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Paesaggi e strutture agrarie: un prodotto storico

RINIsolo di regione in regione ma di periodo in periodo, secondo uno stratificarsi segnato da forti diversità più che affinità. "Paesaggi e strutture agrarie sono soprattutto un prodotto storico e come tali sono il risultato di combinazioni di fattori diversi non solo da regione a regione, ma anche da periodo a periodo, secondo uno stratificarsi dovuto più alla discontinuità storica che alla continuità."

Altro testo fondamentale in Italia è Dal documento al terreno. L'oggetto della ricerca della geografia storica è sì il territorio visto come spazio prodotto dell'uomo ma anche i processi, la dinamica, i meccanismi di trasformazione e le fasi di discontinuità. Se la geografia umana si pone problemi essenzialmente relativi alle scale spaziali differenti. La geografia storica deve integrare la scala spaziale con quella temporale. Il metodo di indagine della geografia storica avrà quasi sempre

come punto di partenza scale spaziali di dettaglio. La scala temporale che prenderà in considerazione la geografia storica non sarà necessariamente quella della cronologia delle partizioni storiche (della disciplina della storia), siccome nelle varie scale spaziali in dettaglio convivranno scale temporali differenti. Nella scala spaziale scelta bisogna integrare il tempo dell'uomo (il tempo storico) con il tempo geografico (il tempo della natura). Geografia storica è lo studio del paesaggio inteso come sistema intrinsecamente dinamico e soggetto a continui processi di mutamento, che appaiono particolarmente complessi in quanto risultati dall'interferenza tra temporalità diverse. I mutamenti relativi alle componenti ambientali, lentissimi per le trasformazioni geografiche, ma anche attivi su scale temporali intermedie, come le fluttuazioni climatiche minori o la successione biologica negli ecosistemi e dall'altro i processi relativi al versante.

antropico che si dispiegano nel tempo lungo dellestrutture socioeconomiche e culturali e si intrecciano i rapidi rivolgimenti delle crisi congiunturali.Il paesaggio è il prodotto risultante dall’intreccio di tali molteplici dinamismi e può essere letto come stratifi-cazione delle differenti organizzazioni territoriali succedutesi in una data area. Alcuni elementi del paesaggiosono quindi prodotti del passato rivestiti di nuovi significati e immagliati in nuove reti di relazioni funzionali,mentre altri, ormai privi di qualsiasi utilità socioeconomica diretta, costituiscono forme relittuali, sorta di te-stimonianze fossili di fasi anteriori.

2Geografia Cartografia Appunti di Alessandro Antonio Vercelli3vercelli.alessandro.a@gmail.comIl non esaminare le dinamiche storiche di lunga durata porta a grandi errori, che talvolta possono portare adanni ambientali e strutturali.L’attuale fisionomia della disciplina geostorica può essere sintetizzata nella

Spiegazione di 3 punti fondamentali:

  1. L'utilizzo di fonti integrate;
  2. L'interdisciplinarietà fra saperi;
  3. La valenza programmatica/applicativa.

La ricerca geostorica serve per programmare il futuro tenendo conto di ciò che è stato il passato. Non è uno sguardo nostalgico e romantico retrospettivo sul territorio.

L'utilizzo di fonti integrate consiste nell'analisi congiunta di fonti d'archivio e di terreno: è questo il nuovo paradigma di riferimento che guida le indagini volte alla ricostruzione dei guadi geoantropici. È necessario un ventaglio assai ampio di fonti differenti. La più significativa integrazione prevede il ricorso a fonti documentarie (d'archivio: fonti descrittive, testi, cartografia storica, fotografie, iconografie, rappresentazioni pittoriche) e lavoro di ricerca sul terreno: documentary evidence and field evidence.

Di tutte queste fonti la prima base è la corretta esegesi:

Qualsiasi fonte io interroghi, la devo interrogare in modo critico, consapevole e facendone una corretta esegesi. Bisogna sempre tenere conto che la carta non è mai la realtà, bensì una sua rappresentazione. La carta non mente, non ci racconta cose false ma noi di fronte a una carta (come di fronte a qualsiasi testo) dobbiamo conoscere la ragione per cui la carta in questione è stata prodotta. Noi rischiamo di dare una lettura ingenua, astorica, che non tiene conto di punti di vista parziali che dipendono dalle ragioni per cui quella carta è stata realizzata. Martedì 4 maggio 2021

Le fonti iconografiche, se presenti in serie e cronologicamente ordinate, possono andare a costituire delle serie cronologiche. Anche nelle serie cronologiche di immagini è importante l'esegesi delle immagini, darne una corretta interpretazione leggendone il giusto momento d'origine e la corretta cronologia. Fonti differenti nascono per motivi e con fini

Differenti che bisogna tenere in considerazione nel momento in cui si fornisce l'interpretazione delle fonti documentarie. Accanto alle fonti documentarie poi abbiamo le fonti di terreno. Informazioni importanti sono anche fornite talvolta dalle fonti orali. Possiamo anche avere fonti orali rintracciabili all'interno di fonti scritte, quando quelle orali siano estinte. Anche in questo caso, le fonti orali, in qualunque modo siano reperite, vanno interpretate nel modo corretto, con una corretta esegesi.

La geografia storica condivide fonti e saperi con altre discipline (storia, archeologia...). Si formano vere e proprie equipe di ricerca attorno al geografo storico. Interdisciplinarietà non vuol dire entrare nel campo disciplinare altrui ma vuol dire integrare esperti di altre discipline nelle squadre di lavoro.

Il terreno è un archivio di tracce, un palinsesto di fasi di civilizzazione che il geografo storico percorre e condivide con altri studiosi (etnologia,

ecologia storica, archeologia…). Tutto ciò ha una finalità che non èquella di uno sguardo retrospettivo a individuare gli assetti passati. L’interdisciplinarietà è necessaria ad indagare il terreno con tutte le tracce che sul terreno rimangono di preesistenze. Il destino di queste ricerche guarda sempre al futuro, quello è sempre l’obiettivo: analizzare il passato per guardare al futuro. L’analisi storico territoriale ha lo scopo di fornire indicazioni sul futuro, ha valenza programmatica applicativa. Si inquadra la prospettiva storica nel processo di pianificazione: ci si propone di tener conto degli assetti preesistenti nel quadro di pianificazione. L’indagine geostorica non è utile solo alla ricostruzione di preesistenze ma ad indagini tese a conoscere la storicità del territorio nel quadro complessivo della pianificazione.

Si vuole indi-viduare e conoscere il passato nel paesaggio del presente. Si indagano gli assetti preesistenti e le loro tempo-ralità. In ragione di quel passato incorporato nel presente si vuole poter scegliere su quali elementi investire,non solo per produrre conoscenza ma anche per tutela e valorizzazione delle risorse territoriali.La ricostruzione delle preesistenze ci dà conto di un quadro complessivo da tenere a mente per le progettazionifuture, ci fa individuare il passato insito nel presente. In un territorio però non c’è un passato, non si devesalvaguardare una storicità: ci sono più passati. Un’azione di tutela o pianificazione significa spesso sceglierequale dei passati inglobati nel presente preservare e quali cancellare.La geografia storica da questo punto di vista non dà sempre risposte. La scelta può essere anche politica, purchévi sia un quadro chiaro di ciò che è stato. Sulla base

Di questo quadro di ciò che è stato si fa una pianificazione consapevole. Il geografo storico non nega il suo punto di partenza che è l'essere geografo: pensare alla situazione attuale del territorio. La geografia storica non propone di museificare il territorio. In alcuni casi si può scegliere di conservare, che non vuol dire museificare in ambito territoriale. Il parco naturale non per forza vuol dire museificazione: vuol dire fruire di quel territorio in modo consapevole e pianificato. L'uso del suolo implica una scelta in ragione della quale un determinato uso confligge con un altro uso del suolo. L'uso delle risorse, oltre che del suolo, implica delle scelte, spesso esclusive. I diversi usi confliggono tra loro.

La bonifica

Il testo di riferimento è C, Terra, acque e macchine.

AVALLO

Il tema della bonifica ha radici molto precedenti all'Ottocento. I paesaggi della bonifica sono dei più caratterizzanti del paesaggio rurale.

Nel territorio nazionale sono visibili ancora i segni di bonifiche molto antiche (Medioevo o epoca romana ed etrusca). I paesaggi della bonifica possono costituire una parte importante del patrimonio storico-geografico italiano. Il territorio italiano è fortemente riplasmato dall'azione umana. In Europa possiamo pensare ai Paesi Bassi. La quantità di superficie italiana bonificata è tutt'altro che marginale. L'Italia è stata storicamente una terra di bonifica, cioè è stata teatro di tutte quelle opere volte a prosciugare paludi, arginare fiumi, torrenti, a colonizzare le pianure. Tutte le popolazioni che si sono insediate nella penisola hanno operato trasformazioni importanti per permettere alle comunità di svilupparsi. (cfr. Atlante Tematico d'Italia, Lucio Gambi, tavola 62 "Bonifiche": localizzazione delle bonifiche da XII secolo in avanti sul suolo italiano. 4Geografia Cartografia Appunti di)

Alessandro Antonio Vercelli

vercelli.alessandro.a@gmail.com

Anche solo dall'epoca medievale vediamo che sono molte le aree italiane interessate dalla bonifica. Grande è la superficie ed anche grande è la complessità territoriale.

Questa carta visualizza dall'epoca medievale in poi. Anche gli etruschi però hanno operato delle prime azioni di controllo delle acque (anche in parte di bonificazione) e i romani altrettanto.

In epoca medievale nella valle del Po i monaci benedettini hanno promosso un'opera grandiosa di prosciugamento delle paludi, diboscamento e conquista di terre fertili. Nel medioevo la pianura padana aveva aspetto del tutto diverso dall'attuale. Nel Medioevo molte terre erano coperte dalle acque nella pianura padana. Il mezzo di spostamento più frequente era la barca, le vie d'acqua erano più trafficate di quelle di terra. Nel XII secolo iniziarono ad essere realizzate delle opere di canalizzazione delle acque.

Fu creato il Navigliogrande e il Canale Muzza. Questa fu un'opera per lungo tempo ineguagliabile. Le opere idrauliche attraverso le opere di colmata furono inaugurate gi.
Dettagli
A.A. 2020-2021
41 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandro_Vercelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pressenda Paola.