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Nel romanzo ricorre spesso l’espressione high hopes o great expectations in riferimento ai vari
personaggi ciascuno dei quali spera di poter migliorare la propria condizione così come il Pip di Dickens
fa grazie all’aiuto di un benefattore. Queste speranze sono puntualmente disattese perché, a differenza che
nel romanzo di Dickens, i personaggi sono chiamati a costruire la propria fortuna e chiunque gode del
supporto di un benefattore, è destinato a essere corrotto, rovinato da tale relazione perché gode in qualche
modo di una ricchezza che non contribuisce a preservare o accrescere.
dell’opera –
Le soglie (il paratesto Gérard Genette):
Il peritesto
Nota dell’autore
Il titolo
Copertina, sottotitolo e prefazione
Il romanzo di Peter Carey presenta tutta una serie di elementi facenti parte del testo stesso nella sua
materialità e che svolgono la funzione di introdurre il lettore all’opera fornendone alcune tematiche
principali e possibili chiavi di lettura.
dell’autore:
Nota AUTHOR’S NOTE
The author willingly admits to having once or twice
Stretched history to suit his own fictional end
Posta sul retro del frontespizio interno del romanzo al romanzo è stata inserita questa nota nella
quale l’autore dichiara di aver manipolato la storia del romanzo di Dickens perché si prestasse meglio agli
argomenti trattati. Difatti, chi avrà letto Grandi Speranze sa bene che già nel romanzo di Dickens
Magwitch fa ritorno in Inghilterra dall’Australia e contatta Pip il quale, pur sapendo di commettere un
reato, lo aiuta a nascondersi proprio come riconoscimento della generosità mostratagli da Magwitch che
non sarebbe moralmente corretto ricambiare con una denuncia. Nel romanzo, una serie di eventi portano
alla morte di Magwitch laddove in Jack Maggs la vicenda si chiude con un riferimento ai discendenti del
personaggio in Australia e quindi con un riferimento a un suo successivo ritorno nel Galles del Sud prima
della morte che non avviene in Inghilterra. La nota dell’autore serve come avvertenza per il lettore che
andrà a leggere una versione alternativa della celebre storia di Dickens contenente molti stravolgimenti.
Sorge spontaneo domandarsi se sia necessario aver letto il romanzo di Dickens per poter
comprendere a pieno le problematiche affrontate dal testo. Sebbene il romanzo di Dickens rappresenti il
punto di partenza della storia di Jack Maggs, il romanzo di Carey è completo in sé e può tranquillamente
essere letto senza che il lettore conosca nei minimi particolari l’opera dickensiana. Ciò è possibile dal
momento che il romanzo ripropone i meccanismi di una storia del mistero e il lettore apprende il vero
motore della vicenda e i dettagli che ne fanno parte gradualmente. Molti dettagli sono appresi o trasmessi
grazie ai vari personaggi, ma soprattutto grazie ai resoconti scritti che Jack Maggs scrive a Pip perché
conosca la sua storia e non fugga da lui. Attraverso questi resoconti, Carey ricostruisce sia il passato che la
vita presente di Jack Maggs, anche in Australia, delle quali Dickens non parla in alcun modo. Della
generosità dimostratagli da Pip subito dopo la sua evasione, Jack Maggs parlerà lui stesso sul finire del
romanzo, confessando il vero motivo del suo ritorno a Londra, il primo incontro con Pip/Henry e la
quest’ultimo:
particolare responsabilità che sente nei confronti di
“It were a rainy autumn day”, Maggs said at last. “A cold miserable sort of day, with a bitter wind
blowing low and across the marshes, and the off-side lead horse of my coach threw its shoe […]. It
were an honest everyday coach, with honest everyday citizens inside, but outside two wretches were
held hard in chains. The first wretch was a poor mad fogger from Hull who was trying to hurt himself
by ripping at his arms with his bare teeth. The second wretch was me. We were, this mad man and I,
in the care of two soldiers who took it in turns to be outside with us. They had spent all their food 6
Letteratura dei paesi di lingua inglese
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Valentina Minniti
allowance on ale, and had no means to feed either us or themselves no more. That is how I met my
[…]. a pig’s trotter. That was how I noticed him. And oh, I wanted that pig’s
Henry. My Henry had
trotter[..] and I stared at him, doubtless, most fierce and wild. And what did he do? Why, he first ran
away. But then, two shakes later, His little head appeared up amongst the baggage on the coach and
he held out the very thing I might have stolen from him. When he saw my chains would not allow me
[…]
to eat it without assistance, he did the holding for me, so I could gnaw each morsel off that bone.
I had, a month before, been betrayed by my broche Tom. I had seen my childhood sweetheart
I also was to be cast out of my dear England […] but this boy has kept
sentenced to be hanged […].
me alive these last twenty-four years, and I will not have him taken from me. Nor will I permit him to
be placed in harm’s way. I am his da. He is my son. I will not abandon him” (262-264).
In realtà l’incontro tra Magwitch e Pip avviene in circostanze simili ma non esattamente identiche a
quelle narrate da Carey. Carey amplifica la bontà e la generosità di Pip anche rispetto al resoconto fatto da
Dickens e questo probabilmente per accrescere il divario esistente tra il ricordo che Jack Maggs ha e
l’atteggiamento di Henry Phipps rispetto all’incontro con questi che ci verrà narrato nel romanzo. Dunque
la conoscenza del romanzo di Dickens può favorire la comprensione dei dettagli e delle differenze sui due
romanzi, ma non è assolutamente essenziale, per quanto auspicabile.
Il titolo:
Il titolo del romanzo rimanda al personaggio principale del quale il lettore è invitato a seguire la
vicenda. Si tratta tuttavia di una distorsione del vero nome del personaggio di Dickens, Abel Magwitch,
che si presenta nel romanzo come Jack Maggs al fine di celare la sua identità fin tanto che resterà a Londra
per non essere scoperto e quindi arrestato, con conseguente remissione della condanna all’impiccagione. Il
titolo ha tuttavia una valenza ben più profonda di questa. In riferimento al romanzo di Dickens, è
opportuno notare come il suo personaggio principale, Pip, presenta un nome anch’esso frutto di una
storpiatura del vero nome, Philip Pirrip. Lui stesso, in quanto il romanzo dickensiano è narrato i prima
persona proprio da Pip, afferma:
“My father’s family name being Pirrip, and my christian name Philip, my infant tongue
could make of both names nothing longer or more explicit than Pip. So, I called myself Pip,
and came to be called Pip” (2008). di costruirsi un’identità
Il darsi un nome è può essere interpretato come un tentativo da parte di un
personaggio che è al contempo un orfano e quindi non possiede delle radici familiari e quindi identitarie
precise. Allo stesso modo, Magwitch, derubato della sua identità inglese in quanto criminale e in seguito
cittadino del Nuovo Galles del Sud, deve trovare una nuova identità attraverso la quale definirsi e lo fa
tramite un nome. Verremo a scoprire che anche Jack Maggs è a sua volta un orfano privo di qual si voglia
radice che si è costruito una sua identità e un nome rispettabile in Australia e che, a questo punto, decide
di tornare a Londra e fornire dei natali, un nome e una reputazione rispettabile al Pip ormai cresciuto, dopo
avergli fornito i mezzi e la possibilità di vivere come un vero inglese. Varie volte nel corso del romanzo a
Jack Maggs verrà chiesto il proprio vero nome e lui stesso si rifiuterà di rivelarlo.
È opportuno notare come anche Pip cambia nome nel romanzo. È conosciuto come Mr Henry
Phipps e non più come Pip o Philip Phirrip, laddove nel romanzo di Dickens è specificato che se avesse
accettato la fortuna che il suo misterioso benefattore voleva concedergli non avrebbe mai dovuto assumere
un altro nome al di fuori di Pip, ovvero non avrebbe mai dovuto cambiare il suo essere buono e generoso
nel romanzo di Carey c’è un cambio di nome non spiegabile se non con la
verso il prossimo. Invece,
volontà dell’autore di sottolineare un diverso tratto del carattere di questo personaggio che Carey vuole
sottolineare: Pip è cresciuto e il benessere economico di cui gode hanno corrotto il suo animo. Solo Jack
Maggs ricorda quel bambino che gli prestò soccorso quando ne aveva più bisogno. Per tutto il romanzo,
Henry Phipps tenta di sfuggire ai tentativi di Maggs di rintracciarlo dimostrandosi ormai un adulto
completamente diverso dal bambino di indole buona e generosa e umile ritratto da Dickens. Invece di
ricambiare con generosità la benevolenza di Jack Maggs arriverà persino a tentare di ucciderlo pur di
Quindi Pip rifiuta completamente quell’identità che Jack Maggs
mettere al sicuro le sue sostanze.
vorrebbe offrirgli. Carey ci presenta adesso il contrasto tra un deportato, un criminale di ritorno nella
madre patria dalla quale è stato esiliato, che ha fatto fortuna e si è costruito materialmente una nome, delle
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Letteratura dei paesi di lingua inglese
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basi economiche e una nuova identità come australiano e il prototipo dell’inglese di allora, corrotto dalla
sua ricchezza derivante dallo sfruttamento di quegli stessi inglesi non più inglesi. La prospettiva di
Dickens, ovvero la prospettiva del canone, che vedeva il bambino redimere un condannato grazie alla sua
bontà d’animo e alla sua innocenza, è totalmente stravolta.
Sempre in riferimento al nome che Magwitch assume nel romanzo, si può sottolineare come se
Maggs è la contrazione di Magwitch, il nome Jack non si può spiegare semplicemente come derivante dal
nome di battesimo di Magwitch, Abel. La questione non è secondaria all’interno del romanzo dove varie
volte ricorre il nome, Jack. Questo nome, oltre ad essere molto comune in Inghilterra, è presente
nell’opera come identificativo di figure di criminali. Inoltre, il nome di Jack è a un certo punto attribuito al
nome di un’erba, odore all’aglio e che grazie a
Jack in the Hedge, una pianta selvatica molto simile come
questa sua fragranza è facilmente individuabile. Potrebbe essere un riferimento al vissuto di Jack Maggs
come criminale che emerge via, via con forza nonostante i tentativi di celarla (inoltre, Jack è un nome
molto comune in Inghilterra, è usato in alcune espressioni popolari presenti nel romanzo come jack-in-the
a significare che il personaggio rappresenta l’inglese tipico del periodo)
box, jack-be-nimble, ecc., A
supporto di questa interpr