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Produzione di equilibrio e bilancia dei pagamenti
Il mercato di beni è in equilibrio quando la produzione interna è uguale alla domanda di beni nazionali, cioè quando:
Y = Z
quindi: ,εY = C(Y-T) + I(Y ,r ) + G + X(Y* ,ε ) - IM(Y )
La retta ZZ disegna la domanda in funzione della produzione.
La ZZ è inclinata positivamente, con pendenza minore di 1. La produzione di equilibrio è il punto dove la domanda è uguale alla produzione, cioè si trova in corrispondenza dell'intersezione della ZZ con la retta a 45°: il punto A.
Aumenti della domanda estera o nazionale
Un aumento della spesa pubblica provoca un aumento della produzione e del disavanzo commerciale.
La domanda iniziale è data da ZZ e il punto
diequilibrio è A, con una produzione pari a Y. Ad ogni livello della produzione, la domanda aumenta di ∆G, per cui la retta che rappresenta la domanda si sposta verso l'alto in misura pari a ∆G, da ZZ a ZZ'. Il punto di equilibrio si sposta da A ad A' e la produzione aumenta da Y a Y'. L'incremento maggiore dell'aumento della produzione è spesa pubblica, per effetto del moltiplicatore. Partendo da un equilibrio della bilancia commerciale, un aumento della spesa pubblica genera un disavanzo commerciale pari a BC. Il moltiplicatore è più piccolo che in economia chiusa. Il moltiplicatore più piccolo e il disavanzo commerciale hanno la stessa origine: parte della domanda nazionale è rivolta a beni esteri, non a beni nazionali. Un aumento della domanda estera L'aumento estera (↑ Y*) della produzione potrebbe essere dovuto a un incremento della spesa pubblica estera (↑ G*). L'effetto diretto è un
incremento di un certo ammontare, diciamo ∆X, delle nostre esportazioni:
per ogni dato livello della produzione, questo aumento delle esportazioni induce un incremento della domanda di beni nazionali pari a ∆X, per cui la retta che rappresenta la domanda di beni nazionali in funzione della produzione si sposta verso l'alto in misura pari a ∆X, da ZZ a ZZ′; dato il livello di produzione, all'aumentare delle esportazioni di ∆X, la retta che rappresenta le esportazioni nette in funzione della produzione si sposta anch'essa verso l'alto in misura pari a ∆X, da NX a NX′.
Il nuovo equilibrio si trova nel punto A′, con un livello di produzione pari a Y′. Un aumento della domanda estera provoca un incremento della produzione nazionale. Un maggior livello di produzione estera genera maggiori esportazioni di beni nazionali, che a loro volta fanno aumentare la produzione interna e la domanda nazionale di beni attraverso il moltiplicatore. Avremo anche un
miglioramento della bilancia commerciale.
Un riesame della politica fiscale
I governi preferiscono non incorrere in disavanzi commerciali, per buone ragioni. La principale è che un paese con un disavanzo commerciale cronico accumula debito nei confronti del resto del mondo e quindi deve pagare interessi sempre più alti al resto del mondo.
Se tutti i paesi coordinassero le loro politiche macroeconomiche in modo da aumentare la domanda interna simultaneamente, potrebbero aumentare la produzione senza generare maggiori disavanzi commerciali tra loro. La ragione è che l'aumento coordinato della domanda genererebbe aumenti sia delle importazioni sia delle esportazioni di ogni paese.
I governi discutono spesso di coordinamento. I sette maggiori paesi industrializzati del mondo, i cosiddetti G-7 (Gruppo dei sette, composto da Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Canada), si riuniscono regolarmente per analizzare la loro situazione economica, e solo
Raramente la relazione finale di questi incontri non menziona il termine coordinamento. In pratica si è molto lontani da un effettivo e completo coordinamento macroeconomico tra paesi, per diverse ragioni:
- Il coordinamento potrebbe richiedere ad alcuni paesi di intervenire più di altri, e non è detto che essi siano disposti a farlo;
- I paesi hanno un forte incentivo a promettere di aderire al coordinamento, per poi rinnegare la loro promessa.