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L L L
Con N l’occupazione e L le forze di lavoro.
Ipotizzando che l’unico fattore produttivo sia il lavoro e che la produzione sia uguale all’occupazione allora:
Y = N = L (1 – u)
Quando il tasso di disoccupazione è pari al tasso naturale l’occupazione è data dall’occupazione naturale N
n
= L(1 – u ) e la produzione è uguale alla produzione naturale (o potenziale) Y = L(1 – u ).
n n n
Riscriviamo ora la nuova curva di Phillips:
Y – Y = L((1 – u) – ( 1 – u )) = –L(u – u )
n n n
Scostamento del prodotto dalla produzione naturale potenziale = Scostamento della disoccupazione dalla
disoccupazione naturale.
La differenza tra produzione e produzione potenziale è chiamata output gap. Sostituiamo L(u – u )
n
all’interno della curva di Phillips:
e
– = (α/L)(Y – Y )
n
Ulteriore ipotesi semplificatrice
Cioè che le aspettative inflazionistiche backward
et
looking con (π = π = π(-1)), la curva di Phillips
t-1
diventa:
(-1)
– = (α/L)(Y – Y )
n
Esempio PC è la Phillip Curve
nei termini di Output
Gap
Legge di OKUN
Mette in relazione la variazione del tasso di disoccupazione (asse verticale) e la mette in relazione con la
variazione della produzione (asse orizzontale).
Teorica: Nt = L(1-ut) Nt-1 = L(1 – u t-1)
L costante
Log N – Log N = LogL – LogL + [Log (1 – u ) – log (1 – u )]
t t-1 t t-1
gN g = g
Y=N e A = 1 N Y
g ≈ - (u – u )
Y t t-1
Ipotesi semplificatrici utilizzate:
- L costante
- Y = N
- A = 1
Esempio:
Stime USA 1960 – 2014
u – u = - 0.4 * ( gy – 3%)
t t-1
a) Perché gy > 3% ?
a. Crescita forza lavoro (L) ≈ 1.7
b. Crescita della produttività (A) ≈ 1.3
b) Il coefficiente davanti ( u – u ) non è -1 ma solo -0.4
t t-1
Se gy = 1% il tasso di disoccupazione si riduce dello 0.4%
a. Lavoratori necessari all’impresa ma che non dipendono dal livello della produzione
(contabilità).
b. Labor hoarding
c. La disoccupazione diminuisce meno di quanto cresce l’occupazione : aumenta il tasso di
partecipazione perché si riducono i lavoratori scoraggiati
Aspettative ancorate
Assumendo che l’inflazione attesa venga ancorata ad un valore credibile (dalla BC al 2%) allora la mia curva
e
di Phillips può essere riscritta al posto di producendo un maggior/minor tasso di inflazione e non
un’inflazione crescente/decrescente.
Es.
– 2% = (α/L)(Y – Y )
n
Zero lower bound e spirale deflazionistica
Quando i tassi d’interesse nominali sono prossimi e non possono più scendere sotto lo 0 e sono in una
situazione di deflazione, mi trovo dei tassi reali positivi che trascinano il sistema ancora più in recessione:
spirale deflazionistica.
Situazione iniziale reale nel punto A; se riesco a
portare i tassi di interesse reali sotto lo 0 la
produzione torna al suo equilibrio nel medio
periodo e l’inflazione risulterà costante.
Il tasso d’interesse nominale è già a zero e sono
in deflazione io non posso portare il tasso
d’interesse reale negativo, ma posso portarlo
massimo a 0 e la mia produzione è comunque al
di sotto di quella potenziale.
Consolidamento fiscale
Una tassazione (consolidamento) per provare a far fronte al disavanzo pubblico porta nel breve periodo ad
una riduzione della produzione; questo nel medio periodo è caratterizzato da un’inflazione decrescente.
Questo spinge la BC ad una espansione monetaria; abbassando il tasso reale r che mi permette di portare
l’economia alla produzione potenziale Y permettendo di tornare ad un’inflazione decresce ad un tasso
sempre meno alto fino ad arrivare ad un’inflazione costante.
Riduzione del consumo e aumento dell’investimento al ridurre dei tassi. Nel medio periodo dunque la
produzione ritorna autonomamente all’equilibrio.
Conseguenze
Supponiamo che il prezzo (reale) del petrolio aumenti:
Il modello IS-LM-PC non tiene esplicitamente in considerazione il prezzo del petrolio
Ma questo non ci impedisce di studiarne comunque gli effetti
L’aumento del prezzo del petrolio fa aumentare i costi di produzione
Per mantenere lo stesso tasso di profitto le imprese potrebbero aumentare il markup m
Siamo così in grado di analizzare come questo influenzi il mercato del lavoro
Un aumento del markup porta ad una riduzione del salario reale ed a un aumento del tasso di
disoccupazione naturale.
Esempio
Dallo shock petrolifero e
dell’aumento della PC nel lungo
periodo mi porta a far agire le BC ed
alzare la curva LM e quindi il tasso
d’interesse per non far alzar troppo il
tasso di inflazione.
Nel momento in cui la Banca alza la
LM si crea un fenomeno di:
Stagflazione (aumento dell’inflazione
e riduzione della produzione)
presenza di un’inflazione in crescita
(ad un tasso decrescente ma
comunque in crescita). Nello stesso
momento in breve periodo l’output
(Y) si sta riducendo.
Con l’ancoraggio delle aspettative
quando torno in A ‘’, l’inflazione è al
suo livello di annuncio della BCE.
Cenni storici
Sotto l’aspetto di deflazione la crisi del 2008 è stato limitato mediante la potenza delle banche al
convincimento del pubblico ancorando il tasso d’interesse senza dover esplicare che riduce l’inflazione.
Ciclo economico: fluttuazioni della produzione di fronte ad un trend
Crescita Dati di PIL (1) e PIL pro capite (2)
Da notare la riduzione della
crescita post 2^ guerra mondiale.
Misurazione logaritmica (aumento
del tasso di crescita del PIL)
Analizziamo la crescita perché è importante per determinare il tenore di vita dei paesi; inoltre guardiamo
soprattutto il prodotto pro capite perché quello aggregato non sarebbe realistico paragonato ad un paese
con doppia popolazione.
Come confrontare il prodotto pro capite tra i paesi?
Bisogna tenere in considerazione:
- I tassi di cambio possono variare molto
- Ci possono essere differenze sistematiche dei prezzi tra paesi (in generale, quanto minore è il livello
pro capite in un paese, tanto minori saranno i prezzi dei beni alimentari e dei servizi essenziali in
quel paese).
Il confronto tra tenori di vita in paesi diversi è più significativo, correggendo per gli effetti sia delle
variazioni di cambio, sia delle differenze sistematiche dei prezzi tra paesi.
I dati aggiustati prendono il nome di dati in parità dei poteri di acquisto (Purchasing Power Parity – PPP).
(1 + x)^61 = 7.69 x= 7.69 ^ 1/61 -1 = 0.034 = 3.4% tasso di crescita in 61 anni dell’italia
Analisi su un orizzonte temporale di due millenni
Dalla fine dell’Impero Romano a circa il 1500, in Europa non ci fu quasi per nulla crescita del
prodotto pro capite
L’Europa si trovava in una “trappola malthusiana”, incapace di aumentare il suo prodotto pro
capite
Dal 1500 al 1700 circa, la crescita del prodotto pro capire è diventata positiva circa lo 0,1% annuo
È aumentata allo 0,2% annuo dal 1700 a 1820
A partire dalla rivoluzione industriale, i tassi di crescita sono aumentati fino all’1,5% annuo
Tassi di crescita più elevati sono stati osservati solo dopo il 1950
Funzione di produzione aggregata (Recap da Microeconomia)
Relaziona la produzione aggregata e gli input produttivi. L’ottica utilizzata in passato errando era il
prendere in considerazione solo il medio e breve periodo (modello Keynesiano).
Ora teniamo in considerazione anche il lungo periodo, modello di Solo.
Y F ( K
, N )
dove
Y= la produzione aggregata;
K= capitale – somma di macchinari, impianti, uffici e immobili;
N= lavoro – numero di lavoratori impiegati.
A parità di capitale e di lavoro; la tecnologia definiscono sia la gamma di beni che possono essere prodotti
nell’economia, sia le tecniche disponibili per produrli.
Rendimenti di scala costanti
Raddoppiando la scala di produzione, cioè raddoppiando le quantità di capitale e di lavoro impiegate, anche
il prodotto raddoppia (in generale per ogni X):
xY F ( xK
, xN )
Rendimenti decrescenti dei fattori del capitale e del lavoro (non rendimenti di scala perché opero su un
unico fattore dei due)
- Capitale: Aumenti di capitale generano, dato il lavoro, aumenti di prodotti tanto minori quanto è
maggiore il livello di capitale
- Lavoro: Aumenti della quantità di lavoro, dato il capitale, generano incrementi di prodotto tanto
minori quanto maggiore è la quantità di lavoro già impiegata
Funzione di produzione pro capite per addetto
Poniamo x uguale a 1/N e otteniamo:
Y K N K
F , F ,1
N N N N
Dove Y/N rappresenta il prodotto per occupato e K/N il capitale per occupato.
L’equazione dice che la quantità di prodotto per occupato dipende dalla quantità di capitale per occupato.
A parità di aumento del capitale per addetto, questo mi fa aumentare la produzione in modo meno che
proporzionale più K/N è grande.
Fonti della crescita
Gli aumenti del prodotto per occupato (Y/N) derivano da aumenti del capitale per occupato (K/N)
Gli aumenti del prodotto per occupato (Y/N) possono derivare anche da miglioramenti dello stato
della tecnologia, che spostano la funzione di produzione F e permettono di ottenere una maggiore
quantità di prodotto per occupato con lo stesso capitale per occupato
L’accumulazione di capitale da sola non sostiene la crescita: un maggior tasso di risparmio non può
sostenere in modo permanente un maggior tasso di crescita della produzione
La crescita deve derivare necessariamente dal progresso tecnologico
Risparmio, accumulazione di capitale e produzione
L’accumulazione di capitale e il risparmio che ci sta dietro possono spiegare la crescita economica dei paesi
Partiamo dallo stock di capitale per analizzare la produzione o reddito, e ciò che non viene utilizzato viene
risparmiato e/o investito; l’investimento fa variare lo stock di capitale.
Prima relazione - Gli effetti del capitale sulla produzione
All’ipotesi di rendimenti di scala costanti avremo:
Y K
1
F ,
N N
Ottenendo la produzione per addetto (divisa N numero degli addetti)
Sono presenti due ip