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EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA IN 3 FASI:
• Prima rivoluzione industriale (Inghilterra): la macchina a vapore (1783, Watt), imprime un rapido
sviluppo all’estrazione del carbone, che sostituisce la legna, contribuendo alla diffusione di miniere,
in Europa occidentale, Stati Uniti e Russia europea nascono le prme imprese nei settori della
benefici siderurgia e nel comparto tessile. Si afferma una nuova organizzazione del lavoro
(manodopera a bassa costo, flussi migratori)
• Seconda rivoluzione industriale (fine del XIX secolo): cambiano le fonti energetiche (il carbone
viene sostituito dall’idroelettricità e dal petrolio), nascono e si diffondono nuove industrie (la
produzione automobilistica, nuovi modelli di organizzazione aziendale, dalla standardizzazione e
fabbricazione in serie alla disintegrazione del processo produttivo)
• Terza rivoluzione industriale (fine del XX secolo): avvento della tecnologia.
Esistono alcuni punti fermi che caratterizzano l’attività d’impresa:
– la ricerca dell’efficienza
– la realizzazione del profitto. I mutamenti a cui è sottoposta l’impresa influiscono sul profitto .
L’impresa ha un limite di ambiente interno ma anche un ambiente più generale. Consideriamo
l’ambiente esterno all’impresa e in particolare il macro-ambiente. Esso è instabile, turbolento e
soggetto a mutamenti anche radicali. L’instabilità dell’ambiente esterno all’impresa è determinata
anche dallo sviluppo tecnologico. Tale sviluppo condiziona in maniera significativa l’organizzazione
della produzione.
L’impresa è coinvolta in un sistema di relazioni non solo riconducibili al campo effettivo e
potenziale, ma anche al macro-ambiente. Si tratta di un sistema di relazioni che si manifestano
sotto forma di input e che attengono ai valori socioculturali, di costume, ai rapporti economici e
politici propri di questo ambito. Questi input esterni risultano generatori di instabilità, di turbolenza
e spingono l’impresa ad intraprendere cambiamenti organizzativi e strutturali. Sono generatori di
instabilità di quest’ambito i cambiamenti nei sistemi tecnologici. L’impresa che non è in grado di
riuscire a produrre è destinata a fallire (ad es. la nokia è entrata in crisi perché non è riuscita ad
adeguarsi all’innovazione) mentre società come la apple inventò un prodotto molto tecnologico ma
anche stilistico). L’ambiente esterno è fondamentale perché qualsiasi cambiamento anche politico,
può portare problemi all’impresa.
PROFITTO
P = P’ + Q + Rl + Ri + Rp
Rp = P - P’ - Q - Rl - Ri
P = produzione dell’impresa P’ = materiali impiegati e servizi utilizzati Q = quote di ammortamento
Rl = remunerazione del lavoro Ri = remunerazione del capitale Rp = profitto .
Per rispondere ai processi di mutamento che mettono a rischio la sua efficienza, l’impresa deve
agire per modificare la remunerazione del capitale di rischio (e quindi aumentare il profitto).
Esistono 3 possibili azioni:
– sul sistema delle variabili (riduco la quantità di dividendi distribuiti quindi aumento il profitto);
– sulla sostituzione delle variabili
– sulla configurazione spaziale dell’attività (dove localizzo la mia impresa?).
Con la terza azione viene introdotta la variabile spazio nell’equazione del profitto. Questo perché
esistono dei vantaggi per l’impresa che sono forniti dalla localizzazione spaziale. Ad es. le industrie
estrattive si posizioneranno vicino alle miniere di metalli, per ottenere efficienza e una riduzione dei
costi di trasporto, o nel settore 1° (l’agricoltura), si formeranno imprese in base al clima. Nei
classici questa variabile è importante soprattutto nel modello di Crhistaller, quindi la DISTANZA è
fondamentale. Come vedremo invece per Von Thunen e Weber è importante la vicinanza ALLE
MATERIE PRIME E I COSTI DI TRASPORTO. Questi classici sono poi stati i principali motivi di
sviluppo di internazionalizzazione delle imprese.
LA LOCALIZZAZIONE
Per i geografi che si occupano di questioni economiche il problema della localizzazione, ed i
particolare la localizzazione delle imprese, costituisce uno dei principali temi d’interesse.
L’obiettivo delle teorie della localizzazione è stabilire sulla base di quali criteri le imprese si
distribuiscono nello spazio geografico e dove decidono di ubicare le proprie attività produttive .Ad
esempio, le imprese di distribuzione commerciale utilizzano servizi di geomarketing che
consentono, tra le altre cose, di stimare il bacino potenziale di utenti sulla base di tre parametri: 1.
posizione del punto vendita, 2. distribuzione della popolazione e 3. localizzazione delle imprese
concorrenti. SETTORE
SECONDARIO: La localizzazione è una componente fondamentale per le strategie competitive
delle imprese di produzione, e non solo per problemi di accessibilità alle materie prime e ai costi di
trasporto . La disponibilità di adeguati fattori di contesto è cruciale affinché le imprese abbiano
successo o semplicemente riescano a sopravvivere. Questi fattori di successo possono essere,
ad esempio, la disponibilità di manodopera adeguata e in quantità, la presenza di infrastrutture e
servizi, l’essere immersi nell’ «atmosfera industriale» (definita dall’economista Alfred Marshall), un
contesto particolarmente adatto alla creazione di nuove idee, nuove tecnologie e nuove attività.
Lo studio della localizzazione delle attività economiche è motivato, in geografia, dalla necessità di
capire le conseguenze che le loro scelte hanno per le città e le regioni. Il tema si riconnette in
primo luogo al fenomeno urbano. Le città, sono i luoghi privilegiati per l’agglomerazione delle
attività economiche di vario tipo. Sebbene oggi questo non sia più del tutto vero, storicamente i
processi di urbanizzazione e di concentrazione di risorse e attività sono stati intimamente
connessi. Non tutte le città tuttavia sono uguali anche a parità di caratteristiche strutturali, come
per esempio la dimensione, la popolazione… Quindi La localizzazione è strettamente connessa a
un altro tema cruciale: lo sviluppo regionale, che determina uno spazio economico ineguale e la
tendenza delle imprese, dei capitali e delle risorse di privilegiare particolari luoghi condannando i
restanti a condizioni di dipendenza e marginalità.
Perché ogni luogo sviluppa una particolare specializzazione produttiva e svolge un differente ruolo
nell’economia globale? Quali sono i meccanismi che sottintendono alla produzione e riproduzione
di centri e periferie geografiche? Secondo i geografi economici, dare una risposta a queste
domande è il primo passo, per comprendere le logiche generali di organizzazione spaziale
dell’economia e le caratteristiche distintive dei luoghi dall’altra.
Nello studio di questi temi si possono distinguere due approcci:
- il primo legato alla geografia regionale, in linea con una lunga tradizione di studi con finalità
prevalentemente descrittive e conoscitive. L’obiettivo era quello di comprendere, illustrare e
catalogare le specificità di ogni regione, tralasciando l’analisi dei processi generali, in molti casi
globali, che producono le differenze tra i diversi luoghi
- il secondo, proprio della geografia economica, si concentra sui processi generali e tende a
ricondurre le diversità economiche delle regioni alle logiche localizzative e di comportamento dei
singoli agenti economici, in primo luogo le imprese.
Le teorie classiche della localizzazione condividono gli assunti di base di quest’ultimo approccio e,
in particolare, l’individualismo metodologico: l’idea è quella di ricondurre l’organizzazione spaziale
dell’economia alle decisioni di agenti individuali razionali e poi definire regole generali di
distribuzione delle attività, delle risorse, delle ricchezze, delle persone per verificare
successivamente eventuali eccezioni o irregolarità (prospettiva ripresa dalla «nuova geografia
economica»
LE LOGICHE LOCALIZZATIVE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE. Le logiche localizzative delle
due attività che maggiormente caratterizzano il sistema economico moderno, industria e servizi,
sono differenti • Nel caso dei servizi il prodotto è l’erogazione di un servizio per la
quale è necessario un contatto diretto con il cliente. In questo caso, che è quello tipico dei servizi
diretti al consumatore, il luogo di produzione corrisponde a quello di consumo. Avranno una
distribuzione di tipo disperso che segue due logiche: ricalcare la distribuzione della popolazione e
allontanarsi dai concorrenti (ampliando l’area di mercato). • Le attività industriali possono
servire luoghi molto distanti dal luogo di produzione. Questo vale anche per le attività agricole che
producono prodotti deperibili e necessitano di grandi spazi, la loro distribuzione spaziale dipenderà
dalle caratteristiche strutturali dei terreni: esposizione, pendenza fertilità ecc. Le imprese agricole
saranno maggiormente vincolate nelle loro scelte localizzative (dal suolo, dal terreno e dal clima).
All’industria non interessa l’allontanamento dei concorrenti, perché la logica dei distretti industriali
si basa sui costi di produzione.
Le logiche localizzative delle attività più avanzate, sono più difficilmente leggibili. L’impresa
industriale può infatti tendenzialmente localizzarsi ovunque: avrà bisogno di relativamente di poco
spazio e di un bacino di manodopera, ma per il resto potrà importare i propri input da altri luoghi e
vendere i propri output in tutto il mondo. • Paradossalmente sono proprio queste tipologie di
imprese ad avere una maggiore propensione alla concentrazione e ad essere le principali
responsabili degli squilibri economico-geografici regionali. Perché? Nel rispondere a questa
domanda tutte le teorie più recenti della geografia economica hanno come obbiettivo quello di
superare spiegazioni intuitive molto diffuse, ma inadeguate e in qualche modo, naturalistiche
relative alla localizzazione delle imprese, per le quali ogni regione risulta di per sé adatta a ospitare
certi tipi di attività economiche e non altre.
L’economista Alfred Marshall, che è stato un attento osservatore delle dinamiche geografiche di
organizzazione industriale, nel 1890 sosteneva:
“Sono diverse le motivazioni che influiscono sulla localizzazione delle imprese; ma le principali
sono relative alle condizioni fisiche dei luoghi, come la natura del clima e del suolo, la vicinanza a
miniere e cave o la loro facile raggiungibilit&