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COMUNISMO

Si sviluppa a partire dalla riv. russa.

La prima osservazione è che la rivoluzione russa, o quella dell’ottobre del 1917, è il punto di

partenza di un movimento storico (e non politico)in senso molto più ampio le cui conseguenze

arrivano fino a giorni nostri. OSSERVAZIONE: la rivoluzione sovietica del 1917 è simile alla

rivoluzione della Francia del 1789.E’ bene capire come ci siano delle ricorrenze e permanenze

nella storia.

- Come nel 1789 la riv. sovietica del 1917 cambia radicalmente la faccia di un intero paese, ne

cambia le strutture e stabilisce un nuovo ordine politico e sociale; come la riv. del 1789 esce dai

confini nazionali, così anche la riv. sovietica esce al di fuori dei propri confini russi.

Il fenomeno ha una doppia valenza (nazionale ed internazionale);

- Le analogie si estendono anche alle relazioni diplomatiche: paese che è culla della rivoluzione e

dei suoi vicini. 1782: Francia messa al bando dall’Europa dell’antico regime; così anche la Russia

sovietica dopo il 1917 viene messa al bando dall’Europa civile; come la rivoluzione francese anche

quella russa reagisce e esce vittoriosa dalla prova di forza;

- Il terrore sovietico degli anni ’20 del ‘900, corrisponde al terrore rivoluzionario del 1793-1794;

La storia del Comunismo in Russia è una storia molto articolata, meno lineare di quanto possa

apparire. C’è il problema delle origini stesse della riv. sovietica, e gli storici si sono divisi in due

gruppi:

orientazione marxista social-democratica che presenta questo fenomeno rivoluzionario come un

esito obbligato: carattere filosofico, idealismo (tesi-antitesi-sintesi), forma obbligata che ad un certo

punto le cose devono andare in quel determinato modo e problema della situazione economica del

paese (pensiero dell’altra scuola di pensiero): situazione molto difficile anche se dal punto di vista

dei numeri macroeconomici la Russia è un paese grandissimo, molto industrializzato, molto ricco

che però non può mettere a disposizione tutti i suoi frutti a causa della vastità dei territori controllati

dalla Russia e anche a causa della mancanza delle infrastrutture; il secondo filone della scuola di

pensiero è quello occidentale liberal-democratico secondo cui la Russia riuscì a mettere in moto un

processo di riforme e successivamente ciò che determinò la caduta del sistema fu l’esito della

guerra. (definizione di SOVIET) All’interno di questo periodo si individuano tre fasi all’interno del

comunismo. 1) COMUNISMO DI GUERRA: riv. d’Ottobre fino alla fine del 1921 (4-5 anni). Questa

fase è dominata da una guerra interna ed esterna, non voluta dai bolscevichi ma imposta la cui

pace è molto cara (Pace di Brest-Litovsk 1918). La Pace non diventa una vera pace ma trasforma

la guerra in una guerra civile, che oppone l’armata rossa a quella bianca (fedele allo Zar, anche

quando egli è già morto, ma nell’Europa ancora non si ha questa notizia). E’ una guerra esterna

perché le nazionalità che fino ad allora erano state assoggettate approfittando della situazione per

emanciparsi, per cercare di strappare a Mosca la propria indipendenza e le armate bianche sono

sostenute dalle grandi potenze (UK,Francia,Giappone), ecco la necessità per la rivoluzione di

dotarsi del suo esercito (armata Rossa->Trovsky grande creatore di questa armata—>comunismo

di guerra).La guerra determina le sue necessità ed imperativi anche all’interno del Paese, perché

dopo una esperienza genericamente “liberale” bisogna instaurare il terrore che risponde ai

tentativi, alle azioni contro-rivoluzionarie. La guerra si conclude all’incirca nel 1921, quando le

armate bianche sono definitivamente battute da quelle rosse. 2) NEP: nuova politica economica

1922-1927/28. La Nep rappresenta un periodo di distensione, in cui vengono allentate delle

costrizioni. Si parla di Nep perché l’economia, che è una economia di guerra fortemente

collettivizzata, ad un certo punto ha bisogno di una sorta di “liberalizzazione” perché il rendimento

si è ridotto quasi a zero, perché la struttura economica del paese è disorganizzata, perché la

struttura del potere non è in grado di metterla in moto e si sente l’esigenza di rimettere in circolo

fiducia, stimolare l’iniziativa, fare appello a moventi. La NEP non significa affatto il rinnegamento

dei principi del marxismo e del leninismo, ma solo un adattamento ai bisogni e alle necessità (è

una ritirata strategica); allora sì è vero che c’è un ritorno alla libertà economica, perché si

restituisce al capitalismo privato qualche campo di attività—>produzione aumenta, disoccupazione

viene riassorbita, viene messa in circolo una nuova moneta, ricostituzione della società, la

condizione dei contadini migliora; sulle rovine della vecchia società sorge una “classe” nuova, una

sorta di “borghesia” costituita da artigiani,commercianti (NEPMEN->KULAKI contadini arricchiti che

sono i beneficiari della distruzione della vecchia società civile). Lotta della successione dopo la

morte di Lenin, tra Trovsky e Stalin. ILLUSTRARE IL CONTRASTO TRA TROVSKY E STALIN.—>

Sono due personalità molto diverse; il primo è molto dotato intellettualmente ed è anche il più

conosciuto ed è il simbolo della rivoluzione ,colui che ha creato l’armata rossa e tutto sembrava

designarlo alla successione di Lenin, Trovski conosceva le lingue e i paesi stranieri, aveva un

brillante stato di servizio e in confronto a lui la figura di Stalin è totalmente diversa. Stalin è molto

minore, meschina, in quanto non è mai uscito dai confini della Russia, non conosce le lingue

straniere, non ha partecipato in prima persona e da eroe alla rivoluzione, ha fatto la sua carriera

all’interno del partito. Ma rispetto a Trosvki ha un grosso vantaggio dal punto di vista politico che è

molto evidente nella lotta per il potere: controlla perfettamente il meccanismo del partito. Fra i due

uomini si scatena una lotta senza esclusione di colpi: Trovski sogna una rivoluzione permanente

universale che sotto ad un certo profilo è molto più coerente con la tradizione del marxismo puro;

egli è convinto che la situazione internazionale sia una situazione rivoluzionaria, che contenga in

sé delle possibilità che i comunisti in ogni paese debbano sfruttare subito per instaurare una

rivoluzione in tutto il mondo (Europa->Germania perché industrializzata); Stalin è agli antipodi di

Trovski. Non c’è niente del suo romanticismo visionario, è un semplice calcolatore realistico e

prudente, preferisce edificare il comunismo per gradi, gli sembra più saggio consolidare la

rivoluzione in Russia ed attendere circostanze più favorevoli per uscire dalla “cittadella” e non

crede nel successo della rivoluzione permanente ed universale. Il dissidio di fondo tra questi due

“competitor” per la conquista dell’URSS, sta nel fatto che il primo ritenga che la situazione

internazionale sia rivoluzionaria, mentre il secondo ritiene esattamente la situazione opposta e

propone che si edifichi il socialismo in un solo paese.

3) PERSONALITÀ DI STALIN ed EDIFICAZIONE DEL SOCIALISMO IN UN SOLO PAESE che

giunge fino alle soglie della 2GM. I° obiettivo di carattere economico-> Si realizza sul piano politico

con l’instaurazione di un potere assoluto, accentrato con un controllo totale anche dell’economia

con l’attuazione dei piani quinquennali che puntano ad una industrializzazione intensiva e che si

svilupperanno fino alle soglie della seconda guerra mondiale con un obiettivo di fondo: dotare la

Russia di una grande industria pesante. Questi piani, altro non sono che l’espressione della

pianificazione economica; sono una novità in Europa e nel resto del mondo occidentale perché

nessuno mai aveva ancora sviluppato così l’economia; vi è una programmazione precisa che fissa

obiettivi. L’economia occidentale, in tutte le sue sfumature, è stata una economia di tipo empirico e

pragmatico fondata sul mercato. A partire dal 1928 la Russia propone al mondo una nuova

immagine di sé : immagine della razionalità, organizzazione efficiente e sistematica - che poi i suoi

frutti non si siano realizzati è una questione diversa- si passa da una situazione di economia

anarchica all’idea della pianificazione volontaria e nasce l’idea della “mistica della pianificazione” e

quindi dominio dell’uomo sulla natura, sulla materia e via dicendo. Tutti i mezzi sono messi a sua

disposizione nel regime (cinema, poesia, letteratura etc.) e sono necessari ad alimentare questa

idea (come lo stachanovismo); II° obiettivo -> collettivizzazione delle campagne, ossia andare

incontro a quello che si era realizzato durante la NEP (nascita di un ceto nuovo, fatto di proprietari

e piccoli possidenti ) ed ecco che nel 1929-1930 Stalin scatena una campagna per liquidare i

Kulaki, che diventa una sorta di terrore perché li elimina anche fisicamente. Sparisce la proprietà

privata nel mondo rurale, vengono create le fattorie di stato (sovchoz); la collettivizzazione si

conclude in un primo tempo con un calo di produzione; III° obiettivo che caratterizza il periodo

staliniano è quello militare, difensivo-> rafforzamento dell’esercito per garantire la sicurezza

dell’URSS e allora il regime di Stalin intraprende un grande sforzo militare. L’armata rossa viene

rafforzata, si rimettono in valore i gradi, si recuperano i valori patriottici e militari che il comunismo

nella prima fase si era affrettato a mettere da parte; vengono recuperati non soltanto in generale i

“valori”, ma soprattutto le glorie antiche che sono espressione della Russia zarista. Questi tre

obiettivi concorrono a determinare gli aspetti fondamentali del pensiero politico e ideologico di

questo particolare momento storico del comunismo e che lo differenziano dal resto dei movimenti;

assume sempre di più le caratteristiche di un potere totalitario. Il totalitarismo è un regime molto

particolare con caratteristiche che lo individuano: - crearsi un nemico permanente, contro cui

combattere in una situazione di guerra continua, situazione di terrore che diventa istituzionalizzato

ed è alla base del terrore staliniano degli anni ’30. - è il regime nel quale si realizza una

identificazione tra il Partito e lo Stato. Il comunismo è un regime totalitario perché il Partito diventa

Stato; il segretario del Partito è di fatto il Capo dello Stato (nessuno si ricorda il nome del

Presidente); in altri regimi, come il Fascismo, si ha una situazione total

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A.A. 2017-2018
16 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher basileaas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Perfetti Francesco.