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Il Barocco nel resto d'Europa

Francia

Benché in Francia il Barocco non si sia mai diffuso in modo così capillare come in Italia, lo sviluppo di questo stile fu influenzato più dalla Francia che da qualsiasi altro Paese oltre all'Italia, poiché l'immagine del palazzo di Versailles fatto costruire dal Re Sole, con i magnifici giardini di Le Notre, affascinò l'intera Europa; del resto furono proprio i progettisti francesi a dare vita al Rococò, l'ultima fase del Barocco.

I principali architetti responsabili della creazione della fantastica residenza per Luigi XIV e la sua corte furono Louis Le Vau e Jules Hardouin-Mansart.

Louis Le Vau (1612-1670)

• Chateau Vaux-le-Vicomte, Parigi, 1657-61

Per Nicolas Fouquet, ministro delle finanze francese, Le Vau creò quello che all'epoca era il più sontuoso chateau in Francia. L'ambiente più singolare dello chateau, il salone ovale a cupola sporgente dal

Reggia di Versailles

Fronte sul giardino, era già stato adottato dall'architetto per un altro chateau. La pianta prevedeva grandiosi appartements, uno per Fouquet e uno per il re, ai 2 lati del salone e dell'atrio centrale. La camera da letto del re, la più sontuosa, fu riccamente decorata da Charles Le Brun con stucchi, dipinti e dorature secondo uno stile allora in voga in Italia. Il letto del re fu posto dietro una sorta di arco scenico in un'alcova, separata dal corpo principale della stanza per mezzo di una bassa balaustra simile a quelle dell'altare in una chiesa: vigeva infatti una consuetudine, stabilita verso il 1640, per le camere da letto reali francesi o per le camere da letto di rappresentanza delle case private usate dai reali in visita: le persone di nobili natali erano abituate a ricevere nella camera da letto ed era necessario impedirne il contatto con tutti quelli che non erano i favoriti.

Reggia di Versailles, Parigi, 1661

XIV si erano spostati a Versailles, a qualche chilometro da Parigi, dove aveva una maggiore libertà d'azione e una superficie più ampia per dare piena espressione alla sua immagine personale di monarca e dove si sentiva più al sicuro dagli elementi sovversivi della plebe parigina. Nel 1661 incaricò Le Vau di ampliare e rimaneggiare la modesta palazzina di caccia costruita a Versailles da suo padre, Luigi XIII, nel 1623 e 1631. Le Vau lasciò in mostra sul lato del cortile gran parte del primitivo Château, mentre verso il parco realizzò un nuovo e bel fronte a 25 assi, con avancorpi a colonne che ne rompono la monotonia. La severa massa parallelepipedica di questa facciata, l'andamento orizzontale e gli austeri ordini di colonne doriche riflettevano in parte la severità del Louvre di Perrault. L'opera di Le Vau a Versailles perse il suo vigore d'insieme quando Jules Hardouin-Mansart costruì sulla terrazza.

Progettata da Le Vau la Galerie des Glaces (galleria degli specchi) e allungò di oltre 3 volte il fronte sul giardino aggiungendo le 2 ali nord e sud simmetriche e arretrate.

L'iconografia della decorazione di Le Brun nelle 7 stanze degli appartamenti reali si basava su Apollo, il dio del Sole, di cui Luigi XIV si considerava l'incarnazione vivente. La decorazione pittorica delle pareti non comprendeva solo dipinti illusionistici ma anche pannelli di marmi policromi, disposti secondo uno schema molto più rigido e geometrico di quelli del Barocco italiano.

Questa disposizione geometrica regolò in parte anche la progettazione dei giardini (1661-90), opera di Le Notre, che rispecchiavano una simile iconografia, culminando nel Bassin d'Apollon, dove un magnifico gruppo scultoreo rappresenta il dio del Sole all'inizio del suo viaggio giornaliero, mentre emerge con il suo carro dall'acqua in mezzo agli spruzzi delle fontane, accompagnato da tritoni e ninfe.

Delfini che annunciano il ritorno del giorno. Il rapporto organico esistente tra lo Château di Versailles e l'ambiente circostante, con il quale si fonde per mezzo di una fuga prospettica lungo l'asse principale, era stato il concetto dominante dell'imponente Château di François Mansart. Le Notre arricchì e complicò questo tema con numerosi assi diagonali supplementari, creando così frequenti partizioni nei giardini per mezzo di piante potate secondo l'arte topiaria e di gruppi di alberi, terrazze, canali e stravaganti fontane, tutti disposti geometricamente. Queste partizioni facevano da sfondo per i numerosi spettacoli di corte, commedie, concerti e fuochi d'artificio. Lo Château di Richelieu e la cittadina a esso collegata, realizzati da Lamercier intorno al 1630 per il cardinale Richelieu, rappresentarono un modello per l'organizzazione compositiva della città che doveva servire lo Château di Versailles.

La città di Versailles proseguiva sull'asse del giardino, per una lunghezza complessiva di 13 KM. Nel 1701 il re spostò la sua camera da letto al centro di questo asse, in modo che il sovrano assumesse simbolicamente il ruolo di fonte del potere e dell'ordine. Lo sviluppo dei giardini negli anni 1660-70 fu parallelo alla crescita del potere reale: nel 1669 il grande canale centrale fu ampliato verso ovest, nel 1678 il re decise di ampliare lo Château su scala smisurata, incaricandone Hardouin-Mandart, nominato Architetto Reale nel 1685. Hardouin-Mansart aggiunge le gigantesche ali al fronte sul giardino di Versailles, nelle quali ripeté semplicemente il progetto modulare di Le Vau per il corpo centrale di dimensioni molto minori, queste colpiscono maggiormente per le dimensioni che per i particolari. Più incisiva è la successione della Galerie des Glaces, in posizione centrale, con un'apertura scenografica attraverso le arcate che danno.

Nel Salon de la Guerre sul lato nord e nel Salon de la Paix sul lato sud. L'esecuzione decorativa e iconografica di queste stanze è quella impostata da le Vau e LeBrun, ma affrontata in maniera sempre più sfarzosa. Con la lunga fila di specchiere arcuate che richiamano la forma delle finestre di fronte e riflettono la luce, il cielo e il giardino esterno, e lo scintillante arredamento argentato, la Galerie des Glaces è, come voleva Luigi XIV, una delle maggiori sale d'Europa.

La Cappella di Versailles, progettata da Hardouin-Mansart nel 1683-84 e completata da Robert de Cotte nel 1710, è parimenti spettacolare. Come la Sainte-Chapelle a Parigi e altre cappelle reali medievali, è a 2 piani con una galleria riservata al re e al suo seguito. L'alto piano superiore è interamente circondato da un imponente colonnato corinzio. Benché rifletta l'idea di un'architettura classica a colonne portanti, il colonnato e gli

Effetti di luce prodotto richiamano alla mente i pilastri di una chiesa gotica. Questa affinità con il Gotico è sottolineata sia dall'estrema altezza della cappella in rapporto alla larghezza che dall'uso di archi rampanti all'esterno.

Altre opere di Hardouin-Mansart a Versailles furono le magnifiche scuderie (1679-86), l'Orangerie in mura bugnate (1682) e il Grand Trianon (iniziato nel 1687). Progettato come rifugio per il re dal fasto della vita di corte, il Trianon è un edificio asimmetrico a un solo piano con la parte centrale a U e un carattere informale, da vita all'aperto, sottolineato dall'inconsueta area d'ingresso, formata da un ampio porticato a colonne.

L'arte in Germania risentì enormemente della guerra dei 30 anni (1618-48). La ripresa, che durò quasi mezzo secolo, comportò un tentativo di sostituire gli architetti italiani, ai quali si deve in larga misura l'introduzione del Rinascimento.

con artisti locali. L'ideale era ora rappresentato dagli architetti austriaci o tedeschi che avevano studiato a Roma. La posizione di Vienna, capitale degli Asburgo, imperatori di Austria, Boemia e Ungheria, era stata rafforzata dalla vittoria finale sui Turchi nel 1683 che aveva portato alla liberazione di Vienna, e dall'avere sottratto l'Ungheria e gran parte dei Balcani alla dominazione turca. L'Austria, sempre più consapevole della propria identità nazionale, fu il primo dei Paesi di lingua tedesca dove si sviluppò uno stile barocco locale. Johann Bernhard Fischer von Erlach (1656-1723) Il principale protagonista di questa nuova fase di consolidamento dell'architettura tedesca fu Fischer von Erlach, tra gli architetti europei più originali dell'epoca. Figlio di uno scultore di Graz, fu mandato a studiare a Roma dove frequentò la cerchia di Bernini e Fontana. Dopo oltre 12 anni in Italia si stabilì nel 1687 a Vienna.danno un senso di grandiosità e potenza all'intera struttura. L'interno della chiesa è dominato da una cupola imponente, decorata con affreschi che rappresentano la vita di San Carlo Borromeo. Le colonne corinzie e le statue dei santi adornano gli spazi interni, creando un'atmosfera solenne e maestosa. La Karlskirche è considerata uno dei capolavori dell'architettura barocca e rappresenta un simbolo del potere e della grandezza dell'Impero Asburgico.

Le colonne presenti a Vienna non sono puramente ornamentali, ma hanno una complessa giustificazione iconografica: oltre a dotare Vienna di ricordi della potenza della Roma di Traiano, richiamano anche i pilastri gemelli del portico del Tempio di Salomone, e anche le Colonne d'Ercole, adottate come insegna araldica da Carlo VI. Poiché lo stretto di Gibilterra era noto anche con il nome di Colonne d'Ercole, queste colonne si riferivano alla breve occupazione di Carlo VI del trono di Spagna. Inoltre, le colonne sono completamente cristianizzate, perché lungo il fusto sono scolpite scene della vita di S. Carlo Borromeo, anche se in cima vi si trovano le aquile imperiali e cupole sormontate dalla corona di Spagna.

Johann Santini Aichel (1667-1723)

Nato a Praga ma di origini italiane, studiò in Italia e, benché lavorasse in uno stile influenzato da Borromini e Guarini, sviluppò anche un suo personale Gotico-Barocco, che si può notare in molte chiese boeme.

Santuario

ora, dedicata a San Giovanni Nepomuceno. Questa chiesa, costruita tra il 1720 e il 1722, è considerata uno dei capolavori dell'architettura barocca in Europa. Il suo stile unico e la sua posizione suggestiva, situata su una collina verde nella città di Zelena Hora, la rendono una meta turistica molto popolare. La chiesa di San Giovanni Nepomuceno è caratterizzata da una pianta centrale a forma di stella a cinque punte, simbolo dei cinque punti in cui il santo fu gettato nel fiume Moldava. L'interno della chiesa è decorato con affreschi e stucchi elaborati, che rappresentano la vita e il martirio di San Giovanni Nepomuceno. La chiesa è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1994 ed è considerata uno dei luoghi più importanti da visitare in Repubblica Ceca. Se sei appassionato di architettura barocca o sei interessato alla storia dei santi boemi, non puoi perderti la chiesa di San Giovanni Nepomuceno a Zelena Hora.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
89 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gioggina.94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria o del prof Passalacqua Francesca.