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MACROFAGI

I ligandi sono molto più numerosi nei macrofagi così come le proteine coinvolte nella formazione dell'inflammasoma.

Il leakage della membrana lisosomica, cioè la perdita del materiale dai lisosomi, è sufficiente oltre ai ligandi a portare all'assemblaggio e formazione dell'inflammasoma che non.

Proteine ASK nei macrofagi si associano alla procaspasi1 e formano un unico grosso aggregato mentre nei granulociti neutrofili gli aggregati sono più numerosi e piccoli.

Il passaggio da inflammasoma all'attivazione della caspasi1 e produzione interleuchine è coadiuvato da diversi fattori come possibilità di attivare caspasi1, interagire con altre binding proteine una proteina GSDMD, tutte attivate dalla caspasi.

Si avrà anche produzione di gas nervina che porta a piroptosi, una sorta di morte cellulare (apoptosi) indotta specificamente in seguito a questo segnale, solo quando viene attivata una risposta immunitaria.

naturale e infiammatoria mediata da macrofagi

NEUTROFILI

  • Numero minore di agonisti puo' attivare i toll-like-r
  • Numero minore proteine partecipano alla formazione inflammasoma
  • Attivazione interleuchina-B dipende dall'attivazione di molte altre proteasi e si produceprincipalmente IL-1B e altre citochine
  • Possono rilasciare componenti dell'inflammasoma (mentre i macrofagi solo proteine ASK)
  • Anche loro possono attivare gas nervina che pero' in questo caso non serve a veicolare citochinema permette la netosi, rilascio materiale nucleare a scopo di ulteriore protezione dei confrontidell'attacco di mo di natura batterica

La forma attiva della gas-nervina va a situarsi sulla membrana nucleare del neutrofilo e anche plasmatica mentre nel macrofago solo sulla plasmamembrana

Il materiale nucleare rilasciato dal nucleo del neutrofilo passa attraverso la forma attiva di gasnervina, arriva attraverso la membrana plasmatica nell'ambiente esterno e forma delle

strutture a rete che rivestono i mo opsonizzandoli e facilitandone il riconoscimento da parte dei toll-like-receptor stessi

Opsonizzazione

Opsonine molecole in grado di opsonizzare come il frammento c3b del complemento, c1q, c4b, c5b, nets(le reti costituite da materiale nucleare) gli anticorpi mediante recettori che riconoscono la regione costante che può essere riconosciuta da fagociti da specifici recettori e in particolare riconoscono il cosiddetto frammento cristallizzabile cioè fc delle Ig.

I fagociti hanno recettori per riconoscere le opsonine -> Sistemi volti a incrementare la possibilità di fagocitosi e allontanamento del materiale dall'ambiente extracellulare. L'azione dei fagociti sarà più efficiente se c'è opsonizzazione, avverrebbe comunque anche senza ma in maniera più lenta

1. Riconoscimento e adesione attraverso diversi tipi di recettori (toll, calengers, opsoine, profili molecolari che non interagiscono con i trl) ->

complesso ligando-recettore che segnala la seconda fase. 2. Internalizzazione che comporta formazione di un vacuolo che si approfonda fino a che le due membrane che si sono invaginate si fondono e formano un fagosoma che contiene il materiale riconosciuto dalla cellula. 3. Fusione del fagosoma con lisosoma -> fagolisosoma in cui i contenuti vengono miscelati e gli enzimi contenuti nei lisosomi uccidono o distruggono il materiale e varie componenti. Il microambiente del lisosoma è acido (pH 2-3), quello del fagosoma neutro perché contiene materiale che si trova nello spazio extracellulare -> la loro fusione non porta subito a pH ottimale per l'azione delle idrolasi lisosomiche ma la membrana interna del fagosoma ha la stessa struttura della membrana che guarda all'ambiente extracellulare quindi abbiamo pompe protoniche che estrudono protoni all'interno del fagosoma -> acidificazione parziale dell'ambiente interno del fagosoma. Una volta avvenuta la fusione,abbiamo due tipi di meccanismi di azione: Ossigeno indipendenti che includono tutta una serie di molecole come le idrolasi acide, lisozima,- proteine che competono con i batteri per alcune molecole, proteine che sono capaci di inserirsi nellacell batterica e aprire canali che causano lisi -> attivita' degradativa
Ossigeno dipendenti comportano utilizzo di ossigeno dando luogo ad esplosione respiratoria per cui- si formano perossidasi e specie reattive dell'ossigeno che alterano macromolecole biologiche,facendone perdere la funzione.. O specie reattive dell'azoto -> no degradazione
Il fagocita non puo' discriminare il materiale quindi entrambi i sistemi vengono attivati di default
La cell granulocita neutrofilo man mano che segue il gradiente chemiotattico modifica il proprio assettodi molecole di adesione e assume una conformazione (espone i recettori) che gli permette di prenderecontatto con l'endotelio -> interazione reciproca tra i due per cui la corsa

della cell diventa sempre più lenta fino a che non raggiunge la fonte, esce dall'endotelio e dal circolo sanguigno, ora in forma appiattita fagocita il materiale.

Quindi riassumendo: Granulociti neutrofili sentono il gradiente chemiotattico prodotto dai macrofagi residenti che hanno fagocitato batteri e che attraverso i toll-like-receptor hanno prodotto citochine proinfiammatorie, formano inflammasoma ecc.. e le citochine tra cui le chemochine che hanno prodotto vengono rilasciate in circolo e reclutano i granulociti neutrofili. Questi modificano il proprio assetto di molecole di adesione, così come l'endotelio, e ora scorrono nel lume del vaso con un fenomeno detto rolling per cui scorrono per un pezzo e prendono contatto con una cell, poi scorrono un altro po' e prendono contatto con un'altra.. fin quando si fermano. Ora possono passare tra due cellule endoteliali e liberate nello spazio extracellulare dove attraverso movimenti ameboidi si aprono la strada fino a raggiungere

I granulociti riescono a passare attraverso l'endotelio perché le giunzioni strette tra le cellule si allentano e aprono piccoli varchi, grazie alle citochine e alle ammine-vasoattive che determinano una vasopermeabilizzazione. Una volta nello spazio extravascolare, il granulocita modifica il proprio assetto per non interagire più con l'endotelio, ma prendere contatto con la matrice: si muove in modo ameboide e produce enzimi per degradare la matrice cellulare e raggiungere il punto di infezione, dove fagocita i microrganismi.

I meccanismi di difesa nei confronti dei fagociti includono l'inibizione della formazione del fagolisosoma (come nel caso del micobatterio tubercolosis), l'inibizione della biosintesi o dell'attività di alcuni enzimi, l'acidificazione del fagolisosoma, e la neutralizzazione delle specie reattive dell'ossigeno.

replicazione ottimale a pH acido

TEST- 01 in itinere

Recettori che contengono il dominio di morte sono TNF e TRAIL

Cell NK riconoscono molecole presentate da CD1, non possono riconoscere di istocompatibilita' che invecesono peculiari dei linfociti T.

NK caratteristiche: citotossicita' e produzione citochine

Fagocitosi e' l'internalizzazione di particelle all'interno di una cell e comporta invaginazione di vescicole

Il complemento si inattiva tenendo il siero per 30' a 56 gradi, e' formato da molecole proteiche che siattivano solo in presenza di patogeni (le proteine che possono ricoprire le cellule estranee per farlericonoscere dai fagociti non sono costituenti del sistema ma vengono attivate dal complemento comeeffetto secondario dell'attivazione). La via alternativa porta alla formazione del complesso di attacco allamembrana, e' direttamente attivata dalle superfici batteriche.

L'attivita' biologica delle citochine dipende dalla

cellula bersaglio? Vero dipende anche dallo stadio di differenziamento della cellula e dal grado di concentrazione delle citochine

Il sistema del complemento sembrerebbe implicato nella patologia causata da infezione da SARS-CoV-2?

Si, aumenta la suscettibilità all'infezione ed è coinvolta nell'attivazione della cytokine storm

Infiammazione e immunità non sono la stessa cosa: le cellule che partecipano alla risposta immunitaria naturale sono anche le cellule della risposta infiammatoria, ma viceversa possiamo avere infiammazione anche in assenza di risposta immunitaria. Oltre ad avere coinvolgimento di molecole in comune, ci sono citochine e altri mediatori importanti

Si attiva in risposta a danno tessutale, quando l'omeostasi si altera

Se il danno è persistente abbiamo un'infiammazione cronica che persiste con il danno e l'agente eziologico

La ragione di attivare l'infiammazione? Tentare di ripristinare condizioni di partenza

di mastociti, che rilasciano mediatori chimici come istamina e prostaglandine, e cellule dendritiche, che presentano l'antigene ai linfociti. La risposta infiammatoria è un meccanismo di difesa del corpo in risposta a un'aggressione o a un danno tissutale. Essa ha lo scopo di eliminare l'agente nocivo e riparare i tessuti danneggiati. Durante la risposta infiammatoria acuta, si verifica un aumento del flusso sanguigno nella zona interessata, causando arrossamento e calore. Inoltre, si verifica un aumento della permeabilità dei vasi sanguigni, che permette il passaggio di liquido e cellule del sistema immunitario nel tessuto leso. Questo provoca l'accumulo di essudato, che contiene sostanze infiammatorie e cellule del sistema immunitario, come i granulociti neutrofili. Nella risposta infiammatoria cronica, invece, si verifica un accumulo di cellule del sistema immunitario, come macrofagi, plasmacellule e linfociti. Questa risposta può essere diffusa o localizzata, e può portare alla formazione di fibrosi o granulomi. Oltre ai granulociti neutrofili e ai macrofagi, partecipano alla risposta infiammatoria anche altre cellule, come i monociti, che sono la parte circolante dei macrofagi, i mastociti, che rilasciano mediatori chimici come istamina e prostaglandine, e le cellule dendritiche, che presentano l'antigene ai linfociti. La risposta infiammatoria può essere sia benefica che dannosa. Da un lato, essa aiuta a eliminare l'agente nocivo e a riparare i tessuti danneggiati. Dall'altro lato, però, può causare danni ai tessuti sani circostanti e può contribuire allo sviluppo di malattie croniche, come l'artrite reumatoide o l'asma. In conclusione, la risposta infiammatoria è un meccanismo di difesa del corpo che coinvolge diverse cellule del sistema immunitario. Essa ha lo scopo di eliminare l'agente nocivo e riparare i tessuti danneggiati, ma può anche causare danni ai tessuti sani circostanti.che contengono ammine-vasoattive come i mastociti con istamina, mediatori chimici come proteine complemento, fattori coagulazione (attivazione piastrine). Per riparare il danno tessutale ci sono fibroblasti attivati a produrre matrice extracellulare nell'ambiente extra-vascolare. Infiammazione acuta: Definita anche angioflogosi o flogosi vasculo-essudativa (implica che sia principalmente a carico del microcircolo). È un processo localizzato volto a permettere: il trasporto di proteine, liquido e cellule derivate dai vasi da parte di essudato infiammatorio che occupa l'area lesa, l'eliminazione dell'agente causale da parte di queste componenti, la rimozione di cellule necrotiche e detriti, l'accesso degli elementi della risposta immunitaria da naturale ad acquisita. Eventi che avvengono grazie alla formazione dell'essudato (subito dopo un'ustione siero solo in fase fluida, non ci sono cellule, liquido richiamato dai capillari) possono essere di natura diversa: sieroso tipico.

dell'ustionepochissime proteine e prativamente senza cell, essudato purulento o pus con componente liquida bassa ec

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
52 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Eliiii99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Costelli Paola.