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TRIADE
I canali del calcio di tipo L vengono aperti dalla rianodina, in questo modo il calcio (se i canali del calcio voltaggio-dipendenti e la rianodina sono allineati) può uscire dalla cisterna terminale. Induce la liberazione di calcio attraverso il canale del calcio L (recettore della diidropiridina) che quando si accosta a un altro canale del calcio (recettore della rianodina) consente l'uscita di calcio, che va nel citoplasma e innesca la contrazione.
La muscolatura scheletrica rappresenta un insieme di strutture che conservano la precisione della loro organizzazione a livello sia molecolare, sia macroscopico. L'unità modulare fondamentale per la struttura e la funzione muscolare è costituita dai sarcomeri.
Il sarcomero è formato da filamenti sottili formati da actina e filamenti spessi formati da miosina e questi filamenti sono ancorati a due linee che, quando avverrà la contrazione, tenderanno ad avvicinarsi. La linea Z serve come
Punto di ancoraggio per l'actina mentre la linea M serve come punto di ancoraggio per la miosina. Grazie poi ad un'inter-digitazione tra actina e miosina, si forma uno schema ordinato tra i filamenti che scorreranno in una sola direzione.
L'actina ha una forma globulare mentre la miosina ha due teste ("mazze da golf") che poi andranno a legarsi con l'actina.
L'actina e la miosina tenderebbero ad attaccarsi in condizioni normali, ma un complesso di troponina e tropo-miosina blocca questa interazione tra i due filamenti perché copre il sito di legame dell'actina.
Quando il calcio arriverà al sarcomero, si legherà alla troponina che sposterà la tropo-miosina liberando il sito di legame dell'actina così che le teste della miosina possano legarsi all'actina.
Ciclo dei Ponti Trasversali: quando arriva il calcio, il calcio si lega alla troponina che muove la tropo-miosina che copriva i siti di legame dell'actina.
Così facendo le teste della miosina si piegano verso l'interno del filamento creando una contrazione e un avvicinamento tra la linea Z e la linea M. Il legame che si viene a formare tra actina e miosina è un legame stabile, quindi per tornare ad una condizione "rilassata" si utilizza ATP e magnesio che rompono il legame che si è venuto a formare e riportano l'actina e la miosina alla forma energizzata.
Rigor Mortis
Il rigor mortis è l'irrigidimento dei muscoli dopo la morte, questo avviene a causa di una mancanza di disponibilità di ATP che, quando viene esaurito, non può più essere usato per rilassare la muscolatura e quindi la muscolatura si irrigidirà dato che è la sua conformazione a riposo.
Esistono due fondamentali tipi di contrazione muscolare:
Contrazione Isometrica: è una contrazione che pur attivando i sarcomeri contraendoli, non produce un accorciamento complessivo del muscolo (reggere un oggetto).
Durante una contrazione isometrica i muscoli si contraggono ma le teste della miosina si legano dinamicamente agli stessi punti non producendo un accorciamento complessivo. Contrazione Isotonica: è una contrazione che diminuisce la lunghezza del muscolo (tirare su un oggetto). Durante una contrazione isotonica le teste della miosina si legano tirandosi avanti e accorciando la distanza tra le due linee di ancoraggio (come se fosse uno scalatore). Dalla figura si può capire che una contrazione isotonica parte all'inizio con una contrazione isometrica, si può notare come la tensione si sviluppi ancor prima che il muscolo accenni ad accorciarsi. Ciò implica che la prima parte della contrazione isotonica sia di tipo isometrico, perché la tensione prodotta in questa fase è utilizzata per vincere il peso applicato. La contrazione rappresentata in figura è suscitata da un solo stimolo di intensità sufficiente ad attivare tutte le fibre muscolari, edessa prende il nome discossa semplice. Nella contrazione isometrica il muscolo non si accorcia perché la tensione che esso produce non è sufficiente a vincere la resistenza offerta dalle strutture su cui è inserito o dal peso che gli è applicato. In realtà, la contrazione isometrica è accompagnata da una lievissima variazione di lunghezza dei sarcomeri, che risulta macroscopicamente insignificante. Il muscolo sviluppa una tensione che corrisponde a cicli di attivazione del meccanismo contrattile in cui le teste dell'amiosina interagiscono ripetutamente con lo stesso monomero di actina, oppure con monomeri di actina strettamente contigui. In figura si può vedere che alla sua lunghezza a riposo, un muscolo può generare la sua massima tensione durante la contrazione. Più si allunga il muscolo e meno teste dell'amiosina avranno vicine un sito di legame dell'actina così da poter generare una contrazione, se invece il muscolo
muscolo una forza di contrazione. Quindi, a carichi leggeri, il muscolo sarà in grado di generare una maggiore velocità di contrazione, mentre a carichi pesanti la velocità di contrazione sarà ridotta. In conclusione, la lunghezza ottimale del muscolo è fondamentale per massimizzare la tensione attiva e sviluppare la massima forza di contrazione. Inoltre, il carico applicato al muscolo influenzerà la velocità di contrazione.pesoun’accelerazione e quindi più è pesante un carico e menoriusciremo a imprimergli una velocità.Invece se calcoliamo la potenza del muscolo moltiplicando laforza per la velocità di accorciamento si noterà che la maggiorepotenza generata dal muscolo avviene ad 1/3 della velocitàmassima.Il sistema nervoso conoscere empiricamente queste informazionie le elabora affinché venga utilizzato al meglio il muscolo e quindii processi neuromuscolari andranno a calibrare la forza applicatamentre i processi metabolici andranno ad aiutare la resistenzadel muscolo per consentirgli di lavorare più a lungo.Si definiscono altri tre tipi di contrazioni muscolari.Concentriche: quando il muscolo si accorcia avvicinando un artoEccentriche: quando il muscolo si allunga e allontana l’artoIsocinetiche: quando la contrazione avviene a velocità costanteper mantenere il muscolo alla stessa tensione ed è usato daalcuni atleti
Perché sembra che aumenti la vascolarizzazione e l'innervazione dei tessuti. Graduazione della contrazione. C'è uno scarto temporale tra evento elettrico ed evento meccanico perché in mezzo vi è un evento chimico che è il periodo di latenza. Il periodo di latenza di un muscolo può variare in base al muscolo perché variano le quantità di fibre muscolari (ad esempio i muscoli oculomotori e antigravitari che avranno un periodo di latenza breve dato che serve che quei muscoli siano istantanei e veloci). Le fibre muscolari si suddividono in due tipi.
Tipo 1: sono fibre ossidative lente e sono piccole e rosse perché ricche di mioglobina. Sono resistenti alla fatica, ricche di mitocondri e producono ATP per fosforilazione ossidativa e si contraggono lentamente generando poca forza ma offrono molta resistenza allo sforzo. (fibre rosse)
Tipo 2A: hanno un metabolismo ossidativo e sono rosse per la presenza di mioglobina.
Possiedo molti mitocondri e sono più veloci e forti delle fibre del tipo 1. (fibre intermedie)
Tipo 2B: hanno un metabolismo glicolitico e sono facilmente affaticabili ma producono una maggiore forza e velocità. Queste fibre sono più grandi e bianche e non presentano mioglobina e tanti mitocondri. Sono fibre anaerobiche. (fibre bianche)
Le varie fibre muscolari sono innervate diversamente tra di loro. L'unità motoria è il complesso di motoneurone più le fibre innervate dal motoneurone. L'allenamento può variare la concentrazione delle varie fibre spostandosi in base allo sforzo e quindi alle fibre più efficaci per quello sforzo. In media le concentrazioni di fibre sono all'incirca uguali nei non allenati.
L'ipertrofia è l'ingrossamento delle cellule muscolari in risposta a continui sforzi e che quindi sarà invogliato ad aumentare le fibre contrattili.
L'iperplasia è l'aumento del
numero delle cellule muscolari che avviene principalmente durante la pubertà se si sottopone un allenamento ai muscoli
Reclutamento delle Fibre Muscolari
Le fibre muscolari, durante uno sforzo, non vengono attivate tutte fin dall'inizio. Le prime fibre ad essere attivate sono le fibre di tipo 1. Se lo stimolo persiste, verranno attivate le fibre di tipo 2° mentre le fibre di tipo 2B sono le ultime ad attivarsi.
L'attivazione di queste fibre è generata dalla stimolazione del motoneurone di quell'unità motoria causata dalla stimolazione data dal cervello. Le grandezze dei vari motoneuroni variano ed è per questo che ad una stimolazione debole da parte del cervello farà attivare solo i motoneuroni più piccoli perché sarà più facile al potenziale elettrotonico di attraversare il corpo cellulare e arrivare al cono d'emergenza. Mentre, se la stimolazione è forte ci sarà un'attivazione anche dei
motoneuroni più grandi. Quindi in base alla grandezza del motoneurone ci saranno le fibre di tipo 1 con un motoneurone piccolo, le 2a con una grandezza intermedia e le 2b con la grandezza maggiore e che quindi saranno le ultime ad attivarsi con stimoli maggiori.
Grazie alla sommazione temporale dei potenziali d'azione, in base alla frequenza di stimolazione si può aumentare il grado di attivazione dei neuroni motori. In alcuni casi il calcio verrà liberato così tanto che non sarà più in grado di essere riassorbito velocemente e quindi porterà ad una contrazione a volte eccessiva per le ossa e i muscoli stessi causando lesioni. La massima forza generata da un muscolo è basata su