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RAPPRESENTAZIONE E CONOSCENZA

NELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE

martedì 3 luglio 2018 16:53

I processi cognitivi sono quei processi alla base del comportamento.

Tali processi ci permettono di percepire ed elaborare l'informazione esterna (ambiente) e

interna (mondo interiore) passando attraverso delle operazioni su rappresentazioni.

Le rappresentazioni sono necessarie, sono lo strumento di interfaccia col mondo e sono inserite

in sistemi di conoscenze che ci permettono di agire in maniera efficace.

Tutti i processi cognitivi, quindi, si basano sulla conoscenza che noi abbiamo del mondo: essa

viene considerata come un insieme di determinati fatti, tecniche e procedure che la cultura

sviluppa.

Esistono due tipi di conoscenze:

• le conoscenze formali, alle quali accediamo generalmente in maniera conscia, che non sono

altro che sono state acquisite grazie ad una lunga e spesso difficile pratica;

• le conoscenze inconsce, che costituiscono il grande insieme di nozioni (più o meno basiche)

che apprendiamo in maniera indiretta nel corso della nostra vita, ma che hanno spesso un ruolo

focale nel nostro comportamento e in tante altre funzioni.

Conoscenza: informazione sul mondo immagazzinata in memoria, che spazia dalle conoscenze

sulla quotidianità a quelle informali.

È definita anche come informazione sul mondo coerente, probabilmente vera, o tale per cui la

nostra fiducia in essa è giustificabile.

La conoscenza è altrettanto necessaria: senza di essa, qualsiasi processo mentale sarebbe

inefficace.

Come avviene?

• In primo luogo, l'elaborazione di un input crea una rappresentazione che deve essere riposta

in qualche magazzino cognitivo, deve essere categorizzata (categorizzazione: capacità di

stabilire che una qualche entità percepita appartiene a un certo gruppo di cose, che

condividono alcune caratteristiche chiave);

• Successivamente, una volta categorizzato il mio input, io ne riconosco la natura e ciò mi

permette di fare delle inferenze, ossia derivare informazioni non esplicitamente presenti in un

singolo membro di una categoria, ma disponibili grazie alle conoscenze sulle caratteristiche del

gruppo o dei gruppi a cui appartiene e/o costruire una connessione tra parti del messaggio

aggiungendo informazioni non presenti precedentemente;

• Tale capacità inferenziale svolge un ruolo focale anche (e soprattutto) per quanto riguarda la

capacità di completare percezioni parziali (come la sagoma di un cartello stradale coperta dai

rami, o le lettere di una parola sulla pagina di un libro macchiato);

• Oltre alle capacità inferenziali, la conoscenza rende possibile una vasta gamma di processi

cognitivi come il riconoscimento delle azioni adeguate in una determinata circostanza, la

capacità attentiva (saper dove veicolare lo sguardo previa indicazione), il contesto dei ricordi e il

loro senso, la comprensione linguistica (sia il riconoscimento delle parole che il loro significato),

infine altre forme di pensiero sofisticate (consce o meno) che possono veicolare il nostro modo

di percepire, comprendere, scegliere e comportarci.

capacità attentiva (saper dove veicolare lo sguardo previa indicazione), il contesto dei ricordi e il

loro senso, la comprensione linguistica (sia il riconoscimento delle parole che il loro significato),

infine altre forme di pensiero sofisticate (consce o meno) che possono veicolare il nostro modo

di percepire, comprendere, scegliere e comportarci.

Le conoscenze si basano su rappresentazioni: nonostante vi siano più definizioni dovute dai vari

approcci multidisciplinari, definiamo una rappresentazione uno stato fisico che si riferisce ad un

oggetto, evento o concetto, veicolando informazioni su di esso.

Grazie alla memoria, le informazioni vengono immagazzinate sotto forma di rappresentazioni;

sulla base di questi codici è poi possibile compiere dei processi, ossia una sequenza di

operazioni che operano su (o creano) i contenuti mentali.

Esse pongono, dunque, le basi della conoscenza in quanto rendono possibili i processi cognitivi.

Hanno due proprietà:

• non-intenzionalità o intenzionalità intrinsecamente soddisfatta: una rappresentazione deve

essere intenzionalmente costruita per riferirsi a qualcos'altro.

Nonostante una prima apparenza, non sempre quanto conosciamo deriva da un apprendimento

conscio e volontario, anzi, la maggior parte delle informazioni che immagazziniamo derivano da

percezioni ed elaborazioni inconsce.

Ha fondamento evoluzionistico: l'obiettivo inconscio di immagazzinare informazioni riguardanti

le nostre esperienze è altamente importante da non poter essere affidata meramente alle sole

intenzioni consce delle persone (troppo spesso inefficaci).

Diciamo, pertanto, che l'intenzione di catturare le informazioni è intrinseca al sistema;

• criterio di veicolare le informazioni: una rappresentazione deve portare con se informazioni

riguardo a ciò a cui si riferisce (dettagli su forma, colore, funzione, piuttosto che informazioni

per riconoscere oggetti simili, per fare inferenze/congetture, etc.).

Delle rappresentazioni distinguiamo:

Formato Il tipo di codice con cui è registrata.

Non si riferisce solo agli elementi che la compongono e a come vengono disposti,

ma anche alle caratteristiche dei processi che operano su di loro per estrarre

informazioni;

Modalità Possono essere modali (possono basarsi su qualche sistema percettivo o

motorio) o amodali (prive di un fondamento percettivo o motorio);

Contenuto L'informazione che trasmette.

Esistono 4 possibili formati di rappresentazioni:

1) Immagini: a pari merito di quelle catturate da una macchina fotografica. Il contenuto di

un immagine è determinato da tre aspetti:

• coordinate spaziotemporali (ogni immagine mentale non è intera ma copre solo una

porzione di informazioni in una determinata finestra spaziale e temporale);

• unità di immagazzinamento (ogni immagine è composta da singole unità, al pari dei

pixel, ciascuna sensibile diversamente alla luce che vi incide);

• informazioni immagazzinate (le informazioni collettivamente veicolate dalle unità di

immagazzinamento determinano il contenuto dell'immagine).

Ma, esattamente, esistono le immagini mentali? Due percorsi di studio:

• prove comportamentali:

• informazioni immagazzinate (le informazioni collettivamente veicolate dalle unità di

immagazzinamento determinano il contenuto dell'immagine).

Ma, esattamente, esistono le immagini mentali? Due percorsi di studio:

• prove comportamentali:

Kosslyn et al. (1975, Cognitive Psychology): ai partecipanti veniva chiesto di immaginare

un oggetto bersagli (es. un'oca), vicino a due oggetti di riferimento (una mosca e un

elefante) a proporzioni realistiche,

Dopodiché ai partecipanti vennero sottoposte task cognitivi: essi sentivano il nome di

una proprietà (per esempio la parola "zampe") e dovevano essere in grado di dire il più

velocemente possibile se l'animale bersaglio avesse o meno tale proprietà, riferendosi

alla propria immagine mentale.

È stato visto come in media i partecipanti fossero 211 millisecondi più veloci quando

controllavano le proprietà dell'oggetto target a fianco della mosca rispetto che alla

condizione con l'elefante.

Analogamente, un gruppo di controllo, al quale venne chiesto di immaginarsi la mosca

più grande dell'oca e l'elefante più piccolo, avevano medesimi risultati quando l'oggetto

target era affiancato dall'elefante.

Da questi risultati è stato possibile che i partecipanti usassero le immagini mentali per

poter rispondere alle domande cognitivo-comportamentali.

• prove fisiologiche-neurali:

Tootell et al. (1982): la seconda figura mostra l'attivazione dell'area visiva V1 nella

corteccia occipitale nella scimmia, misurata con un tracciante neurale.

La straordinaria corrispondenza è a dimostrazione che quando i neuroni scaricano, il loro

schema di attivazione forma una mappa topografica, cioè la loro disposizione spaziale

nel cervello è analoga alla disposizione degli stimoli spaziali nell'ambiente.

L'esistenza di molte* di queste strutture anatomiche organizzate topograficamente

suggerisce come il cervello s'avvalga di immagini mentali.

*Di fatto, le immagini mentali non sono solo state rinvenute nel sistema visivo ma anche

corteccia occipitale nella scimmia, misurata con un tracciante neurale.

La straordinaria corrispondenza è a dimostrazione che quando i neuroni scaricano, il loro

schema di attivazione forma una mappa topografica, cioè la loro disposizione spaziale

nel cervello è analoga alla disposizione degli stimoli spaziali nell'ambiente.

L'esistenza di molte* di queste strutture anatomiche organizzate topograficamente

suggerisce come il cervello s'avvalga di immagini mentali.

*Di fatto, le immagini mentali non sono solo state rinvenute nel sistema visivo ma anche

in quello motorio ed in quello uditivo.

Chen et al. (1998): tramite analisi con fMRI, è stato visto come aree percettive di basso

livello s'attivassero anche in assenza dello stimolo, alla sola richiesta dello

sperimentatore di immaginare un contenuto (da una semplice azione, es. camminare in

città, a contenuti più complessi, es. fasci di luce).

Le immagini mentali, dunque, esistono. Non sono, tuttavia, così continue e complete

come le immagini di una macchina fotografica, sembrano avere un livello disomogeneo

di dettaglio. Perché?

Attenzione visiva: le porzioni ben rappresentate di una scena sono spesso regioni

- su cui si è focalizzato l'attenzione, ciò a cui non prestiamo attenzione non rientra

nella rappresentazione;

Interpretazione: a seconda di dove viene focalizzata l'attenzione, cambia

- l'interpretazione dell'oggetto (es. illusioni ottiche).

2) Rappresentazioni modalità-specifica: una rappresentazione può non limitarsi

basilarmente al formato figurativo (immagini mentali), ma può essere più significativa, o

meglio, può contenere entità significative (oggetto o evento che gioca un ruolo

importante nel perseguimento di obiettivi e nella sopravvivenza di un organismo).

Una rappresentazione sofisticata quindi non è solo un insieme di pixel, bensì contiene

informazioni specifiche relative alla modalità sensoriale che usiamo per interagire con lo

stimolo che stiamo rappresentando. Tali informazioni specifiche, o caratteristiche, non

sono altro che un aspetto sensoriale dotato di significato di uno stimolo percepito.

Per arrivare a ciò si è studiato il sistema visivo della rana (Lettvin et al., 1959): i

ricercatori inserirono degli elettrodi nei singoli neuroni visivi, i quali reagivano in mo

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Publisher
A.A. 2019-2020
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliabert di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano o del prof Sulpizio Simone.