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Tuttavia, alcune porzioni dell’apparato scheletrico che non sono state sostituite rimangono

momentaneamente o definitivamente di natura cartilaginea anche nell’adulto. Per esempio,

subito dopo la nascita e per tutto il periodo di accrescimento permane, nelle ossa lunghe, una

zona di cartilagine, la cosiddetta cartilagine metafisaria, interposta tra l’epifesi e la diafisi (la

metafisi), che provvede all’accrescimento dell’osso in lunghezza. Nell’adulto rimangono, inoltre,

alcune cartilagini che non sono mai sostituite dal tessuto osseo, quali le cartilagini articolari e le

cartilagini intercostali. Di natura cartilaginea sono anche alcune parti dell’apparato respiratorio e

il padiglione auricolare; infine la cartilagine costituisce l’anello periferico dei dischi intervertebrali

(anello fibroso). In base alla composizione e alla consistenza della componente amorfa e delle

fibre in essa contenute, è possibile distinguere il tessuto cartilagineo in tre tipi: la cartilagine ialina

(la più diffusa), la cartilagine elastica e la cartilagine fibrosa.

Cartilagine Ialina

La cartilagine ialina è la più diffuso nell’organismo adulto, mentre nell’embrione e nel feto

costituisce lo scheletro primitivo. È caratterizzata dalla presenza di una componente amorfa, più o

meno abbondante, ricca di glicoproteine e soprattutto proteoglicani. Disperse in mezzo alla

sostanza intercellulare, si trovano le cellule cartilaginee (condrociti); non raramente i condrociti

sono disposti in gruppi di tre-cinque cellule, chiamati gruppi isogeni, più abbondanti nella zona

centrale del nucleo cartilagineo. Poiché la cartilagine è un connettivo non vascolarizzato, il nucleo

cartilagineo è delimitato da un connettivo fibroso con funzione trofica e condrogenica, il

pericondrio. La cartilagine non raggiunge mai un grande spessore.

Componente cellulare:

come tutti i tessuti connettivi, la cartilagine origina dal mesenchima durante le prime settimane di

vita intrauterina. In questo momento si organizzano densi aggregati di cellule mesenchimatiche

che ritirano i loro prolungamenti e diventano rotondeggianti, costituendo i primitivi centri di

condrificazione: le cellule acquisiscono tutte le caratteristiche di cellule secernenti e si

differenziano in condroblasti. Inoltre, poiché i proteoglicani hanno una consistenza gelatinosa e la

loro diffusione è lenta, le cellule rimangono imprigionate all’interno di lacune scavate e

incapsulate nella matrice stessa, venendosi così a costituire delle cellule cartilaginee che prendono

il nome di condrociti. I condroblasti possono aumentare il numero dividendosi per mitosi una o

più volte, costituendo gruppi di tre-cinque cellule in media; le cellule rimangono ravvicinate lungo

la superficie di divisione e costituendo quindi i cosiddetti gruppi isogeni.

Matrice extracellulare:

la matrice extracellulare, come in tutti i connettivi, è costituita da una componente amorfa, o

sostanza fondamentale, ricca in proteoglicani, e da una componente fibrillare, ricca in fibre

collagene di tipo II.

-Componente amorfa: è costituita principalmente da acqua (80% del peso totale), Sali minerali,

proteoglicani e, in minore quantità, glicoproteine; in quantità molto ridotta sono presenti anche

lipoproteine. I proteoglicani, abbondanti prevalentemente nella matrice territoriale, conferiscono

a quest’ultima la caratteristica basofilia; i proteoglicani, che rappresentano il 30-40% del peso

secco della cartilagine, sono costituiti da una componente proteica e da glicosaminoglicani. La

presenza dei proteoglicani, che si trovano in uno stadio chimico fisico di gel, conferisce alla

cartilagine la caratteristica resistenza e nello stesso tempo spiega l’abbondanza dell’acqua. I

proteoglicani sono prodotti dalle cellule cartilaginee; la componente proteica è sintetizzata nel

RER, mentre i GAG sono assemblati nell’apparato di Golgi. Nella matrice cartilaginea è presente,

inoltre, la condronectina, una molecola che determina l’adesione tra la matrice stessa e i

condrociti, la cui membrana è provvista di recettori della famiglia delle integrine.

-Componente fibrillare: l’altra componente della matrice extracellulare, il collagene, si trova

presente nella cartilagine ialina sotto forma di fibre in concentrazione che normalmente non

supera il 40% del peso secco. Al microscopio ottico, lo spazio tra i vari condrociti appare privo della

componente fibrillare; questo perché le fibre collagene non sono ragruppate in fasci e presentano

lo stesso indice di rifrazione della componente amorfa. Le fibre collagene presentano un diametro

variabile secondo la zona della cartilagine considerata: nella zona più periferica, esse hanno un

diametro minore e formano una rete tridimensionale lassa, mentre nella zona centrale il diametro

aumenta e sono orientate in maniera da poter resistere alle pressioni o alle trazioni che la

cartilagine può ricevere.

Pericondrio e accrescimento:

il pericondrio è un manicotto di connettivo fibroso che avvolge la cartilagine e che si forma a

partire dal mesenchima che circonda il primitivo abbozzo cartilagineo. Le cellule dello strato più

interno del primitivo abbozzo pericondrale (strato condrogenico), si differenziano in cellule

condrogeniche e, quindi, in condroblasti che provvedono alla secrezione di nuova matrice

cartilaginea. Una delle funzioni del pericondrio è quella di provvedere al nutrimento della

cartilagine (funzione trofica) in quanto essa non è vascolarizzata; il materiale nutritivo e

l’ossigeno, raggiungono la cartilagine stessa per diffusione attraverso la matrice intercellulare.

Un’altra funzione del pericondrio è legata all’accrescimento della cartilagine, successivo alla

formazione del primitivo abbozzo: lo strato più interno del pericondrio mentiene la capacità

condrogenica, continuando a produrre cellule che si differenziano in condroblasti e poi in

condrociti, per cui l’accrescimento della cartilagine procede dalla periferia verso il centro

(accrescimento per apposizione). L’accrescimento della cartilagine si realizza anche grazie al fatto

che i condrociti, pur racchiusi all’interno della capsula, possono ancora dividersi una o più volte,

determinando la formazione di cloni cellulari (accrescimento interstiziale).

Cartilagine articolare:

la cartilagine articolare riveste le superfici scheletriche impegnate nelle articolazioni mobili ed è

priva di pericondrio; pertanto, la funzione trofica è devoluta al liquido sinoviale che la bagna. La

morfologia e la distribuzione dei condrociti variano in dipendenza della loro posizione, nello strato

delimitante la cavità articolare, detto strato tangenziale, i condrociti sono allungati; nello strato

intermedio, essi hanno una forma globosa e nello strato più interno, detto strato radiale, sono

riuniti in gruppi isogeni paralleli. La cartilagine articolare, grazie alla sua componente

intercellulare, consente, quindi, alle articolazioni di sopportare pressioni meccaniche provenienti

da varie direzioni.

Cartilagine metafisaria:

nelle ossa lunghe la metafisi rappresenta la zona compresa tra la diafisi e l’epifisi. Nel feto,

inizialmente, lo scheletro è costituito da cartilagine ialina, in quanto il tessuto osseo si differenzia

in un secondo momento rispetto alla cartilagine; in seguito ai processi di ossificazioneche si

verificano nelle ossa lunghe, la cartilagine è sostituita dal tessuto osseo, tranne che alla superficie

delle articolazioni e in una sottile zona discoidale che si trova interposta tra la diafisi e l’epifisi,

detta metafisi. In quest’ultima zona, la cartilagine metafisaria mantiene la sua capacità

proliferativa provvedendo, data la particolare disposizione dei gruppi isogeni, all’accrescimento in

lunghezza dell’osso e assumendo aspetti differenti nelle varie zone che la costituiscono.

Cartilagine elastica:

la cartilagine elastica si riscontra nell’orecchio esterno, nel condotto uditivo esterno e interno,

nell’epiglottide e in alcune aree cartilaginee della laringe. La caratteristica saliente consiste nella

presenza, nella matrice extracellulare, di grandi quantità di fibre elastiche associate a fibre

collagene di tipo II, che le conferiscono elasticità e flessibilità.

I condrociti presentano spesso un grosso vacuolo al loro interno, che spinge il nucleo e il

citoplasma alla periferia della cellula che assume, frequentemente, la caratteristica forma di anello

con castone. Cartilagine fibrosa:

la cartilagine fibrosa è caratterizzata dalla presenza nella matrice extracellulare di un’eccezionale

quantità di fibre collagene di tipo I formanti fasci. La cartilagine fibrosa si riscontra nei dischi

intervertebrali, dove costituisce l’anello fibroso che circonda il nucleo polposo. La matrice

intercellulare presenta una presenza notevole di fibre collagene e la scarsa presenza di

componente amorfa. 6.Tessuto osseo

Il tessuto osseo è una varietà di tessuto connettivo denominato connettivo di sostegno, in quanto

forma le ossa che nel loro insieme costituiscono lo scheletro, il quale sostiene l’intero corpo dei

vertebrati, proteggendone anche organi interni. Le ossa sono generalmente classificate in ossa

lunghe, corte, piatte e irregolari. Il tessuto osseo è formato da cellule e sostanza intercellulare;

quest’ultima è caratterizzata da una notevole durezza in seguito a un forte grado di

mineralizzazione. Ciò conferisce all’osso resistenza alla pressione e alla trazione; anche la sua

resistenza alla flessione è elevata. Come tutti i connettivi, deriva dal mesenchima.

L’osso fornisce calcio dove c’è necessità, modificando così di continuo la propria struttura, anche

dopo la fine dell’accrescimento corporeo. L’insieme dei processi che portano a modificare

continuamente la struttura microscopica di un osso prende il nome di rimodellamento osseo. La

riduzione del tessuto osseo prende, invece, il nome di rimaneggiamento: l’osteoporosi è la perdita

della massa ossea in seguito alla quale si ha assottigliamento e fragilità delle ossa interessate.

Ogni pezzo scheletrico osseo è circondato esternamente dal periostio, che è un connettivo

fibrillare denso a fasci intrecciati; nel caso delle ossa lunghe, la diafisi presenta al suo interno un

canale che è rivestito da connettivo a fibre più lasse, denominato endostio.

Tessuto osseo cellulare

Come tutti i i connettivi, il tessuto osseo è formato da cellule, distanziate tra loro e immerse in

un’abbondante sostanza extracellulare (matrice ossea). Nella componente organica della matrice

ossea si riscontrano fibre collagene e una componente amorfa. Le fibre collagene costituiscono la

maggior quantità della sostanza organica e, in base al

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A.A. 2018-2019
25 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/06 Anatomia comparata e citologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Antony1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Citologia e istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Sciola Gianluigi.