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FARMACOLOGIA E INFERMIERISTICA

Il personale infermieristico ha un ruolo fondamentale nell'applicazione della terapia e non si limita soltanto alla somministrazione ma anche ad espletare diverse funzioni come:

  • Valutazione iniziale del paziente, ovvero un triage pre-somministrazione durante il quale avviene una raccolta dati finalizzata alla valutazione della risposta terapeutica e degli effetti avversi. Durante questa fase l'infermiere deve essere in grado anche di identificare i pazienti ad alto rischio e, infine, di valutare la capacità di auto cura del paziente.
  • Analisi e diagnosi infermieristica, con lo scopo di giudicare l'appropriatezza del regime farmacologico prescritto in modo da evidenziare gli effetti benefici e, soprattutto, gli eventuali effetti collaterali causati dal farmaco. Anche in questo caso, studiando attentamente il paziente, è possibile capire se ha le capacità di gestire un farmaco in autonomia.

Somministrazione: Pianificazione dell'intervento farmacologico, sostanzialmente l'infermiere deve definire quelli che sono gli obiettivi ottenibili attraverso la somministrazione di un farmaco e stabilire quali tra essi hanno una priorità più alta, identificare quali sono gli interventi specifici relativi al farmaco in esame, quindi quali accorgimenti attuare per migliorare gli effetti terapeutici o per ridurre gli effetti collaterali, fino ad arrivare all'educazione del paziente in merito all'assunzione del farmaco;

Attuazione dell'intervento farmacologico: si tratta quindi della fase di realizzazione degli obiettivi stabiliti durante la fase di pianificazione, è il momento in cui avviene la vera e propria somministrazione del farmaco, l'educazione del paziente e vengono attuati gli interventi stabiliti che hanno lo scopo di promuovere gli effetti terapeutici o di minimizzare gli effetti avversi;

Valutazione dei risultati:

attraverso lo studio delle risposte terapeutiche, delle eventuali reazioni o interazioni avverse al farmaco, dell'aderenza al regime prescritto e della soddisfazione verso il trattamento. Le conoscenze farmacologiche dell'infermiere hanno molteplici applicazioni pratiche nell'ambito della cura e nell'educazione del paziente e, avendo buone conoscenze di farmacologia, l'infermiere può dare un contributo al trattamento terapeutico aumentando esponenzialmente il beneficio e minimizzando i rischi. IL FARMACO: pharmacon
Dal greco = veleno, rimedio
Qualsiasi agente chimico in grado di indurre un qualunque cambiamento nell'organismo, sia esso un processo fisiologico o biochimico o uno stato psicologico. Un farmaco a determinate dosi può produrre effetti benefici, ed è quindi definito medicamento, quando invece produce effetti negativi a dosi differenti, viene considerato un tossico, una sostanza quindi può essere contemporaneamente

entrambe le cose, la differenza sta nella dose di somministrazione. Un veleno invece è una sostanza che produce effetti avversi ad ogni dose e non può avere effetto come medicamento. Un farmaco è una sostanza che per le sue proprietà chimico-fisiche è in grado di determinare variazioni funzionali in un organismo vivente (le variazioni funzionali sono raggruppate sotto il termine di attività farmacologica).

La Comunità Europea (direttiva CEE 2004/27) predilige il termine medicinale, con il quale si intende:

  1. Ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane;
  2. Ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo con lo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi.

medica. Gli usi fondamentali dei medicinali sono quindi diagnosticare, prevenire e curare una diagnosi medica.

Il medicinale esiste in diverse classi:

  • Specialità medicinali: classe principale, sono farmaci di origine industriale e che vengono commercializzati con un nome di fantasia, vengono prodotti da un brevetto di intenzione che fornisce l'esclusiva, infatti possono essere messi in vendita solo dal proprietario;
  • Farmaci generici: allo scadere del brevetto della specialità medicinale, altre ditte possono mettere in vendita la stessa sostanza, previa dimostrazione della biodisponibilità;
  • Galenici officinali: medicinali preparati dalla farmacia, non prodotti a livello industriale, secondo le indicazioni della Farmacopea, la preparazione avviene indipendentemente dalla richiesta del medico o del paziente, sono generalmente prodotti in misura limitata e hanno un alto livello di sicurezza;
  • Galenici magistrali: medicinali preparati in farmacia, sempre secondo
  1. le prescrizioni della Farmacopea, in seguito alla richiesta del medico o del paziente;
  2. OTC: on the counter Medicinali da banco ( ): medicinali che hanno un profilo di sicurezza alto e che per composizione e obiettivo terapeutico sono concepiti per essere utilizzati senza intervento di un medico.

Classificazione dei medicinali a seconda dell'origine:

  • Convenzionali: piccole molecole di sintesi o di origine naturale;
  • Biologici: macromolecole (acidi nucleici, proteine, glucidi), virus, cellule, tessuti di origine biologica o biotecnologica.

Attualmente si punta molto sui medicinali biotecnologici, che sono macromolecole, estratti, cellule e tessuti usati come agenti terapeutici, sono farmaci biologici prodotti attraverso le tecnologie di DNA ricombinante.

La stessa molecola può essere denominata in diverse modalità:

  1. Denominazione chimica (es: acido orto-acetossibenzoico);
  2. Nome generico (es: aspirina);
  3. Denominazione ufficiale (es: acido acetilsalicilico o
aspirina);
▪ Marchio registrato o denominazione commerciale (es: aspirina, cemerit, acesal, alkaseltzer).
▪LE FASI DELLO SVILUPPO DI UN FARMACO: Lo sviluppo di un nuovo farmaco ha inizio a partire da una prima fase, la cui durata può variare tra 1 e 8 anni, che consiste in una serie di studi preclinici, a partire da una ricerca base di laboratorio, si passa poi ad uno screening delle molecole in vitro ed in vivo su animali da esperimento. Le finalità di questi studi sono stabilire la miglior formulazione farmaceutica dal punto di vista della disponibilità per il successivo passaggio nell'uomo, appurare la tossicità acuta rispetto all'efficacia farmacologica, definendo i meccanismi d'azione con i relativi effetti principale rispetto agli effetti collaterali e, infine, definire gli aspetti farmacocinetici, approfondire gli studi tossicologici, la tossicità fetale, gli effetti teratogeni ed effettuare prove di mutagenesi e cancerogenesi.
La secondafase è quella che concerne gli studi clinici, aventi una durata di 7 anni o più, e che, a sua volta, si compone di tre fasi distinte:
  1. Farmacocinetica e tossicità - Fase I: (tempo medio 1 anno – 20/100 individui) – durante questa fase i test clinici vengono effettuati in sicurezza su volontari sani, allo scopo di stabilire la più alta dose tollerata, la minima dose efficace, gli effetti di somministrazioni ripetute e i principali effetti collaterali;
  2. Effetti terapeutici - Fase II: (2/3 anni – 100/500 pazienti) – in questa fase vengono effettuati dei trial clinici controllati sul placebo, attraverso la scelta delle dosi efficaci;
  3. Comparazione - Fase III: (2/4 anni – 1000/5000 pazienti) – consiste in una ricerca multicentrica a conferma dell’efficacia e della sicurezza, stabilisce il profilo terapeutico, ovvero le dosi raccomandate, le indicazioni e controindicazioni, gli effetti collaterali e le precauzioni.
La terza faseconsiste nella registrazione del farmaco e nella sua commercializzazione, azioni rese possibili solamente dalla presenza di una condizione imperativa, ovvero l'autorizzazione al commercio. La quarta fase è quella di farmacovigilanza, essa non è più di competenza della casa farmaceutica ma è in mano a coloro che prescrivono e somministrano i farmaci, in Italia vi è una sezione dell'AIFA (Italiana del Farmaco) che si occupa di farmacovigilanza e che gestisce la fase in cui il nuovo farmaco verrà tenuto sotto controllo in modo da valutarne gli effetti collaterali che non erano stati evidenziati nelle prime fasi e, inoltre, la reale incidenza degli effetti collaterali previsti. Tutto nasce nel momento in cui inizia la vera e propria commercializzazione del farmaco, che viene autorizzata solamente nel momento in cui sono state fornite evidenze di efficacia e sicurezza del farmaco. Gli effetti collaterali e le reazioni avverse,soprattutto quando vengono manifestate in maniera eclatante, devono essere segnalate alle autorità competenti (ASL), queste segnalazioni vengono poi trasmesse all'Istituto Superiore di Sanità che ha poi il compito di analizzarle. Gli operatori sanitari e i pazienti hanno il compito di compilare delle schede che certificano e descrivono gli effetti collaterali riscontrati in modo da rendere la farmacovigilanza più precisa. FARMACOGENETICA:
Dettagli
A.A. 2021-2022
4 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher susannanalesso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Villa Alessandro.