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PREPARAZIONE ATLETICA E PESISTICA
La preparazione atletica, chiamata anche preparazione fisica, consiste nella programmazione di un
allenamento che mira a curare e gestire le qualità fisiche generali e specifiche per gli atleti che
praticano un determinato sport.
Gli obbiettivi principali della preparazione atletica sono il raggiungimento della condizione fisica
ideale e la prevenzione degli infortuni. (Haff, 2013).
La programmazione della preparazione di un atleta, non deve essere considerata come una semplice
variazione degli allenamenti, ma come un processo sequenziale e integrato dotato di diverse
variabili riguardanti il volume di allenamento, l’intensità adeguata, la densità e la frequenza. Questo
percorso, inoltre, deve tener conto dell’aspetto psicologico, che è determinante per il
raggiungimento degli obiettivi. Gli obiettivi che si intende raggiungere con gli allenamenti, sono i
miglioramenti delle capacità condizionali dell’atleta: forza, resistenza, velocità.
La FORZA è la capacità di opporsi e vincere un contrasto esterno grazie al lavoro della
muscolatura. Tale contrasto può essere espresso dal peso del corpo, da una parte di esso oppure da
un carico esterno. La RESISTENZA è la capacità di protrarre la prestazione nel tempo, contrastando
la fatica. Invece, la VELOCIT (o rapidità) è la capacità di eseguire un gesto nel minor tempo
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possibile.
La preparazione atletica, inoltre, può essere effettuata anche con i pesi (o sovraccarichi), i cui
allenamenti producono sia un aumento della forza fisica generale, ma anche della forza specifica,
cioè dei gruppi muscolari specifici per i gesti tecnici adoperati in una disciplina specifica.
L’allenamento con i sovraccarichi, però, deve essere effettuato lontano dalle gare agonistiche,
perché comporta una costante permanenza di acido lattico nei muscoli e quindi può generare un
rallentamento del gesto tecnico con consecutivo calo di prestazione sportiva. Questo fattore,
comunque, scompare dopo 5-8 giorni dall’ultima seduta di allenamento, perciò l’atleta ripristina la
normale attitudine sportiva, migliorata dalla forza aggiuntiva che ha generato con questo ciclo di
allenamento.
In questo modo l’obiettivo principale della programmazione sarà quello di ottenere attraverso
l’allenamento individuale i risultati desiderati.
1 L’allenamento
Con il termine “allenamento” si definisce il “processo pedagogico educativo continuo che si
concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in qualità, quantità e intensità tali da
produrre carichi progressivamente crescenti che stimolano i processi fisiologici di
supercompensazione dell’organismo e favoriscono l’aumento delle capacità fisiche, psichiche
tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara” (C. Vittori).
Qualunque sia il livello (fitness, amatoriale, agonistico o di alto livello) l’allenamento comporta
sempre dei cambiamenti e degli adattamenti all’organismo: miglioramento delle prestazioni fisiche
o peggioramento nel caso di un allenamento non idoneo.
La situazione di equilibrio che l’organismo umano è chiamato a mantenere al suo interno e nei
confronti della realtà circostante, è chiamata omeostasi, che comprende l’insieme dei processi che
l’organismo mette in atto per riportare alla normalità i propri valori. L’allenamento, quindi,
rappresenta uno stimolo (stress) che interferisce con l’equilibrio fisiologico (omeostasi) del nostro
organismo. L’ organismo umano, dunque, per ricercare una nuova situazione di equilibrio, mette in
atto delle modificazioni morfo-funzionali evidenti.
I cambiamenti nell’organismo possono essere di vario tipo:
- Cambiamenti anatomici: come, l’aumento di volume dei muscoli (ipertrofia), l’aumento di
dimensioni del cuore, dimagrimento.
- Cambiamenti ultrastrutturali: l’aumento del numero dei mitocondri, la trasformazione delle fibre
muscolari da un tipo a un altro.
- Cambiamenti biochimici: sono legati ai cambiamenti di tipo enzimatico, come l’aumento degli
enzimi del ciclo di krebs, aumento enzimi glicolitici, aumento dell'enzima creatin chinasi (
- Cambiamenti funzionali: maggiore reclutamento di fibre muscolari da parte del sistema nervoso.
Il meccanismo che fa scattare gli effetti ricercati dall’allenamento, è la
SUPERCOMPENSAZIONE: processo di adattamento dell'organismo ad un determinato stimolo
allenante. Al fine di attivare questo processo, gli stimoli dovranno risultare equilibrarti nei parametri
di intensità, durata, densità, volume, frequenza dello stimolo e recupero.
Bisogna porre particolare attenzione alla fase di recupero, infatti, se un carico di allenamento non
venisse compensato da un adeguato periodo di recupero, si potrebbe indurre uno stato di
sovrallenamento, con conseguente decremento delle prestazioni dell’atleta (supercompensazione
negativa). Al contrario, degli allenamenti troppo distanti tra loro, quindi con periodi di recupero
troppo lunghi, causerebbero una riduzione degli effetti della supercompensazione, rendendo
insignificante l’allenamento stesso.
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Il carico d’allenamento è classicamente definito come la somma del lavoro richiesto all’atleta,
ovvero l’insieme delle sollecitazioni funzionali provocate da quest’ultimo in un determinato periodo
di tempo.
Può essere suddiviso in interno ed esterno: il carico esterno è la quantificazione oggettiva dei mezzi
utilizzati nell’allenamento, quello interno è rappresentato dalla somma degli stress che subisce
l’organismo sottoposto ad un carico esterno ed è quindi strettamente soggettivo.
I parametri del carico sono: INTENSITA’, DURATA, DENSITÀ, VOLUME e FREQUENZA.
Per un corretto allenamento, si possono individuare tre aspetti fondamentali di seguito descritti:
• Lo stimolo deve essere sufficiente per determinare uno stato di difficoltà nell’organismo.
• Durante le fasi di recuperò non si dovrebbero somministrare altri stimoli stressanti.
• Il carico dello stimolo, per essere efficace, deve aumentare nel tempo.
IL PROGRAMMA D’ALLENAMENTO
In una stesura di un programma d’allenamento in vista di una gara si devono tenere conto di alcuni
parametri fondamentali, quali:
INTENSITÀ DELLO STIMOLO: percentuale di massima capacità individuale di
1. prestazione (forza del singolo stimolo). È un fattore incisivo per l’effetto allenante
ottenuto per la sollecitazione delle principali forme di forza, quindi resistenza, forza
massimale, velocità, rapidità, mobilità muscolare.
DENSITÀ DELLO STIMOLO: è il rapporto rispetto al tempo delle fasi di carico e
2. quelle di recupero. Riguarda, quindi, i movimenti ciclici e aciclici eseguiti alla massima
velocità. Questo fattore è necessario per rendere specifico l’allenamento, in quanto
determina quali fibre muscolari vengono attivate e come vengono influenzati i processi
neuro-muscolari di regolazione e controllo del movimento.
DURATA DELLO STIMOLO: rappresenta il tempo entro il quale viene applicato uno
3. stimolo o una serie di stimoli. Calcolare il tempo di contrazione è importante per
produrre l’effetto desiderato alla porzione muscolare o all’intero organismo. Contrazioni
di breve durata, con poche ripetizioni per serie, produce un aumento della sezione del
muscolo. esercizi con più ripetizioni all’interno della serie, producono un miglioramento
della rapidità (se vengono svolte in maniera rapida ed entro un certo limite di tempo)
oppure della resistenza di base (esercizi più lenti ma con durata maggiore).
TEMPI DI RECUPERO: è importante calcolare i tempi di riposo funzionale sia durante
4. le serie, sia tra le unità di allenamento. Tempi di recupero diversi provocano risposte
diverse dell’organismo, ma soprattutto permettono di evitare il sovrallenamento o
mancata supercompensazione.
VOLUME DELLO STIMOLO: riguarda la somma degli stimoli applicati in un
5. allenamento, quindi il numero e la durata delle serie. È importante per organizzare gli
allenamenti in funzione agli obiettivi da raggiungere, seguendo i principi di carico
variabile, incremento graduale del carico o dell’alternanza del carico.
3 FREQUENZA DELLO STIMOLO: quante unità di allenamento si svolgono in durante
6. la settimana o al mese. È fondamentale per ottimizzare gli effetti della
supercompensazione. Se il lasso ti tempo, infatti, tra i singoli stimoli è troppo grande, gli
effetti della trasformazione neuro-muscolare si annullano, ritornando ai valori iniziali.
Inoltre, in caso di gare atletiche o partite, distribuire gli allenamenti in funzione
all’avvicinarsi dell’evento, permette di raggiungere la forma e la forza fisica desiderata.
Per preparare un’atleta in fase di pre-gara, bisogna acquisire quante più informazioni possibili.
Bisogna, quindi, informarsi su come l’atleta in questione sia stato allenato durante l’anno dal
vecchio preparatore atletico. È fondamentale effettuare un test per verificarne il livello di partenza
ed organizzare gli allenamenti nel dettaglio. Gli elementi che andranno a formare la preparazione
saranno allenamenti generali/speciali/specifici. Gli allenamenti potranno essere divisi in:
macrocicli (anno), mesociclo (mese), microciclo (settimana), seduta (giorno).
4 LA PERIODIZZAZIONE
Per periodizzazione s’intende la suddivisione dell’allenamento in tre momenti fondamentali:
• Microciclo, rappresenta la struttura base di un programma di lavoro ed ha una durata media
di una settimana;
• Mesociclo, raggruppa un numero di microcicli variabile da 2 a 6;
• Macrociclo, raggruppa 3-4 mesocicli e pertanto la sua durata è di 4-6 mesi;
Il macrociclo comprende tre periodi di allenamento, che possiamo distinguere in base alla distanza
temporanea dall’evento sportivo per cui l’atleta si sta allenando.
• PERIODO PREPARATORIO: rappresenta l’applicazione di stimoli in funzione della gara in
avvicinamento. La prima parte di questo periodo è generale, la seconda parte è specifica per il tipo
di forza o gesto motorio coinvolto.
• PERIODO COMPETITIVO: rappresenta il lasso di tempo che comprende le gare.
• FASE DI TRANSIZIONE (RECUPERO): recupero attivo alla fine della gara, per
ottimizzare la supercompensazione e preparare l’atleta al prossimo periodo di recupero.
In uno sport di squadra, il periodo preparatorio va dalle 4 alle 6 settimane. Al fine di conoscere lo
stato di forma degli atleti, è utile, sottoporre gli stessi a dei test specifici all’inizio del periodo
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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