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La musica nell'umanesimo e nel Rinascimento - l'epoca del mecenatismo

I quattro secoli di storia musicale che vanno dagli inizi del 400 alla fine del 700, sono caratterizzati da quel complesso fenomeno che va sotto il nome di "mecenatismo". Mecenate indica colui che per amore della cultura finanzia attività artistiche o le rende possibili col suo denaro. I mecenati di quest'epoca possedevano denaro, potere politico (autorità e dominio su un territorio), potere culturale; tutto ciò, investito in attività culturali, doveva simboleggiare la distinzione spirituale della propria classe. La corte o la casa principesca diveniva un centro autentico di produzione culturale avendo al proprio servizio le persone delegate a produrre cultura, cioè gli intellettuali (studiosi, letterati, filosofi, scienziati, artisti, musicisti).

La musica, come pratica di diletto quotidiano e persino come strumento di educazione profonda dell'animo, ebbe

una presenza continua nel mondo aristocratico. Storicamente importante è che nel momento in cui il cantore, lo strumentista o il maestro di cappella viene assunto al servizio di un signore nella sua qualità di musico viene riconosciuta degna di un compenso economico fisso, la musica diventa una vera e propria professione. Ciò trasforma profondamente il ruolo e lo status sociale del musicista. Fino al secolo XIV, infatti, i musicisti potevano appartenere a due categorie ben diverse: da una parte c'erano coloro che consideravano la musica come un hobby rispetto alla loro attività quotidiana di studenti, di canonici, di giuristi, di diplomatici, di uomini di cultura; e dall'altro lato c'erano i musicisti pratici, i giullari, gli esecutori di musica per danza, che erano di solito illetterati, che imparavano per tradizione orale, e che in genere erano confinati agli ultimi gradini della gerarchia sociale. La scarsa considerazione in cui per

Tradizione: era tenuto il lavoro manuale rispetto a quello intellettuale, la diffidenza della chiesa nei confronti di un'arte che sembrava rivolgersi più ai sensi che all'intelletto, il prevalere delle lettere rispetto alle altre arti, l'idea che il musicista pratico esercitasse una funzione prevalentemente meccanica e manuale, tutto ciò contribuisce a consolidare questa emarginazione sociale del musicista durante tutto il medioevo e oltre. Dunque, solo a partire dall'epoca del mecenatismo si può dire che incomincia a farsi strada l'idea che il musicista e l'esecutore esercitano un'attività artistica e non di rado acquistano una vera e propria popolarità. Tuttavia la libertà di scelta stilistica di cui il musicista apparentemente godeva, non era affatto assoluta: difatti i contenuti espressivi delle sue opere dovevano appartenere all'ambito del committente riflettendo i valori quindi della società aristocratica.

Così i generi musicali praticati dei compositori europei dal XV al XVIII secolo si adeguarono alle necessità rituali, religiose o profane, alle celebrazioni e alle feste in cui si consacrava e si ufficializzava il potere della chiesa, dello stato, del principe o della singola famiglia nobile. Altro aspetto storicamente rilevante è che la pratica del mecenatismo, e in particolare la trasformazione della corte in un luogo di produzione culturale, comporta la nascita e la sempre più esplicita affermazione di una sfera culturale laica, autonoma o relativamente autonoma rispetto a quella ecclesiastica. Questo lungo processo storico si inserisce nel periodo rinascimentale che abbracciò grosso modo i secoli XV e XVI, fenomeno storico di un improvviso risveglio delle arti, della filosofia, delle scienze e della cultura in generale, dopo un lungo periodo di sonno durato oltre dieci secoli, ritrovando la via maestra nei grandi e ineguagliabili modelli dell'arte.dalla fine del XVI secolo alla metà del XVIII secolo. Durante questo periodo, si assiste a un cambiamento radicale nello stile musicale, caratterizzato da una maggiore complessità armonica, l'uso di ornamenti e una maggiore espressività emotiva. Il termine "barocco" deriva dal portoghese "barroco", che significa "perla irregolare". Questo termine è stato utilizzato per descrivere uno stile artistico caratterizzato da forme elaborate e complesse. Nella musica, il periodo barocco è caratterizzato da una grande varietà di stili e generi, tra cui la musica sacra, la musica da camera e la musica per orchestra. Durante il periodo barocco, si svilupparono nuove forme musicali, come l'opera e il concerto. Compositori come Johann Sebastian Bach, George Frideric Handel e Antonio Vivaldi hanno lasciato un'impronta indelebile sulla musica barocca, con le loro opere che sono ancora ammirate e eseguite oggi. Il periodo barocco è anche associato all'assolutismo, un sistema politico in cui il potere è concentrato nelle mani di un sovrano assoluto. La musica barocca era spesso commissionata dai sovrani per celebrare il loro potere e la loro grandezza. Questo ha portato a una musica più pomposa e maestosa, con l'uso di strumenti orchestrali e cori imponenti. In conclusione, il periodo barocco è stato un'epoca di grande innovazione e cambiamento nella musica. Ha segnato una svolta importante nella storia della musica occidentale, aprendo la strada a nuove forme e stili che avrebbero influenzato la musica successiva.

Dalla fine del secolo XVI alla metà del XVII secolo. In questo periodo l'Europa intera è attraversata da una profonda crisi economica e sociale che poco a poco ne sconvolge l'assetto politico e istituzionale e ne investe anche gli aspetti culturali.

Le classi dominanti cominciarono a mettere mano a un sistema di protezioni e di difese che aveva lo scopo di mantenere intatti i loro privilegi e le loro ricchezze, e che tendeva perciò a riversare sui gruppi più deboli della popolazione il peso delle insorte difficoltà. Il risultato di queste manovre porterà ad un sempre più accentuato incremento dell'autoritarismo aristocratico: è il periodo del cosiddetto "assolutismo monarchico".

Il potere di controllo e di repressione si manifestava ovviamente nella sua forma più generale e più diretta attraverso la punizione fisica che colpiva sia le devianze di tipo politico sia quelle di tipo ideologico.

L'integrazione sociale a cui miravano le classi al potere poteva e doveva essere ottenuta anche con una diffusa opera di persuasione sulle verità e sulla bontà del mondo esistente e sulle ideologie che lo sorreggevano. A questa grande opera di integrazione sociale doveva partecipare tutta la cultura dell'epoca, anche gli stessi artisti: l'arte del persuadere e l'arte del commuovere appaiono dunque come strumenti di una strategia sociale globale in cui la cultura estetica barocca sembra essere profondamente coinvolta.

La situazione dell'intellettuale di corte è profondamente cambiata rispetto a come era negli albori dell'epoca rinascimentale del 400: due secoli dopo essi sono ormai diventati strumenti del potere che se ne serve per scopi di dominio.

Questa esperienza umana è attraversata da dubbi profondi, da una sorta di instabilità incombente o di insicurezza esistenziale. In qualche caso si dispiega (anche nei testi)

musicali) in forme potenzialmente drammatiche con immagini tormentate e tortuose o in raffigurazioni della fragilità e caducità dell'esistenza; in altri casi si estrinseca invece in un acuto senso dell'effimero, del piacere fine a sé stesso, del divertimento capace di rivelare da sé il gioco di artifici su cui si basa; infine si può ancora manifestare nelle forme forzatamente solenni di un'esaltazione grandiosa della maestà del potere, dello sfarzo, della ricchezza. Fra la fine del 500 e primi decenni del 600 nuove forme stilistiche di rilievo rispetto all'era della polifonia inaugurano un'epoca nuova nella storia della musica: la teatrale imitazione degli affetti e delle emozioni per mezzo del canto monodico. La retorica degli affetti è indubbiamente l'invenzione più importante in cui appare essenziale l'inversione radicale del rapporto musica-poesia. La scuola polifonica, accusata di aver violentato la parola,

La poesia, dando un'ingiustificata priorità alla musica, nell'intreccio delle voci, avrebbe calpestato il senso del discorso verbale, annullando ogni possibilità di effetto sul pubblico. Nasce dunque il melodramma, si sviluppa la musica strumentale e l'uso solistico degli strumenti (l'eloquenza e l'oratoria si possono ottenere egualmente con la voce dello strumento). Non si tratta di una subordinazione della musica alla parola o meglio all'orazione, ma piuttosto di una subordinazione di parola e musica insieme a questo ideale pervasivo di tutta la civiltà artistica barocca: esprimere o imitare gli affetti al fine di soggiogare il pubblico, per commuoverlo ed emozionarlo.

La musica dall'illuminismo al romanticismo

Il 700 è l'epoca della "filosofia dei lumi". All'interno del pensiero illuministico, la dicotomia tra l'affermazione della razionalità e l'individuazione del valore del

Il sentimento e delle emozioni (di ciò che non si riduce e non si spiega con le categorie della ragione) si ritrova in modo esemplare nel mondo della musica. Tutti i teorici e i critici dell'epoca distinguono due forze opposte nella musica: l'armonia e la melodia, la prima portatrice di razionalità, la seconda di emozioni e di sentimenti; la prima universale e sempre uguale, la seconda particolare, variabile, soggetta al gusto di ogni individuo e di ogni popolo. La medesima dicotomia si ritrova nei dibattiti riguardanti il melodramma e la musica strumentale. La poesia, la parola, la trama, l'azione scenica, presente nel melodramma rappresenta in qualche modo la garanzia di un elemento chiaramente identificabile, spiegabile in termini di ragione, per la presenza di un significato; l'elemento musicale invece rappresenta il trionfo dell'irrazionale, del puro ornamento, non giustificabile in termini razionali. Infatti, per le emozioni che sapeva suscitare,

rappresentata quel "non so che", quelle "ragioni del cuore" difficili da spiegare in termini razionali. Epoca di contrasti tra un'aristocrazia in decadenza e una borghesia alla ribalta, la musica stessa riflette abbastanza fedelmente le tensioni, i contrasti, differenze di questo secolo. Una differenza la si poteva riscontrare tra il teatro pubblico e quello privato o di corte: il primo era un'impresa economica e si reggeva interamente sulla vendita dei biglietti e soprattutto sull'affitto dei palchi per l'intera stagione; il secondo invece era sovvenzionato da aristocratici e da principi mecenati e il suo pubblico era molto più ristretto. Il teatro pubblico, più legato alle esigenze di mercato, doveva adeguarsi ai gusti del pubblico, ma era al tempo stesso più pronto a sperimentare nuove proposte, che potevano costituire un rischio economico ma anche una grande prospettiva di successo. Il teatro di corte, a parte alcune eccezioni,è invece più cauto nell’accettare novità e, dato il livello sociale del pubblico che lo frequentava, tendeva a portare in scena un repertorio più tradizionale. Il livello degli spettacoli, delle messe in scena, dei ca
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di comunicazione musicale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Ortolani Carla.