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OTELLO
Ironia tragica
Premessa: in una rappresentazione teatrale vi è un mondo intratestuale e uno extratestuale
(quello del pubblico)
Tesi: L’ironia tragica si ha quando un qualsiasi evento scenico ha due significati diversi per il
pubblico della tragedia e per i personaggi all’interno del dramma. In particolare esso avrà tanti
significati quanti i personaggi all’interno del dramma.
Argomenti: nelle opere teatrali i personaggi hanno accesso soltanto alle informazioni che li
riguardano o ascoltano, il pubblico avrà accesso a tutti gli eventi e tutti i discorsi che avvengono
durante l’opera (= visione sovraordinata e completa dell’opera).
Prove:
Honest Iago;
• Cassio rifiuta Bianca non sapendo che questa potrebbe salvarlo;
• l’imprecazione di Iago con l’uso di Janus (divinità bifronte, mentitrice) invece di Giove (sarebbe
• stata una imprecazione neutra) - I Atto Scena II
La notte in cui Desdemona verrà uccisa, lei è piena di cattivi presentimenti (=noi sappiamo che
• non sono infondati). Un esempio è la canzone del salice, che è un modo di far emergere una
consapevolezza oscura e inarticolata della situazione in cui si trova Desdemona.
Iago
Iago è un personaggio molto sfaccettato nel dramma. In particolare, egli è:
diabolico
• 1) perché mentitore. Tutto ciò che Iago dice a proposito delle motivazioni per cui egli vuole fare
del male ad Otello ha sopra una meta-istruzione per il lettore riguardo la sua veridicità. Tutto ciò
che Iago dice è completamente inaffidabile e indecidibile. Lungo tutto il dramma egli cambia
versione infinite volte (prima vuole vendicarsi per il posto di luogotenente, poi per un tradimento,
poi perché non vuole accettare la posizione di subordinazione rispetto a Otello) ma nessuna
sarà veritiera. = le azioni di Iago sono gratuite e immotivate.
2) Otello stesso gli attribuisce questa identità alla fine del dramma.
am not what I am’
3) Iago, parlando con Roderigo nell’Atto I, scena I, afferma ‘I che è la frase
sono colui che sono’.
speculare della genesi ‘Io In tal modo sta prendendo posto nel campo
opposto della divinità.
scala naturae
4) Iago rifiuta la (che era di discendenza divina) affermando di non voler essere
subordinato a nessuno.
5) perché fa leva sui punti deboli di ogni personaggio in maniera da portarli alla perdizione.
drammaturgo intradrammatico
• Iago decide che ruolo attribuire ad ogni personaggio in maniera da raggiungere i propri scopi. In
particolare, egli riesce a creare una situazione di completo isolamento dei personaggi e in tal
modo ne frammenta le relazioni sociali.
un temperamento ipermimetico
• Iago vive con intensità un grande numero di mediazioni (invidia Otello e Cassio e desidera
Desdemona perché lei ama Otello), in particolare percepisce come mediazioni interne
mediazioni che dovrebbero essere esterne. Essendo un temperamento ipermimetico, egli
conosce il valore della gelosia (sa quanto possa essere devastante) e perciò la opera in maniera
da distruggere Otello.
un manipolatore
• Iago riesce a infondere una convinzione assoluta in tutte le bugie che dice (questo poiché chi
riesce a mentire a se stesso riesce a farlo anche agli altri) e a creare una situazione per cui ogni
personaggio diventa improvvisamente smanioso e bramoso delle informazioni che solo lui
possiede. Oltre a ciò, egli riesce a manipolare le situazioni a suo vantaggio (ex: incontro tra
Cassio e lui per parlare di Bianca, Cassio durante la bevuta ecc.)
Iago drammaturgo intradrammatico
Iago, come manipolatore all’interno dell’opera, agisce in maniera diabolica: fa leva sui difetti e gli
errori morali di ogni personaggio.
Roderigo
A. è incapace di accettare che Desdemona ha libertà di scelta nello sposarsi. Il suo
difetto è quindi l’incapacità di considerare la persona che ama come una persona;
Cassio
B. è vittima delle convenzioni e non sa resistere alle pressioni sociali (vedi: situazione in
cui viene portato a bere; rapporto con Bianca = teme ciò che gli altri potrebbero pensare di lui)
Otello
C. a) ha bisogno di fidarsi degli altri = quando gli altri non gli forniscono il sostegno di cui lui ha
bisogno piomba nel caos e Iago lo porta a perdere la fiducia in tutti tranne che lui;
b) inconsistenza ontologica = Otello crede a Iago perché egli inscena e porta alla luce tutte le
sue paure più recondite;
c) soffre di ipercorrettismo (è portato a ubbidire alla lettera a ogni legge che incontra) = se lui è
convinto dell’adulterio di Desdemona, deve necessariamente ucciderla
d) che riassume tutti: è vittima di una situazione di estraneità culturale (Moro è proprio un
epifenomeno di questa estraneità) che lo porta a fare di tutto per sentirsi accettato e
identificarsi in quella cultura a cui non riesce ad appartenere e perciò cerca anche
spasmodicamente di avvicinarsi a persone che ne fanno parte.
e) ha bisogno di avere il controllo su tutto, tant’è che: 1) pur di non rimanere nell’incertezza, si
affida a Iago e prende come certezza anche il sospetto più labile 2) ritualizza il momento
dell’uccisione;
f) non concepisce la doppiezza e la falsità;
g) non riesce a separare la credibilità dell’emittente da quella dell’enunciato;
Desdemona
D. a) ha trasgredito in senso sociale e antropologico i doveri familiari. In particolare nella civiltà
occidentale un individuo è legato a due classi di obblighi: quelli che lo tengono ancorato alla
famiglia di origine (che Desdemona abbandona) e quelli che lo legano alla nuova famiglia.
Oltre a ciò, l’individuo deve anche mantenere l’equilibrio tra queste due forze contrastanti;
b) è una persona estremamente determinata nel raggiungere ciò che vuole;
c) è fondamentalmente una persona buona disposta a perorare la causa altrui;
d) è una persona eticamente rigida (è convinta della fedeltà e sincerità di Otello perché
l’istituzione del matrimonio prevedeva queste due caratteristiche, tant’è che non è disposta a
contemplare mai il tradimento) = non riesce a vedere le norme come relazioni ma le
appiattisce a entità.
Emilia
E. sente il bisogno di normalizzare una situazione che non è normale = l’aver sposato un
diavolo. In particolare, lo fa affermando che nessuna donna potrà mai conoscere l’uomo che
ha accanto.
Iago agisce facendo leva su questi difetti ma anche recidendo i legami sociogrammatici tra i
personaggi. I sociogrammi sono schemi che rappresentano i legami di ogni persona. I nodi
rappresentano, appunto, le persone, i segmenti che li collegano sono invece inversamente
proporzionali alla vicinanza tra i personaggi. Iago, dicevamo, spezza i legami sociogrammatici e
perciò porta Otello e Cassio a trovarsi in una situazione in cui possono fidarsi solo di lui poiché le
persone a loro care o non ci sono più o sono state esautorate della loro credibilità.
Esperienza del dramma
Incertezza. Alla fine del dramma il lettore non ha spiegazioni o motivi da addurre all’operato di
• Iago. La prima reazione spontanea è perciò quella di interrogarsi riguardo ad esse, esattamente
come fa Otello (che alla fine del dramma rivolge indirettamente questa domanda a Iago). Questa
incertezza non è nel testo per essere risolta (poiché non vi è soluzione e, anche se ci fosse,
l’esplorazione dei motivi della malvagità non è un antidoto per essa) ma per essere
sperimentata. Questo tipo di incertezza riflette quella provata nei due sonetti finali.
Ciò che è immediatamente percepibile non è per forza reale = ci dimostra che le nostre
• valutazioni sono sbagliate:
a) Il male non ha evidenza sensoriale: Otello è nero, ma non è lui il cattivo. Questa concezione
contrasta con tutto ciò che era socialmente condiviso nell’epoca elisabettiana in cui il colore
della pelle aveva connotazioni assiologiche precise.
b) Ciò che viene detto di una persona, per quanto possa essere condiviso, non sempre è vero:
Otello all’inizio del dramma viene presentato in maniera negativa. Questo punto di vista è
condiviso da tutti i parlanti, perciò il lettore è portato ad accettarlo come ‘oggettivo’. Quando si
farà la conoscenza di Otello, però, questo punto di vista crollerà: Otello si dimostrerà
completamente diverso, in positivo. Avere superato la prima impressione negativa suscitata da
volgari pregiudizi xenofobi, impedirà al lettore di liquidare gli errori di Otello, in futuro, allo stesso
modo.
Non vi sono qualità in grado di salvare un individuo. Tutti i personaggi concorrono a
• dimostrarlo, in particolare se consideriamo la morte di Desdemona. Essa infatti è operata
direttamente da Otello ma l’iter che porta al momento dell’uccisione vede coinvolti tutti i
personaggi (Desdemona che decide di troncare i rapporti con il padre, Emilia ruba il fazzoletto,
Iago crea un progetto delittuoso, Cassio si presta bevendo al gioco di Iago).
Esperienza autoassolutoria: il lettore è portato a pensare che lui sarebbe scampato nella
• situazione del dramma poiché i personaggi rappresentati hanno dei difetti ben più gravi dei
propri.
L’esperienza della follia:
• a) è folle l’emergere rabbioso della xenofobia di Brabanzio;
b) è folle la contraddizione eroica tra la fedeltà eroica e suicida di Emilia e l’inganno che perpetra
nei confronti di Desdemona mentre lei è ancora viva;
c) è folle il credito che Otello dà a Iago;
d) è folle l’atteggiamento di Iago e il suo odio omicida.
Il male è affascinante e seduttivo (al lettore il personaggio di Iago piace)
• reazione giusta da adottare di fronte all’incertezza:
Il testo offre un modello di
• a) esiste un algoritmo razionale e affidabile per accertarsi della verosimiglianza di un
informazione prescindendo dall’affidabilità dell’emittente dell’informazione;
b) vi sono cose su cui non si può avere il controllo, seppur molto importanti;
c) la malvagità diabolica è inspiegabile e perciò bisogna fuggire da essa;
d) osservare nel male nelle cose è buono per scampare ma non bisogna rimanerne sedotti.
perdizione di un’anima
Il lettore assiste alla (=quella di Otello, che abdica al proprio senso della
• realtà).
Otello
Premessa: Atto III, scena III, Otello pone l’amore verso Desdemona come qualcosa che si trova in