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POTENZIALE D’AZIONE NELLE CELLULE CONTRATTILI
Nel frattempo, la cellula contrattile è a riposo. La cellula contrattile è mononucleata e ha i sarcomeri
e il reticolo sarcoplasmatico che contiene degli ioni Ca, ha anche dei canali per il Na rapidi e dei
canali per il Ca lenti (opposto delle cellule auto-ritmiche, che hanno canali lenti per Na e rapidi per il
Ca). Nell cellula adiacente si era generata una depolarizzazione con ioni Na e ioni Ca dalla parte
interna della membrana. Gli ioni positivi viaggiano attraverso le gap junctions (che sono delle sinapsi
elettriche) e quindi abbiamo delle cariche positive che depolarizzano la membrana adiacente, ossia
della cellula contrattile. Questo piccolo cambiamento di voltaggio permette alla cellula contrattile di
raggiungere il suo valore soglia per il suo potenziale d’azione. Si aprono dei canali rapidi per il Na,
che entra velocemente e la cellula si depolarizza molto velocemente. Poi si aprono più lentamente
dei canali lenti per il Ca qui è il Na che fa insorgere la fase ascendente del potenziale d’azione, ma
→
poi i canali per il Na si chiudono e si aprono tardivamente quelli per il Ca, creando una fase di plateau
del potenziale d’azione (di 100msec). Il Ca che entrato nella cellula, inizia la contrazione cellulare, e
il reticolo sarcoplasmatico rilascia ulteriore Ca per la contrazione del sarcomero cardiaco. Nel
frattempo i canali per il K si aprono e permettono l’uscita del K, e si ha la fase di ripolarizzazione,
sempre aiutata dalle ATPasi Na-K.
L’immagine mostra il profilo del potenziale d’azione nella cellula contrattile.
© Laila Pansera – 57
Ciclo cardiaco
Il ciclo cardiaco include gli eventi legati al flusso di sangue attraverso il cuore durante un battito
completo. Durante il ciclo cardiaco, le valvole cardiache si aprono e si chiudono in risposta a
differenze di pressione generate dall’attività contrattile del cuore. La sequenza logica per cui si
verificano gli eventi del ciclo cardiaco è quella che ci sono degli eventi elettrici nelle cellule auto-
ritmiche, che distribuiscono un segnale di contrazione alle altre parti del tessuto cardiaco (atri e
ventricoli), poi ci sono delle valvole unidirezionali, che si aprono e si chiudono passivamente a
seconda di gradienti di pressione sui lati della valvola.
Le 4 valvole cardiache sono:
- Semilunare polmonare, che collega il ventricolo destro all’arteria polmonare
- Semilunare aortica, che collega il ventricolo sinistro all’aorta
- Atrio-ventricolare destra, detta anche tricuspide
- Atrio-ventricolare sinistra, detta anche mitrale o bicuspide.
© Laila Pansera – 58
Le fasi del ciclo cardiaco sono molto coordinate. Le valvole si aprono e si chiudono in maniera molto
coordinata rispetto al ciclo cardiaco, perché dipendono dall’attività contrattile del cuore.
Le fasi del ciclo cardiaco sono 3:
- Riempimento dei ventricoli: è un riempimento abbastanza passivo tranne nell’ultima fase in cui
c’è la sistole atriale
- Sistole ventricolare, quando gli atri sono riempiti; i ventricoli iniziano a contrarsi e forzano
l’eiezione del sangue nell’unica direzione possibile, ossia in arteria (polmonare o aorta)
- Rilassamento isovolumetrico del ventricolo, finché non non ricomincia il riempimento
ventricolare, ossia finché la pressione ventricolare diventa inferiore alla pressione dell’atrio.
Il cuore fa sistole e diastole: la sistole è la contrazione e la diastole è il rilassamento.
Per il riempimento ventricolare, esso si trova in diastole, ossia è rilassato. Il sangue che arriva dalle
vene cave (superiore e inferiore) fluisce passivamente negli atri, e dagli atri, attraverso le valvole atrio-
ventricolari aperte, passa dentro i ventricoli, dove la pressione è minore (il sangue va sempre secondo
gradiente di pressione). Il ventricolo si sta riempiendo, intanto i canali funny nelle cellule auto-
ritmiche hanno raggiunto la soglia per l’apertura dei canali rapidi per il Ca, quindi le cellule auto-
ritmiche generano un potenziale d’azione che si propaga per le vie interatriali e internodali, quindi si
genera l’onda P dell’ECG, perché entro in sistole atriale: l’atrio si contrae, forzando il sangue
rimanente all’interno dei ventricoli.
A questo punto entriamo nella fase di sistole ventricolare, ossia il ventricolo inizia a contrarsi. La
pressione del ventricolo è inferiore alla pressione dell’atrio che si è appena contratto, ma è anche
inferiore alla pressione dell’arteria polmonare. All’inizio il ventricolo inizia a contrarsi, e la prima cosa
che succede è che la pressione del ventricolo diventa superiore a quella dell’atrio; quindi si chiude la
valvola atrio-ventricolare, ma il ventricolo deve lavorare ancora di più per far aprire la valvola
semilunare. Durante la parte iniziale della sistole quindi tutte le valvole sono chiuse: l’atrio-
ventricolare si è chiusa, ma la semilunare non è ancora aperta, perché la pressione non è ancora
aumentata così tanto. La contrazione si definisce isovolumetrica, perché essendo le valvole tutte
chiuse, e il sangue non va da nessuna parte. Ora il ventricolo riesce ad esprimere una pressione
superiore a quella dell’arteria, quindi le valvole si aprono e inizia la fase di eiezione ventricolare, in
cui il ventricolo si svuota e manda il sangue nell’arteria (espulsione del sangue dal cuore).
La sistole ventricolare (all’ECG si vede come QRS) quindi finisce e inizia il rilassamento
isovolumetrico ventricolare, visto come onda T all’ECG: si ritorna indietro, cioè la pressione del
ventricolo si riduce al di sotto della pressione dell’arteria. C’è un modesto rigurgito di sangue
dall’arteria nel ventricolo, ma subito le semilunari si chiudono il sangue torna indietro chiudendo
→
le valvole semilunari, e i ventricoli sono di nuovo camere chiuse. In questa fase la pressione non è
diventata ancora inferiore rispetto a quella dell’atrio; questo avverrà solo alla fine, e si avrà una nuova
fase di riempimento ventricolare. © Laila Pansera – 59
Quindi l’attività elettrica del cuore causa un’attività contrattile, che fa variare delle pressioni, che fa sì
che cambino i volumi, ossia il flusso di sangue si sposta da una camera all’altra e alle arterie. Quindi
occorre seguire insieme:
- Eventi elettrici
- Variazioni di pressione delle camere cardiache
- Variazioni di flusso.
Il flusso di sangue riflette la variazione di pressione, e la variazione di pressione riflette l’attività di
contrazione e rilassamento del cuore. Il sangue si muove lungo un gradiente di pressione attraverso
ogni apertura disponibile, ossia le valvole, che garantiscono un flusso unidirezionale (se c’è un
malfunzionamento delle valvole, avviene un rigurgito di sangue).
L’immagine unisce un ECG, con i valori pressori di atri, ventricoli e arterie, con il volume ventricolare.
La pressione dell’atrio aumenta subito dopo che c’è stata l’onda P, questo fa sì che ulteriore sangue
entri nel ventricolo. La pressione nel ventricolo aumenta innanzitutto quando aumenta la pressione
dell’atrio (modesto aumento), poi aumenta durate la sistole ventricolare e si riduce durante la
diastole ventricolare. La pressione dell’aorta è normalmente superiore a quella ventricolare, ma
quando la sistole fa sì che la pressione del ventricolo diventi superiore a quella dell’aorta, la pressione
dell’aorta sale, ma non raggiunge il livello di quella del ventricolo questo modesto gradiente di
→
pressione tra ventricolo e aorta fa sì che il sangue entri nell’aorta. Quando il ventricolo entra in
diastole, si riduce anche la pressione dell’aorta, ma non più di tanto, perché dopo un po’ si chiude la
valvola semilunare, quindi il sangue resta nell’albero vascolare, non è più nel ventricolo. Così la
pressione del ventricolo si riduce fino a diventare inferiore alla pressione dell’atrio. Quando ciò
avviene, si riapre la valvola atrio-ventricolare, e si genera un altro ciclo.
Il volume del sangue nel ventricolo aumenta quando c’è l’onda P dell’ECG e quando aumenta la
pressione nell’atrio, quindi di conseguenza aumenta la pressione ventricolare e aumenta il volume
ventricolare. Siamo giunti al massimo volume ventricolare (circa 120mL); esso è detto volume
telediastolico, ed è il volume che si ha al termine di una diastole. Dopodiché il ventricolo comincia
a contrarsi, e siamo al QRS. Il volume del ventricolo non cambia subito, ma resta sempre lo stesso
man mano che la pressione del ventricolo sale, e inizia a ridursi drasticamente quando il sangue esce
in aorta, in quanto la pressione del ventricolo è superiore a quella dell’aorta (si inverte il gradiente).
Il ventricolo comincia quindi a svuotarsi, e smette di svuotarsi quando raggiunge il volume
telesistolico, 50mL. Quindi durante la breve fase eiettiva, il volume del ventricolo si riduce dal
volume telediastolico a quello telesistolico. Il volume di eiezione, ossia quello che il cuore è
effettivamente capace di trasferire dal ventricolo all’arteria, è la differenza tra il volume telediastolico
e quello telesistolico, ossia 70mL. Per un certo periodo il volume resta a livello del volume
© Laila Pansera – 60
telesistolico, anche se il ventricolo è entrato in diastole, perché si tratta di un rilassamento
isovolumetrico, in quanto la pressione si è già ridotta al di sotto della pressione aortica, la valvola
aortica si è chiusa, ma nulla entra, finché la pressione del ventricolo si è ridotta al di sotto della
pressione atriale. E la pressione atriale pian piano aumenta, perché il sangue comincia ad arrivare;
quando la pressione ventricolare scende al di sotto della atriale, si riapre la valvola atrio-ventricolare,
e il sangue ricomincia a riempire il ventricolo fino a un livello di plateau, ma c’è un ulteriore
riempimento di ventricolo quando la pressione dell’atrio sale, grazie alla sistole atriale (onda P).
Gittata cardiaca
La gittata cardiaca è la quantità di sangue pompata da un ventricolo in un minuto. Il cuore deve
garantire una gittata cardiaca, ossia una quantità di sangue che si adatti alle necessità dell’organismo.
Il mantenimento della gittata cardiaca è vitale per l’organismo, e quando non si riesce a mantenere
la gittata cardiaca adeguata, ci si sente svenire, o si vede tutto nero. Il medico sospetta la stenosi
aortica nel paziente (valvola aortica troppo ristretta), se il paziente ha una sincope sotto sforzo il
→
cuore risponde normalmente allo sforzo, ossia