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Spiegare, comprendere, interpretare, tradurre

La parola hermeneia, oltre il significato di interpretazione, assume il significato anche di spiegazione e traduzione. Successivamente si è giunti a un quarto significato, ossia quello di comprendere.

Il termine spiegazione, da explicatio (esplicazione, sviluppo), assume importanza nell'ermeneutica solo a partire dall'età dell'800, quando assume un significato contrario ad interpretazione. E in particolare con il Positivismo e con Droysen e Dilthey viene data una definizione allo spiegare. Droysen distinse il metodo della spiegazione ipotetico-causale, delle scienze della natura, dal metodo descrittivo-competente delle scienze dello spirito. Dilthey invece oppose allo spiegare il comprendere, caratterizzato dalle oggettivazioni dello spirito diverse da ciò che la ragione instaura con la natura.

Il termine comprendere è legato allo spiegare, deriva dal latino e rimanda ai concetti di prendere, afferrare, stringere insieme.

Il significato ermeneutico è intendere (intelligere), termine usato molto da Cicerone, Seneca e successivamente dalla Scolastica, quando dovrà risolvere i problemi legati alla comprensione della Rivelazione, come Anselmo ed Abelardo, che lo identificano con il conoscere razionale, o come Tommaso d'Aquino, che voleva trovare in esso una differenza tra la conoscenza dimostrativa e la comprensione della fede. Quindi, allora, il comprendere verrà concepito come un conoscere dall'interno, come una forma di sapere in cui soggetto e oggetto vengono a coincidere. Nel 900 nasceranno varie visioni del comprendere: - Simmel lo intende come la capacità di riprodurre la vita psichica di un'altra personalità; - Weber differenzia lo spiegare dal comprendere, dando ad ognuno funzioni specifiche; - Scheler contrappone spiegare e comprendere, attribuendo al comprendere il significato di cogliere la vita emotiva; - Heidegger vede nel comprendere un'apertura al mondo e un'interpretazione del senso dell'essere.comprendere la capacità di progettare l'esistenza umana; • Gadamer vede il comprendere come la base per un'ermeneutica universale. Quando si parla di interpretazione di solito si vuole rendere accessibili al pensiero i significati oscuri che si incontraleggendo un testo. La traduzione è l'atto attraverso il quale trasponiamo da una lingua naturale all'altra un qualsiasidiscorso orale o scritto, cercando di riprodurre non soltanto i significati, ma anche le caratteristiche stilistiche esemantiche. Attraverso il termine interpretazione, è possibile vedere la differenza che si scorge tra Platone ed Aristotele quando siparla di ermeneutica. Platone vede l'ermeneutica come un'arte mantica che si sforza di svelare significati nascostiprovenienti dal divino o dall'umano. Aristotele vede l'ermeneutica come la capacità espressiva propria dei segnilinguistici rispetto al pensiero o alle affezioni dell'anima e di

questi rispetto alle cose. La concezione aristotelica è molto vicina al significato moderno di semantica, intesa come possibilità di riferire un segno al suo designato.

ATTUALITÀ DELL'ERMENEUTICA

Nel 900 l'ermeneutica ha assunto sempre più significato, dovuto a sollecitazioni e bisogni diversi rispetto a quelli di altre epoche. L'interesse per l'interpretazione dipende dall'importanza che ha assunto il linguaggio nella nostra cultura il quale ha investito ogni aspetto e ogni movimento teorico che abbia importanza nella riflessione attuale.

L'AVVIO DELLA RIFLESSIONE ERMENEUTICA NELL'ANTICHITÀ

L'HERMENEUEIN SECONDO PLATONE E ARISTOTELE

L'ermeneutica nasce nella Grecia presocratica coi i sofisti, dalla necessità di convincere l'ascoltare, dare maggiori argomentazioni, citando autori classici, come Omero o Sofocle. Successivamente, anche se in minima parte, l'ermeneutica avrà un

Piccolo sviluppo anche con Platone e Aristotele.

Platone, nel suo pensiero, fa poco riferimento alla riflessione ermeneutica e all'attività interpretativa, ma dove vi fa riferimento, c'è un rimando religioso, come nel Cratilo dove l'ermeneutica viene fatta risalire al dio Hermes, messaggero degli dei agli uomini. Pertanto, allora, l'interprete ha il compito di essere da ponte tra la sfera umana e quella divina.

Tuttavia con Platone non manca un'ermeneutica più umana e razionale, come nel Teeteto, dove essa viene posta in relazione con il logos, definendo così la conoscenza come un'opinione retta dalla ragione. Questa relazione esiste anche nelle Leggi, dove viene sostenuto la tesi che il buon custode della legge è colui che conosce la vera natura della legge stessa e sia capace di dare una spiegazione attraverso il ragionamento.

Con Aristotele la parola ermeneutica la troviamo nel quarto capitolo delle Confutazione sofistiche.

dove essa viene accostata al termine espressione, così come accade in altre opere aristoteliche, come i Topici, la Poetica, il De Anima. Non avviene questo nel De Interpretatione, che è un trattato di grammatica logica, dove non si fa riferimento né al termine ermeneutica né ai suoi derivati. L'INTERPRETAZIONE STORICO-FILOLOGICA DELLA SCUOLA DI ALESSANDRIA Durante l'ellenismo, l'ermeneutica è legata soprattutto agli studi filologici, sviluppandosi così le prime questioni linguistiche letterarie, soprattutto nei confronti dei pomi omerici, i quali, scritti in certo periodo della storia greca e tramandati nel corso dei secoli, presentavano alcuni dubbi sulla loro autenticità. In questo periodo centro di studi è Alessandria, dove fondamentali erano due edifici: il Museo, dedicato alle Musa, e la Biblioteca, che aveva il compito di raccogliere e trasmettere il patrimonio greco. Tra i personaggi dell'ermeneutica alessandrina,

Vanno ricordati Zenodoto di Efeso, che fu il primo bibliotecario, nonché curatore dell'Iliade e dell'Odissea; Apollonio Rodio, che cura studi filologici e grammaticali per fare un'analisi critica agli scritti di Archiloco, Esiodo e altri poeti; Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia, i quali sviluppano il principio dell'analogia, secondo il quale la lingua è un prodotto della convenzione, non della natura, quindi qualcosa di razionale, retta da norme previste, che ne stabiliscono l'uso corretto. Tale principio ha avuto delle ripercussioni dal punto di vista ermeneutico, perché ha consentito di appellarsi ad un vero e proprio canone, l'atetesi, secondo il quale si vanno a eliminare dal testo quelle parti che sono inconciliabili e sconvenienti con la dignità degli dei e degli eroi di cui parla il testo.

Su questa base la scuola di Alessandria intende il senso letterale come senso grammaticale del testo da interpretare.

Ritiene che questa ricerca debba fondarsi su un'analisi attenta di tutte le opere dell'autore studiato, ma prendendo anche in considerazione lo specifico uso linguistico, luoghi paralleli e circostanze cui viene fatto riferimento, perché solo l'insieme di questi elementi può consentire di spiegare ciò che non è comprensibile.

L'INTERPRETAZIONE ALLEGORICA NELLA SCUOLA DI PERGAMO

La scuola di Pergamo nasce in una Biblioteca con Lisimaco e si diffuse poi nel mondo, in particolare ad Atene e Roma. Tra i personaggi di questa scuola è da ricordare Cratete di Mallo, influenzato dagli stoici, secondo il quale oltre la ricostruzione linguistica, bisogna tener conto dei contenuti, delle circostanze storiche, dei caratteri stilistici dell'autore in relazione agli usi linguistici del suo tempo. Inoltre vedeva la lingua determinata dall'anomalia, ossia dalla libertà dell'uso, come unico principio valido, in quanto capace.

di tenere conto della creatività della vita. Un altro principio importante di Cratete è l'interpretazione allegorica, con la quale si voleva far coincidere le profonde intuizioni contenute negli scritti e le grossolane rappresentazioni di cui si serviva Omero. Ma questo principio voleva anche scoprire l'insegnamento morale nascosto nella narrazione e di renderlo compatibile con i modelli morali degli dei o degli eroi.

L'HERMENEUTICA JURIS NELLA CIVILTÀ ROMANA

Nella civiltà romana, si sviluppa l'ermeneutica giuridica, che ha inizio con le XII Tavole del V secolo a.C., che contenevano norme su cui si fondava la prima civiltà romana. Ma il corpo di leggi più importante è quello di Giustiniano, il Corpus juris civilis. La prima attività di ermeneutica giuridica a Roma è praticata dai pontefici e perciò è detta pontificale, i quali erano sacerdoti della religione romana.

Nell'ermeneutica

giuridica romana è da ricordare Sesto Pomponio, secondo il quale l'interpretazione della legge non è inferiore al fissare le norme. Nella sua opera, il Digesto, è possibile individuare diverse ermeneutiche della legge: l'interpretazione autentica, ossia il significato inteso dal legislatore, l'interpretazione giurisprudenziale, ossia l'applicazione a casi specifici, l'interpretazione dottrinale, ossia il valore scientifico o morale della legge stessa. Pertanto ci sono varie teorie anche per quanto riguarda l'oggetto dell'ermeneutica giuridica. Per alcuni l'oggetto del processo interpretativo è il contenuto oggettivo della norma, per altri è invece il pensiero del legislatore, il quale risulta essere colui che deve cercare di ricostruire la legge nella maniera più esatta possibile. Infine c'è il problema dell'applicazione, con la quale si intende la necessità di intendere un

testo o una norma in riferimento al momento, al tempo e alle circostanze in cui vengono interpretate.

L'INTERPRETAZIONE DELLA SCRITTURA NEL GIUDAISMO, NELLA PATRISTICA E NELLA SCOLASTICA

Filone, Origene e la necessità dell'interpretazione allegorica

Fin dall'antichità l'interpretazione allegorica ha trascurato il significato letterale del testo, per trovarne uno nascosto anche ai vari strumenti storico-filologici, cercando quindi di spiegare il comportamenti degli dei e degli eroi. Molto spesso l'interpretazione allegorica era legata a fenomeni religiosi, come nel Giudaismo antico, il quale solo con l'influenza della scuola di Alessandria sviluppa un'interpretazione allegorica dell'Antico Testamento. Uno degli esponenti del Giudaismo antico è Filone, che supera ogni visione antropomorfa che si manifesta nell'Antico Testamento. Filone non elimina il senso letterale dello scritto che interpreta, ma tende a dare più

importanza all'interpretazione allegorica. Successivamente, il Giudaismo si ritrova a vivere con il primo Cristianesimo, con il quale si scontrerà spesso anche sull'interpretazione della Sacra Scrittura, sviluppando facilmente varie

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher palma_alex_93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ermeneutica filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof Scienze Storiche Prof.