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DELL’ENTRATA DI NUOVE IMPRESE IN UN’INDUSTRIA
- Approccio tradizionale (Neoclassico)
- Approccio evolutivo
L’ENTRATA NELL’ APPROCCIO NEOCLASSICO = MECCANISMO CORRETTIVO
Le imprese entrano in un settore se vi sono extra-profitti. In questo caso, i potenziali
entranti entrano nel mercato, i prezzi diminuiscono, gli extra-profitti diminuiscono fino ad
arrivare al livello medio di profitto che remunera l’imprenditore. A questo punto l’entrata
si blocca.
Quindi, nella rappresentazione classica (prima parte del corso), gli entranti avevano una
riequilibratrice: dovevano portare la situazione all’equilibrio l’entrata aveva
funzione à
una funzione riequilibratrice del sistema. Questo implica una e una
perfetta razionalità
informazione.
perfetta
In questo caso, l’entrata è un correttivo.
meccanismo
Possibili critiche:
1. Coesistenza di entrata e uscita nello stesso periodo Sovrapprofitti? Numero
à
eccessivo di imprese?
2. Forte eterogeneità tra le imprese non sembra esistere un “agente
à
rappresentativo”
3. Le imprese non entrano con la dimensione ottimale, prima entrano piccole e poi si
aggiustano sul mercato e crescono (dimensione sub-ottimale) mancata
à
razionalità perfetta da parte dell’entrante
Alcune osservazioni empiriche:
Eterogeneità a livello micro Le imprese subiscono forti differenze in qualsiasi
§ à
dimensione di impresa osservabile
Persistenza delle differenze Le imprese tendono a mantenere costanti nel
§ à
tempo le proprie caratteristiche
Turbolenza Esistono forti dinamiche di entrata e di uscita.
§ à 27
IL MONDO REALE – L’ENTRATA
L’entrata è un fenomeno comune: molte imprese entrano in un’industria in quasi ogni
periodo.
Inoltre, entrata e uscita sono correlate: nelle situazioni di forte entrata si assiste ad una
contemporanea forte uscita. Questo è il fenomeno della cd “porta girevole”.
I tassi di sopravvivenza degli entranti sono generalmente bassi, ma se un entrante
sopravvive cresce di più delle vecchie imprese.
Gli entranti greenfield (nuove imprese) sono più comuni ma di minor successo rispetto a
chi diversifica provenendo da altre industrie.
L’ENTRATA: APPROCCIO EVOLUTIVO
L’entrata ha una funzione di cambiamento: le imprese entrano perché hanno capacità e
competenze diverse rispetto agli incomer, quindi l’entrata aumenta il livello di
conoscenze all’interno di un settore.
NB: mentre nella visione classica l’entrante riequilibra il mercato, qui porta il
cambiamento.
Esistono delle informative: gli agenti interpretano la realtà in modo differente.
asimmetrie
Gli entranti hanno spesso una visione diversa di tecnologia e mercato rispetto alle
imprese esistenti.
La scelta sull’entrata dipende dalla disponibilità da parte dell’entrante di nuove
ritenute rilevanti.
conoscenze SPINN-OFF
Start-up = impresa di nuova formazione che entra in un’industria
Spin-off = esiste un legame tra la nuova impresa e una impresa già presente
nell’industria. Gli spin-off sono fondati da ex dipendenti o ex manager delle imprese della
stessa industria.
Gli spin-off rappresentano il 20% degli entranti
- hanno una buona performance.
- Le acquisizioni aumentano la probabilità di spin-off
- Le imprese migliori in un’industria hanno tassi di spin-off più elevati ed i loro spin-
- off hanno una performance migliore
Un nuovo AD proveniente da un’industria diversa aumenta la probabilità di spin-off
-
Cosa provoca gli spin-off?
Ci sono quattro teorie che spiegano perché, nel caso di un’idea innovativa da parte di un
dipendente, questo lasci l’impresa e se ne fondi un’altra nello stesso settore. Tutte le
teorie sono valide, dipendono dal tipo di settore e dal tipo di impresa:
28
1. TEORIA DELL’AGENZIA
2. DIVERSITA’ COGNITIVA
3. DISRUPTIVE INNOVATION
4. APPRENDIMENTO
1. TEORIA DELL’AGENZIA
L’agente (il dipendente) effettua una scoperta nel contesto di un rapporto di lavoro.
Nessuno ne è a conoscenza a parte l’inventore, che non può appropriarsi della rendita
legata all’innovazione. Quindi, il soggetto se ne va, lascia l’impresa e ne fonda una in
proprio.
2. DIVERSITA’ COGNITIVA
Esiste un’idea innovativa interna all’impresa. L’inventore vede l’idea innovativa
diversamente dal suo superiore-manager. Inoltre, ha maggiore fiducia (over-confidence)
nella bontà della sua innovazione. Visto che c’è disaccordo, esce dall’impresa madre.
3. DISRUPTIVE INNOVATION (distruzione di competenze)
Le imprese incumbent sono lente o impossibilitate a perseguire determinate innovazioni,
radicali.
Le innovazioni competence destroying non vengono sfruttate dalle imprese esistenti per
timore di cannibalizzare i propri prodotti esistenti in quanto innovazioni che
comporterebbero il cambiamento del proprio business model. Innovatori appartenenti a
queste imprese e insoddisfatti del proprio impiego le lasciano, fondando spin-off.
4. APPRENDIMENTO
Un soggetto ha una certa probabilità di apprendere la conoscenza tipica dell’impresa in
cui opera. La qualità della conoscenza appresa dipende dalla qualità della conoscenza
dell’impresa. Se il soggetto apprende dall’impresa in cui lavora e ha un’idea innovativa,
fonda uno spin-off tanto più di successo quanto più lo è l’impresa madre.
29
CICLO DI VITA DELL’INDUSTRIA
Vi sono tre stadi nell’evoluzione di un settore:
1. Innovazione radicale, che provoca la nascita di un’industria. In questo primo
periodo, la competizione è intensa e la turbolenza è alta. Le barriere all’entrata
sono basse, come anche le spese in R&S e l’intensità di capitale. Si verifica
l’ingresso di molte piccole imprese che producono nuovi prodotti e li immettono
sul mercato. Gli impianti sono di uso generale e non specializzato.
2. Sviluppo dell’industria e design dominante. Una volta che si consolida, il design
dominante vincola lo sviluppo dei nuovi prodotti e origina innovazioni di processo,
che rendono il processo produttivo meno flessibile ma più efficiente rispetto a
prima. La dimensione degli impianti aumenta ed il prodotto diventa standard. In
questa fase, si compete sul prezzo, sulla differenziazione e sulla performance
funzionale. Le barriere all’entrata aumentano
3. Maturità dell’industria: vi sono poche innovazioni, per lo più incrementali e di
processo, la concentrazione è elevata e si ha la possibilità di collusione tra i
produttori.
Tale processo è vero nell’industria dell’automobile (ad esempio), ma non è veritiero in
altre, come ad esempio l’industria farmaceutica e chimica, in cui non c’è prima
un’innovazione di prodotto e poi di processo, ma esse sono contemporanee.
Inoltre, anche i computer sono nati giganti: tutti i produttori non sono prima nati piccoli e
poi cresciuti, ma si sono subito affermati come grandi imprese.
Il settore dei servizi, in particolare, ha un percorso inverso rispetto al ciclo di vita appena
visto che caratterizza, ad esempio, le automobili: si parte prima da innovazione di
processo, e poi di prodotto (es: servizi bancari).
DINAMICA INDUSTRIALE: RUOLO DI COMPETENZE E INNOVAZIONE
Cambiamento come shock innovativo: talvolta durante l’evoluzione di un’industria, il
cambiamento tecnologico può essere distruttore di competenze. Si chiama “competence
destroy”: le nuove tecnologie possono richiedere conoscenze completamente diverse
rispetto a prima.
Il caso più tipico è stato l’introduzione del micro-processore da parte di Intel negli anni
’70: il microprocessore richiedeva competenze diverse rispetto ai circuiti integrati o
transistor e ha spazzato via le vecchie imprese della micro-elettronica che producevano
circuiti integrati o transistor perché il microprocessore non richiedeva solo integrazione,
ma anche capacità di design.
A riguardo si distinguono: 30
Competence enhace = competenze che rafforzano i saperi di prima
- Competence destroy = competenze che distruggono i saperi di prima
-
B. Enderson ha introdotto il concetto del implicito. Studiando certe
cambiamento
industrie che producono sistemi (elettronica, strumentazione, macchinari), ha riscontrato
che in alcuni casi le imprese esistenti erano completamente spazzate vie dalle nuove
imprese perché non capivano la rilevanza delle innovazioni che le nuove imprese
portavano.
Cambiamento esplicito = cambiamento facilmente riconoscibile (es: nuovi
- componenti)
Cambiamento implicito = non facilmente riconoscibile come superiore all’esistente
- (es: nuova architettura di sistema).
Es: ci sono due imprese, A e B, con due design diversi. Non vi è una valutazione univoca
per cui B è migliore di A: magari B può avere meno componenti, ed essere quindi più
semplice, ma meno veloce o con meno funzionalità. Queste si chiamano architetture di
sistema: per sapere se una è migliore dell’altra bisogna sapere la valutazione degli
attributi di tale architettura.
Diversi casi hanno dimostrato che gli effetti distruttivi sulle competenze delle imprese non
derivano tanto da innovazioni radicali, quanto da innovazioni che riguardano l’architettura
di prodotto. Tali innovazioni modificano le relazioni e la gerarchia tra i componenti e le
parti di un prodotto senza necessariamente modificare le tecnologie di base. Quando le
innovazioni sono di questo tipo, vi può essere un cambiamento nella struttura del
mercato, in quanto le imprese consolidate tendono a focalizzarsi sulle architetture
esistenti sottovalutando la rilevanza delle nuove architetture.
Innovazione incrementale = miglioramento nella tecnologia dei componenti di base, con
la stessa architettura di prodotto
Innovazione modulare = cambiamento sostanziale nella tecnologia dei componenti di
base, a parità di architettura
Innovazione architetturale = cambiamento dell’architettura senza un cambiamento nella
tecnologia dei componenti di base. 31
DINAMICA DELL’INTRUSTRIA FARMACEUTICA E BIOTECNOLOGIA
Random search = settore storicamente dominato da grandissime imprese (Schumpeter
Mark II)
Guided search = con l’introduzione della biotecnologia, il regime tecnologico (Mark I )
cambia: la conoscenza scientifica diventa fondamentale importanza di relazioni con
à
istituti di ricerca universitari.
DINAMICA DELL’INDUSTRIA DEI COMPUTER
4 fasi della sto