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Lezione 5
Il femminile singolare
L’articolo
5.1 Il femminile singolare
In arabo ci sono due generi: il maschile e il femminile. I nomi femminili possono essere tali per forma, per significato o per uso.
5.1.1 Nomi femminili per forma
Esistono tre suffissi tipici del femminile singolare ma per ora vediamo soltanto quello di gran lunga più usato, che viene detto taʾ marbūṭa, cioè taʾ “legata”. Questo suffisso, infatti, è formato da un segno uguale a quello della ḫa, ma con due puntini sopra, di modo che, nella forma isolata, può effettivamente essere visto come una ta’ “legata”, così: ۃ. Questo segno è sempre preceduto da un suono /a/, il più delle volte rappresentato da una fatḥa (◌َ). Essendo un suffisso, la taʾ marbūṭa non ha né forma iniziale né forma mediana, ma solo una forma finale che, quando segua una lettera che lega normalmente a sinistra, è ة.
Esempio:
- غُرْفَة (ghurfa) = stanza
- بِنَة (ʾibna) = figlia
Se segue una lettera che non lega a sinistra (ovvero una ا, una د, una ذ, una ر, una ز o una و), la taʾ marbūṭa assume, ovviamente, la forma isolata: un po’ come capita per la ba’ finale della parola ب.
Esempio:
- شَجَرَة (shajara) = albero
- قَهْوَة (qahwa) = caffè
Per quanto riguarda la pronunzia, la taʾ marbūṭa dovrebbe leggersi /at/, con la “a” breve della fatḥa seguita dal suono “t” della taʾ, ma nella maggior parte dei casi si legge (e noi trascriviamo) solo la fatḥa.
LEZIONE 5
Esempio:
- (madīna) = città
- (‘ā’ila) = famiglia
- (shajara) = albero
Però, se a un nome che termina con tā' marbūṭa si aggiunge un suffisso, la tā' si "slega" e torna a essere anche nella pronunzia una tā' ṭawīla, cioè una tā' "lunga", "normale". Nel caso del pronome suffisso di prima persona singolare, quindi, si avrà:
- la mia città = (madīnātī)
- la mia famiglia = (‘ā’ilatī)
- il mio albero = (shajaratī)
Quando una parola singolare termina con la tā' marbūṭa, è quasi sempre femminile: le eccezioni sono poche, e fra queste segnaliamo il termine (ḫalīfa), "califfo", che designa il "successore" di Muḥammad a capo della (‘umma), la "comunità" musulmana, il quale deve rigorosamente essere di sesso maschile secondo le norme islamiche.
Nella maggioranza dei casi, e comunque in tutti quelli che (salvo precisazioni) vedremo in questo testo, per formare il femminile di un nome o di un aggettivo singolare, gli si "aggiunge" la tā' marbūṭa, di modo che si ha:
- moglie = (zawja)
- marito = (zawj)
- anziana = (shaykha)
- anziano = (shaykh)
- amica = (ṣadīqa)
- amico = (ṣadīq)
- grande (f.) = (kabīra)
- grande (m.) = (kabīr)
- piccola = (ṣaġhīra)
- piccolo = (ṣaġhīr)
- bimba = (ṭifla)
- bimbo = (ṭifl)
- bella = (jamīla)
- bello = (jamīl)
LEZIONE 5
come nell'esempio prima riportato: ... = a scuola c'è una maestra. Un altro modo è quello di usare gli avverbi ... (hunāka) o ... (hunā), che significano “là”, “qui”, e che vengono posti all'inizio della frase. L'eventuale complemento, allora, segue il soggetto, come in questi esempi:
- ... = c'è la maestra (nella scuola)
- ... = ci sono dei libri (in casa mia)
- ... = chi c'è? (Ci sono) Fātima e Karīm
- ... = chi c'è in casa? (Ci sono) Fātima e Karīm
5.3 Il complemento vocativo (ovvero: come rivolgersi a qualcuno)
In italiano, generalmente, il complemento vocativo non viene più introdotto da nessuna interiezione (se devo rivolgermi esplicitamente a Laura, per esempio, dirò “Laura!” , e non “O Laura!”). In arabo, invece, il complemento vocativo viene introdotto dalla particella ... (yā), che viene usata abbastanza comunemente per rivolgersi a qualcuno. Così, per esempio, incontrando un amico che si chiama Maḥmūd gli si dice: ..., che in italiano si traduce: “Maḥmūd! Come stai?”.
VOCABOLARIO
- anziano (agg. e sost.) (anche onorifico) = shaykh, shuyūkh
- aperto = maftūḥ
- caffè (bevanda) = qahwa
- chiuso = mughlaq
LEZIONE 6
أنا عَرَبِيَّة مِن تونِس.
أنا مِن قُرطَاج الفاصِمة.
أنا مُوَظَّفة في البُنك وَلَكِنْ ... الآَنَ أنا في عُطلَة.
هناك زَوجي رَشيد.
هُو مِن مَدينة سَفاقس.
1 - Traduci in arabo queste frasi.
- Dov’è il maestro? Il maestro è a scuola.
- Con chi sei andata in (traduci: verso la) piscina ieri, Fātima? Sono andata con mio fratello ῾Umar.
- Ieri ho visto Maḩmūd in città, con mio marito Rashīd.
- La mia amica Maryam è a casa mia con mia madre e mia sorella.
- Maḩmūd è arabo e Laura è italiana: lui è di Marrākeŝh, lei è di Napoli.
- Mio padre è un maestro e mia madre è un’impiegata.
- Chi c’è in casa? C’è mio fratello con mio padre e mia madre.
2 - Traduci in italiano queste frasi.
- هَل أَنتَ إيطاليّ؟ لا، أنا عَرَّبِي وَلكِن ... زوجَتي لُورّا إيطالية.
- هَل ذَهَبْتَ إلى المَدرَسة أَمسِ؟ لا، ذَهَبْتُ إلى البُحَيْرة: الآن أَنا في عُطْلَة !
L'ARTICOLO - I PRONOMI PERSONALI
- Lettere lunari (non assimilano la lām dell’articolo).Sono le lettere che vengono articolate:
- – tra le labbra ع, ق, ك
- – nella gola
N.B.: oltre a queste, fa parte delle lettere lunari anche la g
Osserva in questa tabella il comportamento delle lettere solari e lunari nei confronti dell’articolo.
das Schloss ➔ die Schlösser
das Fahrrad ➔ die Fahrräder
das Wort ➔ die Wörter
das Flugzeug ➔ die Flugzeuge
der Turm ➔ die Türme
Ausnahmen
die Kartoffel ➔ die Kartoffeln
die Nudel ➔ die Nudeln
das Haar ➔ die Haare
die Freiheit ➔ die Freiheiten
das Tier ➔ die Tiere
die Sache ➔ die Sachen
die Kiwi ➔ die Kiwis
die Oma ➔ die Omas
der Junge ➔ die Jungen
das Ticket ➔ die Tickets
die Lösung ➔ die Lösungen
der Herd ➔ die Herde