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POSIZIONE:

A seconda della posizione che assumono rispetto all’epitelio d’origine si suddividono in:

• Intraparietali: che rimangono all’interno del viscere a cui appartengono;

• Extraparietali: che sono localizzate al di fuori del viscere di origine pur rimanendo collegate

ad esso mediante un dotto escretore (Es. Pancreas e fegato che sono localizzate al di fuori

del viscere di origine pur rimanendo collegate ad esso mediante un dotto escretore).

MORFOLOGIA

• Semplici, dotto privo di diramazione, di lunghezza variabile, e decorso rettilineo o avvolto su

se stesso. In base alla forma dell’adenometro si distinguono:

Ghiandole tubolari semplici, l’adenometro è in diretta continuazione del dotto

o escretore;

Ghiandole tubolari ramificate, le cellule dell’adenometro formano più di una struttura

o tubolare ad attività secernente;

Ghiandole tubolari glomerulari semplici, sia l’adenometro che la prima parte del dotto

o escretore sono avvolte a mo’ di gomitolo e in base alla modalità di secrezione si ha:

Eccrine o merocrine, secernano sudore;

 Apocrine, il loro dotto sbocca nel collo dei follicoli piliferi ed occupano la

 porzione più profonda del derma;

Ghiandole acinose semplici, l’adenometro secernente ha la forma di acino (sferula con

o pareti spesse e lume centrale sottile), il secreto è rilasciato entro un dotto escretore

tubolare (non presente nell’uomo)

Ghiandole acinose ramificate l’adenometro è formato da più acini connessi ad un

o dotto escretore.;

• Composti, il dotto principale si ramifica in dotto di calibro progressivamente minore che

terminano negli adenometri. In base alla forma degli adenometri si possono distinguere:

Ghiandole tubolari composte, l’adenometro è fromato da più tubulli che converdono in

o dotti escretori di calibro crescente, i quali a loro volta confluiscono in un dotto

escretore comune;

Ghiandole acinose composte, gli adenometri hanno una forma di acini, i dotti si

o uniscono in dotti di piccolo calibro i quali convergono in dotti di maggior calibro fino

ad uno principale che sfocia all’esterno;

Ghiandolari tubulo acinose composte, gli adenometri possiedono una porzione

o terminale a forma di acino e una porzione prossimale conformata a tubolo dilatato

che si restringe progressivamente e confluisce in un dotto escretore di piccolo

calibro;

Ghiandola tubuloalveolari composte, l’adenometro è voluminoso e conformato ad

o alveolo (una sfera con parete relativamente sottile delimitata da cellule secernenti

basse che contornano un ampio lume centrale). L’alveolo restringendosi trapassa in

un tubulo che si continua nel dotto escretore. 16

MODALITA’ DI SECREZIONE E NATURA DEL SECRETO

• Ghiandole a secrezione olocrina, le cellule dell’adenometro si trasformano interamente nel

secreto per cui sono eliminate con esso;

• Ghiandole a secrezione apocrina, il prodotto di secrezione è una cospicua gocciola lipidica

che è rilasciata assieme a parte del citoplasma apicale e della corrispondente membrana

plasmatica;

• Ghiandole a secrezione eccrina o merocrina, la secrezione avviene per esocitosi, il secreto

è inglobato in vescicole che poi vengono inglobate nella membrana esterna rilasciando il

contenuto all’esterno.

EPITELI GHIANDOLARI A SECREZIONE ENDOCRINA

Endocrino in quanto i prodotti di secrezione delle cellule specializzate, ormoni, vengono riversati

direttamente nel torrente circolatorio, anziché all’esterno.

Gli ormoni sono molecole in grado di legarsi a dei recettori delle cellule bersaglio per evocare una

precisa risposta da parte di quest’ultima. Tali cellule possono essere localizzate anche a distanza

rispetto alla cellula che ha prodotto l’ormone, e tale distanza viene colmata dal flusso sanguigno.

Si possono distinguere diverse modalità di azione:

Endocrina, La distanza è tale che l’ormone raggiunge le cellule bersaglio venendo veicolato dal

sangue;

Paracrina, la cellula bersaglio è in prossimità delle cellule endorcine e l’ormone le raggiunge

venendo veicolato dal locale fluido tessutale;

Autocrina, quando la stessa cellula endocrina è anche bersaglio dell’ormone prodotto, questa di

solito ha un’azione inibitoria per il controllo della secrezione ormonale da parte della stessa cellula

endocrina.

Classificazione:

1. Cellule endocrine isolate: sono disseminate in un tessuto di solito un epitelio e sparse nel

contesto di organi la cui attività principale non necessariamente di natura endocrina;

2. Cellule endocrine propriamente dette: configurate come un vero e proprio organo,

riconoscibile a livello anatomico o microscopico; 17

Cellule endocrine isolate

Sono cellule disperse singolarmente nel contesto di un tessuto epiteliale, sia esso un epitelio di

rivestimento o una ghiandola esocrina o endocrina. Si ritrovano a livello degli apparati digerenti,

respiratorio e nelle vie urinarie e formano parte del tessuto neuroendocrino diffuso.

Ghiandole endocrine propriamente dette

Si dividono in due gruppo:

• Cordonali

• Follicolari

Follicolari: Sono presenti nella tiroide dove formano delle piccole sfere cave all’interno, tireociti o

follicoli tiroidei, e nel lume del follicolo è presente una sostanza amorfa e viscosa, detta sostanza

colloide, composta da una glicoproteina contenente iodio, la tireoglobulina, che rappresenta il

precursore degli ormoni tiroide. Questi ormoni hanno come cellule bersaglio virtualmente tutte le

cellule dell’organismo su cui agiscono come attivatori del metabolismo cellulare.

Vi sono, oltre ai tireociti, anche altre cellule chiamate cellule C, le quali secernano un ormone la

calcitonina che regola il metabolismo del calcio diminuendo i livello plasmatici di questo ione.

Cordonali: sono la gran parte delle cellule endocrine propriamente dette, ad eccezione delle

follicolari, sono caratterizzate da una andamento a cordone regolari separati gli uni dagli altri da

capillari sanguigni di tipo sinusoidali, cioè con calibro variabile. In tale maniera ogni cellula ha un

capillare in cui riversare il proprio ormone.

In base alla tipologia di ormone che secernano, si può avere:

• Cellule a secrezione proteica o glicoproteica

• Cellule a secrezione amminica

• Cellule a secrezione steroidea

Vi sono anche altri organi come:

Paratiroidi: nel numero di quattro localizzate ai poli della ghiandola tiroide, di colore chiaro.

Producono il paratormone, principale regolatore del metabolismo del calcio (innalza i livelli del

calcio, stimola il metabolismo degli osteoblasti ed il rimaneggiamento osseo),

Adenoipofisi: anche detta ipofisi anteriore, localizzata all’interno delle sella turcica dell’osso

sfenoide. Produce ormoni chiamati tropine che hanno un azione di controllo dell’attività secretoria

di altre ghiandole endocrine e della funzione dell’apparato riproduttore.

Isolotti di Langerhans: sono ammassi microscopici di tessuto endocrino dispersi nel pancras

esocrino. Sono formati da varie tipologie di cellule che secernano uno specifico ormone:

Cellule B: producono insulina, che favorisce l’ingresso di glucosio all’interno delle cellule e

 ne promuove l’ultilizzo metabolico;

Cellule A: producono glucagone, antagonista dell’insulina;

 Cellule D: producono somatostatina, che inibisce per via paracrina la secrezione di insulina

 e glucagone;

Cellule PP: producono il polipeptide pancreatico, che inibisce per via endocrina e paracrina

 la secrezione del circostante pacreas esocrino.

Ghiandola surrenale: situata nel polo superiore dei due reni, questa formata da una parte

midollare e cortiale.

Quella midollare produce: adrenalina e noradrenalina, coinvolte nella reazione rapida

 dell’organismo sottoposto a stress di varia natura.

Quella corticale è suddivissa in tre zone con produzione di altrettanti ormoni:

 Glomerulare: produce aldesterone, che stimola il riassorbimento di ione sodio e acqua

o incrementando il volume del fluido circolante e la pressione sanguigna; 18

Fascicolata: produce cortisolo, coinvolto nel metabolismo glucidico e nella risposta

o dell’organismo a stress e dotato di proprietà antinfiammatorie;

Reticolare: produce deidroepiandrosterone (DHEA) un ormone sessuale con deboli

o proprietà androgeniche di incerto significato fisiologico.

EPITELI SENSORIALI

Sono costituiti da cellule in grado di percepire determinati stimoli proveniente dall’ambiente interno

o esterno. Queste dipendono dalla presenza di cellule recettoriali specializzate che operano nella

trasduzione dello stimolo chimico ad elettrico, così da trasmetterlo ed elaborarlo da parte del

sistema nervoso centrale. Queste non sono da scambiare con le cellule nervose in quanto non

presentano un assone, sono invece avvolte da espansioni terminali di fibre nervose appartenenti a

neuroni sensoriali di cui somma è localizzata nei gangli cerebro-spinali.

La sensibilità è riferita all’elaborazione della sensazione termica, dolorifica, tattile, di pressione, di

vibrazione e propriocettiva. Il recettore sensitivo è una cellula specializzata che assolve al

controllo delle condizioni presenti in un dato momento all’interno o all’esterno.

L’informazione sensitiva è quella che perviene al S.N.C., mentre la percezione è la presa di

coscienza della stessa.

La sensibilità specifica è data dalla sensibilità solo ad un determinato tipo di stimolo.

Gli epiteli sensoriali comprendono: epitelio olfattivo, gustativo, sensoriale dell’udito e quello

dell’equilibrio.

TESSUTI CONNETTIVI

I tessuti connettivi sono una famiglia di tessuti che derivano dal mesenchima embrionale e

hanno come caratteristica comune quella di essere costituti da diversi tipi di cellule

immersi in un’abbondante matrice extracellulare.

La matrice extracellulare (ECM), in cui sono immerse le cellule, è formata da una sostanza

fondamentale amorfa idratata, fibre responsabili delle proprietà meccaniche dei tessuti e

glicoproteine adesive, che connettono i componenti della matrice alle cellule. La gran parte delle

macromolecole della ECM sono sintetizzate dalle cellule proprie dei tessuti connettivi, che ne

regola anche la disposizione spaziale. I tipi cellulari, la quantità e la varietà di macromolecole che

compongono la matrice danno vita a varie tipologie di tessuto connettivo con consistenza diversa

e perciò in grado di adempiere molteplici funzioni. In base a queste funzioni si distinguono varie

tipologie di tessuto:

• Propriamente detti;

• Sostegno (cartilagine e ossa);

• Linfopoietici;

• Funzione trofica (sangue).

TESSUTO CONNETTIVO PROPRIAMENTE DETTO

Il tessuto connetti

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Publisher
A.A. 2016-2017
38 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher n.ignesti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Biologia Prof.