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TLV-STEL (Valori Limite di Soglia-Limite per Breve Tempo di Esposizione)

Concentrazione massima cui i lavoratori possono essere esposti per un periodo massimo di 15' continuativamente senza che insorgano: irritazione, alterazione cronica irreversibile dei tessuti, narcosi. Concentrazioni fra il TLV-TWA e il TLV-STEL non devono ripetersi per più di 4 volte al giorno, non devono protrarsi per più di 15 minuti e fra esposizioni successive devono intercorrere almeno 60 minuti.

TLV-Ceiling

Concentrazione che non deve essere superata durante qualsiasi momento della esposizione lavorativa. Nella pratica convenzionale di igiene industriale il campionamento istantaneo non è sempre possibile. Per la valutazione del TLV-Ceiling si può ricorrere ad un campionamento di durata non superiore a 15 minuti, eccezione fatta per quelle sostanze che possono dar luogo, anche per esposizioni particolarmente brevi, a fenomeni irritativi immediati.

Metodi di misura ambientali

Apparecchi portatili a lettura.

Metodi diretti: eseguono automaticamente prelievo ed analisi dell'aria ambiente (spettroscopia nell'IR, spettroscopia fotoacustica nell'IR, gascromatografi portatili).

Metodi indiretti attivi: adsorbente (es. carbone) di una quantità nota di aria ambiente mediante una pompa e successiva analisi in laboratorio (gascromatografia con rivelatori specifici).

Metodi indiretti a diffusione passiva: non necessitano di alcun mezzo di aspirazione ma sfruttano il processo chimico-fisico della diffusione dei gas o vapori (legge di Fick): ogni specie molecolare si diffonde nell'aria secondo un coefficiente caratteristico e specifico.

Come si definiscono i TLV:

  • Test in laboratorio su colture cellulari
  • Test su animali da esperimento
  • Dati epidemiologici sull'uomo
  • Studi caso/controllo
  • Studi di coorte

Come si usano in pratica i TLV:

Si confrontano i dati di concentrazione ambientale ottenuti per uno specifico ambiente di vita e/o di lavoro.

con i TLV relativi alle singole sostanze determinate Conc/TLV < 1 situazione sotto controllo Conc/TLV > 1 situazione fuori controllo Metodi diretti (vantaggi e svantaggi) Consentono misurazioni istantanee (circa ogni minuto) in uno o più punti (12) con lettura diretta del risultato (non occorrono ulteriori analisi in laboratorio); Permettono di determinare i picchi di concentrazione massima e di calcolare il valore medio ponderato; Per le mansioni che comportano spostamenti non sono possibili prelievi a livello della zona respiratoria; Richiedono una taratura periodica (semestrale o annuale); Sono possibili interferenze (es. alcoli e aldeidi). Metodi indiretti attivi Il prelievo prevede l'utilizzo di fiale di vetro, contenenti un substrato (es. carbone per solventi) distribuito in due sezioni. Il campionamento dell'aria viene effettuato collegando la fiala con una pompa a batteria calibrata ad un flusso noto. Le variazioni di flusso dall'inizio alla fine del prelievo nondevono essere superiori a 5% del valore impostato±(UNI/EN 12919/01).
Metodi indiretti attivi (vantaggi e svantaggi)
Permettono di ottenere valori medi ponderati di esposizione inalatoria a livello della zona respiratoria oppure possono essere utilizzati in postazione fissa per una mappatura delle fonti di inquinamento nell'ambiente di lavoro.
La pompa collegata alla fiala può ostacolare i movimenti dell'operatore.
I campioni raccolti devono essere analizzati in laboratorio mediante GC-FID/ECD/NPD/MS o HPLC.
Le pompe devono essere tarate prima del prelievo ambientale.
Metodi indiretti a diffusione passiva
Il prelievo prevede l'utilizzo di un dispositivo a diffusione passiva costituito da tre dischi sovrapposti di tessuto di carbone attivo.
Il dispositivo è in grado di prelevare campioni di gas o vapori dall'atmosfera mediante un processo fisico (diffusione passiva) e assorbimento su un substrato.
Ogni analita è caratterizzato da una portata dicampionamentospecifica espressa in ml/min. Metodi indiretti a diffusione passiva (vantaggi e svantaggi):
  • Semplicità di esecuzione del campionamento
  • Consentono di ottenere valori medi ponderati di esposizione individuale
  • Prelievi a livello della zona respiratoria dell'operatore senza interferire con le attività lavorative
  • I campionatori non richiedono interventi di taratura
  • I campioni devono essere analizzati in laboratorio
  • In presenza di elevate concentrazioni ambientali e/o per campionamenti di lunga durata è possibile che si verifichi saturazione del substrato
  • Non sono possibili misurazioni di tipo istantaneo
MONITORAGGIO BIOLOGICO Il monitoraggio biologico (MB) è l'insieme delle procedure (raccolta del campione, analisi in laboratorio, interpretazione, valutazione e gestione del risultato) atte a determinare quali-quantitativamente in fluidi, sistemi o campioni biologici il grado di esposizione, effetto o suscettibilità ad agenti.

tossici occupazionali.

OBBIETTIVO

Evidenziare la dose assorbita di una determinata sostanza xenobiotica, tenendo presente le varie vie di assorbimento

Vie di assorbimento di un xenobiotico

  • Via respiratoria
  • Assorbimento transcutaneo
  • Via intestinale

Individuare più precocemente possibile un'alterazione, generalmente reversibile, dei parametri bioumorali, funzionali o strutturali secondaria all'esposizione a fattori di rischio occupazionali prima che diventi di rilevanza clinica. (concetto valido solo per gli indicatori di effetto)

Integrare i dati forniti dal monitoraggio ambientale e dalla sorveglianza sanitaria (anamnesi, visita medica, accertamenti clinici) per ottenere una valutazione più completa dello stato di salute del lavoratore e della sua "interazione" con l'ambiente di lavoro per valutarne l'idoneità allamansione specifica.

Il MB integra le informazioni fornite dal monitoraggio ambientale (MA) e permette di personalizzare ed ottimizzare la

valutazione del rischio soprattutto nel singolo lavoratore, in quanto consente una valutazione più completa e accurata dell'esposizione reale totale. Gli IB possono venir utilizzati in contesti diversi: sorveglianza sanitaria, programmi di screening di vario genere, ricerca clinica su patologie comuni. La distinzione degli IB in indicatori di esposizione, risposta o suscettibilità non è sempre agevole. L'interpretazione del significato tossicologico di un IB richiede la conoscenza: dei meccanismi tossicocinetici e tossicodinamici del/dei composto/i in questione, delle circostanze in cui il campione è stato raccolto, le modalità con cui l'IB è stato misurato, le caratteristiche dei soggetti esaminati, l'eventuale esposizione ad altri fattori di rischio occupazionali o extra-occupazionali (abitudini alimentari, fumo, stile di vita). Gli IB possono essere classificati in base a criteri diversi: alla matrice biologica in cui vengono testati (urine, sangue, ecc.).

I biomarcatori (IB) sono sostanze o indicatori misurabili che forniscono informazioni sulla presenza, l'esposizione o gli effetti di una sostanza chimica o di un agente biologico nell'organismo umano. I biomarcatori possono essere correlati:

  • All'organo o al tessuto in cui hanno origine o che li ha prodotti (es. renali, epatici, del sistema nervoso)
  • Alle caratteristiche chimico-fisiche (es. volatili, idro/liposolubili)
  • Al significato tossicologico e al valore predittivo che viene loro attribuito rispetto al fattore di rischio di cui sono appunto indicatori.

Matrici di raccolta:

  • Urine
  • Sangue
  • Feci
  • Aria espirata
  • Sudore
  • Liquor
  • BALf
  • Tessuti (capelli, unghie, biopsie ecc.)

Gli IB vengono divisi tradizionalmente in tre categorie:

  1. Indicatori di esposizione (dose)
  2. Indicatori di risposta o effetto
  3. Indicatori di suscettibilità

IB di ESPOSIZIONE (IBE):

Sostanza esogena (es. dimetilformammide) o un suo metabolita (NMF, AMCC) o il prodotto dell'interazione tra uno xenobiotico ed una molecola o cellula bersaglio (3-metil-5-isopropilidantoina), misurati in un compartimento dell'organismo (es. urine e/o sangue).

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
37 pagine
SSD Scienze mediche MED/44 Medicina del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina Legale e Medicina del Lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Manno Maurizio.