vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Suola - bacino del laboratorio
La suola è costituita da mattoni refrattari, cioè resistono alle alte temperature senza alterarsi, ricoperti da uno strato dello spessore di 20 cm, anch'esso refrattario. A seconda del tipo di ghisa madre utilizzata si hanno tre diversi tipi di suola:
- Suola acida
- Suola basica
- Suola neutra
La volta del laboratorio è sempre di tipo acido. Con il metodo "acido", più lento e costoso rispetto al processo Bessemer, era possibile produrre acciaio di qualità. Percy Carlyle Gilchrist e Sidney Gilchrist Thomas nel 1878 brevettarono il metodo basico. Queste innovazioni consentirono di aumentare la produzione di acciaio, che divenne il materiale per eccellenza impiegato nei diversi settori. Grazie alle innovazioni tecnologiche adottate, nel primo decennio dell'Ottocento, l'industria del ferro produceva qualcosa come il 6% del reddito nazionale inglese, rispetto all'1 o 2% del 1760. Le innovazioni permisero di...
realizzare:Economie di combustibile (cambiamenti nella ventilazione e nella forma e nella dimensione dei forni);
Economie di metallo (riduzione della percentuale di ghisa troppo impura; materiale costoso e limitato, che prima o poi sarebbe esaurito);
Economie nei costi delle materie prime (riduzione del loro costo, che avrebbe poi inevitabilmente causato un incremento del costo complessivo del materiale);
Risparmi di tempo e di lavoro (maglio a vapore; utilizzo di marchingegni nuovi e tecnologizzati ridusse le tempistiche e i ritmi martellanti e duri del lavoro, a cui venivano sottoposti gli operai);
Aumento delle dimensioni delle unità di produzione;
Miglioramenti nella struttura degli impianti e del macchinario.
Il ruolo che essa ebbe nel processo di industrializzazione fu diverso da quello del cotone per le sue peculiari caratteristiche:
Una tradizione di organizzazione capitalistica su larga scala: l'industria del ferro fu trasformata in maniera
radicale relativamente alla tecnologia, ma subisce una trasformazione meno radicale sotto il profilo dell'organizzazione della lavorazione già organizzata in forma capitalistica;
Dipendenza da materie prime disponibili all'interno del paese: l'espansione dell'industria del ferro avvenne grazie al sostegno di una materia prima disponibile all'interno del paese, contrariamente a quanto accadde per l'industria del cotone, che aveva la necessità di importare la materia prima dall'estero;
La dipendenza della macchina a vapore: la sostituzione del carbone di legna con il carbone minerale come combustibile implicava l'utilizzo di una diversa fonte di energia inanimata per rendere il procedimento di fusione del minerale grezzo con il coke il modo più efficiente per produrre ghisa;
Domanda anelastica: l'industria del ferro inglese riuscì a espandere il suo mercato offrendo prodotti con prezzi più bassi,
Riuscendo a creare una domanda aggiuntiva in sostituzione di altri prodotti. La sviluppo dell'industria del ferro svolse un ruolo di attivazione e distimolo del processo di industrializzazione in virtù di una serie di interdipendenze a monte e a valle:
- Creò una domanda di risorse nazionali di minerale di ferro e poi di carbone, stimolando lo sviluppo del settore dei trasporti (canali);
- Favorì l'affermazione del vapore;
- Stimolò miglioramenti nel settore dell'industria meccanica;
- Sostenne lo sviluppo della rete ferroviaria.
Dal mercantilismo al libero scambio
Nel corso del Seicento, l'Inghilterra aveva abbracciato politiche mercantilistiche, che proponevano una visione dei rapporti commerciali tra stati basati su un saldo positivo della bilancia commerciale.
In generale, l'obiettivo delle politiche mercantilistiche era il potenziamento del commercio e della produzione rivolta al mercato, mediante un attivo intervento dello stato.
che può essere così schematizzato: Protezionismo doganale, con limitazioni e dazi sulle importazioni; Sostegno alle esportazioni, con premi di incoraggiamento, esenzioni fiscali; Tutela della marina commerciale nazionale; Impulso e partecipazione alla costruzione di grandi compagnie privilegiate. Il commercio internazionale rappresentava un'arena competitiva tra gli stati che dovevano favorire i loro interessi perché il rapporto tra due stati non era vantaggioso per entrambi. In Gran Bretagna, vi fu un accordo tra i ceti dominanti (proprietari terrieri, mercanti, industriali) affinché lo stato, attraverso il Parlamento, diventato organo di controllo del potere regio, si dedicasse a promuovere lo sviluppo economico. Per questo motivo il Parlamento intervenne al fine di: 1. Consolidare l'egemonia inglese nel commercio internazionale, emanando leggi a protezione e sostegno della flotta mercantile nazionale (Navigation Acts); 2. Proteggere gli interessi.manifatturieri (Calicò Acts); 3. Proteggere gli interessi dei proprietari fondiari (recinzione per legge parlamentare). Fu nell'Inghilterra dalla seconda metà del Settecento che presero forma nuove impostazioni nei rapporti economici e mercantili tra gli stati, fondate su una riconsiderazione delle politiche fino ad allora seguite, e che fu inaugurata una politica commerciale che rompeva con la tradizione mercantilistica e si ispirava, invece, al pensiero economico liberista. Le basi teoriche del liberismo economico, cioè della libertà assoluta di scambio delle merci fra le varie nazioni, senza aggravi doganali, si trovano nelle opere di: - The Wealth of the Nations (1776) di Adam Smith, - On the Principles of Political Economy and Taxation (1819) di David Ricardo, - Principles of Political Economy (1848) di John Stuart Mill. Questi autori erano favorevoli al libero scambio e fondavano le loro convinzioni sui vantaggi derivanti dalla specializzazione e dalla divisione.internazionale del lavoro: ogni paese doveva specializzarsi nelle produzioni più convenienti quanto a costi relativi e acquistare all'estero tutto il resto.
La crescita dell'economia inglese incoraggiò l'adozione di una politica commerciale più aperta, che rifletteva anche il mutamento di interessi degli industriali inglesi, sempre più consapevoli che la loro fortuna era legata all'apertura degli sbocchi commerciali piuttosto che all'esistenza di dazi fortemente protezionistici su alcune merci.
Nel 1786 l'Inghilterra concluse con la Francia il Trattato di Eden, che prevedeva l'abolizione di una serie di dazi. Il trattato riflette gli interessi degli industriali ed è considerato il primo passo verso il liberismo.
Gli oneri delle guerre cominciate nel 1793, tuttavia, provocarono un rovesciamento della tendenza favorevole al libero scambio e determinarono un rialzo delle tariffe doganali, che continuarono ad aumentare anche dopo la fine del
periodo bellico. Soltanto negli anni Venti dell'Ottocento, le argomentazioni a favore del libero scambio ripresero vigore e i rappresentanti del mondo industriale e commerciale presero fermamente posizione a favore di un abbassamento delle tariffe doganali.
Riprese così una politica di riduzione dei dazi. Tra il 1823 e il 1827, William Huskinsson, presidente del Board of Trade, cioè del ministero del commercio inglese, riuscì a far approvare dal Parlamento una serie di provvedimenti volti a ridurre i dazi di importazione e lavorò assiduamente per l'abolizione degli ostacoli più gravi frapposti al commercio, muovendosi per l'abolizione dei Navigation Act, aprendo il commercio con le colonie britanniche alle merci estere, eliminando le proibizioni assolute e i dazi proibitivi sulle importazioni, i divieti di esportazione e i premi all'esportazione, riducendo a livelli simbolici alcuni dazi di importazione applicati alle materie prime.
dell'industria britannica e introducendo per altre merci alla tariffa massima del 30% ad valorem. Fu mantenuto in vita il sistema di preferenza imperiale. Le misure di Huskinsson portarono a una prima razionalizzazione del sistema tariffario, ma la decisiva trasformazione della politica commerciale del paese, che segna il passo verso il libero scambio, fu l'abrogazione nel 1846 delle Corn Laws, il simbolo del sistema protezionistico del Regno Unito. Le Corn Laws, che avevano una lunga storia, furono notevolmente rafforzate dal Parlamento inglese durante le guerre napoleoniche, per proteggere la produzione granaria inglese dalla temibile concorrenza proveniente da altri paesi e per tutelare gli interessi dei proprietari fondiari, che avevano una nutrita rappresentanza in Parlamento. Esse prevedevano l'applicazione di altri dazi doganali e il divieto di importare grano dall'estero quando il suo prezzo sul mercato interno era inferiore a un certo prezzo minimo. Negli anni a seguire,le leggi sul grano divennero un motivo di aspriscontri: da un lato, la loro sopravvivenza era funzionale a proteggere l'agricoltura del paese, che attraversava un momento di crisi dopo il boom delle guerre napoleoniche; dall'altro, esse suscitavano la profonda ostilità della grande borghesia industriale per le loro ripercussioni sui salari degli operai (il prezzo del grano, mantenuto artificialmente alto, costringeva gli industriali a concedere salari più elevati) e per il timore di ritorsioni contro il protezionismo granario inglese da parte dei paesi europei. La crisi del 1836-1837 e il dilagare della miseria riportarono al centro del dibattito politico e dell'opinione pubblica le Corn Laws. Nel 1839, un industriale di Manchester, Richard Cobden, formò l'Anti-Corn Laws League, che organizzò campagne contro il governo per la soppressione delle leggi sul grano, riuscendo a convincere vasti strati dell'opinione pubblica della nocività del protezionismo.inagricoltura.1846 : il governo guidato dal conservatore Robert Peel abolì le leggi sul grano, stabilendo il primato della borghesia industriale e dei tuoi interessi e l'adozione di un indirizzo nella politica commerciale del paese più fedele all'evoluzione dell'economia britannica nel suo complesso. 1860 : la stipula del contratto di Cobden-Chevalier tra l'Inghilterra e la Francia sancì il definitivo trionfo del libero scambio: la clausola della nazione più favorita con la quale gli Stati contraenti si impegnavano a concedersi reciprocamente il trattamento più favorevole che abbiano concesso o eventualmente concederanno in futuro, in una determina