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PIANURA ALLUVIONALE

Quando il fiume giunge nella regione pedemontana anch'esso, come i torrenti in montagna, depone il suo carico.

IL LETTO FLUVIALE

L'area occupata dalle acque di un fiume può essere suddivisa in:

  • Letto di inondazione, corrispondente a tutto il territorio che il corso d'acqua può sommergere in occasione di una piena.
  • Letto ordinario, ovvero l'alveo che per definizione è quella porzione di territorio delimitata tra due argini o due sponde e generalmente occupato dalle acque; nei periodi di magra mostra barre di depositi alluvionali anche ricoperte da ciuffi di vegetazione.
  • Letto di magra, cioè l'alveo di massimo abbassamento delle acque e costituisce una parte del letto ordinario; non è delimitato da sponde nette, il suo tracciato è sinuoso e facilmente mutabile, può suddividersi in rami tra le barre alluvionali.

Alveo confinato: le sponde sono a contatto con i versanti per

più del 90%.▪ Alveo non confinato: per meno del 10% del tratto le sponde sono a contatto con i versanti.▪ Alveo semiconfinato: situazione intermedia.Pagina | 31

TRACCIATO BRAIDED O INTRECCIATO

Si tratta di una rete di canali convergenti, divergenti e intrecciati tra loro e separati da isole e barre. La rete dei canali ha forma e tracciato effimeri, facilmente variabili, soprattutto in seguito a fenomeni di piena quando isole e barre vengono sommerse. Si fa distinzione fra i tracciati braided, formati da un intreccio diverso di rami, isole e barre fluviali e quelli anastomizzati, costituiti da alcuni canali meandri-formi separati da isolotti di detrito alluvionale. Da un punto di vista morfogenetico i primi si formano laddove l’acclività del letto e le granulometrie dei detriti son più elevate, i secondi invece su pendenzeminori.

CORSI D’ACQUA RETTILINEI

Si formano soprattutto in zone montane che presentano pendenze elevate (>3-5%) e forte

alimentazione di sedimenti grossolani. Presentano valori di sinuosità prossimi a 1 (rapporto tra lunghezza reale di un tratto di un fiume e la lunghezza dello stesso tratto considerato in linea retta).

PSEUDOMEANDRIFORMI

I corsi d'acqua pseudomeandriformi (wandering rivers) sono una categoria intermedia tra i fiumi braided e quelli meandriformi. Presentano una sinuosità medio-bassa (1.3-1.5).

Sono caratterizzati da barre laterali alternate, generalmente a forma di mezza luna, ed hanno un solo canale principale attivo. Sono presenti, invece, canali secondari aderenti ad una delle due sponde, attivi (canali di taglio) o inattivi (di morta).

La barra che lo delimita tende ad allungarsi e a chiuderlo progressivamente favorendo così la deposizione di sedimento fine durante la fase recessiva delle piene.

MEANDRI

Le curve regolari, sinuose, che forma un letto ordinario si definiscono meandri. Si possono distinguere in: meandri liberi e incastrati.

Meandri liberi

Quando le

Divagazioni del corso d'acqua sono indipendenti dal tracciato della valle e il letto fluviale è a fondo alluvionale mobile. Generalmente in tutte le sinuosità fluviali avviene erosione presso la riva concava e deposito presso quella convessa.

Meandri incastrati o incassati: quando i fianchi della valle seguono le sinuosità del corso d'acqua e il letto fluviale è in roccia. I meccanismi di evoluzione sono gli stessi dei precedenti, sono anch'essi molto lenti. All'origine i meandri incastrati sarebbero stati dei meandri liberi su una pianura alluvionale e si sarebbero poi infossati, fino ad incidere anche la sottostante roccia in posto.

Canali anastomizzati: sono fiumi pluricursali formati da due o più canali relativamente stabili con sinuosità variabile, ma in generale meandriformi, interconnessi tra loro. Le pendenze dei canali sono bassissime (<0.1%). Le aree che separano i rami non sono barre mobili, ma porzioni della pianura.

Alluvionale le cui dimensioni sono in genere pari a svariate volte la larghezza del canale.

TERRAZZI FLUVIALI

Si tratta di ripiani, al di sopra dell'attuale letto dei corsi d'acqua, rappresentanti antichi letti fluviali, abbandonati in seguito a una fase erosiva, che ha provocato l'approfondimento dell'alveo.

Ripiani

I terrazzi sono detti a se tra le superfici di due ordini successivi affiora il substrato di roccia in posto(35a): questo indica che i periodi di erosione sono stati più intensi ed importanti di quelli di sedimentazione, nel senso che il corso d'acqua, non soltanto ha inciso tutto il materasso alluvionale che prima aveva deposto, ma anche la roccia sottostante. Oppure i terrazzi possono essere, se fra di loro non affiora il substrato (35b): in questo caso i periodi di erosione sono stati meno importanti di quelli di sedimentazione, cioè soltanto una parte dei materiali alluvionali precedentemente deposti.

è stata incisa dal corso d’acqua.

RAPPORTI TRA EVOLUZIONE DEI CORSI D’ACQUA E DEI VERSANTI

I corsi d’acqua attraverso le azioni di erosione delle sponde possono preparare delle situazioni di dise-quilibrio nei versanti e sollecitare o provocare fenomeni di demolizione degli interfluvi, condizionan-done in tal modo l’evoluzione. Questi stessi, a loro volta, possono condizionare l’evoluzione dei corsi d’acqua, intasandone ad esempio il letto con un’eccessiva produzione di detriti, oppure sbarrando il corso con accumuli di frana e così via.

Se un corso d’acqua è in equilibrio, significa avviene solo trasporto, in altri casi per può avvenire che il posibilancio annuale sia una sedimentazione oppure un’erosione; nel primo caso si parla di bilancio tivo negativo del corso d’acqua, nel secondo di bilancio.

TERRAZZI MARINI

Elemento morfologico di natura costiera, ma ricollegabile sempre a movimenti verticali di

La natura tettonica; separato da un margine interno ed un margine esterno, la superficie chiaramente può essere immersa o sommersa (a seconda delle condizioni in atto). Un terrazzo marino si sviluppa secondo un ciclo: una prima fase trasgressiva (si forma un solco di battente in quanto il mare avanza verso la terra), con una fase di sedimentazione, ed una successiva di regressione in cui avviene erosione e quindi spianamento.

TERRAZZI DI GENESI TETTONICA

I movimenti tettonici possono determinare la formazione di terrazzi. I movimenti orogenetici, isostatici o di altro tipo, causano il sollevamento e l'abbassamento di una regione, provocando anch'essi episodi di erosione o di sedimentazione lungo i corsi d'acqua o presso i litorali: si possono così formare dei terrazzi, nei quali il corpo sedimentario corrisponde alle fasi di abbassamento tettonico e la scarpata a quelle di sollevamento. Basandosi sullo spessore dei depositi alluvionali, o più in

generale quello deiterrazzo accrescentecorpi sedimentari, si può distinguere un , può indicare un maggior abbassamentoterrazzo decrescentetettonico nel settore più a valle, mentre un può indicare un maggior abbassamentonel settore a monte. terrazzo convergentePer quanto riguarda invece la pendenza longitudinale, un può indicare un maggiorterrazzo divergentesollevamento tettonico nel settore più a monte, viceversa un ne può indicare unomaggiore in quello più a valle.

PERICOLOSITA' FLUVIALEMORFOLOGIA VULCANICALa relativa complessità e morfologia dell'edificio vulcanico riguarda essenzialmente i tipi e le modalitàdell'effusione, dalle colate di lava (essenzialmente dipendenti da viscosità e contenuto in gas); oppureci si può riferire alla complessità dei fenomeni di accumulo dei materiali piroclastici. Dunque, la mor-fologia dell'edificio esterno dipende dal tipo di condotto

vulcanico e dal genere di attività vulcanica. Una schematizzazione efficace dei morfotipi vulcanici suddivide morfogenici e poligenici, a seconda dei processi positivi negativi, che siano legati ad attività eruttiva episodica o continua nel tempo, e che definiscono rispettivamente forme rilevate e depresse. Esempi morfogenici positivi sono le colate laviche, esempi negativi sono i crateri e le caldere. Poligenici e positivi sono gli strato-vulcani, mentre negativi sono ad esempio depressioni vulcano-tettoniche conseguenti a successivi episodi di sprofondamento tettonico ed associate ad eruzioni vulcaniche. CONSEGUENZE DELLE VARIAZIONI CLIMATICHE QUATERNARIE Il Quaternario è stato caratterizzato da un'eccezionale instabilità climatica, che non sembra trovare altre analogie in altri periodi della storia della Terra: alcune regioni hanno visto alternarsi periodi glaciali e temperati, altre periodi pluviali e aridi. Di conseguenza molte zone della Terra hanno subito a

piùriprese cambiamenti nelle caratteristiche dei processi di modellamento del rilievo fino al mutamentocompleto del sistema morfoclimatico.

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Il rilievo ha dovuto più volte adattarsi a queste variazioni climatiche, che talora hanno determinato uncambiamento dei sistemi morfoclimaticiradicale : per esempio da uno a dominante fisica, cioè in resi-stasia (glaciale o desertico), in un altro a dominante biologico-chimica, cioè in filostasia (temperato otropicale), o viceversa. Il paesaggio attuale conserva più o meno evidenti forme relitte ereditate da si-stemi morfoclimatici che vi si sono succeduti, non soltanto nel Quaternario, ma anche in periodi piùantichi, nel Terziario o addirittura nel Mesozoico. Dunque, nel corso del Quaternario varie zone dellaTerra hanno subito modificazioni morfoclimatiche più o meno intense, altre invece non ne hannosubito nessuna come, ad esempio, l’Antartide, gran parte del Sahara o delle regioni

equatoriali. Queste variazioni climatiche hanno determinato anche una serie di oscillazioni eustatiche del livello del mare. Le oscillazioni hanno provocato fenomeni più o meno vistosi di erosione e di accumulo, soprattutto nelle regioni costiere. Esse sono anche documentate da spiagge e linee di costa situate a varie altezze sul livello del mare, nonché da tracce di morfologie subaeree ora sommerse; queste testimonianze, tuttavia, non sono soltanto conseguenze dell'eustatismo, ma anche di movimenti tettonici legati all'orogenesi, all'isostasia, a fenomeni locali etc.

TERRAZZI CLIMATICI

Le variazioni climatiche nel tempo, in una stessa regione, possono produrre alternanze di periodi con bilanci negativi e positivi di un corso d'acqua. Un effetto geomorfologico importante di queste alternanze è la formazione dei terrazzi climatici: un bilancio

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SSD Scienze della terra GEO/04 Geografia fisica e geomorfologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daniel.cucugliato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geomorfologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof De Guidi Giorgio.