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Poiché gli Stati che oggi adottano l’euro presentano storie
e situazioni economiche molto diverse tra di loro, un
aspetto di grande importanza sia per l’adesione all’euro
sia per la permanenza di uno Stato nell’area euro è
rappresentato dal rispetto dei parametri di convergenza,
ossia delle condizioni e obiettivi che gli Stati devono
rispettare se vogliono aderire e rimanere a far parte
dell’area euro: stabilità dei prezzi, sostenibilità della
finanza pubblica e tassi di interessi convergenti. Stabilità
dei prezzi significa che il tasso di inflazione dello Stato
aderente non deve superare dell’1,5% la media
dell’inflazione dei tre Paesi con il tasso inflativo più
basso; sostenibilità della finanza pubblica significa
invece che, per esempio, il rapporto tra debito pubblico e
Pil (Prodotto interno lordo) non dovrà superare il 60%; per
finire, il tasso medio di interesse a lungo termine dello
Stato aderente non dovrà eccedere di oltre 2 punti
percentuali la media dei tassi dei tre Paesi membri con
l’inflazione più bassa. Nel periodo precedente
all’introduzione dell’euro, nel maggio 1998, è stato
verificato il rispetto effettivo di questi parametri da
parte dei primi 12 Stati (oltre all’Italia, Francia,
Germania, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio,
Lussemburgo, Austria, Finlandia, Irlanda e Grecia)
interessati ad aderire all’euro. Tali Stati (a eccezione
della Grecia, che ha adottato l’euro successivamente)
hanno potuto aderire all’Unione economica e monetaria
dal 2002, in quanto i loro conti economici risultavano in
linea con i parametri di convergenza. In seguito si sono
aggiunti la Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008. I
Paesi dell’Unione europea che invece non hanno ancora
aderito all’euro possono comunque entrare nell’Unione
economica e monetaria anche in un secondo momento, a
condizione che ne facciano richiesta e che rispettino i
parametri di convergenza. L’osservanza dei parametri non
è solo determinante per entrare nell’area euro, ma anche
per continuare a farne parte: infatti il loro mancato
rispetto può comportare sia multe a carico dei Paesi che
non li osservano sia, anche se l’ipotesi è piuttosto
remota, l’esclusione di uno Stato dall’area euro. Il
controllo economico attuale nell’area dell’euro è affidato
al cosiddetto Eurosistema, costituito dalla Banca centrale