Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Effetti dell'allenamento di resistenza aerobica e anaerobica
Un allenamento di resistenza aerobica induce un certo grado di conversione delle fibre di tipo IIB (veloci glicolitiche) in fibre IIA (veloci ossidative), attraverso le seguenti modificazioni:
- Modificazioni della MHC (miosina) da IIB a IIA
- Aumento della capacità aerobica delle fibre di tipo I
- Aumento della dimensione e del numero dei mitocondri
- Aumento della concentrazione degli enzimi del ciclo di Krebs e della fosforilazione ossidativa
Le modificazioni metaboliche anaerobiche sono invece molto modeste e includono:
- Aumentata capacità del sistema del creatinfosfato
- Aumento delle riserve muscolari di ATP e CP
- Aumento dell'attività degli enzimi del sistema anaerobico
- Aumentata capacità del sistema glicolitico
- Aumento della tolleranza all'acido lattico
L'effetto più evidente e significativo dell'allenamento di tipo anaerobico di potenza è l'ipertrofia muscolare. Le modificazioni funzionali e strutturali del muscolo scheletrico in seguito all'allenamento dipendono dal tipo di allenamento svolto.
All'attività fisica fanno capo ad una caratteristica fondamentale del muscolo scheletrico che si chiama plasticità strutturale e funzionale, la plasticità muscolare si basa su meccanismi qualitativi e su meccanismi quantitativi.
Per meccanismi qualitativi si intendono quelli relativi alla diversa proporzione di fibre muscolari dei tre tipi hanno una proporzione ed una funzionalità diversa dei tre tipi di fibre muscolari scheletriche e quindi di unità motoria.
Meccanismi quantitativi che consistono invece in variazioni della sezione trasversa di fibre muscolari e quindi dell'intero muscolo, per cui si può parlare di ipertrofia/ipotrofia a seconda se il muscolo è allenato alla forza o se invece è sedentario.
Meccanismo tonico ovvero la plasticità strutturale del muscolo scheletrico, il meccanismo tonico a medio/lungo termine che è responsabile della plasticità muscolare, il meccanismo tonico consiste in...
Quella stimolazione nervosa continua sulle fibre muscolari scheletriche che da origine al tono muscolare, anche il tono muscolare può essere allenato. L'attività fisica gioca un ruolo fondamentale per modificare le caratteristiche strutturali, per cui la massa muscolare e la distribuzione dei tipi cellulari e funzionali come: forza, velocità e resistenza.
Le basi molecolari dell'eterogeneità del muscolo scheletrico sono per esempio le diverse isoforme della miosina, le fibre muscolari vengono classificate in base alle isoforme della miosina e di altre proteine che costituiscono le miofibrille.
Esistono fibre muscolari che sono ibride, ovvero che contengono la catena pesante della miosina sia di tipo IIA e di tipo IIX e queste sono le fibre di trasformazione.
Le caratteristiche contrattili e di resistenza alla fatica variano da tre a 10 volte nei vari tipi di fibre, la velocità di accorciamento diminuisce progressivamente a seconda delle unità.
motorie che stiamo prendendo in considerazione, ovvero del tipo di MHC che si trova in quella determinata fibra scheletrica. (pag.365)
Esiste una relazione tra forza e velocità di contrazione nei tre tipi di fibre muscolari scheletriche, di tipo I abbiamo un basso rapporto forza/velocità, intermedio nelle fibre di tipo IIA e più elevato nelle fibre di tipo IIX.
Esiste anche una relazione tra velocità di accorciamento e potenza, la potenza si indica con P ed è uguale al lavoro/tempo (L= forza * spostamento) per cui la P in definitiva è uguale a forza * spostamento.
Questa relazione è crescente andando dal tipo I fino al tipo IIX. Altre funzioni d'ATP variano in condizioni isometriche a seconda del tipo di fibre muscolari che consideriamo, per cui si parla di costo della contrazione. Il costo della contrazione più basso lo hanno le fibre di tipo I, di dispendio intermedio le fibre di tipo IIA e più alto le fibre di tipo IIX, ma massima.
forza isometrica specifica è più bassa nelle fibre di tipo I ed è equivalente nelle fibre di tipo IIA e di tipo IIX. L'eterogeneità e plasticità muscolari sono meccanismi qualitativi. L'esistenza di tipi cellulari con caratteristiche funzionali molto diverse determinano l'eterogeneità funzionale del muscolo dell'uomo. I nostri muscoli sono dei muscoli misti in proporzioni diverse, le diverse distribuzioni si corredano con le loro funzioni. Il soleo è un muscolo antigravitario per avrà una prevalenza di fibre di tipo I per cui non generano una forza elevata ma che tuttavia la durata della loro contrazione è costante nel tempo, conterrà anche fibre in minima parte di tipo IIA. Il muscolo vasto invece è un muscolo antigravitario sia di potenza e quindi conterrà una elevata percentuale sia di fibre di tipo I che di tipo II A. Il tricipite non ha un ruolo posturale ma è un muscolo dipotenza per cui avrà soprattutto una maggiore rappresentazione di fibre di tipo IIA. 46 La possibilità di generare muscoli con distribuzione di fibre differenti si basa sulla repressione dellatrascrizione di alcune isoforme e la derepressione della trascrizione di altre isoforme senza la trascrizione di una quantità sintetizzata di proteine. Questo vuol dire che la caratterizzazione del feto del fenotipo della fibra muscolare scheletrica è lo stesso ma a seconda del tipo di fibra muscolare che prendiamo in considerazione si avrà una repressione di determinati geni che sintetizzano certe proteine come certe isoforme della miosina e la stimolazione di altre isoforme della miosina, anche per quanto riguarda gli enzimi glicolitici. Per cui la plasticità ed il fatto che le fibre muscolari possano diventare l'una o l'altra nel corso dello sviluppo dell'individuo dipende in parte dalla genetica in parte da quelle modificazioni che sono
possibili nellamodificazione della cellula per predisporre una fibra muscolare scheletrica a diventare di tipo I a tipo IIAoppure di tipo IIX.Può l'allenamento influire sulla distribuzione dei tipi cellulari all'interno dei nostri muscoli?Negli studi trasversali la distribuzione trasversale dei vari tipi di fibre muscolari nei maratonetipresentavano delle percentuali maggiori di fibre di tipo I e minori di fibre di tipo IIA e IIX.Nei centometristi/velocisti hanno una situazione completamente diversa, ovvero una maggiore quantità di fibre IIA e di fibre IIX, per cui si era pensato che il tipo di allenamento da maratoneta o da centometristapotesse favorire lo sviluppo certe fibre muscolari a discapito di altre, in realtà si fecero poi degli studilongitudinali che analizzavano gli stessi soggetti prima e dopo l'allenamento, in un periodo di allenamentodi 8-12 settimane.Gli studi longitudinali non hanno confermato chiaramente la possibilità dile sue caratteristiche genetiche possa diventare un centometrista semplicemente allenandosi in modo diverso.Un allenamento adeguato può diventare centometrista e vice versa dato che la distribuzione percentuale delle fibre che compongono i muscoli è quella e non la si può modificare, solo l'allenamento aerobico in certi soggetti che sono già predisposti ad una attività fisica di tipo aerobico si può osservare una trasformazione delle fibre muscolari scheletriche che erano intermedie verso un fenotipo veloce e glicolitico ovvero quello che presentava entrambe le caratteristiche, mentre l'effetto sulle fibre di tipo I è scarso o nullo.
L'immobilità ha degli effetti sul volume muscolare e abbiamo una ipotrofia con la riduzione della massa e della massima forza isometrica, il disuso dei muscoli determina uno spostamento verso il fenotipo veloce per cui aumento delle fibre IIA e IIX, riduzione delle fibre di tipo I, l'allenamento serve a mantenere costante la quantità di fibre di tipo I.
Adattamenti alla forza
La forza viene
Allenata prevalentemente con allenamenti di tipo anaerobico, la prima cosa che avviene durante l'allenamento alla forza è l'adattamento nervoso che è predominante nella fase precoce, solo successivamente all'adattamento nervoso abbiamo l'adattamento muscolare che consiste nell'ipertrofia muscolare.
L'adattamento alla forza e l'aumento di forza è dato dalle due componenti, che sono la componente nervosa e l'ipertrofia muscolare. Nella prima parte del programma di allenamento alla forza quello che aumenta in maniera rapida è l'adattamento nervoso a questo tipo di allenamento.
L'ipertrofia muscolare comincia a crescere ma in maniera molto più lenta rispetto a quanto faccia l'adattamento nervoso. L'adattamento nervoso raggiunge un massimo e si stabilizza, l'ipertrofia continua a crescere fino ad un certo punto in cui incontra la curva dell'adattamento nervoso.
continua ad aumentare fino a raggiungere un massimo, questo massimo può essere aumentato con l'aggiunta di steroidi.
Durante le prime due settimane la componente nervosa contribuisce per il 90% all'aumento della forza ed ancora dopo 4 settimane la componente nervosa contribuisce per il 40% dalla quarta settimana di allenamento in poi subentra l'ipertrofia muscolare.
Gli adattamenti centrali che contribuiscono ad aumentare la forza della contrazione muscolare, l'allenamento della componente nervosa consiste:
- maggiore facilità di reclutamento delle unità motorie
- aumentata eccitabilità dei motoneuroni alfa
- maggiore attivazione centrale delle aree motorie
- sincronizzazione delle unità motorie attivate
- riduzione dell'effetto inibitorio provocato da alcune efferenze sensoriali in particolare la riduzione dell'effetto delle afferenze degli organi tendinei del Golgi dato che questi organi tenderebbero a far rilasciare in