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Utterson che conferma l'identità del deceduto. Quando riconosce il bastone che aveva regalato a Jekyll
anni prima, viene quindi confermato che l'omicida sia Hyde. Si recano all'appartamento di Hyde, che
si trova in un fangoso vicolo in un quartiere un po' malfamato (Soho). Questo luogo appare come un
a una città da incubo.
Lettura pag. 17 “like a district of some city in a nightmare”
Osserva sgomento che è il luogo dove abita il protegé di Jekyll, l'erede di un quarto di milione di
sterline. L'interno della casa però è elegante, arredato con gusto, con lusso.
Nel capitolo successivo “Incident più esplicite sono le intersezioni del romanzo con
of the Letter”
gli schemi classici del poliziesco, tipo di romanzo contraddistinto da un numero limitato di
personaggi: la vittima (delitto iniziale), l’investigatore, il colpevole e altri pochi personaggi secondari.
Sviluppo in tre situazioni: crimine/delitto, indagine e soluzione del caso. Il tutto è raccontato senza
esclusione di colpi di scena, di imprevisti, atmosfere d'effetto e finali a sorpresa.
Come nel canonico classico romanzo poliziesco che ha un narratore interno, il legale Utterson, che
ha funzione di investigatore, racconta una storia a cui ha partecipato direttamente almeno come
spettatore. Lo schema narrativo è tutto teso alla graduale scoperta e con metodi razionali, con
acquisizione ed analisi delle prove di un avvenimento misterioso, o un enigma delittuoso. Il prototipo
della forma poliziesca nasce da The Murders in the Rue Morgue, racconto di Poe, che ricostruisce in
ordinate sequenze gli eventi.
Poco dopo Utterson va a trovare Jekyll. Lo trova abbattuto, voce alterata, dice di aver perso la fiducia
in se stesso. Gli chiede se tiene nascosto l'assassino e giura che non lo vedrà mai più e dice che pensa
al rischio che corre la sua reputazione in questa abominevole faccenda.
Lettura pag. 19. Come Frankenstein si interessa più alla chimica che all'anatomia.
Hyde scrisse una lettera con cui si congeda, e si scusa per i problemi, ed è scritta in una strana
calligrafia ascendente (nella decifrazione è importante anche l'andamento). In questa dice che Jekyll
non doveva preoccuparsi di Hyde perché disponeva di mezzi di fuga.
Lettura pag. 20
Utterson interroga Jekyll sulla clausola testamentaria, e gli chiede se era stato Hyde ad avergliela
dettata. Jekyll annuisce e in queste battute emerge in modo importante la preoccupazione che il suo
buon nome possa essere trascinato nello scandalo. Utterson continua ad indagare sulla lettera di Hyde
e gli sembra una firma di un assassino. Un suo collega gli dice che si tratta di una grafia molto strana,
ma non quella di un pazzo. In quel momento viene portato un biglietto dal maggiordomo. Mette a
confronto il biglietto con la lettera e si accorge che la scrittura è identica. Il biglietto era di Jekyll. La
chiusura del capitolo è tipica dello shoker.
Il capitolo successivo “Remarkable si apre con la descrizione dello studio
Incident of Dr. Lanyon”
di Jekyll. Utterson guarda con la diffidenza della persona timorata da dio la sala anatomica che ora è
silenziosa, vuota e squallida, piena di apparecchi chimici.
Il romanzo è, oltre che testo canonico sul tema del doppio, è anche una testimonianza sconvolgente
dell'impatto che le teorie darwiniana ebbero sulla vita vittoriana e il clima di sfiducia della scienza.
Generalizzata crisi economica politica del fine secolo, che si riflette sul personaggio di Hyde, la
controparte negativa che da libero corso alle peggiori pulsioni, agli istinti più inconfessabili. Si muta
in un essere abietto pieno di energia vitale, abbandona la vita di rispettabilità incarnata di Utterson,
per seguire i suoi piacere segreti, ma è anche la storia di uno scienziato che ha osato troppo e non
riesce più a controllare lo strumento scientifico. Come il predecessore Frankenstein e come il
successore il Dr. Moureu, si lascia prendere la mano dagli esperimenti, privi di qualsiasi utilità pratica,
come li giudica Lanyon. Benché i romanzi si concludano con una catastrofe, nel secondo caso è a
sfondo sociopolitico, mentre nel primo è di ordine etico psicologico, e in quanto Frankenstein la
nemesi è inevitabile perché Frankenstein ha commesso il peccato imperdonabile di superare i confini
della divinità e di diventare egli stesso creatore. Utterson vede con diffidenza, con lo sguardo della
persona timorata, questo teatro di anatomia.
Jekyll compie i propri esperimenti sulla propria persona provocando una profonda metamorfosi nel
suo stesso essere. La qualità angosciosa e perturbante di questo racconto sta proprio in questa serie di
trasformazioni, dapprima dolorose ma controllate e volute e poi sempre più involontarie, ossessive a
cui viene sottoposto lo scienziato. Né i chiarimenti medico psicologici degli effetti della droga né i
giudizi moralistici contenuti nella parte finale non riescono ad attenuare i suoi gesti.
Vedremo la prima metamorfosi di Jekyll da cui si vede come Hyde non rappresenti solo cariche e
impulsi istintuali, ma è proprio la rappresentazione dell'inconscio di Jekyll che per Jung era l'ombra,
il lato oscuro, inferiore, primitivo che si contrappone con le parti luminose diurne e coscienti dell'io.
Lo scienziato trasgredisce i limiti. Ciò che differenzia Jekyll da Frankenstein è che questi esperimenti
vengono compiuti su di sé. La prima metamorfosi è esaltante: si vede chiaramente come Hyde
rappresenti l’inconscio di Jekyll. L’atteggiamento che viene assunto dall’io cosciente rispetto a
quest’ombra può dar luogo a dinamiche psicologiche diverse: una è la proiezione, con cui i contenuti
rimossi non vengono riconosciuti come propri ma vengono proiettati sugli altri; un'altra è la
ricognizione, con cui il soggetto analizza i contenuti rimossi; infine c’è la scissione, come in questo
caso, che comporta una divisione della personalità del soggetto in due personalità parziali, delle quali
una s’identifica nei valori positivi dell’io e l’altra nell’ombra.
Hyde è incarnazione istintuale profonda e conflittuale di Jekyll, che è il rispettabile benevole victorian
gentleman. Non a caso Hyde è la sua parte nascosta, sommersa, che a un certo punto tramite
l’assunzione di questa polverina viene liberata. La proprietà di Hyde è quella di essere e rimanere
occulto. È inconscio prima represso e poi liberato di Jekyll.
C’è una difficoltà nei personaggi testimoni di descriverlo: viene definito pure evil, l’essenza stessa
del male, oppure qualcosa di non organico, polvere amorfa.
Lettura pag. 43 “The most…” – “…appearance of Edward Hyde.”
Tornando indietro c’è un altro capitolo importante successivo all’assassinio. Passa del tempo,
l’assassino non viene trovato e su di lui pesa una taglia di migliaia di sterline. Vengono diffuse notizie
violenze, sulle strane compagnie e sull’odio che sembrava
sul suo passato, sulle immani crudeltà e
avere influenzato ogni sua situazione. Jekyll è presentato come filantropo, una persona che ama il
prossimo, invece qui si passa all’odio. È una scissione drastica.
Lettura pag. 22 “Time ran on…” – “...was at peace.”
Jekyll riprende la vita esemplare di un tempo, si dedica a opere di beneficenza, si mostra di
buonumore. Utterson si tranquillizza ma poi apprende che Jekyll è out of spirit, depresso, taciturno.
che ricorda quello dell’assunzione di droga. Il
Smettere, prendere la polverina è un ciclo
maggiordomo informa Utterson sulla condizione da recluso del padrone. Utterson non sa che fare e
va da Lanyon che porta in faccia scritta una sentenza di morte. Sa di avere i giorni contati e quando
Utterson gli dice che Jekyll è malato Lanyon cambia espressione e con voce malferma dice di non
vuole più averci a che fare. In capo a una settimana morirà e si capirà in seguito il motivo di questo
decesso.
Lettura pag. 23 “Jekyll is ill, too…” – “I cannot bear it.”
Lanyon lascia una lettera sigillata da aprirsi solo dopo la scomparsa di Jekyll. Utterson dilaniato dalla
paura ripone la busta nella cassaforte. La fine di Lanyon è stata detta poco plausibile, ma si saprà in
seguito che lontano dal laboratorio e braccato dalla polizia Hyde aveva avuto bisogno di lui per
procurarsi la polverina, che lo trasforma in Jekyll sotto gli occhi esterrefatti di Lanyon, che muore
per lo shock.
Lo sdoppiamento di Jekyll è più di una trovata sensazionalistica, lo sviluppo di questo spunto è più
di una trovata narrativa per un effetto da shocker. Quella di Stevenson è una vera e propria scoperta.
La traslazione narrativa che tira in ballo altri personaggi e fa di essi i narratori conferisce al racconto
proprio perché in queste testimonianze c’è un accanito realismo narrativo.
una assoluta credibilità,
Il racconto è popolato esclusivamente da uomini. Le figure femminili sono di nessun rilievo:
e c’è in
cameriere, governanti, donne del popolo. Per contro gli uomini sono scapoli, professionisti,
tutto il racconto l’insistenza su una quotidianità maschile, fatta di sigari, vini e serate attorno al
caminetto.
In questa sequenza Utterson e Enfield chiacchierano con Jekyll e poi lo vedono scomparire dietro la
finestra sbattendo i vetri. Il viso gli si contrae di così disperato e abietto terrore che i due fuori si
sentono gelare. È una sorta di promemoria difensivo: costretto per una mutazione spontanea a ritirarsi.
pag. 26 “God forgive us, God forgive us!”
La sequenza termina con una citazione shakespeariana
dal V atto di Macbeth, sicuramente la tragedia più cupa che si svolge tra le nebbie e le tempeste
dell’estremo isolato settentrione. Fa riferimento all’episodio in cui il medico viene chiamato a
diagnosticare il male di Lady Macbeth che ci vorrebbe un prete per assolverla da qualche tremenda
colpa ed esclama “Dio ci perdoni” (pag. 64 Macbeth)
Il tema centrale di Macbeth è quello della distruzione e quella dell’autodistruzione. Il coraggioso
generale scozzese che per natura non è incline a commettere atti malvagi è però bramoso di potere.
Uccide il re Duncan durante il sonno (atto doppiamente riprovevole). Non appena viene incoronato
re capisce che rimane ancora un ostacolo verso il potere, poiché le streghe avevano profetato il regno
non a Banquo ma alla sua dinastia. Decide quindi di eliminare anche Banquo e il figlio Fleance che
riesce a fuggire. Macbeth &eg