordine coloniale, quindi strategia riformista e a partire dal 1958 in poi quando Nyobé viene ucciso da una pattuglia delle forze francesi, questo partito etnico dei Fulani in quanto moderato diventa l'interlocutore privilegiato del governo francese. Questo partito che allineandosi con i colonizzatori si assicura un ruolo per la fase post-indipendenza: partito che a partire dal 1960 guida il Camerun indipendenza.

mentre i comitati base dell'UPC continuano nella guerriglia fino agli inizi degli anni '70: conflitto che prima è anti-coloniale e poi civile, si calcola che questo conflitto registrasse circa 30 mila vittime. Indipendenza sanguinosa ma anche questa NEGOZIATA: vengono sciolti i settori moderati dell'etnia Fulani. Per una Francia già coinvolta nella guerra d'Algeria, l'insurrezione dell'UPC rappresenta un avvertimento a ricercare laddove possibile sin da subito un interlocutore credibile sul fronte africano al quale sia possibile affidare una transizione possibile del potere. Cosa importante sono le MODALITÀ DEL GOVERNO FRANCESE: Ottica centralista che ha contraddistinto Parigi che diventa evidente nel 1956: nell'anno in cui l'UPC passa alla guerriglia, ma anche l'anno della Legge Defferre (ministro della Francia d'oltre mare). Nel 1956 la Francia che si trova in grosse difficoltà poiché ha perso.l’Indocina e l’indipendenza di Cambogia Lau e la spartizione di Vietnam del sud e del nord, già in atto la crisi algerina: anno in cui il governo di Parigi cerca di rivedere l’impianto che è ancora coloniale. Lascia intatti i due governatorati generali di cui si componeva il governo francese: governatorato occidentale e equatoriale francese; ma rapporta i singoli territori coloniali dotandoli di parlamenti propri (prima volta nell’esperienza francese) eletti tendenzialmente a suffragio universale (con limitazioni che riguardano la capacità di leggere e scrivere e un certo livello di reddito) che devono controllare l’attività di governi dove anche gli africani sono rappresentati. Si tratta di un’apertura storica per i governi francesi che accelerano la decolonizzazione: l’accesso a procedure politiche definite per legge rafforzano le formazioni politiche già presenti sul territorio. I leader presenti non sono solo.legittimati sulla loro storia personale, ma siedono nel nuovo ordine costituzionale incardinata dalla legittimità della Legge Deferre. La Legge Deferre costituisce solo il primo passo di un processo che Parigi guida dalla madrepatria; secondo passo trasformazione dell'unione francese alla comunità francese, il passaggio dalla quarta alla quinta repubblica, il passaggio dall'unione francese alla comunità francese dove l'autonomia, lo status delle repubbliche sono associate è sempre lo status di repubbliche autonome, non si dice "indipendenti, ma il fatto stesso che si parli di repubbliche autonome significa che in Francia il grande passo è fatto ovvero si è pronti alla concessione d'indipendenza: non si parla più di protettorati, ma repubbliche autonome associate alla repubblica francese, anche se il legame con la Francia è ancora stretto (politica di difesa comune ecc.). L'idea della creazione di questa

La comunità francese è che serve a mantenere il legame strutturale con la Francia: tra Francia e vecchio impero coloniale.

In realtà, questa comunità francese nell'arco di 2 anni si sbriciola, si sono aperte le porte e una volta aperte diventa difficile richiuderle. La costituzione della quinta repubblica ha una serie di punti delicati che non vengono risolti alla radice: si parla di repubbliche autonome associate alla Francia dotate di parlamenti nazionali davanti ai quali sono responsabili i governi nazionali, ma si dice che ci sarà in mano alla comunità con competenze specifiche che però non vengono definite in maniera chiara, esistenza di una corte arbitrale ma non si specifica su quali vertenze la corte dovrebbe intervenire. È quindi incompleta: ma ciò che ci interessa maggiormente è che la legge Deferre e questa costituzione apre la strada all'indipendenza delle colonie africane francesi.

In tutta questa vicenda

c'è il caso specifico, poiché in questa epoca di cambiamento presente anche in Francia c'è un dettaglio previsto dalla costituzione della quinta repubblica: l'approvazione della comunità francese viene sottoposta ad una procedura referendaria: si dovranno tenere dei referendum negli exterritori coloniali dove le popolazioni devono votare se aderire alla comunità e quindi indipendenza limitata oppure la secessione dalla comunità (si secede da un'entità compatta, da una realtà unitaria).

Ci sono due elementi da sottolineare:

  • nel 1958 un solo stato vota per la secessione e tutti gli altri stati votano per l'ingresso nella comunità;
  • l'unico stato che vota per la secessione è la Guinea di Sékou Touré e del partito democratico della Guinea. Forse lui è l'unico fra i leader africani che porta alle estreme conseguenze sin da subito l'impianto della comunità francese.
Sékoutouré esce dalla comunità e proclama l'indipendenza della Guinea: la Francia ha loscarto dell'indipendenza coloniale. Ritira dalla Guinea tutti i funzionari coloniali, la mobilia, si dà il senso della rottura proprio, fa di tutto per rendere impossibile la vita a Sékou Touré, ma nell'arco di un paio di anni la scelta fatta da lui avrebbe anticipato quella di tanti altri leader dell'Africa francofona. Perché si vota per l'adesione alla comunità? C'è un elemento che accomuna: il timore che non sarebbero state in grado di governare senza il sostegno e la protezione francese. In questo senso il caso della Guinea funziona da ammaestramento; la reazione della Francia a quanto della Guinea autorizza il dubbio dei leader: si pensa magari di negoziare con Parigi ma rivendicando l'indipendenza. Il caso della Guinea mostra un lato della Francia che con difficoltà accetta la fine del

Il caso particolare di indipendenza negoziata è il caso del Congo Belga. Alle dinamiche abbiamo già osservato se ne aggiunge una inedita. Nel caso della decolonizzazione del Congo si registrano le prime interferenze rilevanti della situazione internazionale nel contesto dell'Africa sub-sahariana, ovvero le dinamiche della guerra fredda giocano un ruolo importante.

Si tratta di una situazione particolare poiché gli sviluppi della vita politica in Congo erano stati molto limitati. Il governo belga aveva limitato la possibilità di organizzazione politica e sindacale dei sudditi africani della sua colonia e il risultato era che non solo mancavano ancora negli anni '50 delle formazioni politiche organizzate con un'ampia base sociale come successo altrove in Africa, ma mancavano in Congo organi di partecipazione: il governo coloniale si era aperto in maniera molto limitata alla partecipazione della vita politica alla colonia.

Le autorità belghe in Congo non avevano nemmeno sviluppato un sistema educativo degno di questo nome.
Dettagli
A.A. 2020-2021
130 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/13 Storia e istituzioni dell'africa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VanessaLazzerini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Africa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Francioni Andrea.